Informativa di Erne sulla sua missione in Cina per rendere omaggio al grande Maestro del proletariato internazionale
“Ancora oggi il popolo cinese ama Mao”
Care compagne, cari compagni, amiche e amici,
su incarico del Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, e a nome del Comitato centrale del Partito, mi sono recato in questi giorni in Cina avendo l'onore di rendere omaggio a Mao in occasione del 40° Anniversario della sua scomparsa. Una ricorrenza talmente importante che un vero, sincero e autentico Partito marxista-leninista non poteva lasciarsi sfuggire.
Con una doppietta proletaria rivoluzionaria, la commemorazione pubblica di stamani in questa splendida sala e la visita in Cina, il PMLI è stato l'unico Partito non solo in Italia, non solo in Europa, ma probabilmente nel mondo, che ha reso omaggio in casa propria e nella sua patria nativa, come era scritto nelle due splendide targhe commemorative in italiano, inglese e cinese, realizzate dalla Commissione di stampa e propaganda che hanno accompagnato il mio viaggio: “Al fondatore della Repubblica popolare cinese, all'ideatore e condottiero della Grande Rivoluzione Culturale proletaria, al grande maestro del proletariato internazionale, delle nazioni e dei popoli oppressi, promettendogli che i marxisti-leninisti italiani continueranno ad applicare i suoi luminosi insegnamenti come quelli di Marx, Engels, Lenin e Stalin, nella lotta contro il capitalismo e il revisionismo, per il trionfo del socialismo in Italia”.
Oltre a rendere omaggio a Mao nei luoghi di nascita e morte, l'obiettivo che ci eravamo prefissi andando in Cina era di vedere con i nostri occhi come stessero realmente le cose, quale fosse oggi il rapporto delle masse cinesi con Mao, con la sua figura e il suo pensiero, come si atteggiasse il regime revisionista e fascista di Xi Jinping verso di lui, se in Cina ci fossero forze all'interno e all'esterno del Partito comunista cinese (PCC) fedeli a Mao e al marxismo-leninismo. Nonostante la parzialità dei luoghi visitati della sterminata Cina e il brevissimo tempo a nostra disposizione ebbene tali risposte le abbiamo avute. Ancora oggi il popolo cinese ama Mao. Lo adora e gli rende omaggio.
Un qualcosa di indescrivibile, eccezionale e commovente è stato vedere l'attaccamento delle masse operaie, contadine, lavoratrici, studentesche e popolari dello Hunan, per le quali Mao è un eroe. Ho visto decine di migliaia di persone che ininterrottamente dall'alba al tramonto visitavano la sua casa natale a Shaoshan, il museo a lui dedicato dove sono esposti più di 800 oggetti a lui appartenuti, che molto intelligentemente subito dopo la sua morte furono portati via da Pechino, prima che finissero in qualche scantinato, la maestosa piazza con la sua statua stracolma di fiori e verso di cui tutti si inchinavano, lanciavano slogan rivoluzionari a pugno chiuso, ritmavano il suo nome. Così come a Changsha, capoluogo dello Hunan, dove Mao studiò e insegnò, dove si fece le ossa di rivoluzionario comunista, sono meta di pellegrinaggio rosso la piazza con una colossale statua alta 7 metri e l'annesso complesso museale, tra cui spicca la modesta abitazione dove Mao visse con la seconda moglie Yang Kaihui, un'eroica comunista fatta prigioniera e giustiziata da Chang Kai Chek, trasformata in sede del Comitato centrale del Partito comunista dello Hunan subito dopo la fondazione del PCC avvenuta a Shanghai nel 1921.
Le stesse scene le ho riviste in fotocopia a Pechino, dove tutti i giorni sfidando un caldo torrido e asfissiante ancora migliaia e migliaia di persone rendevano omaggio a Mao visitando il suo mausoleo nella sterminata piazza Tian an men. L'afflusso maggiore, 50mila persone, si è verificato il 9 settembre, allorché il mausoleo era aperto per altre due ore anche nel pomeriggio, oltre alla mattina come di consueto. Code ininterrotte, persone di tutte le età, famiglie intere, comitive, squadre nazionali di vari sport, tanti disabili e in carrozzina, veterani della Rivoluzione cinese con i loro cappellini verdi con la stella rossa. Di fronte alla salma di Mao ho visto anziani e giovani piangere all'unisono dalla commozione. Un afflusso di massa impressionante anche davanti al grande ritratto di Mao che campeggia maestoso all'ingresso della Città Proibita. Tutti si fanno fotografare con alle spalle l'immagine del grande maestro del proletariato internazionale.
Nell'intero Hunan e a Pechino tutte le attività espongono fiere un qualcosa di Mao. Dai ristoranti ai taxisti, dagli storici negozi di seta alle sale da tè. Dalle statue, ai busti, ai ritratti, ai quadri. Sulle bancherelle dei centri e delle periferie si vende di tutto su Mao. Ogni cento immagini di Mao se ne vedono 20 del suo migliore compagno d'armi Chuenlai ed una di Deng Xiao Ping e dell'attuale leader socialimperialista Xi Jinping. Vorrà dire qualcosa tutto ciò?
