Si tratta per lo più di giovanissimi tra gli 8 ai 13 anni
Sempre più giovani i pusher della camorra a Napoli
Le politiche del governo Gentiloni e della giunta De Magistris, che condannano alla disoccupazione e al degrado delle periferie urbane, li danno in pasto alla camorra
Redazione di Napoli
“Ci si chiede come mai questo fenomeno della criminalità a Napoli non cessi. La risposta? Qui bambini dall'età più tenera vengono avviati al crimine e vivono in un ambiente dove il crimine è la normalità. La città non può più tollerare questo circolo, dobbiamo spezzarlo”. Sono le ferme parole del procuratore Giovanni Colangelo che interviene nella durissima polemica tra Saviano e De Magistris e che riesplode all’indomani degli arresti nel cuore del centro storico, a pochi passi da piazza del Plebiscito. Il nuovo caso scoppiato a Napoli è probabilmente senza precedenti: il clan Elia, associazione a delinquere di stampo camorristico secondo la Procura di Napoli dedita allo spaccio di droga, utilizza decine di bambini per confezionare dosi di cocaina e spacciare. È quanto emerge da un'inchiesta che ha portato all’arresto di quasi un centinaio di esponenti del clan, con ben 45 ordini di custodia cautelare in carcere. Una maxioperazione che ha fatto raggelare gli inquirenti quando hanno scoperto, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, che, quasi “per gioco” una bimba di 8 anni e un bimbo di 10 anni, riempivano buste di droga.
Questi i fatti: nella zona del Pallonetto di Santa Lucia e nell'area a ridosso di piazza del Plebiscito e del Borgo Marinari il clan Elia spadroneggia ormai da alcuni anni con guadagni di più di 5 mila euro al giorno, grazie anche all'uso di minori. Una delle vicende raccontate in conferenza stampa dagli inquirenti della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli parla di una bimba di otto anni che confeziona dosi di droga in salotto con su mamma camorrista che le insegna come imbustare la “polvere” e sotto la supervisione dello zio che le forniva i rudimenti necessari al dosaggio della “roba”.
Mentre la camorra soffoca sempre di più Napoli, i minorenni crescono ormai in una sconcertante normalità fatta di attività illecita, di traffico di stupefacenti, di pistole e finanche di omicidi. Com'è successo ai giovanissimi arrestati in questi giorni per l’omicidio di Genny Cesarano, con l’omissione (per omertà e per paura) degli amici più stretti che non hanno fornito agli inquirenti i dettagli per un arresto rapido del killer protagonista della “stesa” punitiva.
Un altro dato nuovo, a conferma – per dirla con le parole del procuratore aggiunto Filippo Beatrice (coordinatore della Direzione distrettuale antimafia partenopea) – del loro “ruolo sempre più centrale” è dato dalla donne capocamorra, situazione già consolidata nel clan dei Casalesi e ora di pieno regime nei gruppi criminali napoletani, come si è visto con l’arresto del clan Amato-Pagano.
La camorra impiega i bimbi al di sotto dei 14 anni (la soglia di età di punibilità penale) per i propri affari per eludere le maglie della precaria giustizia penale borghese. Una volta presi i minorenni gli stessi vengono educati non al gioco ma al crimine, pronti, dopo pochi anni (tra i 16 e i 18 anni), ad imbracciare una arma e avviarsi a scalare le vette della compagine criminale.
La cosiddetta “paranza dei bambini” denunciata dal giornalista Roberto Saviano, non si tratta dunque di una invenzione come sosterrebbe il sindaco Luigi De Magistris tesa in particolare a far fare guadagni d’oro a Saviano e denigrare incondizionatamente Napoli, ma una terribile e atroce realtà. Bambini e bambine, e minorenni in generale, nei quartieri più poveri crescono a pane e camorra senza che le istituzioni nazionali e locali in camicia nera riescano a produrre uno straccio di piano che risani il territorio e costruisca opportunità di lavoro stabile e a salario pieno attraverso lo sviluppo e la nuova industrializzazione. I governi del nuovo duce Renzi e della sua fotocopia Gentiloni, ma anche il sindaco, stanno condannando intere generazioni alla criminalità soprattutto nei quartieri più poveri e disagiati, ma anche quelli del centro storico come dimostrano i fatti avvenuti al Pallonetto S. Lucia dove si è consumato l’ennesimo fallimento dell'amministrazione De Magistris.
1 febbraio 2017