I giovani che intendono allevare Obama e Renzi non sono quelli che possono cambiare il mondo
Come sempre avviene quando Barack Obama apre bocca, i mass media allineati alla “sinistra” borghese (ma non solo) non perdono tempo ad esaltarlo e incensarlo, quasi fosse il novello messia, sorvolando volutamente sul suo passato (e presente) di agguerrito guerrafondaio imperialista e imbroglione politico riformista di primo ordine. E così è avvenuto anche in occasione della visita di Obama a Milano, dove il 9 maggio ha parlato alla convention di “Seeds&Chips” - la kermesse dell'imprenditoria alimentare – su cambiamenti climatici e sicurezza alimentare.
Non è un caso che ad ascoltare Obama sia accorso Matteo Renzi, che lo considera suo maestro e musa ispiratrice (fra imbroglioni riformisti ci si intende), ed è stato l'unico politico che l'ex presidente degli Usa ha ringraziato pubblicamente, insieme all'altro degno guardiano dell'oligarchia finanziaria europea Mario Monti. E fra i temi trattati alla conferenza, particolare risalto è stato dato ai giovani, che, come è noto, nelle ultime tornate elettorali e referendarie hanno abbandonato sia l'ex inquilino della Casa Bianca che il nuovo duce di Rignano sull'Arno.
Quanto di negativo sta avvenendo nel mondo, ha detto Obama, è per via del fatto che non si riesce a parlare adeguatamente ai giovani. Nelle sue parole, cioè, i politicanti riformisti devono trovare nuovi modi per convincere le nuove generazioni, e infatti “con Matteo Renzi e molti altri – ha spiegato – stiamo cercando di capire come creare un grande network che dia spazio ai giovani nella politica, nelle innovazioni, nel giornalismo, in tutti i campi”. “Usiamo internet in modo corretto – ha quindi aggiunto – arrivando ai cuori delle persone e dei giovani.”
Non che la kermesse fosse aperta al pubblico, visto che il costo del biglietto d'ingresso era di ben 850 euro, assicurando una platea esclusivissima, composta pressoché esclusivamente da papaveri della politica, della finanza, dell'industria e dell'imprenditoria. Alla faccia del tanto sbandierato scopo di parlare ai giovani, tenuti rigorosamente fuori dal costo proibitivo, anche se ciò la dice lunga su quanto i convenuti volessero in realtà dirsi le cose fra loro ed elaborare metodi e strategie per recuperare il consenso.
Se il mondo è bellicoso, è perché “in molti Paesi del Medio Oriente e del Sud Est asiatico il lavoro, la mancanza del lavoro, è una parte del problema che fomenta la radicalizzazione e il terrorismo. Se ci sono tanti giovani disoccupati, questa assenza di funzione si canalizzerà in modo malsano”. A colui che per otto anni ha guidato la principale superpotenza imperialista mondiale e le sue guerre in giro per il globo, non risulta forse che sarebbe il caso di incolpare le aggressioni e ingerenze imperialiste per assicurarsi risorse e territori?
La soluzione è impegnarsi in politica, conclude Obama, ma esclusivamente quella borghese, istituzionale, parlamentare, cioè quella interna al sistema. “Quando le persone mi dicono che è colpa dei politici, io dico che abbiamo i politici che ci meritiamo. Se non andiamo a votare, se non ci impegniamo nella vita pubblica, questo è quello che ci capita.” Che profondità di analisi! Tra l'altro Marco Gualtieri, fondatore di “Seed&Chips”, in un'intervista alla “Repubblica” ha rivelato che Obama, durante una cena privata, si sarebbe detto soddisfatto dell'elezione di Macron in Francia e conterebbe sulla rivincita del suo pupillo Renzi in Italia.
Obama e Renzi quindi pensano di allevare nuove generazioni di giovani riformisti che diano nuova linfa vitale al sistema politico e istituzionale borghese in profonda crisi su entrambe le sponde dell'Atlantico. Spetta a loro sconfiggere “populismo” e “radicalismo”, due nozioni astratte dove finisce di tutto, dalla destra fascista di stampo trumpista-lepenista che sta facendo le scarpe all'ormai screditata “sinistra” riformista e liberista in America e in Europa, fino alle fiamme rivoluzionarie che potrebbero accendersi come conseguenza dell'infinito aggravarsi della crisi.
I giovani “responsabili” e “impegnati”, cioè, devono sprecare e ingabbiare le proprie energie e i propri sogni al servizio del sistema capitalista, sperando di poterlo tutt'al più smussare e migliorare, ma mai superare. E infatti Obama non ha detto una sola parola sulle cause delle diseguaglianze in aumento, della disoccupazione, della precarietà del lavoro, perché sarebbe stato costretto a riconoscere che il capitalismo non funziona, sta rubando il futuro alle nuove generazioni e produce fame e guerra. Tantomeno ha detto che la “sinistra” socialdemocratica e riformista si è totalmente svenduta al neoliberismo ed ha abbandonato la piazza e la protesta, lasciando così campo libero ai fascisti ripuliti e non per lucrare politicamente sulla rabbia e sull'indignazione dal basso.
Se non altro Obama è da ringraziare perché ha dimostrato autorevolmente che il riformismo non ha proprio più niente da dire ai giovani, non sa offrirgli alcuna visione del mondo che non sia la santificazione del capitalismo e non può nemmeno proporgli una soluzione ai gravi problemi che li affliggono. Ecco perché i giovani veramente di sinistra e che aspirano ad un mondo migliore senza disuguaglianze e povertà non hanno altra strada che abbandonare Obama, Renzi e soci alla pattumiera della storia che li attende e impegnarsi nella lotta contro il capitalismo, riscoprendo il socialismo e la via della Rivoluzione d'Ottobre – di cui quest'anno ricorre il centenario – come alternativa valida e vincente.
17 maggio 2017