Ferita una bambina di 10 anni in pieno centro di Napoli
La camorra spara contro ambulanti africani antipizzo
De Magistris e De Luca sanno chiedere solo videosorveglianza e forze dell'ordine?
subito un piano straordinario per il lavoro e la riqualificazione dei quartieri popolari
Redazione di Napoli
Non poteva cominciare un 2017 peggiore per la città di Napoli, appena passati i botti di Capodanno che hanno lasciato quasi un centinaio di feriti tra cui non pochi minorenni, negli ospedali partenopei. Mercoledì 4 gennaio una bimba di 10 anni accompagnata dal padre dalle parti di via Annunziata, in una zona centrale tra il rione Forcella e piazza Garibaldi, è vittima innocente dell’ennesimo agguato di camorra. Intorno alle 13 alcuni killer si dirigevano verso un ambulante africano che vende borse e pellame, reo di non aver versato il pizzo al racket per le feste di Natale, ma soprattutto di aver respinto assieme ad altri connazionali senegalesi un primo agguato da parte di alcuni affiliati ai clan - si parla di sei giovani - armati di mazze e bastoni. In quelle zone a gestire il pizzo è il clan per ora egemone, ossia i Mazzarella-Barile che si contrappone a quello Giuliano-Rinaldi e Sibillo-Corallo nella gestione del pizzo sulle buste di plastica.
Nella storica via Annunziata i sicari raggiungevano con i loro colpi tre ambulanti africani e la bimba, colpita al piede e alla mano; quattro i feriti e fortunatamente nessun morto. Subito la corsa in ospedale, un vero viaggio visto che i nosocomi dell’Annunziata e del San Gennaro sono in fase di smantellamento e prossimi alla chiusura, che si conclude all’Ospedale dei bambini il “Santo Bono”, al Vomero dove il proiettile viene estratto senza che fortunatamente abbia toccato organi vitali. Il giorno dopo la camorra infischiandosene della vigliacca azione in pieno centro invia bande di giovani camorristi al rione Traiano per la la “stesa”, ossia scorribande in motorino per le vie centrali del rione sparando in aria per terrorizzare la popolazione.
Dinanzi all’ennesima provocazione camorristica, esplodeva letteralmente il giornalista anticamorra Roberto Saviano, da dieci anni sotto scorta per aver denunciato i clan, soprattutto quello dei Casalesi, nei suoi libri. Si tratta di un intervento durissimo di cui segnaliamo alcune frasi significative: “De Magistris è in carica da sei anni, ma parla come se si fosse appena insediato mentre Napoli non è cambiata. Illudersi di risolvere problemi strutturali urlando al turismo o alle feste di piazza è da ingenui o peggio conniventi”. Sul termine ‘connivenza’ la replica piccata del neopodestà De Magistris con un lungo post su Facebook che prima ha rispolverato i suoi anni di magistrato antimafia e poi un j’accuse
addirittura di sciacallaggio: “Ogni volta che succede un fatto di cronaca nera arriva, come un orologio, la tua invettiva. Più si spara, più cresce la tua impresa. Se utilizzassi le tue categorie mentali, dovrei pensare che tu auspichi l’invincibilità della camorra per non perdere il ruolo che ti hanno e ti sei costruito. E probabilmente accumulare tanti denari”. Poi la stoccata finale degno di un presidenzialista e narcisista come il “rivoluzionario” arancione dinanzi alla Prefettura di Napoli raccogliendo i giornalisti dei mass media di regime e indicando in quel palazzo, nel governo Gentiloni e nel Ministro dell’Interno Minniti i responsabili diretti della questione perché non inviano “forze dell’ordine”. Ossia: militarizzazione del territorio e videosorveglianza, la stessa cantilena che dice da mesi facendo il verso all’ex gerarca dell’Interno, Alfano.
Non si fa attendere la replica di Saviano sempre tramite i social network: “Il sindaco de Magistris come sempre non dice nulla sul merito delle questioni, è un populista. A lui non interessa la realtà, a lui interessa l’idea, quell’idea falsa di una città in rinascita. Il contesto nel quale nascono e crescono le organizzazioni criminali, fatto di assenza delle regole e lassismo, da quando lui è sindaco non solo non è mutato, ma ha preso una piega addirittura più grottesca: ora la camorra in città è minorenne e il disagio si è esteso alle fasce anagraficamente più deboli”. Nella lunga risposta lo scrittore accusa il sindaco di ignorare le periferie, i killer in azione nelle strade cittadine e la gestione del patrimonio comunale nelle zone controllate dalla camorra: “il problema non sono le vittime innocenti del fuoco della camorra, il problema è che poi Saviano ne parlerà. Quando le mistificazioni della sua amministrazione verranno al pettine, a pugnalarla saranno i tanti lacchè, più o meno pagati, dei quali si circonda per edulcorare la realtà, per evitare di affrontarla”.
