Discorso di Giovanni Scuderi alla Festa per il 40° Anniversario della fondazione del PMLI
Avanti sulla via dell’Ottobre tenendo alta la bandiera del marxismo-leninismo-pensiero di Mao

Care compagne e compagni, care amiche e amici,
benvenuti a questa Festa per il 40° Anniversario della fondazione del PMLI. Permettetemi anzitutto, in qualità di Segretario generale del PMLI, che mi rivolga direttamente ai militanti di base del Partito. Voi, valorose, coraggiose e generose compagne e compagni, qui presenti o che siete a casa, costituite una parte fondamentale del nostro amato Partito. Senza di voi il PMLI non esisterebbe e non potrebbe svolgere tutti i suoi compiti rivoluzionari marxisti-leninisti. Soprattutto non potrebbe mai penetrare nelle masse proletarie, lavoratrici, inclusi i precari, contadine, disoccupate, pensionate, popolari, femminili e giovanili. Perché solo voi, che operate tra di esse, siete in grado di trasmetterle la linea, le proposte e i messaggi del PMLI, di raccogliere le loro rivendicazioni, aspirazioni e idee, i loro pareri e umori, è di aiutarle a risolvere i loro problemi immediati.
È dal vostro legame con le masse che passa in grande misura il legame generale del Partito con esse. È dalla vostra pratica sociale ed esperienza, dai vostri contributi politici che si traggono elementi essenziali per la formazione della linea del Partito. Senza di voi il Partito avrebbe solo la testa e non il corpo, solo la linea e non il mezzo per trasmetterla alle masse. La linea politica è determinante, ma se non ci foste voi a farla vivere e applicarla nelle realtà in cui siete presenti sarebbe assolutamente inefficace, non potrebbe dare tutti i suoi frutti. Per tutti questi motivi la vostra funzione è vitale e insostituibile per la vita, l’azione, la costruzione, lo sviluppo e il successo del Partito. Voi siete decisivi per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso.
I dirigenti nazionali del Partito, come vedo e so, ogni giorno fanno dei grandi sacrifici per il Partito e la causa, ma i vostri sacrifici non sono da meno, e forse sono ancora più grandi. Il vostro spirito di sacrificio, la vostra abnegazione rivoluzionaria, il vostro impegno politico e sostegno economico, sono di esempio e di ispirazione per tutti i membri del Comitato centrale e dell’Ufficio politico, compreso il Segretario generale del Partito.
I dirigenti nazionali del Partito sanno bene, anche per averlo fatto per lunghi anni, alcuni continuano a farlo ancora adesso, svolgendo contemporaneamente i compiti nazionali politici e giornalistici attraverso “Il Bolscevico”, quanto sia duro, difficile, stressante e pieno di sacrifici e rinunce personali e familiari questo vostro lavoro, e perciò in questo importante Anniversario del Partito, mio tramite, vogliono ringraziarvi per tutto quello che avete fatto, fate e farete per il Partito, il proletariato e il socialismo. Questi ringraziamenti, con gli stessi sentimenti e con la stessa riconoscenza li rivolgiamo anche a tutte e a tutti i simpatizzanti attivi del PMLI che operano al vostro fianco o che svolgono compiti in altri livelli.
Profonda ed eterna è la nostra riconoscenza verso i compagni deceduti che hanno dato il meglio di loro stessi al Partito e alla causa: Nerina Paoletti, alias Lucia, Cirano Biancalani, Vincenzo Falzarano, Giuseppe Lepore, Marco Marchi, Ferruccio Panico e Salvatore Zunica.
Voi, compagne e compagni di base, dovete essere sicuri che siete sempre nella nostra mente e nei nostri cuori, specialmente se malati, licenziati, disoccupati, repressi dai padroni, aggrediti dalla polizia, come è accaduto in questi ultimi giorni alla compagna Patrizia Greco, Segretaria della Cellula “Nerina ‘Lucia’ Paoletti” di Lecce, che è stata duramente manganellata dalle “forze dell’ordine” che si sono scagliate vigliaccamente contro le masse che protestavano contro il devastante gasdotto Tap che attraversa il loro territorio. Alla suddetta compagna inviamo il nostro più affettuoso e solidale saluto.
