Proteste in Polonia contro le leggi fasciste imposte dal governo Kaczynski
Alcuni deputati dell'opposizione sono entrati il 21 dicembre nel Sejm, la camera bassa del parlamento polacco, e hanno dato il via a una occupazione simbolica fino all'11 gennaio, data d'inizio dei lavori della prima sessione del 2017. La polizia toglieva le transenne fuori della sede del parlamento al cui ingresso restavano a presidio alcuni militanti del Comitato per la Difesa della Democrazia (Kod). L'occupazione del Sejm era solo l'ultimo atto di una forte protesta che aveva visto migliaia di manifestanti in piazza contro le misure liberticide del governo fascista del partito Diritto e giustizia (PiS) di Jaroslaw Kaczynski.
Le manifestazioni contro il governo ripartivano ai primi di dicembre dopo che il parlamento aveva approvato un emendamento alla legge sui raduni pubblici, con il quale limitava la libertà nelle manifestazioni, assegnando la preferenza a quelle indette dagli organi pubblici, dalla chiesa cattolica e altre associazioni religiose. L'Assemblea dava il via libera con 224 deputati a favore, 196 contrari e 14 astenuti a un provvedimento che mette nelle mani del governo fascista il potere di impedire le manifestazioni scomode, organizzando manifestazioni di comodo che avrebbero la priorità sulle altre.
Non contento il governo di Varsavia insisteva con provvedimenti liberticidi e presentava in parlamento una legge che punta a limitare l’accesso dei media ai locali del Sejm. Una legge bavaglio contestata dalle opposizioni e da centinaia di manifestanti che il 17 dicembre bloccavano l'ingresso del parlamento. Molti deputati rimanevano chiusi dentro e erano evacuati di notte dalla polizia. Proteste contro la legge si registravano nelle maggiori città, da Cracovia a Stettino come nelle città più periferiche come Bialystok, nel profondo nord-est della Polonia.
Con questo provvedimento avrebbero accesso al Sejm soltanto le principali principali reti televisive del paese, inclusa l’emittente statale Telewizja Polska (Tvp), le altre e i giornalisti della carta stampata e della radio saranno costretti a lavorare in una sede situata in un altro edificio e non potranno fare nessuna intervista volante, nei corridoi o alla buvette ai parlamentori.
Per quattro giorni i manifestanti bloccavano l'ingresso del parlamento e solo il 21 lasciavano solo un presidio fuori mentre i parlamentari dell'opposizione iniziavano la protesta all'interno.
11 gennaio 2017