A rincarare la polemica è il padre comboniano Alex Zanotelli impegnato soprattutto in quartieri difficili come Sanità e Forcella che parla di apertura delle scuole fino alle 21, per togliere i giovanissimi e i giovani da mezzo alla strada e a contatto con la camorra, ma anche di lavoro: “Lavoro? Niente, i giovani sono tutti per strada. Alla Sanità ha operato per un anno la cooperativa sociale Cartesio ambiente per impiegare 5 abitanti del rione nella raccolta del cartone. Il comune aveva stilato un protocollo con la parrocchia dei Miracoli, Comieco e la società comunale che si occupa della raccolta dei rifiuti, l’Asia: in un gruppo di 20 persone in forte difficoltà erano stati selezionati i 5 che avevano maggiore urgenza di lavorare. Stava funzionando benissimo ma la convenzione è stata eliminata: le norme impongono al comune di mettere il servizio a bando. Il progetto della coop Cartesio è risultato il migliore ma i concorrenti hanno presentato un’offerta economica al ribasso”. Significativo il passaggio sulla “legalità a tutti i costi”: “La legalità ha soffocato i diritti, il più piccolo non può competere con il più forte. Qui ci vuole una riflessione seria, che manca del tutto”. E ancora: “sull’esercito la popolazione si sente presa in giro ed è arrabbiata. Soprattutto ci si chiede perché ci sono i soldi per l’esercito e invece non ci sono per le scuole, la sanità, il welfare
, i servizi. Nel 2015 l’Italia ha speso 23 miliardi in armamenti ma non ci sono mai fondi per tirare via la popolazione dalla povertà”. Concorda il filosofo Aldo Masullo per il quale al centro dell’agenda politica ci dovrebbe essere il lavoro: “Se pensiamo alla desertificazione industriale che negli ultimi decenni ha ridotto Napoli nelle condizioni in cui si trova, indipendentemente dall’illusione di giornate popolate di turisti, direi di sì”.
Forcaiolo, poi, l’intervento del governatore plurinquisito della Campania De Luca: "Siamo vicini con affetto e solidarietà alla bimba colpita e alla sua famiglia – afferma il già neopodestà di Salerno - per noi il tema della sicurezza rimane centrale. Continueremo, mantenendo gli impegni assunti, a estendere nella città gli impianti di videosorveglianza".
Non si può non concordare con Roberto Saviano che ha parlato della “rivoluzione” arancione di De Magistris come “la menzogna populista di un caudillo che confonde i proclami con la realizzazione” per respingere le accuse del neopodestà di Napoli che vedeva un aumento di turisti e respingeva le “accuse ingiuste” di Saviano alle sue politiche di “cambiamento”. Una città, dunque, “liberata solo a parole”, vittima delle violente “paranze dei bambini”, ossia dei clan formati da boss giovanissimi che impazzano in città. Per il resto con il nuovo anno 2017 la giunta De Magistris è ancora al palo sulla riqualificazione dei quartieri popolari centrali e quelli periferici che cingono la zona Est e la zona Ovest di Napoli, sul lavoro per i giovani, sulla manutenzione e sul decoro urbano – l’elevazione del mostro di ferro ”Nalbero” abbruttisce la vista sul magnifico lungomare napoletano e arricchisce solo i grandi ristoratori e albergatori che appioppano contratti da fame ai ragazzi e alle ragazze presi in giro dalla ricetta “dell’aumento del turismo” – fino al completamento della metropolitana confinato ad un sine die
, dopo altri cinque anni di attesa da parte delle masse popolari. Mancanza di lavoro, degrado a qualsiasi livello e immiserimento delle periferie urbane.
È da quando si è insediato a Palazzo S. Giacomo che i marxisti-leninisti napoletani chiedono a De Magistris pubblicamente tramite volantini e articoli su “Il Bolscevico” di dare lavoro ai disoccupati e di riqualificare i quartieri popolari. Ma lui da questo orecchio non ci sente. Va cacciato via.
11 gennaio 2017