Vertice imperialista a Lucca
Il G7 esteri mette al centro la “lotta al terrorismo e all'estremismo violento” e la “distruzione” dello Stato islamico
Il vertice dei ministri degli Esteri dei paesi del G7 che si è tenuto il 10 e 11 aprile a Lucca è caduto tra il bombardamento missilistico americano del 7 aprile sulla base siriana di Shayrat e la visita del segretario di Stato americano Rex Tillerson a Mosca dove il 12 aprile incontrava il collega Lavrov e il presidente Vladimir Putin. Il tema centrale all'ordine del giorno era evidentemente la crisi siriana e il ruolo militare ancora più attivo da parte dell'imperialismo americano in un terreno finora lasciato quasi completamente al concorrente imperialismo russo. Con le relazioni tra Trump e Putin in rapida evoluzione, il vertice di Lucca ha solidarizzato con gli Usa sulla Siria ma nel comunicato finale ha dato il primo posto a un tema che mette tutti d'accordo e cementa l'unione fra i sette paesi imperialisti, la comune volontà di mettere al centro la “lotta al terrorismo e all'estremismo violento” e la “distruzione” dello Stato islamico (IS).
Il comuncato finale del vertice cui hanno partecipato l'americano Rex Tillerson e i ministri degli Esteri italiano Angelino Alfano, tedesco Sigmar Gabriel, francese Jean Marc Ayrault, britannico Boris Johnson, giapponese Fumio Kishida e canadese Chrystia Freeland, iniziava con la “ferma condanna degli atti di terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni”, e inviava “un forte messaggio che la violenza è una risposta inaccettabile a questioni politiche o ideologiche”. Come se le bombe imperialiste sganciate quotidianamente in Medio Oriente, dalla Siria all'Afghanistan passando per l'Iraq, che causano tra le altre stragi di civili, fossero “questioni filosofiche” invece che crimini contro l'umanità, atti di terrorismo di Stato che generano altro terrorismo. I Sette paesi imperialisti pretenderebbero che i popoli dell'area subissero passivamente bombardamenti, attacchi e occupazioni militari e che non si ribellassero ai regimi reazionari amici.
Il primo obiettivo dei sette paesi imperialisti resta in particolare la sconfitta dello Stato islamico. “Ci congratuliamo per la coesione e i risultati conseguiti dalla Global Coalition ed esortiamo tutti i Paesi della Coalizione affinché mostrino ancor più grande determinazione nel raggiungere l’obiettivo finale di distruggere ISIL/Da’esh”, esultavano i Sette per i succesi militari in Siria e Iraq e si impegnavano: “a proseguire nell’azione volta a completare la liberazione dei territori posti sotto il controllo dell’ ISIL/Da’esh, in particolare Raqqa e Mosul. Tutto ciò al fine di distruggee ISIL/Da’esh definitivamente”. Al prezzo di distruggere villaggi e città, ridotte a cumuli di macerie, e stragi di civili.
La fine dell'intervento mlitare e la trattativa diplomatica non sono opzioni minimamente considerate dai Sette verso l'IS, sia in Siria che in Iraq. “È nostra ferma intenzione – ripeteva il comunicato - sconfiggere ISIL/Da’esh in Iraq e in Siria. Lavoreremo insieme ai partner locali per salvaguardare l’area dal riemergere di ISIL/Da’esh o di altre organizzazioni terroristiche. A tal fine lanciamo un appello per una riforma inclusiva e una riconciliazione in Iraq, una transizione politica reale in Siria, secondo quanto previsto dal Comunicato di Ginevra del 2012 e dalla Risoluzione 2254 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU ed anche per l’assistenza umanitaria, per l’immediata stabilizzazione delle aree liberate dall’ISIL/Da’esh, sostenendo la governance nelle zone sotto il controllo dell’opposizione in Siria, garantendo il ripristino dei servizi pubblici, lo Stato di diritto e un rientro sicuro, sostenibile e su base volontaria dei rifugiati e degli sfollati interni (IDP). Ribadiamo l’importanza di preservare le caratteristiche multietniche, multi-religiose e multiconfessionali delle società irachena e siriana”. Caratteristiche che secondo il G7 sono preservate intanto a suon di bombe, poi liquidato l'IS si vedrà; a dire il vero il primo modello di Stato instaurato dai paesi imperialisti in Iraq finora ha funzionato esattamente al contrario sostituendo il dominio della componente sunnita con quello sciita.
Se a manovrare il futuro dei popoli sono le maggiori potenze imperialiste o i loro alleati regionali è molto facile che il passaggio di un paese sia da una dittatura a un'altra. Come quella che il G7 prefigura per la Siria.
Tillerson portava a casa il sostegno degli alleati imperialisti al bombardamento Usa in Siria sulle forze del regime di Assad, che accettavano le motivazioni della Casa Bianca: “Siamo sconvolti e inorriditi per le notizie sull’uso di armi chimiche durante l’attacco aereo del 4 aprile su Khan Shaykhun nella parte meridionale di Idlib. (…) La successiva azione militare degli Stati Uniti sulla base aerea di Shayrat è stata una risposta, attentamente calibrata e limitata nella sua portata, ad un crimine di guerra. Era mirata ai bersagli militari siriani direttamente collegati all’attacco con le armi chimiche del 4 aprile, con lo scopo di prevenire e scoraggiare la proliferazione e l’uso di armi chimiche letali in Siria”.
Quanto al futuro del paese i Sette a Lucca si sono incontrati anche con i ministri degli Esteri di Turchia, Qatar, Arabia Saudita, Giordania ed Emirati Arabi, invitati dal padrone di casa Alfano su indicazione degli Usa, per rafforzare il fronte dei paesi che vogliono contenere Russia e Iran nel loro sostegno a Assad. Su questo argomento ci sta anche la Turchia, pur alleata con la Russia. Sosteneva Tillerson che “sono in corso dei passi per organizzare una coalizione per rimuovere Assad dal potere, anche se il primo obiettivo degli Usa nella regione è quello di combattere l'IS”.
19 aprile 2017