 
Il miracolo politico
La Festa che oggi stiamo vivendo assieme, uniti da un grande ideale che trasforma le coscienze e il mondo, lo stesso ideale del popolo russo che ha dato vita alla Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, di cui quest’anno ricorre il centenario, è una grande e storica Festa proletaria rivoluzionaria e marxista-leninista. Questo perché l’esistenza del PMLI dopo 40 anni dalla sua fondazione, senza considerare i dieci anni precedenti della sua preparazione, costituisce una vittoria del proletariato sulla borghesia, del marxismo-leninismo-pensiero di Mao sul revisionismo e il riformismo, uno smacco per la classe dominante borghese, il suo governo, le sue istituzioni e i suoi partiti che si illudono che non esiste più il “pericolo comunista”.
Un vero e proprio miracolo politico rivoluzionario se si pensa che il PMLI è l’unico Partito marxista-leninista, ancora in piedi e lanciato verso il luminoso futuro socialista, tra le 21 organizzazioni “marxiste-leniniste” esistenti allora, oltre a decine di gruppi rivoluzionari, che sono gradualmente spariti dall’arena politica senza lasciare traccia, se non quella di aver ingannato e bruciato centinaia di migliaia di giovani rivoluzionari. Mentre molti loro dirigenti si sono riciclati nei partiti borghesi e riformisti o nei media. Uno di essi, l’ex sedicente “marxista-leninista” Paolo Gentiloni, è stato addirittura premiato con la carica di presidente del consiglio.
Se si pensa che il PMLI è stato fondato da soli 52 Delegati provenienti dalla Toscana, Sicilia, Calabria e Lombardia, e che 36 di essi nel tempo hanno tradito l’impegno solenne che si erano presi. Sedici però ancora adesso, ben determinati, sono fedeli alla causa. Essi sono: Giovanni Scuderi, Mino Pasca, Nerina Paoletti, alias Lucia, Patrizia Pierattini, Dario Granito, Monica Martenghi, Emanuele Sala, Alessandro, Giancarlo, Marcello, Maria, Carla, Angela, Teresa, Loris Sottoscritti, Vittorio.
Se si pensa che il PMLI è nato senza legami e appoggi internazionali, quelli col PCC di Mao sono stati troncati sul nascere dai revisionisti cinesi.
Se si pensa che il PMLI è nato povero, ed è attualmente appena in grado di pagare le spese correnti per la Sede centrale del Partito e de “Il Bolscevico”. Per questa crescente povertà abbiamo dovuto tagliare tante iniziative tra cui quella dolorosissima della sospensione della pubblicazione cartacea de “Il Bolscevico”, avvenuta col n. 34 del 2013, dopo 44 anni di esistenza. Per fortuna riusciamo ancora a tenerlo in vita nella forma digitale grazie al contributo grafico di due compagne e di un compagno, oltre all’opera instancabile, generosissima e preziosa delle Penne Rosse della Redazione centrale e della meticolosa e puntuale correttrice di bozze. Tutti guidati esemplarmente e con totale dedizione dalla Direzione dell’organo del PMLI.
Se si pensa che i governi e le istituzioni borghesi, i dirigenti del PCI revisionista, in particolare gli agenti di Breznev e i trotzkisti, i falsi marxisti-leninisti, i partiti reazionari hanno tentato di soffocare il PMLI nella culla mediante persecuzioni poliziesche, processi politici, provocazioni, aggressioni fisiche e successivamente con articoli giornalistici calunniosi e diffamatori accusandoci di essere terroristi e addirittura collusi con Al Qaeda.
Se pensiamo al rigido e criminale silenzio stampa, all’ostracismo, all’emarginazione e all’isolamento che il PMLI subisce da sempre. Il silenzio stampa è impossibile romperlo perché non dipende da noi. Possono farlo solo i giornalisti veramente democratici che hanno il coraggio di ribellarsi al diktat dei loro direttori. Mentre l’ostracismo, l’emarginazione e l’isolamento è possibile superarli con la crescita del Partito, col suo legame con le masse, con l’applicazione tattica più accorta della politica di massa, di fronte unito e delle alleanze del Partito. Già alcuni frutti in tal senso si stanno cogliendo in Emilia-Romagna, a Biella, a Ischia, nel Mugello in provincia di Firenze dove a Rufina, dopo ventuno anni di duro lavoro politico e di massa, a giorni si inaugurerà ufficialmente la sede del PMLI presso il Circolo Arci locale. Bravo compagno Enrico! Bravi compagne e compagni che avete la fortuna di lavorare con lui!
