Arriva la colata di cemento a Tor di Valle
5 Stelle, palazzinari e banche brindano allo “Stadio”
Per la base del M5S “è una sconfitta”
Virginia Raggi dà l’annuncio ufficiale alle 22.30 di venerdì 24 febbraio:“L’accordo c’è, lo stadio si farà a Tor di Valle ma senza le torri”. La sindaca si affretta a precisare l’immenso successo dei 5 Stelle:”Le cubature saranno dimezzate, in un nuovo progetto ecocompatibile, con una nuova fermata della Roma-Lido e la riqualificazione viaria tra Ostiense e via del Mare. L’As Roma sarà nostra alleata», e prosegue dichiarando che il ”progetto stadio 2.0” soddisfa la sua amministrazione che si era impegnata a garantire il rispetto delle norme e delle leggi. “Avevamo detto che lo stadio si sarebbe fatto nel rispetto della legge e lo abbiamo ottenuto, grazie anche alla disponibilità della nostra controparte, ora alleata per andare avanti in un progetto ecosostenibile e nell’interesse dei cittadini”.
Esultano tutti, politici, calciofili e palazzinari
“A nome di Pallotta voglio ringraziare il sindaco, siamo molto felici di questo accordo che migliora il progetto. Questo è un giorno storico, non solo per la Roma, ma anche per la città. È un progetto ambizioso”, sono le parole del Dg giallorosso, Mauro Baldissoni, mentre il presidente Pallotta ha affidato il proprio pensiero ad una nota: “The next chapter begins (“Comincia il prossimo capitolo). Forza Roma“. Brinda anche il Pd del Campidoglio, “Siamo soddisfatti perché si tratta di un progetto che il gruppo del PD ha sempre sostenuto. Da quello che si apprende in queste ore da notizie di stampa siamo di fronte ad un accordo generico di cui non sono ancora chiari: iter amministrativi, impegni finanziari e opere pubbliche. Su questi punti attendiamo chiarimenti, in sede di Assemblea Capitolina, circa i nuovi termini dell'accordo raggiunto. Il sindaco finalmente ha capito che lo stadio era una priorità dei romani”. Grillo, dopo aver detto tutto ed il contrario di tutto e di recente aveva tuonato: “Lo stadio della Roma è meglio farlo altrove, non a Tor di Valle“, si è poi allineato ai trionfalismi dei prodigi del Movimento. Lo fa anche la deputata Roberta Lombardi, decisamente schierata contro ogni costruzione definendo il progetto “pura speculazione”, che con un tweet dichiara opportunisticamente: "Stracciato il progetto iniziale. Dimezzate le cubature extra-stadio. Nessun grattacielo. Questo è uno #StadioFattoBene, brava Virginia Raggi". Ma per la base del M5S “è una sconfitta”.
Lo “stadio” di Pallotta ma non della Roma calcio
Dunque la trattativa è terminata come i più scaltri si aspettavano, e come le premesse facevano pensare e cioè col voltafaccia pentastellato per un “compromesso” che potesse in qualche modo salvare la giunta romana, ma soprattutto agevolare comunque il palazzinaro Parnasi proprietario di Tor di Valle, insieme ad Unicredit ed alle altre banche d’affari coinvolte, e James Pallotta che con la sua AS Roma Spvc Llc diverrà il proprietario di stadio e “Businness park”. Già, perché quello che si è da sempre tenuto nascosto per coinvolgere il tifo giallorosso – buona parte dell'elettorato romano - è che la sopracitata AS Roma Spvc Llc è una società registrata nel Delaware in USA, la cui compagine sociale gode di una forte protezione sulla privacy, il cui amministratore delegato è Pallotta ma il cui oggetto sociale non è l’esercizio dell’attività sportiva; in realtà si tratta di una azienda di cartolarizzazione del credito, che controlla di una catena di altre fra le quali la AS Roma Spa, e che sarà l’unica proprietaria di tutto. Praticamente Raggi e Co. confermano il voltafaccia e la marcia indietro rispetto all’assoluto NO alla giunta Marino e stendono un tappeto rosso ai palazzinari che, col milione di metri cubi, l’avevano sparata grossa, lasciandosi un ovvio margine di trattativa. Ma davvero non si poteva annullare la delibera e ripartire da zero?
