Anche i parlamentari M5S costano caro al popolo italiano
Il solo Di Maio ha ottenuto rimborsi di 108mila euro in tre anni oltre allo stipendio di 3mila euro mensili
Questa volta nel pantano della corruzione ci è finito il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e buona parte della truppa di parlamentari pentastellati nel corso degli ultimi tre anni, oltre allo stipendio di tremila euro al mese hanno intascato rimborsi forfettari per “attività sul territorio” dell'ordine di centinaia di migliaia di euro.
Se da un lato è vero che i parlamentari 5 stelle continuano a restituire parte della loro indennità fissa (Di Maio a maggio 2016 ha restituito 1.686 euro su 4.945), dall'alto lato, è altrettanto vero che, da quando si sono accomodati sulle poltrone parlamentari, la quota “variabile” delle restituzioni è diminuita drasticamente, come dimostra il grafico del sito maquantospendi.it, che analizza i dati forniti dall’M5S su tirendiconto.it.
A maggio 2016 che è l’ultimo rendiconto pubblicato, dei 7.193 euro di rimborsi forfettari che i deputati sommano all’indennità, Di Maio ha restituito 460 euro. Un andamento simile a quello dei mesi precedenti e migliore di quello di molti suoi colleghi pentastellati che spesso, quota fissa dello stipendio base a parte, non restituiscono nulla.
108 mila 752 euro di rimborsi al solo Di Maio sono un bel gruzzolo, specie se si pensa che i parlamentari sommano una sterminata serie di benefit tra cui anche le spese di viaggio in treno e aereo tutto gratis; e comunque sono quasi il quadruplo rispetto rispetto a quanto rendicontato dal presidente della Vigilanza Rai Roberto Fico, secondo in classifica con 31.600 euro di rimborsi, seguito dal senatore Carlo Martelli con 28.484 euro, Carla Ruocco con 25mila, Barbara Lezzi con 22mila. Alessandro Di Battista è solo diciottesimo con poco più di 16mila euro, ma era prima del 'Costituzione coast to coast' che potrebbe aver cambiato le cose sebbene il deputato romano vanti spesso di essere ospitato spesso da militanti e attivisti del Movimento che oltre a vitto e alloggio "ci regalano anche la benzina".
Altro che “politica a costo zero”, altro che “dimezzamento dello stipendio dei parlamentari”, i 5 stelle ormai si trovano così bene nella mangiatoia borghese foraggiata coi soldi rubati al popolo che ormai anche il vecchio slogan “uno vale uno” potrebbe essere cambiato in “uno vale 108 mila euro” e gli altri si arrangiano.
18 gennaio 2017