Sia a Changsha sia a Shaoshan sia a Pechino la mia presenza è stata accolta alla grande. Dopo un primo momento di stupore il materiale di Partito a mia disposizione una volta dispiegato in tutta la sua bellezza grafica rivoluzionaria ha suscitato un entusiasmo generale. Superfotografati e richiesti il manifesto e il volantino di questa commemorazione, così come il sottoscritto, con indosso la maglietta del Partito, in foto con persone di tutte le età e provenienti da tutte le parti della Cina. Le nostre due targhe grazie alla traduzione in cinese hanno svolto un ruolo da biglietto da visita molto importante se non decisivo. Grande figura e impatto anche per gli opuscoli di Scuderi su Mao e il cd con il video che abbiamo appena visto, significativamente deposti alla base del monumento dedicato ai generali della Lunga marcia, con al centro Mao, che si trova all'ingresso del museo nazionale cinese, così come diversi numeri de “il Bolscevico” dedicati a Mao lasciati e fotografati al museo di Shaoshan.
Addirittura il 9 settembre un buddista maoista ha richiesto una copia di tutto ciò che gli potevamo dare. Soprattutto a Changsha e Shaoshan sono stati gli stessi militari addetti alla sorveglianza dei vari siti che mi hanno dato una mano a raggirare le ferree leggi in vigore permettendomi di esporre il materiale di Partito e di accedere e fotografare luoghi e cose al momento non accessibili.
Tutto questo amore di massa, spontaneo e sincero, verso Mao viene usato dal regime revisionista e fascista di Xi Jinping in funzione di supporto allo sviluppo della superpotenza imperialista cinese. Per costoro Mao va ancora bene ma solo fino al 1949, alla proclamazione della Repubblica popolare cinese. Lo si vede dal taglio che ne viene dato nelle descrizioni museali e l'interesse che ha il governo di Pechino nell'esaltare la figura e il ruolo di Mao nella vittoria sull'aggressione militare giapponese. E non a caso uno dei 19 canali nazionali della tv di Stato CCTV, in occasione del 40° della morte di Mao sta passando in questi giorni uno sceneggiato a puntate che ripercorre tutto il periodo della lotta contro l'imperialismo giapponese, contro i reazionari del Kuomintang, la seconda guerra mondiale, fino alla proclamazione della Repubblica popolare.
La carota e il bastone. Da un lato il regime di Pechino continua a tollerare la presenza del mausoleo, le statue, i ritratti di Mao; addirittura nella Costituzione cinese più volte revisionata per far decollare le controriforme liberiste e capitaliste tra i 3 capisaldi che ispirerebbero la Cina attuale c'è ancora formalmente il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, dall'altra Xi Jinping e la sua cricca, non dimentichiamocelo suo padre fu destituito da tutti gli incarichi di Partito e di governo durante la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria bollato come revisionista, borghese e traditore della causa, non hanno organizzato nessuna manifestazione pubblica per il 40° Anniversario della morte di Mao, né a livello di governo, né di Partito. Erano troppo impegnati col G20 e gli incontri collaterali che sono durati guarda caso fino al 9 di settembre. Uno sforzo per ribadire il nuovo ruolo della Cina nel mondo, che è costato milioni e milioni di yuan tra sfarzi e lussi mai visti, quando basta girare per gli stessi vicoli del centro di Pechino per vedere una povertà che si taglia a fette e dove basta un temporale monsonico di qualche ora ad allagare le strade della città per colpa di fognature risalenti ai primi anni '40. Soltanto l'esercito popolare cinese sul web, in un suo simil twitter locale ha postato 80 foto di Mao, raccogliendo in pochissimi giorni oltre 12 milioni di consensi.
Per quanto riguarda i marxisti-leninisti oggi in Cina, dai colloqui che ho potuto avere, risulta che nel PCC ci siano ma in percentuale decisamente piccola. Essi stanno coperti, sulla difensiva, fanno la sinistra aspettando momenti migliori per uscire allo scoperto. Molto interessante potrebbe essere quella nuova rete che si sta costruendo e che mi ha illustrato un locale seguace di Mao: una comunità informatica installata e gestita tutta da giovani marxisti-leninisti, che agisce con base a Pechino e nelle altre grandi città della Cina e che raccoglie le adesioni dei maoisti di tutto il Paese, compresi quelli di altri Paesi che studiano o lavorano in Cina. Una piattaforma internet che si base sui Q Code
alternativa a Facebook e similari per sfuggire al ferreo controllo operato dal regime che a ondate oscura a proprio piacimento siti e social network ritenuti ostili.
Gli ho dato tutti i nostri riferimenti e indirizzi, spronandolo a fornirci materiali e quant'altro di loro produzione.
Come avete visto ho portato dei piccoli doni al Partito. Questa stampa originale con i 5 Maestri è del 1967 e ha quindi i nostri stessi anni, considerando i dieci dell'OCB-ml, in cinese recita “Viva l'invincibile marxismo-leninismo-pensiero di Mao”. Uno di questi poi lo vorrei consegnare personalmente al Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi. E' una bella penna con l'effige di Mao in oro presa al mausoleo, augurandogli con essa di scrivere tante altre bozze di documenti e elaborati di Partito e di poter firmare le più importanti decisioni che verranno prese dal PMLI come ha sempre fatto in tutti questi anni. Al migliore allievo di Mao in Italia, e non solo, fedele da sempre alla causa del proletariato, del socialismo, dei popoli e dei paesi oppressi.
Gloria eterna a Mao!
Con Mao per sempre, contro il capitalismo e per il socialismo!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
14 settembre 2016