Manovra aggiuntiva da 3,8 miliardi per pagare il conto lasciato da Renzi
Nuovo condono fiscale e supermulte sui bus. Niente rifinanziamento al fondo per i disabili e alla spesa sociale e tagli ai ministeri e agli enti locali. Regali sontuosi ai petrolieri e agli amici di Renzi e Lotti
a settembre in arrivo la tremenda stangata del Fiscal compact
Come da copione il conto della “flessibilità” ottenuta lo scorso autunno da Renzi per la legge di Bilancio 2017, onde potervi inserire qualche mancia elettorale utile per vincere il referendum, viene presentato adesso dalla Ue, posticipato solo di qualche mese, al governo Gentiloni, che si ingegna a farlo pagare alle masse sotto forma della classica manovra “aggiuntiva”, o manovra-bis che dir si voglia. Una “manovrina”, come è stata chiamata, da 3,8 miliardi, contenuta in un decreto-omnibus da ben 68 articoli, perché tramite di esso vengono contrabbandate anche tutta una serie di leggi e leggine, dal decreto Enti locali fino al torneo mondiale di Golf, utili alle varie lobby e consorterie che ruotano intorno ai ministeri.
Questi 3,8 miliardi, lo 0,2% del Pil, da reperire attraverso nuove entrate fiscali e tagli alla spesa, dovrebbero servire a coprire una ulteriore riduzione dello 0,2% del deficit, dal 2,3% per il 2017 previsto a settembre al 2,1%, come chiesto da Bruxelles per compensare il margine (a puro scopo elettorale) concesso a suo tempo a Renzi. Soldi sottratti ai consumi e agli investimenti, e quindi dagli effetti recessivi sulla già asfittica economia, ma il ministro Padoan non se ne preoccupa tanto che ha fissato nel Def (documento di economia e finanza approvato l'11 aprile dal Consiglio dei ministri insieme alla bozza della manovra), un'ottimistica crescita del Pil del 1,1% anche per quest'anno.
Ma il peggio deve ancora arrivare, e arriverà puntualmente in autunno con la nuova legge di Bilancio, ex legge di Stabilità, già legge Finanziaria. Nell'accordo di Renzi con Bruxelles non era infatti contemplato lo slittamento del pareggio di bilancio, fissato entro il 2019 (tra l'altro il termine per chiederne il posticipo scade a fine 2017, ma il governo non sembra curarsene). Per raggiungerlo occorrerà spremere dai lavoratori e dalle masse popolari italiane qualcosa come 35-40 miliardi in tre anni. E una congrua parte sarà richiesto già dalla prossima Finanziaria. Anche perché il governo Renzi ha firmato una clausola di salvaguardia tale che, se il Fiscal compact non venisse rispettato nei tempi e nelle quote, attraverso nuove entrate fiscali e tagli alla spesa, scatterebbero degli aumenti automatici delle aliquote Iva e accise sulla benzina (entrate queste certe) per circa 20 miliardi già dal prossimo autunno.
Mentre scriviamo non è ancor noto il testo definitivo del decreto, anche perché ha subito rimaneggiamenti in corso d'opera fino a un minuto prima della firma da parte di Mattarella. Per cui il suo contenuto, che qui di seguito esponiamo nei suoi punti più significativi, si basa su quanto riportato via via dalla stampa. Ci sarà comunque modo di precisare e approfondire meglio le singole misure quando sarà in discussione in parlamento, anche perché con l'avvicinarsi delle elezioni amministrative ci sarà da aspettarsi il solito “attacco alla diligenza” da parte delle cosche parlamentari.
Condono fiscale
Dopo la “voluntary disclosure” e la “rottamazione delle cartelle Equitalia” inventate da Renzi per ingraziarsi gli evasori fiscali e guadagnare qualche voto, il governo Gentiloni si è inventato la “sanatoria sulle liti tributarie”, ovvero un altro bel condono fiscale mascherato, il terzo in tre anni. Si tratta di “rottamare”, ricavandone soldi “pochi, maledetti e subito”, anche il contenzioso fiscale pendente nelle commissioni tributarie e in Cassazione, e che ammonta alla non indifferente cifra di 32 miliardi. L'ultima volta che fu fatto, nel 2012, fruttò però appena 170 milioni. Ma per il governo tutto fa brodo.
