Per respingere il piano di commissariamento del nuovo duce Renzi
Manifestazione Bagnoli libera a Roma
Il ministro Alfano blinda il corteo con provocazioni e perquisizioni preventive
Redazione di Napoli
È stata una bellissima giornata di lotta quella di venerdì 23 settembre con migliaia di manifestanti provenienti da Napoli e Campania che hanno invaso Roma con slogan, striscioni e cartelli per protestare contro il commissariamento imposto dal nuovo duce Renzi tramite il suo fido Salvo Nastasi.
Un'organizzazione ben riuscita con 15 pullman, una folta rappresentanza delle masse popolari di Bagnoli, assieme ai giovani dei centri sociali hanno scandito un significativo momento di battaglia contro l’arroganza e la tracotanza dell’attuale governo. Un comunicato dei Comitati territoriali stigmatizzava l'operato del governo: “porteremo le proposte che dagli anni sono partite dai territori, un'economia diversa non fatta dello sfruttamento e della distruzione dell'ambiente” tenendo sempre nel mirino “il massacro dei diritti sociali e individuali che questo governo sta portando avanti” concludendo poi con un secco “No” ai piani di devastazione e macelleria del governo Renzi.
La polizia del gerarca Alfano con tanto di unità cinofile, dopo aver atteso e sorvegliato i pullman e le auto sul tratto da Napoli a Roma, li fermavano all’altezza del casello Roma Sud, li portavano su una stradina laterale e dopo aver fatto scendere i manifestanti li sottoponevano a una indiscriminata, provocatoria e vergognosa perquisizione. Al punto che l’USB nazionale – presente alla manifestazione - diramava un comunicato tramite Enzo De Vincenzo, dell’Esecutivo nazionale del sindacato in cui si denunciava la “grave provocazione nei confronti dei manifestanti, che esprime la volontà del governo Renzi di impedire qualunque forma di democrazia in cui vi sia una opposizione alle sue politiche di devastazione”.
Il corteo, previsto con partenza da Largo Argentina alle 12, veniva quindi posticipato di qualche ora, ma questo non faceva certo demordere i partecipanti – provenienti soprattutto dal quartiere di Bagnoli, ma anche da zona Cavalleggeri D’Aosta, Fuorigrotta e dalle zone di confine tra Napoli e Pozzuoli - che mostravano cartelli, striscioni e quant’altro contestando il governo del nuovo Mussolini e la scelta scellerata del commissariamento di Bagnoli.
“Commissariamento uguale fallimento”, “Se Bagnoli sarà commissariata, ogni giorno sarà una barricata”, “Bagnoli Libera”, erano gli slogan più scanditi dai manifestanti che sottolineavano di “volere Bagnoli con un parco pubblico e tanto verde: decide la città!” e non alberghi lussuosi o la svendita dell’area ex Italsider ai padroni o pescecani affaristi di turno (si pensi a Cementir, a Caltagirone, Fintecna).
Il corteo ha attraversato le vie principali della capitale e si apriva con un gigantesco Pinocchio che raffigurava Renzi in una maglietta con su il simbolo del PD. Non sono mancati gli slogan contro l’ex governatore della Campania Bassolino, già fallimentare commissario straordinario all’emergenza rifiuti per 4 anni e un cartello significativo “Chi ha inquinato deve pagare!”.
Alla conclusione una grande assemblea pubblica si è tenuta in piazza dinanzi a Montecitorio con migliaia di manifestanti a far sentire forte la loro voce chiedendo la riqualificazione del territorio cominciando da Bagnoli e Scampia, la bonifica dell’ex area Italsider. Non sono mancati slogan contro la controriforma costituzionale di Renzi e l’invito a votare NO al referendum frutto, secondo un combattivo manifestante di Scampia “delle idee di Licio Gelli e della P2”.
Nessun palco ma un microfono dentro al quale si urlava tutta la rabbia contro i diktat dell’esecutivo attuale, con uno striscione inequivocabile, “Difesa dei territori dai commissariamento”, che segnava indelebilmente la giornata di lotta. Prendevano la parola non solo i giovani del territorio ma anche movimenti accorsi in solidarietà con i manifestanti campani da Roma, Taranto, Bologna. Particolarmente apprezzati gli interventi dei No Tav e dei lavoratori della logistica, ma anche dei giovani dei centri sociali che lavorano per il riscatto dei quartieri popolari.
Non poteva mancare il tentativo del sindaco napoletano Luigi De Magistris di sfruttare la contrapposizione con Renzi – a cui chiedeva a gran voce il dialogo, limitandosi a chiedere le sole dimissioni di Nastasi – per “mettere il cappello” al corteo con alcuni suoi fedelissimi, come il presidente della X Municipalità di Napoli, Diego Civitillo, al seguito. Tentativo che non ha snaturato né scalfito l'importante giornata di lotta contro le politiche di lacrime e sangue del governo Renzi che vuole mettere le mani sull’affare Bagnoli per soddisfare gli appetiti capitalistici dei grandi gruppi di turno, pronti ad arraffare i soldi pubblici destinati alla zona ovest della città partenopea.
28 settembre 2016