Siamo particolarmente riconoscenti al compagno Alessandro Fontanesi, Segretario della Federazione di Reggio Emilia del PCI, che oggettivamente sta svolgendo un ruolo storico per rompere l’isolamento e l’emarginazione del PMLI sviluppando i rapporti politici tra il nostro Partito e il PCI, almeno a livello locale e regionale. Il suo sentito, sincero e fraterno messaggio di auguri, del quale lo ringraziamo di cuore, ne è una conferma.
Nonostante tutte queste problematiche il miracolo è stato compiuto, e il PMLI continua a marciare con fierezza e determinazione sulla via dell’Ottobre tenendo alta la bandiera del marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Questo straordinario miracolo lo dobbiamo in primo luogo a Mao, soprattutto attraverso la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria da lui elaborata e diretta per impedire la restaurazione del capitalismo in Cina, che ci ha aperto gli occhi sul revisionismo, il riformismo, l’elettoralismo, il parlamentarismo e il pacifismo, che ci ha fatto scoprire il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la via rivoluzionaria verso il socialismo, che ci ha fatto capire che senza Partito rivoluzionario, teoria rivoluzionaria e fronte unito rivoluzionario non ci può essere un movimento rivoluzionario capace di distruggere il vecchio mondo capitalista e borghese e creare il nuovo mondo socialista col proletariato al potere.
Lo dobbiamo in secondo luogo ai primi quattro pionieri del 1967, a quelli successivi e ai fondatori del Partito ancora fedeli alla causa. Compagne e compagni di provata fede che nonostante siano da lunghi anni sugli spalti rivoluzionari hanno ancora fiato da spendere e costituiscono, in genere, punti di riferimento fondamentali per tutto il Partito.
I più anziani tra di essi che possiedono l’intera memoria storica del PMLI sono essenziali per trasmettere alle nuove generazioni marxiste-leniniste la grande esperienza, lo stile e i metodi di lavoro del Partito. Gli attuali e i nuovi giovani militanti del PMLI devono essere consapevoli che spetta a loro proseguire l’opera dei fondatori del Partito, con tutto ciò che questo comporta dal punto di vista ideologico, politico, organizzativo e operativo.
Lo dobbiamo in terzo luogo ai cinque Congressi nazionali del PMLI e ai relativi Comitati centrali e Uffici politici che hanno sempre tenuta alta la bandiera del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e dritta la barra verso il socialismo e la conquista del potere politico da parte del proletariato. Questa unità marxista-leninista del gruppo dirigente nazionale è la forza più potente e dirompente di cui attualmente dispone il PMLI. Incrinandola e spezzandola per individualismo, impuntature, un uso distorto e scorretto della tattica sarebbe il più grave danno che il Partito potrebbe subire, col rischio di vanificare tutto quello che abbiamo fin qui costruito. Dobbiamo perciò aver cura di questa unità marxista-leninista più dei nostri occhi affrontando con la calma dovuta, con i giusti metodi, con la dialettica, con l’uso corretto della critica e dell’autocritica e nel rispetto del centralismo democratico ogni contraddizione e divergenza, che non possono non esserci in un corpo vivo qual è il nostro Partito.
Dobbiamo in particolare stare attenti al primo periodo della successione tra il vecchio e il nuovo Segretario generale, che inevitabilmente avverrà con la scomparsa di chi attualmente ricopre tale carica. Non c’è da preoccuparsi, è già tutto predisposto, ci vorrà solo la piena collaborazione di tutti i membri del Comitato centrale e dell’Ufficio politico perché tutto vada rapidamente a posto e il Partito riprenda il suo abituale passo e lavoro rivoluzionario.
