Cosa significa capire il discorso di Scuderi “Da Marx a Mao”
Corale, all'interno del Partito e fra i simpatizzanti, è stato il riconoscimento del peso storico del discorso tenuto dal compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, alla commemorazione del 40° Anniversario della scomparsa di Mao. Un discorso magistrale ed educativo, è stato giustamente definito, in cui si avverte l'esperienza ultraquarantennale del PMLI, che non solo ripercorre il percorso di sviluppo e gli insegnamenti del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, con un focus sulla lotta al revisionismo, ma sprona anche alla riflessione sul senso della militanza marxista-leninista e sulla trasformazione della propria concezione del mondo in senso proletario, dando inoltre preziose indicazioni di lavoro politico concreto. Ciò è quanto emerge anche dalle risoluzioni delle Cellule e Organizzazioni di base, dal documento della Commissione centrale di Organizzazione, dalle impressioni dei simpatizzanti su “Il Bolscevico” e da altri che seguiranno.
Tali riflessioni, cariche di significato, utili a stimolarci l'un l'altro e ad offrire nuovi spunti, vanno intese come il punto non d'arrivo ma di partenza dello studio. Se, una volta redatta la risoluzione, si chiude il discorso in un cassetto o tutt'al più lo si lascia a brillare negli annali del Partito, un buon 90% della sua reale potenzialità resterebbe inutilizzato. Per poterne trarne appieno gli insegnamenti e le indicazioni utili a rafforzare noi stessi come marxisti-leninisti e per migliorare il lavoro per costruire un grande, forte e radicato PMLI, noi dobbiamo studiare, ristudiare, assimilare e calare nella realtà concreta questo discorso. In parole povere, si tratta di capirlo.
Nell'editoriale pubblicato senza firma su “Il Bolscevico” n. 26 del 2014, dal significativo titolo “Studiare, capire, agire”, il compagno Scuderi sottolineava che “non è sufficiente studiare, bisogna anche capire ciò che si studia. Capire vuol dire riflettere e trarre i dovuti insegnamenti dallo studio. Quando non si capiscono certe cose è perché non si presta sufficiente attenzione a quello che si legge, o perché è più forte l’influenza che riceviamo dalla propaganda borghese”.
Specificando: “Una volta che abbiamo studiato e capito quello che ci dice il Partito, dobbiamo senza indugio agire per mettere in pratica ciò che abbiamo imparato. In questo ultimo periodo il Partito insiste su questi due punti: radicarsi e fare comprendere al proletariato che deve acquisire la coscienza di essere una classe per sé e che solo col socialismo può avere il potere politico. Fino a che punto abbiamo capito che bisogna andare a fondo su questi temi e cosa stiamo facendo in concreto per metterli al centro del nostro lavoro politico”.
Basta dare uno sguardo al discorso “Da Marx a Mao” per avere un'idea di quanti elementi è possibile trovarvi. Esso ha rilanciato alla grande il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, il socialismo, la lotta di classe, la lotta contro la classe dominante borghese e il suo governo Renzi, la lotta per il No al referendum, la lotta contro la santa alleanza imperialista che mira a cancellare lo Stato Islamico per avere mano libera in Medio Oriente e Nord Africa, la questione basilare della concezione del mondo, la costruzione del Partito.
Tutte queste indicazioni sono dense di significato ma se non le capiamo e assimiliamo veramente rischieranno di restare belle lettere morte. Capirle e assimilarne significa farle nostre, farle entrare nel nostro DNA di azione politica (sia personale sia collettivo), imparare a calarle nella realtà a seconda delle diverse situazioni concrete e degli interlocutori a cui ci rivolgiamo, e infine considerarli come una sorta di metro di valutazione del nostro lavoro per capire dove ci siamo mossi bene, cosa c'è da migliorare e cosa eventualmente abbiamo sbagliato.
Un esempio concreto su cosa significa effettivamente tutto questo possiamo farlo a partire dalle utili e importanti indicazioni per il radicamento del PMLI che si trovano nel capitolo dedicato appunto al Partito, proprio perché “per combattere e sconfiggere il capitalismo e i suoi governi, occorre un forte, radicato e legato alle masse partito autenticamente proletario, rivoluzionario e marxista-leninista”.
“Oggi”,
spiega Scuderi, “più che preoccuparci di quando arriverà il socialismo, di quando avverrà la svolta rivoluzionaria della lotta di classe, di quando il proletariato si schiererà con noi, dobbiamo preoccuparci di dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso radicandolo ed estendendolo nelle città e regioni dove siamo presenti, in modo da ricavarne le forze per espanderlo in tutta Italia. Questo deve essere il nostro obiettivo strategico a medio termine. Questo è quello che ci è richiesto dall’attuale lotta di classe e dall’attuale situazione del nostro Paese. Se non ce la facciamo a raggiungere tale obiettivo a medio termine, non ci resta che rilanciarlo una o più volte fino a conquistarlo”.
A livello teorico c'è piena condivisione di questo punto ma poi si può far scoraggiare dalle difficoltà e cedere alla tentazione di cercare facili scorciatoie, finendo inevitabilmente per staccarsi dalle masse e cadere talvolta nell'“ultrasinistrismo”, talvolta nel parlamentarismo, o ancora sterilizzandosi su Internet. Capire davvero questo concetto, al contrario, ci permette di non smarrire la bussola e non disperdere le (poche) energie in altre attività politiche (o pseudo tali) apparentemente più accattivanti ma in realtà controproducenti, bensì concentrare tutti i nostri sforzi e la nostra intelligenza su questo obiettivo. Allora, per non perdere mai la fiducia e la tenacia, bisogna ricordare che “a monte di ogni altra considerazione sta la nostra scelta di vita rivoluzionaria e marxista-leninista, che non deve essere condizionata dai risultati immediati auspicati”.
