Sponsorizzata fortissimamente dal governatore Pd della Toscana, Enrico Rossi, e dal sottosegretario socialista, Riccardo Nencini
No e ancora No all'autostrada Tirrenica
Devastazione del territorio, sperpero di soldi pubblici e regalo ai Benetton. Tra Rosignano e Cecina il pedaggio più caro d'Europa. Adeguare l'Aurelia alla superstrada a 4 corsie, già in funzione tra Grosseto e Rosignano
Nuove autostrade, sprechi di soldi pubblici, danni e speculazione. Fra gli altri, abbiamo già un calzantissimo quanto recente esempio: la BreBeMi, autostrada che collega Brescia a Bergamo e Milano, costruita nel 2009 dal governo Berlusconi e dal ciellino Formigoni, allora Presidente della Regione Lombardia, con l’avallo della CGIL di Bergamo. Questa autostrada a pedaggio è diventata il simbolo delle grandi opere stradali-truffa; per premere con l’inizio dei lavori, furono fatte circolare dai promotori previsioni di traffico fantasiose spinte fino ai 60.000 tra auto e camion al giorno. Nella sostanza oggi il traffico non c’è e per invogliare gli autisti a prenderla, si è addirittura arrivati a scontare gli esosi pedaggi, mentre allo stesso tempo, la Regione Lombardia, con soldi pubblici, ha tirato fuori centinaia di milioni di euro per evitare il fallimento della società di gestione confermando lauti compensi al suo CDA. E pensare che inizialmente il costo complessivo, annunciato pari a 1,6 miliardi di euro, fu dichiarato “interamente a carico dei privati”, col cosiddetto project financing. Una truffa. Per l’autostrada Tirrenica gli studi ufficiali sul tratto Tarquinia – Grosseto, parlano chiaro. In un report della società inglese Steer Davies Gleave, sia le previsioni di breve termine, sia quelle di medie e lungo, evidenziano come da qui al 2040 si giungerebbe al massimo a un traffico di circa 15.000 veicoli al giorno, dei quali solo un decimo di mezzi pesanti. Quantomeno, per provare a giustificare un’opera comunque dannosa, ne servirebbero il doppio, e invece sono appena un quarto di quelli vagheggiati nel 2009 per la fallimentare bretella lombarda.
Gli affari del Gruppo Benetton
Il grande Gruppo Benetton, già proprietario di Sat – Società Autostrada Tirrenica, per un miliardo e 400 milioni di euro dovrebbe costruire i 90 chilometri della nuova arteria maremmana da Tarquinia a Grosseto; da Grosseto a Rosignano invece, l’auspicata speculazione autostradale è per ora tramontata e rimarrà in funzione l’attuale superstrada non a pagamento. La concessione che Sat otterrà nel malaugurato caso l’autostrada si faccia, durerà per ben 26 anni, fino al 2043. Secondo alcuni esperti, considerato lo scarso traffico ed ipotizzando pedaggi appena superiori ai medi attuali delle tratte limitrofe, questa opera sarebbe più una grana che un affare per chi se l’accollerà; ma come la mettiamo se il costruttore e gestore fosse, come in questo caso gestore anche di altri 3.000 chilometri di rete autostradale del Paese? Gli sarebbe sufficiente introdurre un generale aumento dei pedaggi, come peraltro accade già oggi puntualmente di anno in anno, per coprire le perdite del tratto, generando invece ulteriori utili. Il tratto di autostrada già esistente da Collesalvetti a Rosignano e ancor di più quello tra Rosignano e Cecina Nord hanno invece il grande privilegio di essere i più cari d’Europa, nel rapporto costo/chilometro.