Lo dobbiamo in quarto luogo alla coscienza e determinazione rivoluzionarie degli attuali militanti e simpatizzanti attivi del PMLI, tipiche dei pionieri che aprono nuove strade inesplorate e di chi osa rovesciare cielo e terra, senza temere quello che potrebbe accadergli.
Questi 40 anni di vita del PMLI, come i dieci anni precedenti, sono stati molto duri, ed è prevedibile che anche i prossimi anni e quelli successivi saranno altrettanto e forse più duri. Sarà sempre così per chi combatte in prima linea il capitalismo e la classe dominante borghese. Ne siamo coscienti, ma ciò non ci spaventa. Anzi per noi non esiste al mondo una felicità più grande di quella di servire con tutto il cuore il Partito, il proletariato, le masse e la causa del socialismo, l’unica capace di emancipare il proletariato e tutta l’umanità.
La militanza marxista-leninista è talmente dura che non tutti ce la fanno a mantenerla per tutta la vita. Alcuni l’abbandonano quasi subito perché non hanno capito quello che essa comporta a livello pratico, altri l’abbandonano alle prime difficoltà, altri perché non superano il periodo di candidatura non avendo i requisiti di membri effettivi del PMLI, altri perché vengono sconfitti nello scontro ideologico e politico all’interno del Partito, altri infine perché vengono radiati o espulsi dal Partito per gravi errori commessi non autocriticati o per deviazione di linea e di comportamento.
Sommando tutti questi casi, la borghesia è riuscita a risucchiare a sé decine e decine di militanti del PMLI. Solo cinque ex militanti del Partito si sono ravveduti autocriticandosi e quindi hanno potuto riprendere i rapporti col Partito, come militanti o simpatizzanti secondo le decisioni per ciascuno di essi stabilite dal Partito. L’ultimo ravvedimento è quello di Fernando Puglia che sul letto di morte ci ha scritto queste parole: “Volevo salutarvi un’ultima volta prima che la malattia da cui sono affetto da circa un anno mi porti via. Ma prima di salutarvi voglio porvi le mie sincere e profonde scuse per gli errori gravi e inammissibili che ho commesso nei confronti del Partito… Faccio questa autocritica non con l’intenzione di essere riabilitato e essere riammesso nel Partito. Non merito nemmeno di essere riammesso come simpatizzante. Scrivo queste parole soltanto per ribadire che per me siete il vero e unico Partito del proletariato”. E morto da marxista-leninista il 21 dicembre scorso. Salutiamolo con un applauso.
 
Il PMLI
La fondazione del PMLI ha aperto storicamente la terza fase della storia del movimento operaio organizzato italiano. Le due precedenti fasi sono quelle egemonizzate dai partiti revisionisti e riformisti storici: il PSI, a partire dal 1892, e il PCI, a partire dal 1921, cioè dalla loro fondazione.
La terza fase si realizzerà concretamente nella pratica quando il marxismo-leninismo-pensiero di Mao penetrerà profondamente nel proletariato e questo avrà acquisito la coscienza di classe per sé, che lo spronerà a dare una svolta rivoluzionaria alla lotta di classe e a mirare alla conquista del potere politico.
Questo significa che davanti a noi abbiamo ancora un enorme e difficile lavoro da fare. In questi quaranta anni ne abbiamo fatto tanto ed estremamente qualificato sui piani ideologico, politico, programmatico, organizzativo e giornalistico, creando i presupposti e le migliori condizioni per fare il lavoro futuro.
Tralasciando di parlare di quello fondamentale, in stadio molto avanzato, della costruzione del Partito, qui ricordiamo solo tre nostre battaglie politiche storiche che se fossero state conosciute, condivise e sostenute a livello di massa avrebbero dato un altro sviluppo alla storia del nostro Paese. Non è stato possibile perché non avevamo le forze per propagandarle e perché i media le hanno totalmente ignorate.
