“Razionalizzazione della spesa a danno dei cittadini”
Bocciato il bilancio del comune di Roma
L'assessore Mazzillo costretto a ritirare il documento contabile
La Raggi deve subito dimettersi
Dopo gli arresti e gli avvisi di garanzia delle settimane scorse la giunta pentastellata di Virginia Raggi deve fare, anzi rifare, i “conti” anche con l'Oref, l'Organismo di Revisione Economica e Finanziaria del Comune di Roma, che il 20 dicembre ha bocciato il bilancio di previsione 2017-2019 e provocato il conseguente annullamento della discussione già in corso di svolgimento nell'aula consiliare.
A dare l'annuncio il presidente d’aula Marcello De Vito che scandisce: “Comunico all’aula che è pervenuto il parere dell’Organismo di revisione e che tale parere è non favorevole”. Contestualmente l’assessore al bilancio Andrea Mazzillo rinuncia alla presentazione del documento contabile e in pochi minuti anche l'enfasi con cui la giunta Raggi nei giorni scorsi aveva annunciato una grande “razionalizzazione delle spesa” si scioglie come neve al sole.
Nelle 60 pagine con le quali i revisori dei conti del Comune giudicano “non sufficienti gli spazi di finanza pubblica necessari al rispetto dell'equilibrio finanziario in relazione alle necessità che potrebbero rivelarsi rispetto al riconoscimento dei debiti fuori bilancio, alle passività potenziali comunque presenti e a tutte le criticità evidenziate nel presente parere ed esprime parere non favorevole, sulla proposta di approvazione del bilancio di previsione 2017-2019 e relativi allegati”.
In sostanza il documento evidenzia che nel tentativo di estinguere buona parte dei debiti fuori bilancio del Comune, certificati in 215 milioni nelle scorse settimane, l'ente potrebbe poi trovarsi in difficoltà a pagare eventuali somme che potrebbero essere richieste da eventi improvvisi.
Dunque l'Oref sottolinea che la bocciatura del bilancio è dovuto esclusivamente a un disequilibrio di cifre e non certo a una politica economica a vantaggio delle masse popolari e lavoratrici come più volte hanno promesso i 5 Stelle. Non a caso gli stessi revisori giudicano “positivamente la politica ispirata a principi di prudenza” della giunta Raggi che rilancia in sostanza la stessa politica di lacrime e sangue delle precedenti giunte fasciste e piddine di Alemanno e Marino. Infatti anche due anni fa lo stesso organismo aveva bocciato anche il “Piano di rientro” varato dalla giunta Marino. E ora come allora sul Campidoglio incombe sempre più minaccioso il pericolo dell’esercizio provvisorio e persino il commissariamento.
I revisori evidenziano infatti che i risparmi previsti dalla giunta derivanti da quello che eufemisticamente viene definita “razionalizzazione della spesa”, non appaiono possibili “se non a danno della qualità dei servizi erogati dall’ente ai cittadini”. L’organismo punta il dito sulle “previsioni di entrate non strutturali” messe a bilancio: concessioni edilizie, contravvenzioni, recupero dell’evasione tributaria ecc.. e sottolineano che il pareggio verrebbe raggiunto sulla scorta di “una non corretta previsione degli ingenti e imminenti oneri derivanti dai debiti fuori bilancio”, cioè dalle voci di spesa non incluse nel documento finanziario.
Sotto la lente dei revisori ci sono anche le possibili criticità legate alle "passività potenziali comunque presenti e tutte le altre criticità evidenziate nel presente parere" a cominciare dai debiti fuori bilancio, i cantieri della Metro C, le fideiussioni per i punti verde qualità, la riscossione delle tariffe e le possibili passività delle partecipate.
Su quest'ultimo punto in particolare l'Oref considera poco realistiche anche le previsioni sull'attuale gestione delle aziende partecipate che rischia di trasformarsi in un vero e proprio campo di battaglia per il regolamento di conti interno al Movimento e il conseguente avvio di un piano di dismissioni e privatizzazioni per far quadre il bilancio.
In risposta alla grandinata di critiche piovute sul Campidoglio sia dalla destra che dal PD che chiedono a gran voce le “dimissioni della sindaca per manifesta incapacità”, il capogruppo dei 5 Stelle in consiglio Paolo Ferrara si appella ancora una volta alla “situazione drammatica per la Capitale, che abbiamo ereditato e stiamo cercando con tutte le forze di risolvere”; si dice convinto della tenuta dell’amministrazione e invita le “opposizioni a ressegnarsi perché noi non molliamo e faremo di tutto per difendere i diritti dei cittadini». Sic!
Insomma, il 2016 è finito con una gragniuola di arresti e avvisi di garanzia che hanno decimato proprio la giunta che doveva essere il fiore all'occhiello del nuovo modo di governare “onesto e pulito” pentastellato, il 2017 è cominciato anche peggio per la Raggi che ora si trova a fare letteralmente i “conti” con i revisori contabili e per giunta in gestione provvisoria, senza un vero programma di spesa e con solo due mesi di proroga (già concessa dal governo a tutti gli enti locali) per evitare il commissariamento.
Vicende che confermano come, da una parte, il M5S di Grillo e Raggi ha stretti e inconfessabili legami proprio con quel torbido mondo (di destra) del malaffare che in campagna elettorale diceva di voler estirpare e, dall'altra, che le marce e corrotte istituzioni borghesi sono irriformabili e finiscono per avere sempre la meglio sulle velleità di cambiamento proclamate da quei partiti e movimenti come il M5S davanti agli elettori.
18 gennaio 2017