Il PMLI non tarderà ad avere un corpo da Gigante Rosso se applichiamo correttamente e con continuità la sua linea
Con grande piacere ed emozione ho letto il magistrale discorso tenuto dal compagno Giovanni Scuderi, a nome del CC del PMLI, alla Commemorazione del grande Mao nel 40° Anniversario della scomparsa.
Il compagno Scuderi in maniera comprensibile ed esaustiva ripercorre il “filo rosso” che lega i cinque grandi Maestri del proletariato internazionale, e i loro insegnamenti sulla situazione italiana, alla lotta di oggi contro il capitalismo e per il socialismo e contro il governo del neoduce Renzi.
Il marxismo (termine che a Marx non piaceva per la verità), ossia il socialismo scientifico, nasce dalla pratica sociale e dalla base materiale della società capitalistica europea del 1800.
Può sembrare scontato per noi marxisti-leninisti ma non è così per chi magari si avvicina al materialismo storico e dialettico per la prima volta: è l'essere sociale che fa la coscienza dell'uomo e mai viceversa come invece sostengono tutt'ora gli idealisti di ogni risma e colore che cercano, per puntellare il dominio della classe dominante borghese, di inculcare la concezione idealista e borghese del mondo alle masse popolari.
La base materiale della società è data da ciò che l'uomo produce, come lo fa e come lo scambia, su questa base si determinano i rapporti sociali e (ad eccezione delle prime comunità primitive) il dominio delle classi sfruttatrici su quelle oppresse. Sui rapporti di forza e di produzione si determina poi la sovrastruttura morale, giuridica, istituzionale e quindi “filosofica” della società. “Il lavoro crea l'uomo” (Engels).
Marx ed Engels
Marx ed Engels non nacquero "marxisti”, ovviamente, ma ripulendosi dalla cultura borghese e religiosa, partecipando alla lotta di classe, poterono gettare le basi del socialismo scientifico, grazie anche alle tre fonti del marxismo: l'economia politica inglese, il socialismo francese e la filosofia classica tedesca, come disse Lenin.
Teoria e pratica nell'opera dei Maestri sono sempre indissolubilmente legate come due facce della stessa medaglia, non vi è l'una senza l'altra, la qual cosa dimostra l'avversione del marxismo verso il dogmatismo e l'intellettualismo e il suo rifiuto di ogni forma di metafisica o di materialismo volgare o unilaterale e non dialettico, in grado solo di spiegare i cambiamenti quantitativi ma mai qualitativi, concezioni, quindi, che non solo non spiegano la natura e i fenomeni del mondo ma proiettati sul piano sociale portano inequivocabilmente il marchio della conservazione dell'ordine sociale esistente.
Così i due amici fraterni elaborarono una “nuova e geniale concezione del mondo” (Lenin), il materialismo dialettico, la base filosofica del marxismo, e il materialismo storico grazie al quale in particolare misero a nudo le contraddizioni insanabili del capitalismo e indicarono la via da seguire al proletariato per il suo riscatto, a cominciare dalla rottura con quelle correnti borghesi pur presenti nel movimento operaio ma, in realtà, dirette dalla borghesia (anarchici, utopisti, riformisti di ogni genere e così via).
La fusione tra il capitale industriale e quello bancario che ha portato al capitale finanziario, la concentrazione della produzione e la legge del massimo profitto, dopo la morte di Marx ed Engels portarono all'avvento dell'imperialismo, la fase suprema e finale del capitalismo.
Lenin e Stalin
Qui entrano in gioco Lenin e Stalin, i quali analizzando minuziosamente la nuova situazione su base marxista apportano il loro contributo al socialismo scientifico tanto che in ultima analisi il leninismo sarà definito da Stalin stesso come “il marxismo dell'epoca dell'imperialismo e delle rivoluzioni proletarie”.
I bolscevichi dovettero lottare sul piano ideale e politico (come riflesso appunto della lotta economica fra borghesi e proletari), anch'essi con la borghesia infiltrata in seno alla classe operaia internazionale e in particolare russa, prima, durante e dopo la gloriosa Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre del 1917, grazie alla quale per la prima volta, dopo la Comune di Parigi, il proletariato di circa un quarto del pianeta ha conquistato il potere politico e capovolto cielo e terra, aprendo una nuova epoca nella storia del mondo e dimostrando la superiorità del socialismo rispetto al capitalismo, concorrendo in maniera determinante fra l'altro con Stalin alla vittoria contro il mostro nazifascista.
Mao
Sarà grazie all'Ottobre che il marxismo-leninismo penetrerà poi in Cina, dove verrà impugnato e ulteriormente arricchito da Mao in ben 55 anni di esemplare vita al servizio della causa del socialismo e dell'emancipazione dell'intera umanità, passando dalla fondazione del PCC alla guerra di resistenza contro il Giappone, dalle guerre civili rivoluzionarie, alla fondazione della RPC e la Grande Rivoluzione Cultura Proletaria Cinese, suo ultimo immortale capolavoro politico lanciato contro la borghesia annidata nel PCC per impedire la restaurazione del capitalismo in Cina.
La rottura di Mao con il revisionismo moderno, ennesima corrente ideologica e politica borghese nemica giurata della rivoluzione e del socialismo, ha aperto gli occhi ai sinceri comunisti di tutto il mondo circa il carattere controrivoluzionario della “destalinizzazione” portata avanti da Krusciov in Urss, ispirando in tutto il mondo la nascita di autentici partiti marxisti-leninisti contrapposti a quelli filosovietici e revisionisti.