Ci riferiamo alla battaglia contro il revisionismo e il riformismo del PCI e a quelle contro la seconda repubblica neofascista e il governo Renzi. La battaglia contro il PCI revisionista e riformista l’abbiamo lanciata nel settembre del 1967, appena siamo scesi nell’arena politica. Questa battaglia la facevano anche alcuni gruppi sedicenti comunisti marxisti-leninisti ma non andavano a fondo. Non toccavano Gramsci, che per noi invece è il capofila del revisionismo di destra italiano, e facevano partire il revisionismo del PCI dalla cosiddetta “svolta di Salerno” effettuata da Togliatti nel 1944. Per noi, come già detto, nasce fin dalla fondazione del PCI con le posizioni revisioniste “ultrasinistre”, dogmatiche e settarie di Bordiga, primo segretario nazionale del Partito.
La battaglia contro la seconda repubblica neofascista noi l’abbiamo iniziata subito al primo sintomo delle sue manifestazioni, quando Craxi nel settembre del 1979 lanciò sull’“Avanti!”, allora organo del PSI, la “Grande Riforma”, quella che il neoduce Renzi voleva realizzare con il famigerato referendum costituzionale del 4 dicembre scorso che, abbinato alla legge elettorale “Italicum”, avrebbe dovuto definitivamente affossare la Costituzione del1948 e instaurare la dittatura neofascista del PD di Renzi.
Il nostro Partito, in un importante documento dell’Ufficio politico, denunciò immediatamente la natura di destra del governo Renzi. Nessun’altra forza politica l’aveva capito, ci sono arrivate dopo, molto dopo. Mentre Grillo definiva Renzi un “ebetino” noi dicevamo che egli era una reincarnazione moderna e tecnologica di Mussolini e Berlusconi e che le sue “riforme” elettorale, istituzionali e costituzionali erano golpiste, fasciste e piduiste.
In queste tre battaglie, e non solo in queste, il PMLI ha dimostrato, tra l’altro, di avere un grande coraggio rivoluzionario e di non temere di battersi anche da solo, come purtroppo continua a esserlo nella battaglia contro il regime neofascista, ignorato da tutti gli altri partiti, compresi i gruppi democratici e antifascisti che si sono battuti contro il referendum, quando è sicuro di essere nel giusto e che è necessario farlo anche per difendere la democrazia borghese.
Un coraggio che esprime nelle sue risoluzioni politiche, nei suoi manifesti e volantini, nei suoi articoli su “Il Bolscevico”, ma anche nelle piazze, come dimostra il video, una gioia per i nostri occhi e per il nostro cuore, che fra poco vedremo. Facciamone un buon uso perché esso,realizzato dalla Commissione per il lavoro di stampa e propaganda del CC del PMLI con l’apporto determinante dei compagni Mino Pasca e Giancarlo, storico fotografo, grafico e operatore del CC, e la collaborazione della compagna Angela, costituisce un prezioso documento della storia del PMLI, un ausilio per la memoria storica del Partito, uno strumento efficace per la propaganda, una fonte di esempio e di ispirazione per le future generazioni del PMLI. Non finiremo mai di ringraziare i suoi Autori per questo splendido regalo di compleanno, anche perché sappiamo quanta fatica, tempo, sacrificio e ansia sono loro costati, dovendo occuparsi nel contempo di altre importanti incombenze di Partito e de “Il Bolscevico”.
Renzi al Lingotto, presentando la sua candidatura a Segretario nazionale del PD, ha detto che “Non basta alzare il pugno e cantare Bandiera Rossa per dirsi di sinistra”. Giusto! Ma se non lo si fa vuol dire che non si è di sinistra, e se si attacca chi lo fa sicuramente si è anticomunisti e fascisti, come è lei camerata Renzi. Allora, compagne e compagni, alziamo il pugno e cantiamo Bandiera rossa. Molto bene!
 
Il Gigante Rosso
La nostra identità ideologica, politica e organizzativa è chiara e ben definita, può piacere o no, ma è chiara e inequivocabile. Non è così per altri che si definiscono comunisti. Solo che l’attuale numero troppo piccolo di militanti e simpatizzanti attivi del Partito non ci consente di esprimere per intero il suo grande potenziale rivoluzionario e di incidere concretamente nella lotta di classe. È quindi necessario decuplicare i nostri sforzi per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso, che è il nostro obiettivo strategico a medio termine.
