Scuderi ci sprona a mettercela tutta per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso

di Giordano – Paola (Cosenza)
Con grande piacere e attenzione ho letto sul glorioso “Il Bolscevico” l'Editoriale e il discorso del compagno Giovanni Scuderi per il 40° Anniversario della fondazione del PMLI.
Nell'Editoriale il compagno Scuderi, in maniera esaustiva ancorché concisa, spiega come il PMLI (e prima ancora l'OCBI-ml) sia nato, nel fuoco della lotta di classe divampata in Italia in quegli anni, grazie all'opera di Mao e in particolare alla sua titanica lotta contro il revisionismo moderno, ennesima corrente borghese interna al movimento operaio, che portò alla restaurazione del capitalismo nell'Urss con il colpo di stato di Kruscev al XX congresso del Pcus.
Fondamentale, per i marxisti-leninisti italiani, fu dunque l'ultimo immortale capolavoro politico di Mao: la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, ideata e diretta dallo stesso Mao per impedire la restaurazione del capitalismo nella Repubblica Popolare Cinese.
Come Mao divenne marxista-leninista grazie alla Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre del 1917, così i primi pionieri del Partito divennero autentici comunisti grazie a Mao e alla sua opera, che aprì loro gli occhi sulla natura borghese e controrivoluzionaria del revisionismo moderno, spingendoli a imboccare la via universale per la conquista del potere politico da parte del proletariato rappresentata dall'Ottobre, fondando il PMLI.
In passato, dopo l'Ottobre del 1917, i comunisti italiani si separarono dai riformisti del PSI, per seguire le orme di Lenin e Stalin, fondando il PCI, ma fin da subito con Bordiga e il suo “ultrasinistrismo” e poi con Gramsci, Togliatti e successori con il loro revisionismo di destra, questo partito si è dimostrato un partito solo formalmente comunista, in realtà non è mai stato il partito del proletariato italiano, ma un partito borghese il cui carattere fondamentale fu l'inganno politico (vedi il fondamentale documento del CC del PMLI sul PCI redatto dopo la sua liquidazione nel 1991: Bilancio della storia del PCI).

Un Partito fedele al socialismo e al marxismo-leninismo-pensiero di Mao
Il PMLI invece fin dalla sua nascita e come dimostra la sua storia e i suoi Congressi è sempre rimasto fedele al socialismo e al marxismo-leninismo-pensiero di Mao, alla via dell'Ottobre e non l'abbandonerà mai.
Anche perché l'unica alternativa al capitalismo è rappresentata dal socialismo e quest'ultimo (tappa intermedia per la realizzazione del comunismo) può essere raggiunto solo seguendo la via dell'Ottobre.
In questo quadro il PMLI è disposto a unirsi con tutte le forze che si dichiarano favorevoli al socialismo, sulle questioni di comune interesse e nelle lotta contro il capitalismo e i suoi governi, pur restando intatte le differenze di carattere ideologico, organizzativo e strategico.
Così come pratica da sempre un'ampia politica di fronte unito per difendere e attuare le conquiste della Costituzione democratico-borghese del 1948, senza però appiattirsi su di essa, che d'altra parte è stata ridotta a carta straccia come dimostrano le controriforme del lavoro, scolastiche, sanitarie, la perdita di sovranità dell'Italia nei confronti dell'Ue imperialista (che non si può riformare e va distrutta cominciando a tirarne fuori l'Italia) le politiche di bilancio e fiscali, sulla giustizia, il rilancio dell'interventismo imperialista, la restrizione degli spazi di democrazia borghese e così via.
Esiste dunque una costituzione materiale oggettivamente neofascista, anche se il suo completamento definitivo è stato bocciato con la schiacciante vittoria del NO al referendum del 4 dicembre.
Un cambiamento sostanziale in Italia è possibile solo con la lotta di classe contro il capitalismo e i suoi governi e per il socialismo, lottando per migliorare le condizioni di vita, lavoro, salute e studio delle masse, contro l'imperialismo e per la conquista del potere politico da parte della classe operaia, delegittimando le istituzioni rappresentative borghesi con l'astensionismo tattico marxista-leninista, lottando per dare un corpo da Gigante Rosso al PMLI, condizione indispensabile per condurre il proletariato al potere e vincere tutte le battaglie contro la borghesia a medio e lungo termine.