Imposte su giochi e tabacchi
Aumenta la tassa sulle vincite sopra i 500 euro, la cosiddetta “tassa sulla fortuna”, che passa dal 6% al 12%, e quella sul Lotto che sale dal 6% al 8%. Il Preu (prelievo erariale unico sulle slot) sale al 19%, mentre quello sulle videolotteries è fissato al 6%. Da queste misure il governo si aspetta di ricavare 300 milioni nel 2017 e altri 700 dal 2018. Aumentate anche le accise sulle sigarette, con un gettito supplementare previsto di 200-300 milioni.
Versamenti Iva
Dal primo luglio scatterà lo “Split payment” allargato dell'Iva alle società partecipate dallo Stato e ai professionisti che lavorano con la pubblica amministrazione. L'Iva sarà cioè versata direttamente all'erario. Ci sarà anche una riduzione della compensazione tra debiti e crediti fiscali, tramite l'abbassamento da 15 mila a 5 mila euro del tetto sotto al quale la compensazione può avvenire senza il visto di conformità. Da questa sola misura, che penalizzerà notevolmente le piccole aziende, il governo si aspetta un gettito di 900 milioni.
Tassa sugli affitti brevi
Dal primo giugno scatterà una cedolare secca del 21% sugli “affitti brevi” sotto i 30 giorni, quelli cioè riguardanti le case vacanze e gli immobili affittati tramite i portali web AirBnb, Booking e similari. Tali soggetti di intermediazione saranno tenuti ad esercitare la funzione di sostituti di imposta per conto dell'erario, trattenendo al cliente la tassa da pagare, con multe per gli inadempienti fino a 2.000 euro.
Supermulte sugli autobus
È previsto un drastico inasprimento delle multe fino a 200 euro per chi viaggia sui mezzi pubblici senza biglietto. Le aziende potranno servirsi anche di controllori esterni, come ad esempio agenti di polizia “qualificabili come agenti accertatori”. Le registrazioni delle telecamere a circuito chiuso presenti sui mezzi e alle fermate potranno essere utilizzate come prova giudiziaria. Mentre da una parte il governo è di manica larga con i grandi evasori fiscali, concedendo loro un condono dietro l'altro, dall'altra fa la faccia feroce con migranti, nomadi, senza fissa dimora, emarginati ecc., dietro il pretesto demagogico di recuperare qualche spicciolo, sapendo benissimo che chi non ha i soldi per pagare il biglietto tanto meno li avrà per pagare multe così abnormi.
Abolizione della tassa sulle trivelle
Dopo Renzi anche Gentiloni ha fatto un altro bel regalo ai petrolieri abrogando Ici, Imu e Tasi sulle piattaforme petrolifere. In base ad una sentenza della Cassazione avrebbero dovuto infatti pagare gli arretrati anche per gli anni scorsi, invece il governo le ha cancellate con un bel tratto di penna, con il cavillo che secondo la “norma interpretativa” di quella sentenza le costruzioni in mare non rientrano “tra i fabbricati iscritti o iscrivibili nel catasto fabbricati”.
Concesso anche un bonus fiscale aggiuntivo a favore delle aziende per incentivare i premi di produttività rispetto alla contrattazione collettiva.
Norma pro-stadio della Roma
Tra le varie norme fatte su misura per gli amici degli amici c'è anche quella per favorire la società che vuole ancora a tutti i costi la costruzione dello stadio della Roma: la norma, che riguarda la costruzione e la ristrutturazione degli impianti sportivi, ha infatti lo scopo di spianare la strada alla costruzione anche di edifici non direttamente legati al nuovo stadio nell'area limitrofa dove dovrebbe sorgere, nonché alle eventuali demolizioni e ricostruzioni che si rendano necessarie. Norma quest'ultima chiaramente pensata per sbarazzarsi dell'“ingombrante” (anche dal punto di vista dei vincoli storico-architettonici che vi insistono sopra) ippodromo di Tor di Valle.
97 milioni pubblici al torneo di Golf caro a Lotti
Nonostante la palese mostruosità di un tale sperpero di fondi pubblici per uno sport tipicamente elitario e da ricchi, tanto che la norma ad hoc fortemente voluta dal ministro (inquisito) dello Sport, Luca Lotti, era stata più volte respinta, e di recente addirittura dal presidente del Senato, Grasso, l'articolino che concede alla società organizzatrice la garanzia dello Stato fino a 97 milioni per lo svolgimento in Italia nel 2022 della Ryder Cup, il campionato mondiale di Golf, stavolta è riuscito ad entrare felicemente in questa manovra.
