Destinati 17.324 euro alla sua associazione Ares
Il sottosegretario PD Baretta finanziato dalla multinazionale del tabacco
Il 12 luglio 2016, organizzato dall’associazione Associazione per il Riformismo e la Solidarietà (AReS) di cui è presidente l’allora - e tuttora - sottosegretario del ministero dell’Economia e delle Finanze Pier Paolo Baretta del PD, si è tenuto a Roma un convegno dal titolo "Il ruolo dello Stato come regolatore. Qualità della democrazia: efficienza, trasparenza e legalità
".
Sono intervenuti al convegno, oltre allo stesso Baretta, il giornalista del Sole 24 Ore Dino Pesole, il sottosegretario al Tesoro Paola De Micheli, l’amministratore delegato dell’istituto Poligrafico e Zecca dello Stato spa Paolo Aielli, l’allora consigliere del ministero dell’Economia e delle Finanze Vieri Ceriani, i docenti universitari di diritto Giulio Napolitano e Marco Spallone, il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Giuseppe Peleggi e il capo del III reparto del Comando generale della Guardia di Finanza Stefano Screpanti.
Tra gli argomenti discussi ci sono stati Democrazia, Economia, Finanza Pubblica, Gioco, Globalizzazione, Governo, Liberalismo, Politica, Servizi Pubblici, Stato, Tabacco e Unione Europea.
Fin qui sembrerebbe un classico convegno istituzionale, con ambizioni di alto valore scientifico data l’autorità e la competenza degli intervenuti, salvo un piccolo particolare emerso successivamente, che scredita e svilisce non solo il convegno minandone la credibilità e ledendo l’indipendenza di Baretta e degli intervenuti, ma gettando una seria ipoteca sui tanti incontri che, dietro a una parvenza di seria e compassata austerità istituzionale, nascondono interessi oscuri creando commistioni tra controllori e controllati: infatti il convegno è stato finanziato dalla BAT (British American Tobacco), la multinazionale del tabacco con sede a Londra, che ha versato all’Associazione per il Riformismo e la Solidarietà - fondata e presieduta da Baretta medesimo - un contributo di 17.324 euro, registrato alla Camera dei Deputati lo scorso mese di ottobre.
Dedurre che un convegno, al quale partecipano coloro che dovrebbero essere istituzionalmente preposti a dettare e a far rispettare le regole, è stato finanziato da chi, come la multinazionale in questione, tali regole dovrebbe osservarle fa quantomeno sorgere il dubbio: a quale scopo una multinazionale vocata al profitto finanzia un membro del governo Gentiloni? Che cosa pretende in cambio? E qual è il soggetto che viene controllato, ossia sono i governi che controllano le grandi imprese o è l’esatto contrario?
La risposta è evidente: è la struttura economica capitalista che realmente controlla la sovrastruttura politica, anche se quest’ultima, per salvare la faccia dinanzi all’opinione pubblica si vanta di avere lei il controllo sulle imprese.
22 febbraio 2017