Discorso potente, profondo e commovente
Davvero potente, profondo e commovente il discorso tenuto alla rossa Festa per il 40° del PMLI dal compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale e cofondatore del Partito. Egli ha iniziato ringraziando i militanti e i simpatizzanti attivi del Partito e non è certo solo come un fatto rituale.
Senza militanti e simpatizzanti il PMLI non potrebbe esistere, avrebbe solo la testa ma non il corpo e non potrebbe assolvere a nessuno dei suoi compiti storici, al limite potrebbe essere considerato l'embrione di un partito ancora da sviluppare o un'associazione culturale legata ai Maestri e agli eventi del passato, ma dal punto di vista della lotta di classe sarebbe del tutto insufficiente.
Il PMLI è quindi un partito di quadri, secondo il modello bolscevico, ma essi vivono e devono operare fra le masse, come pesci nell'acqua, aiutandole a risolvere i loro problemi. D'altra parte “il popolo e solo il popolo è la forza motrice che crea la storia del mondo” diceva Mao.
Toccante l'omaggio di Scuderi ai militanti deceduti che così tanto hanno dato e continuano a dare con il loro esempio agli autentici comunisti e alle generazioni future, come toccante è la solidarietà alla compagna Patrizia vittima delle manganellate del regime nell'ambito della lotta NO TAP.
La Festa per il 40° del Partito è la testimonianza per Scuderi di un vero e proprio “miracolo politico” che dimostra come diceva Mao che “nulla vi è di impossibile al mondo per chi osa scalare le vette più alte” . E di alte vette in mezzo secolo (considerando anche gli anni dell'OCBI-ml) i marxisti-leninisti italiani ne hanno dovute scalare parecchie, per usare un eufemismo.
La povertà di mezzi e risorse, il tradimento di militanti e dirigenti, alcuni della prima ora, i processi e le persecuzioni poliziesche e giudiziarie, l'ostracismo dei mass-media e delle forze politiche a destra del PMLI (basti pensare al PCI, il più grande partito revisionista non al potere del mondo, il cui servizio d'ordine spesso aggrediva i marxisti-leninisti) e a “sinistra”, i gruppi “ultrasinistri” e trotzkisti che hanno spinto sul terreno suicida del terrorismo controrivoluzionario centinaia di migliaia di giovani. Gruppi questi poi completamente scomparsi e i cui dirigenti spesso e volentieri sono passati apertamente con la borghesia e l'imperialismo, ma che allora contendevano il terreno rivoluzionario al PMLI.
Da ricordare ancora la mancanza di legami internazionali, visto che il PMLI nasce dopo la morte di Mao, quando purtroppo anche la Cina stava cambiando colore, l'infiltrazione di agenti della borghesia all'interno del Partito, le calunnie, le provocazioni, il rigido black-out stampa.

Lo spirito proletario rivoluzionario del PMLI e il suo miracolo politico
Nonostante questo, con lo stesso spirito con il quale Yu Kung rimosse le montagne, il PMLI è cresciuto qualitativamente e quantitativamente, temprandosi nella lotta di classe e conquistando enormi successi e consensi nella lotta di classe, contro le guerre imperialiste, per la difesa e l'estensione dei diritti dei lavoratori e delle masse (da ricordare fra le tante almeno la storica partecipazione al Circo Massimo della delegazione nazionale del PMLI diretta dallo stesso Scuderi, salutata con un'ovazione dai milioni di partecipanti in difesa dell'art.18, 23 marzo 2002) e così via.
Questo miracolo politico per Scuderi è stato prodotto da almeno 4 fattori fondamentali:
Primo: Mao e la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria cinese, suo immortale ultimo capolavoro politico che ha aperto gli occhi ai sinceri comunisti italiani circa il carattere borghese e anticomunista del revisionismo moderno.
Secondo: i primi pionieri dell'OCBI-ml e quindi del PMLI (fra i quali lo stesso Scuderi), quelli successivi e i fondatori del Partito ancora fedeli alla causa: il loro spirito indomito e la loro esperienza nella lotta di classe, oltre ai meriti storici scritti a caratteri d'oro nella storia del movimento operaio internazionale, li rende punti di riferimento insostituibili per i più giovani.
Terzo: i 5 Congressi nazionali tenuti dal PMLI dalla sua fondazione e il Centro del Partito (che rappresenta il Congresso stesso fra un Congresso e l'altro) il CC e l'UP.
I massimi dirigenti del PMLI hanno onorato il posto di combattimento affidato loro dal Partito tenendo ben dritta la bandiera del socialismo e del marxismo-leninismo-pensiero di Mao.
L'unità del gruppo dirigente per Scuderi è l'arma più potente di cui dispone il PMLI e va salvaguardata ad ogni costo (rispettando il centralismo democratico e praticando la critica e l'autocritica) per impedire che esplodano contraddizioni antagonistiche insanabili che rischierebbero di distruggere tutto il lavoro fin qui svolto e travolgere tutto il PMLI.
Delicatissima sarà la fase del passaggio delle consegne tra l'attuale e il futuro Segretario generale del PMLI.
Quarto: i militanti di base del Partito e i simpatizzanti attivi, i quali, con lo stesso spirito pioneristico dei fondatori e dei dirigenti nazionali, applicano la linea generale e la linea di massa del Partito nella propria realtà locale.
La militanza marxista-leninista è dura, poiché chi la vive si trova ad andare contro corrente (apparentemente, in realtà è un effetto del motore della storia, ad eccezione delle prime comunità primitive: la lotta di classe, che spinge per il nuovo mondo e per la liquidazione di quello vecchio) e non è semplice rivoluzionarizzare la propria concezione del mondo e la propria pratica sociale, tant'è vero che la borghesia ha risucchiato decine di militanti del PMLI.
Quelli rimasti e i simpatizzanti attivi tenendo duro però hanno aperto la terza fase della storia della lotta di classe in Italia tra la borghesia e il proletariato, dopo la prima dominata dal riformismo del PSI dal 1892 al 1921, e la seconda dominata del revisionismo del PCI dal 1921 fino appunto alla fondazione del PMLI nel 1977.
Sono da ricordare di questi 40 anni almeno 3 battaglie storiche del Partito, che avrebbero dato altro corso alla lotta di classe se il PMLI avesse avuto più forza nel farle conoscere alle masse:
- la lotta contro il PCI revisionista, fatta solo a parole da altri gruppi dell'allora “galassia marxista-leninista”, e fino in fondo, teoricamente e praticamente, solo dal PMLI, denunciando il carattere borghese e controrivoluzionario di questo partito fin dai tempi dell'“ultrasinistro” Bordiga e del destro revisionista Gramsci;
- la lotta del PMLI contro la seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e interventista fin dal suo lancio avvenuto con Craxi nel 1979;
- la lotta contro il camerata Matteo Renzi, reincarnazione moderna e tecnologica di Mussolini, di Craxi e dello stesso Berlusconi, che fin dall'avvento del suo nero governo fu denunciato dal PMLI come “nemico pubblico numero uno” del nostro popolo invitando le masse e tutti gli antifascisti coerenti e conseguenti ad abbatterlo dalla piazza.

