Migliaia di studenti in 50 piazze gridano no alla controriforma del senato ed alla “buona scuola”
Attaccati il governo Renzi, Confindustria, le banche e il PD. Manganellate a Roma e Firenze. Il governo se ne frega mussolinianamente della piazza. Il PMLI, a Palermo, Catania, Milano e Firenze, ha diffuso i volantini per il NO e “Giovani prendete esempio dalle Guardie Rosse per cambiare l'Italia”
Proseguire ed estendere la mobilitazione per non lasciare respiro al governo
Sono stati migliaia le studentesse e gli studenti scesi in piazza venerdì 7 ottobre in una cinquantina di città italiane per la manifestazione nazionale “DecidiamoNOi”, promossa dai sindacati studenteschi come UdS, Rete della Conoscenza e Rete degli Studenti medi, cui hanno partecipato anche svariati collettivi, centri sociali e autonomi; una importante e combattiva mobilitazione che, come si evince dal titolo, è stata la risposta studentesca alla controriforma costituzionale targata Renzi.
Sono scesi in piazza armati di bandiere, fumogeni e striscioni con su scritto “Ora basta, decidiamo noi”, “No legge 107, no riforma Boschi”, “Per una buona scuola contro la buona scuola”. La controriforma del Senato quindi non era l'unica a subire il sonoro NO degli studenti: nel mirino c'era anche la “Buona scuola”, con tutti i suoi attacchi alla scuola pubblica e regalie ai padroni, a partire dall'alternanza scuola-lavoro, denunciata giustamente come “occasione per avviare al lavoro gratuito e allo sfruttamento”. Richieste una legge per garantire veramente ed equamente il diritto allo studio e interventi per l'edilizia scolastica.
A Roma
in migliaia hanno sfidato la pioggia dietro lo striscione “La generazione ribelle dice no” per portare la protesta fin sotto il Miur, mentre un altro spezzone veniva manganellato dalla polizia per avere osato tentare di raggiungere il Parlamento. In 4mila a Milano
hanno colpito Assolombarda, accusata di “sfruttamento dei lavoratori”. “Occupazione, occupazione” urlavano gli studenti a Firenze
; anche nella città del ducino Nardella si sono fatte vive le “forze dell'ordine”, approfittando di un fatto di vandalismo per dispensare manganellate. Migliaia in piazza a Napoli
, dove è stato affisso un ritratto di Renzi a testa in giù insieme ad uno striscione per il NO alla facciata di Palazzo Reale. A Palermo
dietro lo striscione “Cacciamo Renzi”, i coraggiosi studenti palermitani, che hanno anche “assalito” la sede di Confindustria, come sempre non hanno risparmiato il PD: “Distruggiamo il Partito democratico che vuole distruggerci”, “Questo governo lo vogliamo cacciare, quest'anno ce la faremo”. Il PD non ha goduto di simpatie migliori fra gli studenti nemmeno a Torino
, dove la sua sede è stata imbrattata con la vernice. Del resto, il PD se le cerca proprio, se si pensa che la responsabile scuola Francesca Puglisi, ovviamente guardandosi bene dallo schierarsi con la protesta, ha pubblicato un post su Facebook per dimostrare l'indimostrabile, ossia che l'alternanza scuola-lavoro non sarebbe sfruttamento del lavoro degli studenti.
Molti media, per non parlare dello stesso governo, hanno taciuto o distorto le motivazioni delle proteste. “Contro l'abbandono scolastico”, “per l'incertezza del futuro”, hanno scritto vagamente numerosi giornali, fino a “Il Foglio” berlusconiano che non si è smentito ed ha titolato: “Sempre meglio che studiare”. Dal canto suo, invece, il governo ha esibito il classico stile mussoliniano, poi ereditato da Craxi e Berlusconi, del “me ne frego della piazza”. “Di questi tempi”, ha commentato infatti la ministra Giannini, “tutti gli anni c'è una comprensibile e tradizionale voce degli studenti. Non mi pare che ci siano obiettivi specifici, mi sembra che ci sia una richiesta di attenzione”. Un atteggiamento mussoliniano e paternalistico che presenta gli studenti come bambini scalpitanti per l'attenzione degli “adulti”.
La realtà è che si teme una presa di coscienza a livello di massa e una conseguente voglia di lottare contro le discriminazioni di classe, l'aziendalizzazione della scuola pubblica e la schiavizzazione degli studenti con l'alternanza scuola-lavoro. Le studentesse e gli studenti, tutt'altro che scapestrati o perditempo, hanno le idee chiare e lo dimostra come si sono scagliati, negli slogan così come nelle azioni, contro il governo Renzi, le banche, Confindustria e persino l'Ue. L'originalità della giornata del 7 ottobre è l'essere esplicitamente scesi in campo e soprattutto in piazza per il NO alla controriforma costituzionale del nuovo duce, un esempio e un incoraggiamento per le altre forze sul fronte de NO.
La grande borghesia finanziaria e industriale, unanime a favore del Sì al referendum, è finita per tirarsi la zappa sui piedi, perché apre gli occhi alle masse sul fatto che la controriforma va a vantaggio degli stessi che da anni demoliscono i diritti dei lavoratori, distruggono e privatizzano la scuola e l'università, sfruttano i giovani col precariato, i voucher e l'alternanza scuola-lavoro. In questo contesto, far sì che una battaglia incoraggi l'un l'altra e intrecciare le lotte è la strada giusta per colpire unitariamente e con forza il comune nemico, cioè per costruire finalmente una grande, forte e combattiva opposizione sociale che cacci Renzi e il suo governo.
Il PMLI, presente a Palermo, Catania, Milano, e Firenze, ha diffuso i volantini per il NO e “Giovani prendete esempio dalle Guardie Rosse per cambiare l'Italia”.
Per le studentesse e gli studenti che hanno detto chiaramente No alla “riforma” ma anche alla scuola di classe, alla scuola-azienda, al preside-manager, al lavoro gratuito mascherato da “alternanza”, si tratta ora di andare avanti, non lasciare tregua né respiro al governo, proseguire ed estendere la mobilitazione fin da subito. In questo modo potranno farcela senz'altro,
Il prossimo appuntamento è fissato al 21 ottobre in concomitanza con lo sciopero generale della scuola proclamato da Usb, Unicobas e Usi.
12 ottobre 2016