Il che significa anzitutto che dobbiamo migliorare la nostra militanza sia sul piano ideologico, per essere veramente sicuri che la nostra concezione del mondo sia conforme al materialismo dialettico e al materialismo storico, sia sul piano politico incarnando al meglio le indicazioni di Mao sui marxisti-leninisti in modo da praticare il collettivismo e non l’individualismo, l’altruismo rivoluzionario e non l’egoismo, da mettere gli interessi generali del Partito, del proletariato e della causa al di sopra dei propri interessi personali e familiari.
Il compagno Diego, un quattordicenne campano che vuole entrare nel PMLI, recentemente ci ha scritto: “Voglio essere un comunista perfetto, io nella vita sono già molto educato, ma ora lo sarò di più. Dobbiamo essere perfetti in tutto, perché noi siamo il destino di migliaia di uomini. Dobbiamo essere comunisti in tutto, solo così abbatteremo la bestia del capitalismo”. Come non dargli ragione! Anche se sappiamo che non saremo mai dei marxisti-leninisti “perfetti”. Perché non c’è nulla di perfetto e definitivo, tutto si trasforma e si sviluppa. Quello che conta è l’intensità e la qualità dello sforzo che vogliamo produrre per diventare dei marxisti-leninisti modello come Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao e le nostre compagne e compagni migliori.
Dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso significa in secondo luogo migliorare il nostro lavoro negli ambienti di lavoro, di studio e di vita in cui siamo presenti, sulla base della parola d’ordine “Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare”. Bisogna portare più a fondo, a livello individuale e collettivo, su questa importante parola d’ordine strategica, che è la chiave del nostro radicamento tra le masse. È quindi necessario a livello di base sedersi attorno a un tavolo e discutere i tre elementi che compongono tale parola d’ordine e per ciascuno di essi stabilire cosa fare tenendo presente la situazione concreta in cui si opera, le forze che disponiamo e il principio più qualità e meno quantità.
Dobbiamo essere coscienti che non basta propagandare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, la linea generale del Partito e le denunce e le malefatte del governo centrale; per far breccia nel proletariato e nelle masse e ottenere il loro consenso occorre occuparsi dei loro problemi concreti e immediati e aiutarle a risolverli, problemi che, a parte quelli a carattere generale e nazionale, possono essere diversi da città a città, da fabbrica a fabbrica, da scuola e università a scuola e università. In questo fondamentale e imprescindibile lavoro non possono non essere tenuti sotto attacco i governi locali e regionali, che sono i responsabili più diretti di quello che non va nelle varie città e regioni.
Di sicuro la disoccupazione e la precarietà sono presenti dovunque, quindi bisogna imbastire a tutti i livelli una campagna per la piena occupazione, altro che “reddito di cittadinanza”.
Noi anziani marxisti-leninisti e la generazione successiva sicuramente non vedremo il socialismo, ma sarebbe già una bella gioia vedere prima di morire il nostro amato Partito presente in tutte le regioni d’Italia. In ogni caso grazie per l’impegno che ci avete messo.
A Panama, abbiamo dei compagni che ci guardano con grande attenzione, che ci stimano e ci incoraggiano, come emerge dal loro caloroso messaggio di auguri. Particolarmente significative e toccanti le seguenti parole dei massimi dirigenti del Partito comunista (marxista-leninista) di Panama: “40 anni sono passati da quando i pionieri diedero vita a questa grande iniziativa, a questo nuovo gigante dell’esercito politico della classe operaia. Guardando indietro nella storia del vostro Partito, voi avete schiacciato tutte le tronfie cricche revisioniste, neorevisioniste e traditrici della teoria del partito di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao. Il futuro immediato dell’Italia è passato nelle mani del glorioso e forte PMLI. Ancora uno sforzo in più compagni, e verrà vinta la lotta di classe rivoluzionaria e sarà possibile costruire il socialismo in Italia. Coraggio allora, nulla è stato vano!
Noi comunisti (marxisti-leninisti) di Panama che abbiamo percorso un lungo cammino insieme a voi, dal 1980, ci sentiamo profondamente commossi da questo grande evento commemorativo dei 40 anni di esistenza del PMLI e vi ringraziamo per i vostri insegnamenti e gli esempi di lotta che ci avete dato”.