Renzi e Lotti erano già riusciti a nascondere il finanziamento diretto di 60 milioni alla manifestazione nell'ultima legge di Bilancio, ma non erano riusciti a far passare anche la fideiussione statale da 97 milioni, per cui la palla è passata al governo Gentiloni. A febbraio Lotti aveva tentato di inserire la norma nel decreto Salva banche, ma Grasso gliel'aveva stralciata. Ora il gioco è fatto. Con lo stesso sistema, sfruttando cioè il decreto-omnibus, sono entrati anche i fondi per permettere a Cortina d'Ampezzo di ospitare le finali di Coppa del mondo e dei Campionati mondiali di sci alpino, nel 2020 e 2021.
Tagli agli investimenti e alla spesa dei ministeri
Si parla di 650 milioni, che nel 2018 dovrebbero salire a 1 miliardo. Non ci sono poi i 650 milioni tagliati da Renzi alle Province e che con il governo aveva promesso di reinserire nel decreto per evitare il blocco dell'erogazione dei servizi, che sono ormai al collasso, il particolare la manutenzione della rete stradale: ci sono solo 110 milioni per il 2017 e 80 l'anno dal 2018, più altri 100, ma solo per quest'anno, per la manutenzione stradale.
Non rifinanziato il fondo per le non autosufficienze
A fronte di non trascurabili regali a ricchi e imprese speculative, nel decreto non c'è traccia in compenso dei 485 milioni tagliati al fondo per le non autosufficienze e alle politiche di sostegno sociale, che il 17 marzo scorso il ministro Poletti aveva promesso sarebbero stati ripristinati con la manovra di aggiustamento.
Il taglio era stato fatto come conseguenza di un accordo Stato-Regioni del 23 febbraio scorso, per ripartire 2,7 miliardi di tagli alle Regioni sul 2017 imposti dalle manovre finanziarie del governo Renzi, di cui 2,2 miliardi per poter coprire il famoso bonus elettorale di 80 euro. Così per finanziare in sostanza la politica di mance elettorali di Renzi, si è arrivati a scippare tra l'altro 50 milioni dal fondo che sostiene disabili, malati gravi e familiari che li assistono, e altri 211 da quello per le politiche speciali, che sostiene asili nido, le famiglie più povere, l'assistenza domiciliare, i centri anti-violenza e così via.
Dopo le proteste delle associazioni dei disabili e interrogazioni parlamentari del M5S e di SI, alla fine il governo si è “accorto dell'errore”, e ha promesso di rimettere i 211 milioni nel fondo per le politiche sociali, e di incrementare quello per la non autosufficienza di 37 milioni destinati al trasporto dei disabili, e con l'impegno delle Regioni ad aggiungere da parte loro altri 50 milioni. Ma nel decreto del governo non ce n'è la minima traccia.
Norma pro-Alitalia
Il governo stanzia un aumento fino a 300 milioni al capitale di Invitalia per il 2017. Serviranno da garanzia per l'ennesimo “salvataggio” di Alitalia a rischio fallimento, ovvero per salvare i soldi degli azionisti privati che ne detengono il capitale, una volta fatto digerire ai lavoratori l'ennesimo accordo-capestro. Salvataggi che in tutti questi anni da che dura la sua crisi sono già costati ben più della sua nazionalizzazione che ci si ostina a non prendere in considerazione invece deve essere immediatamente realizzata
Matrimonio Ferrovie-Anas
Via libera all'unione tra le due società che darà vita ad un colosso da 10 miliardi di fatturato, di cui 7 apportati da Fs e 3 da Anas, e di 75 mila dipendenti (69 Fs e 6 Anas) che gestirà l'intera rete ferroviaria e autostradale d'Italia. Per fare cassa Padoan avrebbe voluto aggiungere anche la quotazione in Borsa di Trenitalia, ossia la sua privatizzazione insieme ad un'altra tranche di Poste, ma Delrio si è opposto. Renzi al momento ha imposto al governo uno stop all'intera partita delle privatizzazioni, perché non gli va che a gestirla sia qualcuno al di fuori di se stesso.
26 aprile 2017