Sentenza storica dei giudici di Trento sulla “maternità surrogata”
Due gemelli per due padri gay
La Cei attacca la sentenza
È storica la sentenza della Corte d'appello di Trento del 23 febbraio scorso, con la quale a due padri gay è stata riconosciuta la paternità dei due gemelli avuti in Canada (in Italia, si sa, è impossibile perché tuttora illegale) tramite la “maternità surrogata” o, più correttamente, la gestazione per altri (GPA).
I due padri hanno avuto i gemelli ben sette anni fa, ma al ritorno in Italia ovviamente si sono visti negare la registrazione all'anagrafe. Da allora è partito un calvario che, per ora, sembra andato a buon fine grazie alla decisione dei giudici di Trento, anche se la procura generale ha annunciato ricorso in Cassazione.
Per i giuristi del sito “Articolo 29”, la sentenza è storica perché stabilisce “l'assoluta indifferenza delle tecniche di procreazione cui si sia fatto ricorso all'estero, rispetto al diritto del minore al riconoscimento dello status filiationis
nei confronti di entrambi i genitori che lo abbiano portato al mondo”. È storica anche perché, insieme alla recente decisione del tribunale dei minori di Firenze di riconoscere l'adozione di una bimba a due padri omosessuali, si tratta di un superamento di fatto della legge Cirinnà sulle unioni civili, debole, insufficiente e discriminatoria e che già gli attivisti LGBT un anno fa accusavano di essere “nata vecchia”. Ma Renzi e il PD non avevano avuto la volontà e la forza di fare di più, ostaggi della destra conservatrice nel governo e nel partito stesso.
Contro la sentenza si è scagliata naturalmente la Conferenza episcopale italiana (Cei), il cui presidente cardinal Bagnasco ha detto che “il bene dei bambini richiede, secondo il buon senso universale, il papà e la mamma, quindi una famiglia”. Semmai secondo il “buon senso” cattolico, ribadito dallo stesso papa Francesco un anno fa alla Rota Romana, quando disse che “non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione”. Non certo per la scienza, che ha dimostrato che lo sviluppo del bambino non è influenzato negativamente da genitori omosessuali.
Maternità surrogata e sfruttamento delle donne
Fa specie che al carrozzone reazionario e oscurantista di Bagnasco, Salvini, Giovanardi e Gasparri, si sia accodata la femminista Luisa Muraro, che in un post del 3 marzo dal titolo “Una di meno” (in evidente contrapposizione al movimento “Non una di meno”) ha attaccato la gestazione per altri come sfruttamento del corpo femminile ed espressione di un certo “omo-patriarcato”. Paradossalmente, al pari della Chiesa e della destra, si vuole negare alle donne il diritto di decidere in totale indipendenza che fare del proprio corpo e tenerle schiave della morale borghese e cattolica. Una posizione respinta con forza dalle donne che hanno riempito le straordinarie piazze dell'8 Marzo.
Ovviamente la legge della giungla vigente nel capitalismo crea il pericolo che le donne proletarie e oppresse siano barbaramente costrette a “vendere” il proprio corpo. Per questo serve subito una legge che eviti qualsiasi abuso di questo genere, basando la GPA sulla libera scelta delle donne e mai a scopo di lucro, e affidando la pratica esclusivamente alla sanità pubblica, lontano da cliniche private a caccia di profitti. Ma anche per riconoscere agli omosessuali che hanno ricorso alla GPA il diritto alla genitorialità dei propri figli, senza doversi rivolgere ogni volta ai tribunali. Come hanno chiesto anche “Non una di meno” e le donne che hanno riempito le piazze
Come abbiamo scritto nel Documento “I diritti e le battaglie LGBT, il matrimonio e la 'maternità surrogata'”, “Si tratta di lottare per eliminare sia le condizioni economiche e sociali che possono portare allo sfruttamento delle donne povere, sia quelle che impediscono alle coppie etero e gay appartenenti alle classi oppresse di poter ricorrere alla surrogata. Siamo di fronte ad un'ulteriore prova che senza diritti sociali non ci possono essere diritti civili autentici per tutti. Ecco perché la battaglia per il matrimonio, l'adozione e la 'maternità surrogata' anche per le coppie omosessuali è parte integrante e non in contraddizione con la lotta più generale per l'emancipazione del proletariato e dell'intera umanità”.
15 marzo 2017