A luglio11 arresti, ora è stata commissariata la società che gestisce i principali eventi nel capoluogo lombardo, dal Salone del mobile alla Settimana della moda
Alla mafia gli appalti di Fiera di Milano
Tutto il sistema fieristico di Milano è ormai pesantemente condizionato dalla mafia, come le ultime inchieste della magistratura del capoluogo lombardo dimostrano senza ombra di dubbio, a cominciare dal clamoroso arresto, lo scorso 5 luglio, di 11 persone ad opera della direzione distrettuale antimafia.
Allora (si veda peraltro “Il Bolscevico” n. 29 del 21 luglio 2016, p. 3) finirono in carcere (con l’accusa di associazione a delinquere con aggravante di finalità mafiosa finalizzata al compimento dei reati di riciclaggio di denaro, di appropriazione indebita e altri reati valutari e tributari) il presidente del consorzio di cooperative Dominus scarl, Giuseppe Nastasi, il suo collaboratore Liborio Pace e cinque altre persone tra cui un potente avvocato e il padre di Nastasi, anche egli imprenditore, mentre altre quattro finirono agli arresti domiciliari.
Il consorzio Dominus scarl, specializzato nell’allestimento di stand, aveva lavorato molto per Fiera Milano spa dalla quale aveva ricevuto in subappalto l’incarico di realizzare alcuni padiglioni per l’Expo dell’anno scorso, una commessa triennale dal valore di 20 milioni di euro ottenuta dalla Nolostand spa, società che appartiene al gruppo Fiera di Milano, e i cui vertici, accertarono i magistrati milanesi, avevano stretti contatti con l’associazione a delinquere che gestiva la Dominus scarl.
Lo scorso 3 ottobre il Tribunale di Milano ha disposto addirittura il commissariamento dell’intero settore di Fiera Milano spa che si occupa di allestimenti fieristici e che è strettamente legato a Nolostand spa, società già commissariata lo scorso luglio.
Il commissario straordinario dovrà controfirmare tutti gli atti relativi al settore di Fiera Milano Spa interessato dalla misura di prevenzione, relativamente agli atti di spesa di maggiore rilevanza attinenti ai rapporti con Nolostand spa.
Tale provvedimento è strettamente connesso all'indagine relativa alle infiltrazioni mafiose nel capoluogo lombardo, coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dai pm Paolo Storari e Sara Ombra, che lo scorso luglio ha condotto agli 11 arresti.
I giudici della sezione misure di prevenzione del tribunale milanese scrivono a chiare lettere, per giustificare un provvedimento così grave nei confronti di un settore così importante di Fiera Milano spa, che quest’ultima non risulta a partire dallo scorso luglio "avere attivato adeguati ed efficaci strumenti di prevenzione per evitare contaminazioni illegali
" a seguito del commissariamento della controllata Nolostand spa.
Nel decreto, inoltre, il tribunale mette chiaramente in evidenza che Nolostand spa non disponeva di reale autonomia operativa e gestionale rispetto alla controllante Fiera Milano spa, e questo getta ombre pesantissime sulla dirigenza della stessa società controllante, in quanto già nella richiesta di amministrazione giudiziaria per Nolostand spa venivano riportate alcune intercettazioni telefoniche relative, come scrivono i pubblici ministeri nella loro richiesta di commissariamento di luglio, alla “prassi oramai consolidata secondo cui il quadro direttivo di Fiera Milano, per qualsivoglia problematica gestionale, organizzativa ed operativa, interloquiva
consapevolmente ed in modo diretto con Nastasi Giuseppe e Pace Liborio, nonostante entrambi non avevano alcun titolo o incarico formale per interfacciarsi con la società per azioni
”.
Il giro d’affari che ruota intorno all’attività realizzazione di stand in eventi fieristici da parte di Fiera Milano spa – operata direttamente o tramite la controllata Nolostand spa – è enorme: si pensi soltanto al Salone del Mobile e alla Settimana della Moda, eventi che sono peraltro sotto i riflettori mediatici, e quindi appare grave che tale infiltrazione mafiosa sia potuta passare inosservata agli amministratori pubblici, come il nuovo sindaco PD di Milano Sala, o ad autorità, come l’Anac di Cantone, che hanno (o meglio, avrebbero) il compito di vigilare proprio in tal senso.
2 novembre 2016