Anche la Cgil della Camusso ricorre sistematicamente ai voucher
I voucher vengono oramai utilizzati in tutti i settori e da tutti i soggetti, anche da chi a parole li ripudia. È venuto alla luce come la Cgil, che ha richiesto un referendum per abolirli, utilizzi questo strumento per pagare chi lavora occasionalmente in alcune delle sue strutture. O meglio, questo è quanto sostiene il sindacato, perché risulterebbe invece che ne faccia un ricorso sistematico. A denunciarlo è il presidente dell'Inps Tito Boeri in un'intervista a Repubblica secondo cui nell'ultimo anno la Cgil ha utilizzato voucher per un valore di 750 mila euro.
Boeri accusa di ipocrisia non solo la Cgil ma anche gli altri sindacati, ad esempio la Cisl ne ha utilizzati il doppio, per un valore di 1milione e mezzo di euro. C'è anche un attacco alle pensioni dei sindacalisti che, grazie ad alcune falle nella legislazione, tramite appositi versamenti, possono aumentarsi la pensione negli ultimi anni di attività, come ci ricorda la scandalosa vicenda dell'ex segretario della Cisl, Bonanni.
Tutte cose vere anche se sono state tirate fuori ora in maniera tutt'altro che disinteressata. Boeri pesca adesso dal cassetto i dati perché è favorevole ai voucher e auspica solo risibili “aggiustamenti” da parte del governo, così da giustificare l'eliminazione del relativo referendum. Comunque il loro utilizzo da parte della Cgil, oltre ad essere un comportamento ipocrita, si dimostra anche un clamoroso errore politico: chiedere l'abolizione dei voucher e poi utilizzarli nelle proprie strutture è stato un clamoroso autogol.
E non siamo neanche convinti che la Cgil voglia veramente abolirli. Basta leggere la dichiarazione dello SPI (la categoria più coinvolta nell'utilizzo dei voucher) “da parte nostra – afferma il sindacato dei pensionati – non c’è alcuna ipocrisia visto che la Cgil nella sua proposta di legge Carta dei diritti universali del lavoro agli articoli 80 e 81 propone l’introduzione di norme volte a regolamentare il lavoro subordinato occasionale e accessorio”, quindi più che abolirli li vuole solo modificare.
Vogliamo aggiungere che la categoria degli ipocriti (termine usato ripetutamente da Boeri) è molto ampia. Ad esempio ne fanno parte anche i sindaci di Napoli e Torino, dove il falso rivoluzionario De Magistris e la pentastellata Appendino si fanno paladini, a parole, della battaglia contro questo strumento di lavoro nero legalizzato e poi nella pratica le loro amministrazioni sono tra quelle che ne fanno più largo uso. Lo stesso Boeri è un altro ipocrita perché potrebbe fornire altri dati in suo possesso, ad esempio sarebbe interessante sapere quali sono i grandi utilizzatori dei voucher. Ma per loro forse vale la legge sulla privacy.
1 febbraio 2017