Piano dell'Ue per respingere i migranti in Libia

 
“Gestire meglio la migrazione e salvare vite lungo la rotta del Mediterraneo centrale”, è l'impegno che si è preso la Comissione europea nel documento messo a punto in vista dei prossimi appuntamenti europei sul tema dei migranti. Un impegno che sembrerebbe “nobile” ma che dietro la facciata nasconde la proposta di una serie di misure immediate per blindare le coste libiche e bloccare le partenze dei migranti. Il compito sarà affidato in prima battuta alle autorità libiche, con i pattugliamenti davanti alle coste e un controllo rigoroso delle permeabili frontiere del sud del paese con Ciad e Niger. La Ue li chiama salvataggi in mare ma sono respingimenti, o meglio “ritorni volontari assistiti”.
Il piano è stato presentato il 25 gennaio a Bruxelles dalla Commissione europea e dall’Alta rappresentante della politica estera Ue, Federica Mogherini, che ha sottolineato come al momento siano stati stanziati 200 milioni di euro per la formazione e l’equipaggiamento della guardia costiera libica e per “migliorare la condizione per i migranti” sul suolo libico, una situazione che riconosce essere “molto grave sui diritti umani, soprattutto delle donne”.
Il premier laburista di Malta Jospeh Muscat, presidente di turno della Ue, aveva lanciato l'allarme migranti nell'incontro del 24 gennaio col presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker: “ci sarà una nuova crisi di migranti nei prossimi mesi e i numeri potrebbero essere peggiori del 2016”. E prima ancora che il commissario Ue all’Immigrazione, il greco Dimitri Avramopoulos, e la Mogherini illustrassero il loro progetto aveva esposto quanto messo a punto in un documento informale della presidenza maltese in cui si chiedeva agli stati membri di pensare “alla creazione di una linea di protezione” per fermare i migranti “molto più vicina ai porti di origine, nelle acque territoriali libiche”; una operazione da affidare alle “forze libiche come operatori di prima linea ma con un sostegno europeo forte e duraturo” data la poca affidabilità dell'instabile governo fantoccio del premier al Serraj.
Il documento della Commissione seguiva la stessa traccia indicando la necessità di definire una doppia “linea di protezione” per impedire ai migranti di sbarcare in Europa. Il primo muro sul percorso dei migranti sarà quello messo in atto dalla guardia costiera di Tripoli, in acque territoriali libiche. La guardia costiera libica, il cui addestramento affidato alla missione europea Sophia è quasi giunto al termine, avrà il compito di fermare i barconi alla partenza. Sorvegliate e appoggiate in acque internazionali dalle navi militari della Ue. Il secondo muro sarà quello di terra, anzitutto lungo la linea di confine che separa la Libia dal Niger per cercare di chiudere una delle vie di transito dei migranti e bloccarli fuori dal paese. Successivamente la Ue conta di blindare le frontiere sud della Libia anche grazie a accordi di collaborazione con altri paesi africani quali Mali, Ciad ed Egitto.
 
 

1 febbraio 2017