Grazie a questa titanica lotta antirevisionista e alla teoria della continuazione della rivoluzione nell'ambito della dittatura del proletariato che non ha precedenti nella storia del movimento operaio, si sono create le condizioni, generate dalla grande Rivolta del Sessantotto, la fase più acuta della lotta di classe del dopoguerra in Italia e non solo, per la nascita del PMLI, il Partito del proletariato italiano, della riscossa e del socialismo e l'apertura quindi della terza fase, che dura tutt'ora, della lotta di classe in Italia fra la borghesia e la classe operaia dopo la prima fase dominata dal riformismo del PSI e la seconda dal revisionismo del PCI.
Ecco perché il PMLI ha con Mao un rapporto quasi di tipo “filiale”.
Senza la concezione proletaria del mondo, il materialismo dialettico e storico, ed un partito autenticamente comunista non è possibile, dimostra la pratica sociale, liquidare l'imperialismo e tutti i suoi servi di destra e di “sinistra”.
Gi insegnamenti dei Maestri e il PMLI
Il marxismo-leninismo-pensiero di Mao è universale, valido a livello internazionale, continua sempre ad arricchirsi e a comprovarsi nella pratica, ed è ovvio che ogni partito marxista-leninista deve applicarlo dialetticamente alla propria realtà nazionale e locale, pensiamo ai risultati storici raggiunti dal PMLI in Italia nella lotta contro i revisionisti nostrani ed il regime neofascista o alla sua linea sindacale o all'astensionismo elettorale tattico elaborate alla luce del “caso italiano”.
Purtroppo i “diritti e i rovesci” della lotta di classe hanno portato alla liquidazione dei paesi già socialisti, alla loro trasformazione in paesi fascisti e imperialisti e al passaggio anche formale dei partiti operai al liberalismo, la qual cosa , anche in Italia, ha portato alla progressiva decomunistizzazione della classe operaia.
Se le condizioni dell'abbattimento del capitalismo sono generate da esso stesso e dunque la classe operaia oggettivamente ha bisogno del socialismo per emanciparsi e poi sopprimersi nel comunismo (l'unica alternativa al capitalismo è il socialismo), solo un vero partito comunista può creare le condizioni soggettive per la presa del potere politico da parte del proletariato, facendo acquisire alla classe operaia la coscienza di essere una classe per sé (e non solo in sé) e guidarla su tutti i fronti della lotta di classe, tanto quello della “spada” che quello della “penna”.
Il Partito si configura come un'unità dialettica fra la teoria e la prassi.
Spetta quindi al PMLI legarsi alle masse popolari aspirando ad esserne allievo e maestro con quelle caratteristiche teorico-pratiche indicate da Mao nelle dieci citazioni sui marxisti-leninisti pubblicate da “Il Bolscevico” rispettando il centralismo democratico, praticando la critica e l'autocritica, difendendo e applicando la linea generale e di massa del Partito secondo le parole d'ordine “Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare”, migliorando il proprio lavoro sia in qualità che in quantità, avendo sempre in mente che la lotta di classe, quella borghese e quella proletaria (e con essa le contraddizioni antagoniste), dentro il PMLI è sempre presente, vuoi in maniera latente vuoi in maniera “esplosiva” e si manifesta nella lotta fra le due linee.
Il compagno Scuderi si riallaccia poi all'attualità politica internazionale e nazionale rivendicando e rilanciando la politica del fronte unito (vedi il discorso dello stesso Scuderi “Applichiamo gli insegnamenti di Mao sulle classi e il fronte unito” del 2006): tanto quello a carattere antimperialista, che vede con convinzione i marxisti-leninisti appoggiare i movimenti di liberazione nazionale antimperialisti indipendentemente dalle forze che ne sono alla testa, perfino quando sono anticomuniste o comunque con concezioni tattiche, azioni e strategie lontane anni luce dal PMLI, come l'IS, sia il fronte unito per il miglioramento delle condizioni di vita, lavoro, salute e studio delle masse, con un occhio speciale alle lotte operaie e sindacali da un lato e studentesche dall'altro, strategiche anche per lo sviluppo del PMLI e per l'acquisizione di un corpo da Gigante Rosso (la testa è già rossa e forte) che non tarderà ad arrivare se l'applicazione della linea del Partito avviene correttamente e con continuità.
Da ultimo il compagno Scuderi rilancia la lotta contro il governo del neoduce Renzi, servo della borghesia e dell'Ue imperialista che va spazzato via al più presto dalla piazza, come il Partito chiede fin dal suo insediamento, prima che possa completare la ristrutturazione della sovrastruttura istituzionale del regime capitalista completando il nero disegno piduista e fascista della seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e interventista, senza vendere illusioni costituzionali e riformiste alle masse e tenendo ben dritta la barra verso il socialismo, partecipando nell'immediato con forza alla campale battaglia antifascista della vittoria del NO al prossimo referendum costituzionale.
Evviva il magistrale discorso di Scuderi alla Commemorazione di Mao!
Viva il nostro Segretario generale e cofondatore del Partito, fulgido esempio di marxista-leninista per tutti i sinceri comunisti del mondo!
I Maestri vivono nel cuore di tutti i popoli oppressi del mondo, come dimostra l'amore per Mao da parte del popolo cinese rilevato anche dal viaggio del compagno Erne in Cina per rendergli onore!
Spazziamo via il governo del neoduce Renzi!
Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
Giordano - Paola (Cosenza)
28 settembre 2016