A Lanciano e a Palermo
Non c'è posto a scuola per ragazza disabile e bimbo Asperger
Nell’attuale sistema capitalista, la cui ideologia è la logica del mercato, della produzione e dell’efficienza, non c’è ormai quasi più spazio per quegli esseri umani che, al contrario, hanno bisogno di sostegno da parte della collettività, e neanche le istituzioni scolastiche, che con le varie “riforme” che si sono susseguite negli ultimi anni seguono anche esse logiche di mercato, sembrano dare le giuste e doverose risposte.
Così accade che a Lanciano un bambino di dieci anni affetto dalla sindrome di Asperger, una malattia che ha affinità con l’autismo anche molto meno grave di quest’ultimo per ciò che riguarda la vita di relazione, non è riuscito a farsi accogliere in prima media da ben tre istituti scolastici della cittadina abruzzese, che lo hanno semplicemente rifiutato uno dopo l’altro e lo studente ha rischiato di perdere l’anno scolastico.
Soltanto il coraggio e la determinazione della madre, che al terzo rifiuto si è alla fine rivolta al sindaco della città Mario Pupillo e prima ancora aveva presentato un esposto alla procura della Repubblica, hanno fatto sì che il ragazzo venisse accolto dalla scuola media “Gabriele D’Annunzio”, e ciò per diretto interessamento dello stesso sindaco e dell’assessore comunale alla Pubblica istruzione Giacinto Verna.
La madre del bambino, che al momento di richiedere l’iscrizione scolastica aveva ogni volta messo subito in chiaro ai responsabili dei vari istituti la situazione clinica di suo figlio, aveva tentato innanzitutto l’iscrizione all’istituto comprensivo “Don Milani” che è specializzato nel settore della disabilità, dove le era stato detto che non c’era più spazio, poi aveva tentato all’istituto “Mazzini” e infine al “D’Annunzio” dove con vari pretesti le hanno fatto capire che c’erano vari problemi organizzativi.
Anche se i responsabili delle tre scuole si sono giustificati dal sindaco sostenendo che c’erano stati fraintendimenti e che la responsabilità della mancata iscrizione sarebbe stata in realtà della madre in quanto non aveva seguito il corretto iter burocratico per l’iscrizione, quest’ultima d’altra parte ha fatto notare come nessuna istruzione, di nessun tipo, fosse mai giunta dai tre istituti su come dovesse essere presentata la domanda, manifestando così una condotta, secondo la madre, ostativa alla presentazione della domanda stessa.
Alla fine il ragazzo ha salvato l’anno scolastico, ma è amaro constatare come la madre, anziché essere agevolata nell’esercizio di un diritto a favore di suo figlio diversamente abile, ha dovuto invece investire la magistratura e andare con il cappello in mano dal sindaco quasi a mendicare una prestazione che invece è dovere delle istituzioni pubbliche erogare in modo incondizionato.
Un’altra brutta storia viene da Carini, in Sicilia, dove una studentessa di diciotto anni, diversamente abile in quanto costretta sulla sedia a rotelle, non può più frequentare l’istituto superiore “Ugo Mursia” da dicembre in quanto la scuola ha interrotto da allora il servizio di assistenza igienico-personale.
In questo caso non è l’ottusità dei responsabili scolastici bensì la mancanza di fondi che ha determinato l’interruzione di tale servizio, prima affidato alle cooperative sociali, e tale interruzione ha provocato gravi conseguenze per chi, come la studentessa diciottenne, ha necessità di aiuto per andare in bagno e per mangiare durante la ricreazione.
Anche in questo caso il padre della ragazza si è rivolto al sindaco di Carini, ma è stato meno fortunato della madre del ragazzo di Lanciano: è lo stesso genitore a riferire che il sindaco Giuseppe Monteleone ha fatto quanto era nelle sue possibilità per sollecitare l’istituto (che però non ha più soldi per pagare il servizio) e le altre competenti autorità scolastiche fino a giungere al ministero (organismi che però, complice l’autonomia dei singoli istituti, nulla possono), con il risultato che la giovane ha già maturato, senza sua colpa, assenze in misura tale che rischia di essere bocciata per tale specifico motivo.
Nell’esprimere piena vicinanza e fraterna solidarietà a questi giovani e alle loro famiglie, riaffermiamo la nostra determinazione a combattere contro ogni tipo di mercificazione della scuola pubblica, contro ogni autonomia scolastica che produca tali aberranti risultati, affinché mai più nessuna madre o nessun padre di chi è diversamente abile debba andare con il cappello in mano a mendicare da qualsivoglia autorità ciò che semplicemente gli spetta di diritto.
29 marzo 2017