Nel ringraziare di cuore i compagni panamensi, vogliamo dire a loro e ai militanti del loro Partito che il PMLI farà di tutto per non deluderli, per meritare la loro fiducia, che andrà fino in fondo sulla via dell’Ottobre, che continuerà a lottare a loro fianco contro il comune nemico, l’imperialismo, imparando dalla loro esperienza, e che non farà mai mancare loro il suo sostegno politico nello spirito dell’internazionalismo proletario.

Capitalismo e socialismo
Viviamo in una società capitalista divisa in classi a dittatura della borghesia dove il proletariato, che produce tutta la ricchezza del Paese, ha appena da vivere e non conta nulla politicamente, serve solo per fare arricchire i capitalisti col plusvalore, ossia con la parte della giornata di lavoro in cui l’operaio lavora gratuitamente per il capitalista; dove i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri, ne esistono 4,6 milioni di assoluti e 8,3 milioni relativi, mentre la ricchezza di 157 miliardari equivale a quella di 20 milioni di italiani; dove i disoccupati ufficiali sono tre milioni e più di un giovane su tre è senza lavoro; dove 10 milioni di italiani rinunciano a curarsi per mancanza di soldi; dove 11 milioni e 374.619 mila persone ricevono una pensione da fame; dove il Mezzogiorno è sottosviluppato rispetto al Centro e al Nord dell’Italia; dove quasi metà delle famiglie stenta ad arrivare a fine mese; dove le donne sono sottostimate e ricevono minori salari rispetto agli uomini, costrette al duplice sfruttamento nel lavoro e a casa e soggette alla violenza maschile; dove i giovani non hanno futuro; dove le mafie sono fin dentro l’economia, l’alta finanza e le istituzioni; dove esiste il caporalato e il lavoro nero; dove i terremotati del Centro Italia sono stati lasciati soli; dove gli anziani e i disabili sono sostanzialmente a carico delle famiglie; dove i migranti non hanno gli stessi diritti degli italiani; dove chi osa protestare e scendere in piazza per i loro diritti viene represso e manganellato come ai tempi della dittatura fascista di Mussolini, ne sanno qualcosa le popolazioni del Salento che lottano contro il gasdotto Tap.
Tutto questo va spazzato via con la lotta di classe fino ad arrivare all’insurrezione del proletariato e dei suoi alleati per far posto a una nuova società in cui non vi siano sfruttati e masse oppresse, povertà, disoccupazione, disparità di genere e territoriali e guerre imperialiste, una società in cui vige la dittatura del proletariato, cioè il potere politico ed economico che consente la massima democrazia, libertà e benessere al popolo lavoratore, che crea le condizioni per sopprimere le classi e realizzare l’autogoverno dei lavoratori.
Questa nuova società ha un solo nome: socialismo. Tutte le altre proposte di una nuova società sono semplicemente delle varianti della società capitalista e borghese. La storia e la pratica corrente in Europa e nel mondo, anche nell’America latina col “socialismo del XXI secolo”, lo dimostrano ampiamente.
Il socialismo non è un sogno e nemmeno un’utopia ma un obiettivo reale e concreto che può essere conquistato e lo conquisteremo, indipendentemente dal tempo che ci vorrà. Nel passato il socialismo ha conquistato un terzo del mondo e tendeva a conquistarne il resto, sennonché i revisionisti l’hanno bloccato.
Ciò che è stato possibile ieri perché non dovrebbe essere possibile oggi? Noi siamo comunque certi che il futuro non è del capitalismo e della borghesia, bensì del socialismo e del proletariato. È inevitabile in conseguenza dell’esistenza delle classi, delle contraddizioni di classe, dei conflitti di classe, della contraddizione fondamentale tra capitale e lavoro e della contraddizione principale tra il proletariato e la borghesia.
Chi vuole spendere la propria vita per il luminoso futuro socialista, chi vuol fare come i russi nell’Ottobre del 1917, pensiamo soprattutto alle operaie e agli operai e alle ragazze e ai ragazzi coscienti e informati, non ha che da prendere il posto di combattimento nel PMLI o stringersi ad esso come simpatizzante.
