Per il crollo in Galleria Umberto in cui perse la vita un giovanissimo
De Magistris indagato per omicidio colposo
La camera penale di Napoli giudica “gravissime e gratuite” le accuse del sindaco a famiglia e legali
Redazione di Napoli
Il 5 luglio 2014 un quattordicenne di Marano di Napoli, Salvatore Giordano, veniva colpito, mentre stava tranquillamente camminando per il centro della città di Napoli esattamente presso la Galleria, da alcuni calcinacci staccatisi dalle facciate dell’androne a ridosso di via Toledo. D’istinto, in quella giornata, Salvatore aveva spinto il suo gruppo di amici più avanti per evitare che fossero colpiti, finendo lui stesso vittima dell'improvviso crollo. Un fatto di una gravità inaudita che colpì le masse popolari e diede il via a tre filoni di inchiesta della Procura di Napoli per accertare le responsabilità dei privati ma, soprattutto, delle istituzioni locali.
Il giovanissimo Salvatore morirà l’8 luglio in un letto di ospedale tra l’incredulità e la rabbia della famiglia che fin dall’inizio voleva sapere se vi fossero anche responsabilità politiche dell’amministrazione arancione guidata dal sindaco De Magistris. Dopo oltre due anni, nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto di Napoli, Giuseppe Lucantonio, ci sono sette imputati (per lo più dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione) che affronteranno la prima udienza il 31 dicembre presso la V sezione del Tribunale di Napoli; un altro filone d'inchiesta si sta chiudendo con un'archiviazione nei confronti di alcuni condomini della Galleria; il terzo riguarda proprio l’ex pm iscritto nel registro degli indagati da mercoledì 16 novembre per omicidio colposo a seguito di un esposto della famiglia di Salvatore che ha ritenuto la posizione omissiva, inerme, inerte del sindaco sulla tragedia che ha provocato la morte del giovane.
Non bastarono, dunque, i piagnistei di De Magistris a commento della morte di Salvatore (“si tratta di una morte inaccettabile, non esistono parole”) a convincere la famiglia che invece ritiene che “il sindaco doveva intervenire mesi prima per evitare la tragedia”. Una tragedia cui si aggiunge anche il mancato accordo sul risarcimento del danno nei confronti della famiglia che a questo punto chiede giustizia.
Una volta saputo di essere indagato per omicidio colposo De Magistris, oltre a prendere contatti con la Procura e depositare una memoria difensiva per discolparsi, ha sortito un duro quanto inaspettato attacco nei confronti della famiglia e dei suoli legali: “sono assolutamente tranquillo e mi affido alla magistratura, ma nella mia esperienza da magistrato e sindaco non mi era mai capitato di assistere a tale livello di inqualificabilità, con oppositori politici travestiti da avvocati che utilizzano una tragedia umana per fare campagna politica e colpire l’avversario”. Di che campagna politica parla De Magistris se l’opposizione a Napoli da parte dei partiti del regime neofascista – incluso il M5S - è praticamente nulla e supina alla sua giunta arancione?
Dura è stata la replica della Camera penale di Napoli, l’organo ufficiale degli avvocati penalisti, che in una nota a firma del presidente Attilio Belloni, ha stigmatizzato le dichiarazioni di De Magistris che ha definito “offese gravissime e gratuite”, per poi esprimere la “piena solidarietà” nei confronti della famiglia di Salvatore Giordano.
30 novembre 2016