I danni ambientali ed economici alle popolazioni dei comuni coinvolti
Secondo Sat, il pedaggio da Fonteblanda a Grosseto, andata e ritorno si aggirerebbe tra gli 8 e i 10 euro. Agli abitanti dei comuni coinvolti, sarebbero concessi appena 5 anni di esenzione con la sola promessa di rivedere in seguito gli accordi. Secondo i comuni e i comitati, una proposta inaccettabile. La questione pedaggio è un susseguirsi di contraddizioni: se per arrivare a Grosseto non si paga, per attraversare i tre comuni maremmani di Magliano, Orbetello e Capalbio, si dovrà mettere mano al portafoglio. Un punto cruciale da affrontare è dunque quello della viabilità alternativa, che dovrà consentire ai residenti di spostarsi gratuitamente e ai turisti di poter circolare senza avere sulla testa la spada di Damocle di una vera e propria gabella. Nonostante lo si ignori, esiste infatti una normativa europea che non consente la concessione di agevolazioni alle stesse classi di utenti – in questo caso automobilisti – a prescindere dalla località di residenza; altro principio desumibile dalla sentenza di cassazione 116/2007 (sezioni unite), spiega che non si può esigere un pedaggio per un servizio di pubblica utilità se non esiste un servizio sostitutivo gratuito, poiché già pagato con la fiscalità generale, strade comprese. Riassumendo, a nord di Grosseto ci sarà una superstrada ulteriormente ammodernata senza alcun pedaggio e con arterie idonee per supportare il traffico locale all’interno dei territori; il tratto a pagamento che vogliono Regione e Governo sarà invece proprio nei comuni con maggiori difficoltà di inserimento e dove viene arrecato maggior danno alle economie, all’ambiente ed a tutta la popolazione. Da un punto di vista strettamente ambientale, sono previsti viadotti e gallerie per attraversare il sud della Maremma. Il nuovo tratto dovrebbe snodarsi tra la Laguna di Orbetello e la Valle d’oro di Capalbio, tanto ricca di reperti archeologici: proprio per le caratteristiche paesaggistiche del territorio, questo tratto era rimasto fra i pochi a non avere ancora ufficialmente un progetto definitivo. Tutto ciò senza dimenticare il dissesto idrogeologico che interesserà le falde acquifere, catastrofico quanto onnipresente in pressoché tutte le grandi opere.
No all'autostrada, sì all'adeguamento della “superstrada a 4 corsie
Appurato quanto sopra, perché allora non adeguare con una spesa enormemente più contenuta, l’Aurelia in una superstrada a 4 corsie senza incroci e caselli, naturalmente senza pedaggio, incentivando quindi anche il carattere turistico dell’area e risparmiando l’ambiente ed il paesaggio, vera ricchezza dell’area? In questo momento, nonostante le mille ragioni per seppellire l’ipotesi, non ultima la posizione contraria dei sindaci dei comuni interessati e dei comitati, è in corso la VIA, valutazione di impatto ambientale, l’ultimo passo prima dell’effettiva apertura dei cantieri. Pare inspiegabile, se non si conoscesse a fondo di chi stiamo parlando, il fatto che l’insistenza sull’opera provenga direttamente e praticamente in maniera prevalente dal Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, candidato anche per la segreteria del PD, e Riccardo Nencini, socialista e sottosegretario alle infrastrutture ed ai trasporti, grande promotore da sempre di opere inutili e dispendiose per le casse pubbliche,su tutte la TAV. Noi marxisti-leninisti siamo certi che quest'opera non sia un avanzamento delle condizioni materiali di vita del proletariato e delle masse toscane ma, al contrario, contribuirà al peggioramento delle stesse; oltre alla questione ambientale e sui pedaggi, pare scontato che in un cantiere così esteso si aprirà un nuovo terreno fertile per la corruzione e lo smistamento di appalti – come peraltro accertato dalla magistratura circa l’aggiudicazione di lavori sulla BreBeMI nella quale entrò in ballo anche la Lega Cooperative di Penati - , così come fioriranno i subappalti aumentando i pericoli e lo sfruttamento per i lavoratori in dinamiche ormai senza controllo.
1 febbraio 2017