Tutti i governi che si oppongono al socialismo vanno combattuti e cacciati, compreso quello attuale Gentiloni, quantunque costui usi un’aria dimessa e un linguaggio vellutato, cura gli affari della borghesia e del capitalismo italiani portando avanti la politica di Renzi: lacrime e sangue all’interno e interventismo all’estero. Lo comprovano, tra l’altro, il decreto Minniti, il nuovo Scelba, sulla “sicurezza e il decoro urbano” che trasforma i sindaci in sceriffi per perseguire i poveri, gli emarginati e chi si oppone al regime neofascista, il decreto Minniti e Orlando che criminalizza gli immigrati, la Flat tax che premia i super ricchi e fa dell’Italia un “paradiso fiscale”, 8 decreti attuativi della “Buona scuola” che danneggiano gravemente gli studenti e gli insegnanti e le famiglie con figli disabili o con problemi di apprendimento, il nuovo “modello di difesa” che proietta l’imperialismo italiano nel Mediterraneo, una politica militare bellicista e colonialista che costa ufficialmente al popolo italiano 55 milioni al giorno, in realtà potrebbero essere 60 milioni, e che diventeranno 93 milioni al giorno se viene accolta la richiesta del dittatore fascista Trump di portare gli investimenti di ciascun paese europeo per la Nato al 2% del Prodotto interno lordo.
Gentiloni, come il suo maestro e ispiratore Renzi, è un pericoloso guerrafondaio, come dimostra anche il suo immediato appoggio al bombardamento della Siria da parte del presidenti degli Usa.
Il proletariato e il suo Partito, nonché le forze politiche e sociali autenticamente anticapitaliste non possono certo riconoscersi e appoggiare alcun governo che difende il capitalismo e le sue istituzioni, anche se si definisce di sinistra o se è egemonizzato dal M5S. Il loro posto naturale di combattimento è all’opposizione. Il PMLI comunque starà all’opposizione di tali governi e continuerà a chiedere all’elettorato di sinistra di usare con determinazione l’arma dell’astensionismo elettorale tattico considerandolo come un voto dato al PMLI e al socialismo, ciò vale anche per le elezioni amministrative del prossimo giugno. Convinti come siamo che solo tenendo fermo questo atteggiamento di classe anticapitalista, antigovernativo, anti istituzionale e astensionista elettorale è possibile far maturare la coscienza e la mobilitazione rivoluzionarie delle masse proletarie e popolari e delle nuove generazioni e accumulare le forze rivoluzionarie sociali, politiche e culturali necessarie per abbattere il capitalismo e il potere della borghesia e conquistare il socialismo e il potere politico del proletariato.
Come abbiamo imparato da Mao, e come abbiamo fatto in questi lunghi ed educativi anni, “Dobbiamo lasciarci infiammare dalle grandi e sublimi aspirazioni proletarie, osare aprire sentieri mai esplorati e scalare vette mai raggiunte” . Militanti e simpatizzanti attivi del PMLI rimaniamo uniti e in cordata, aiutandoci l’un l’altro a scalare le montagne che ci attendono nella nostra Lunga Marcia politica e organizzativa.
Che il cinquantenario del PMLI ci trovi ancora assieme e con moltissimi altri militanti e simpatizzanti attivi presenti in tante nuove città, in modo da avere le forze e i mezzi per poterlo festeggiare in piazza!
Viva, viva, viva il glorioso PMLI!
Onore e gloria ai fondatori del PMLI fedeli alla causa!
Onore ed eterna riconoscenza alla compagna e ai compagni scomparsi: Nerina Paoletti, alias Lucia, Cirano Biancalani, Vincenzo Falzarano, Giuseppe Lepore, Marco Marchi, Ferruccio Panico, Salvatore Zunica!
Avanti, avanti, avanti sulla via dell’Ottobre tenendo alta la bandiera del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, la via della vittoria del proletariato sulla borghesia, del socialismo sul capitalismo, del marxismo-leninismo-pensiero di Mao sul revisionismo e il riformismo!
Avanti, avanti, avanti con forza e fiducia verso l’Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!

12 aprile 2017