Le difficoltà oggettive del momento, causate soprattutto dalla deideologizzazione delle masse e dalla nostra povertà di mezzi e risorse, non devono farci perdere la tenacia e la fiducia: a noi spetta il compito di lavorare per superare questi ostacoli, nella convinzione che non c'è altra strada per arrivare all'abbattimento del capitalismo. I fondatori del PMLI ancora fedeli alla causa, a partire dai primi pionieri, sono un fulgido esempio.
Certo dobbiamo tenere “ferma la nostra missione storica; migliorando il nostro lavoro giorno dopo giorno, esperienza dopo esperienza, azione dopo azione, analisi dopo analisi, discorso dopo discorso, articolo dopo articolo, studio dopo studio; occupandoci dei problemi quotidiani delle masse; applicando la parola d’ordine 'Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi concentrarsi sulle priorità, studiare'; il tutto sulla base della linea, delle indicazioni e delle misure del 5° Congresso nazionale del PMLI e dei documenti successivi del Comitato centrale e dell’Ufficio politico del Partito”.
Ogni compagna e compagno e ciascuna Istanza collettivamente trarrebbero grande giovamento dal riflettere con senso autocritico se hanno veramente capito questa fondamentale indicazione, in altre parole se veramente viene effettuato un bilancio di ogni attività con l'ottica di migliorare il lavoro complessivo, se veramente questo lavoro complessivo viene fatto sistematicamente e coerentemente con la linea del Partito, se veramente la parola d'ordine richiamata nella citazione guida il proprio lavoro.
“La piazza è il nostro ambiente ideale e naturale di lotta, assieme a quello delle fabbriche, dei campi, delle scuole e delle università. Frequentiamola il più possibile per diffondere i messaggi del Partito, per raccogliere le rivendicazioni, le idee, le proposte e le informazioni delle masse e per stringerci sempre più ad esse. Gli ambienti in cui operiamo devono essere conosciuti a fondo e studiati in maniera sistematica e tale da aiutarci a intervenire con volantini, documenti, comunicati stampa, articoli ben calibrati e fondati sulla realtà concreta. Come è stato fatto in occasione delle ultime elezioni comunali, esemplare in questo caso il programma e gli articoli elettorali della Cellula 'Mao' di Milano. Nei nostri interventi orali e scritti teniamo sempre presente tre cose: massima dialettica, argomentazione e documentazione”.
Ragionare su quanto questo in fondo corrisponda al lavoro della propria istanza di appartenenza e impostare tale lavoro su questa base, significa capire e assimilare davvero queste indicazioni.
Alla base di tutto c'è l'importante passaggio in cui Scuderi ci richiama al “dovere rivoluzionario di acquisire la concezione proletaria del mondo per liberarci completamente e totalmente dalla ideologia, dalla cultura, dalla morale, dalla politica e della pratica sociale borghesi; per rivoluzionarizzare integralmente la propria mentalità, coscienza, modo di pensare, di vivere e di agire conformemente al materialismo dialettico e al materialismo storico e mettendo al bando ogni forma di idealismo, di metafisica, di revisionismo e di riformismo; per dare dei contributi rivoluzionari e marxisti-leninisti qualificati alla costruzione del Partito e alla trasformazione dell'Italia in senso socialista”.
Poche parole in cui è condensata la via per mantenere il PMLI rosso e proletario, per far sì che l'intero Partito ma anche le singole compagne e i singoli compagni nel loro lavoro concreto di base, o nel posto a cui sono assegnati, non si muovano alla cieca ma sappiano sempre vedere le cose, analizzare la realtà, proporre soluzioni ai problemi delle masse e fare il lavoro di radicamento facendo vivere il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea del Partito nella realtà concreta, legando il particolare al generale e quindi le singole battaglie alla lotta più vasta contro il capitalismo e il suo governo (per gradi e nelle dovute forme), senza farsi influenzare dal riformismo e dal revisionismo.
Tutto ciò ovviamente non deve stare nelle “quattro mura” del Partito ma essere condiviso con le masse, sollecitando il confronto e il dibattito,che possiamo vincere, convincendo gli elementi avanzati delle masse, solo se noi per primi abbiamo le idee chiare in merito. Per smentire i vari imbroglioni politici che spuntano come funghi quando si concretizza il rischio di un rifiuto di massa del capitalismo, dobbiamo insistere in particolare sul fatto che il socialismo “significa essenzialmente abbattimento del sistema economico capitalistico e della sua sovrastruttura statale, istituzionale, giuridica, culturale e morale, nonché abbattimento della classe dominante borghese che vanno sostituiti con l'economia socialista e con la sovrastruttura proletaria e con la dittatura del proletariato”.
Prendersi il dovuto tempo per studiare, capire ciò che si è studiato e quindi riflettere su come applicarlo è tutt'altro che secondario perché il compito che ci siamo assunti è quello di restituire al proletariato la sua coscienza di classe, imprimere una svolta rivoluzionaria alla lotta di classe, combattere e abbattere la classe dominante borghese e il capitalismo. Possiamo farcela solo calando nella nostra realtà la teoria rivoluzionaria anticapitalista per eccellenza, il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, e la linea proletaria rivoluzionaria del Partito. Allora su questa base, è possibile costruire un PMLI con il corpo e la testa da Gigante Rosso.
5 ottobre 2016