L’annullamento della delibera Marino sarebbe “indolore” ma la Raggi si accorda
I 5 Stelle favorevoli al progetto, si erano nascosti dietro al dito della “penale” che Parnasi e Pallotta si erano affrettati a minacciare davanti alla stampa dopo le polemiche degli ultimi giorni; tuttavia la Raggi era giunta alla riunione decisiva di venerdì scorso con un ottimo asso della manica, se davvero l’intenzione della sindaca fosse stata quella di frenare la speculazione e rispettare l’ambiente. Dagli uffici dell'avvocatura capitolina è giunto sulla scrivania della sindaca il parere sul nuovo stadio della Roma firmato dai legali del Campidoglio che avrebbe dovuto tranquillizzarla: il documento ricalca in larga parte quello già firmato dal presidente onorario della Corte di Cassazione Ferdinando Imposimato, secondo il quale il Comune avrebbe potuto ancora rimodulare o annullare la delibera con cui l'amministrazione Marino nel 2014 ha dichiarato di interesse pubblico il progetto di Tor di Valle, semplicemente passando per il consiglio comunale, senza correre alcun rischio di esporsi a pericolosi e costosi contenziosi con l'As Roma e il costruttore Luca Parnasi. Se si poteva annullare la delibera senza problemi economici ripartendo da zero, perché allora si spaccia per vittoria l’edificazione a Tor di Valle, dove nulla si poteva costruire per la classificazione dell’area, per l’alto rischio idrogeologico, per i vincoli della soprintendenza e per lasciare intatta l’ultima ansa verde del Tevere in territorio urbano? Evidentemente perché Raggi e i vertici stessi del movimento erano disposti fin dall'inizio a mettere lì lo stadio e tutti gli annessi, in barba al loro programma elettorale e alle critiche, forti e totali, espresse nel 2014 a Marino. Insomma, con il taglio a cubaggi e la variazione di alcuni materiali, anche i dissidenti consiglieri del Movimento romani sono stati in larga parte calmierati, nonostante sia arrivata la colata di cemento di 500.000 metri cubi, là dove non si poteva edificare nulla. È bastato poco per dimenticare tutto ed in fretta.
Roma ancora nelle mani dei palazzinari e degli interessi privati
Se non ci dovessero essere ostacoli amministrativi o burocratici nell'approvazione del progetto, Parnasi conta di poter posare la prima pietra già entro l'anno in corso, per terminare i lavori tra il 2019 e il 2020. Tuttavia rimangono ancora tanti punti interrogativi sui costosi interventi di messa in sicurezza dell’area per i quali serviranno tanti soldi pubblici; infatti l'assessore della Regione Lazio alle Politiche del Territorio e alla Mobilità, Michele Civita, spiega che dell'accordo raggiunto ieri sullo Stadio della Roma pone in essere una chiara riduzione delle cubature, ma "non si conoscono ad oggi le opere e le infrastrutture per garantire la mobilità, il miglioramento dell'ambiente e della qualità urbana”. Al punto che l'ex sindaco Ignazio Marino ha così commentato: “La Raggi oggi può dire con soddisfazione di avere approvato il progetto iniziale dei costruttori che la giunta Marino aveva bocciato. La Raggi ha cancellato tutte le opere di interesse pubblico che noi avevamo preteso fortemente e che avevamo ottenuto, più di 250 milioni di investimenti, in trasporti, in un parco grande come Villa Borghese. Tutte opere che oggi la Raggi ha cancellato facendo un grande favore a costruttori“.
Dopo questo accordo, l’impegno “pubblico” dei proponenti passa infatti dai 440 milioni di euro previsti dalla delibera Marino a 310 milioni, e ci sarà così bisogno di una nuova valutazione tecnica e un nuovo pronunciamento sul pubblico interesse; tuttavia siamo sicuri che dopo quello politico, arriverà certamente anche l’accordo tecnico.
E intanto anche il pregiudicato presidente della Lazio Lotito, si compiace e, rifiutando la ristrutturazione del Flaminio prima ancora che gli venga ufficialmente offerta, rilancia per il futuro stadio della Lazio (chissà con quanta speculazione immobiliare): “prendiamo atto con piacere che sono state superate tutte le remore legate ai vincoli delle sovrintendenze e ai vincoli idrogeologici per la realizzazione dello Stadio della Roma. (…) siamo fiduciosi e certi che l'intera amministrazione comunale di Roma non creerà discriminazioni tra i cittadini romani in base alla fede calcistica.” In sostanza: siamo felici che avete spazzato via ogni vincolo ed ignorato ogni rischio ambientale perché a breve potremo speculare un po' anche noi da qualche altra parte. Ci risiamo dunque; profitti certi, opere compensative e logistiche connesse solo ipotizzate, così come gli alti costi che subirà la popolazione romana in termini economici ed ambientali. Tutto scorre come sempre. E questo sarebbe il “combattere i palazzinari” come proclamato mille volte dalla Raggi e dal garante Grillo? Noi siamo certi che, se da un lato la soluzione di comodo potrà nell’immediato tornare utile ai 5 Stelle in Campidoglio, in prospettiva anche questa vicenda, come molte altre, fa luce e mette a nudo che poco o nulla è cambiato per gli interessi delle masse sotto le amministrazioni a 5 Stelle. Il ruolo che essi svolgono è, oggi più di ieri, un vero puntello al capitalismo e agli interessi privati.
1 marzo 2017