La strada fatta e quella da fare
Insomma in questi 40 anni il Partito di strada ne ha fatta tanta e tutta in salita, ma quello che ha conquistato non può toglierglielo nessuno.
La lunga marcia politica e organizzativa sulla via dell'Ottobre continua e in questo quadro Scuderi rilancia la realizzazione dell'obiettivo strategico a medio termine sul quale è concentrato tutto il PMLI: l'acquisizione di un corpo da Gigante Rosso (la testa è già rossa e forte).
Il Partito ha bisogno di un numero maggiore di militanti e simpatizzanti per poter svolgere i suoi compiti e funzioni e rimuovere via via tutti gli ostacoli che si frappongono alla conquista del potere politico da parte del proletariato.
D'altra parte il socialismo è oggettivamente e scientificamente l'unica alternativa al capitalismo, perché lo diventi anche soggettivamente il PMLI deve svolgere il suo ruolo di avanguardia della classe operaia fino in fondo, facendole acquisire coscienza di essere classe per sé (e non solo in sé), cosa possibile appunto con un corpo più grande di quello attuale, ancora insufficiente.
Per acquisirlo il compagno Scuderi sprona a migliorare la trasformazione della propria concezione del mondo in senso proletario, attraverso lo studio del materialismo dialettico e storico e prendendo a modello nell'azione politica e nello stile di vita le splendide dieci citazioni di Mao sui marxisti-leninisti pubblicate su “Il Bolscevico”, prendendo a modello i Maestri e migliorando qualitativamente il proprio lavoro, così da poterlo migliorare anche quantitativamente, in base alla parola d'ordine sempre attuale del partito: “Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare”, conquistandosi la fiducia delle masse, avendo a cuore i loro problemi e aiutandole a risolverli.
Solo il socialismo può salvare l'Italia e l'intera umanità dall'imperialismo, senza socialismo non vi è futuro per il proletariato, ma solo guerra, miseria, disoccupazione, sfruttamento, precarietà, diritti negati, repressione e tutte le altre “delizie” (i dati elencati da Scuderi sono inequivocabili) che derivano da questa struttura economica, fondata sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e le sue relative sovrastrutture.
Ma senza il PMLI non vi sarà mai il socialismo, questo è il punto.
Scuderi ci sprona dunque a mettercela tutta per dotarlo di un corpo da Gigante Rosso, ad applicare la sua linea generale e di massa, praticare un'accorta e efficace politica di fronte unito, marciando uniti e combattivi sulla via dell'Ottobre contro l'Ue imperialista, il capitalismo italiano e i suoi governi locali e nazionali, per fare esplodere la lotta di classe, capovolgere cielo e terra e realizzare l'Italia unita, rossa e socialista!
Evviva, evviva, evviva il compagno Giovanni Scuderi, grandioso esempio di marxista-leninista (da ben 50 anni) e il suo rosso discorso al 40° Anniversario della fondazione del Partito del proletariato, della riscossa e del socialismo!
Nel centesimo Anniversario dell'immortale capolavoro politico del proletariato russo diretto dai bolscevichi di Lenin e Stalin, avanti sulla via dell'Ottobre!
Fuori l'Italia dall'Ue imperialista!
Spazziamo via il governo Gentiloni, fotocopia di quello di Renzi!
Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
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Il compagno Giordano, assente alla Festa per il 40° Anniversario della Fondazione del PMLI per motivi economici, è stato insignito dal CC del PMLI e dalla Direzione de “Il Bolscevico” del titolo di “collaboratore modello” del nostro giornale.
Il compagno, nella lettera di ringraziamento, ha affermato: “Sono commosso da questo onore... Tutto questo mi stimola ad andare avanti su questa strada migliorando sempre di più il mio lavoro in qualità e quantità approfondendo lo studio della linea generale e di massa del Partito e del marxismo-leninismo-pensiero di Mao”.
 

26 aprile 2017