Interessante iniziativa sul referendum promossa dall'ANPI di Rufina. Intenso e approfondito dibattito
Sottoscritti: “Votare NO significa innanzitutto respingere una riforma piduista e fascista”
Importante contributo alla discussione dagli interventi dei compagni rufinesi del PMLI

Dal corrispondente dell'Organizzazione di Rufina del PMLI
Giovedì 24 novembre, nell’ambito delle numerose iniziative promosse dalla locale sezione dell’ANPI, si è svolta una interessante iniziativa per il NO al referendum costituzionale a Rufina. Dopo il primo dibattito pubblico pomeridiano del 12 novembre, nel quale ebbe molto spazio il vice presidente nazionale dell’ANPI Guerzoni, insieme al presidente onorario del Comitato provinciale dell’ANPI di Firenze Silvano Sarti, stavolta è stata proposta alla popolazione una formula domanda-risposta fra i membri dell’ANPI locale, Fabio Mugnaini docente universitario e presidente sella sezione ANPI dell’Università di Siena, e l’avvocato Marco Modena del Comitato fiorentino per il NO.
Le prime domande sono state molto utili per comprendere nel dettaglio la funzionalità tecnica del nuovo assetto istituzionale proposto dalla controriforma Renzi-Boschi, il ruolo del Senato e le conseguenze possibili in caso di vittoria dell’una o dell’altra sponda. Le risposte dei relatori sono state molto esaurienti, dettagliate e rigorosamente interne alle dinamiche tecniche della “riforma”.
Il compagno Loris Sottoscritti è intervenuto esponendo una riflessione aperta sull’origine della “riforma” che ricalca il disegno eversivo della P2 di Gelli, passando per Craxi negli anni 80, D’Alema con la Bicamerale e con Berlusconi, la cui “riforma” presidenzialista e neofascista fu respinta nel 2006. Un punto di vista quindi inedito per la serata in corso, che ha destato molto interesse e ha aperto la strada ad altri numerosi interventi che hanno messo in risalto il principale rischio che il popolo italiano corre con il referendum del 4 dicembre.
Si è poi parlato del potere e del governo ormai globale della grande finanza internazionale e il suo ruolo ispiratore della Renzi-Boschi, del collegamento di questa “riforma” con tutte le altre che negli ultimi tempi, per mano del nuovo duce di Rignano sull’Arno, hanno ristretto i diritti dei lavoratori; del rischio di ritorno ad un sistema di fatto fascista, visto il controllo che avrà il “partito vincitore” che sarà eletto con l’Italicum (che se proveniente dal ballottaggio rappresenterà una ristretta minoranza) sulla Camera col premio di maggioranza ed il conseguente 54% dei seggi, sul Senato di nominati, sulla facoltà di nomina del presidente della Repubblica e sulla nomina diretta o indiretta dei 2/3 dei membri della corte Costituzionale. Un potere del premier praticamente assoluto che i due ospiti non hanno potuto fare a meno di confermare, lanciando di fatto un vero e proprio allarme democratico, più che tecnico e di funzionalità del nuovo assetto istituzionale.
Alla fine gli intervenuti hanno potuto assistere a un vivace incontro che, anche grazie agli interventi dei nostri compagni rufinesi, ha potuto alzarsi di livello politico fino al punto di smascherare totalmente la vera natura di questa riforma.
Al termine dell'incontro è parso chiaro a gran parte dei partecipanti che il referendum sulla controriforma piduista e fascista Renzi-Boschi della Costituzione è una battaglia di importanza storica per tutti gli antifascisti, i democratici e i progressisti poiché rappresenta un punto di svolta cruciale, essendo in ballo l'affossamento definitivo della Costituzione del 1948 e delle residue libertà democratico-borghesi, unitamente alla difesa dei diritti e delle conquiste dei lavoratori e delle masse popolari.
Auspichiamo che si consolidi il fronte unito che si è creato in Valdisieve per respingere definitivamente la controriforma, facendo cadere il governo Renzi che oggi rappresenta la vera destra del capitalismo italiano ed europeo.
 

30 novembre 2016