L'11 giugno a Paola vota PMLI astenendoti!
Nessuna fiducia a chi ha ridotto la città in condizioni economiche e sociali spaventose. Nessuna fiducia ai campioni dell'imbroglio e del trasformismo borghesi
Le elettrici e gli elettori di Paola (Cosenza) sono chiamati alle urne l'11 giugno prossimo per l'elezione del sindaco e dei consiglieri comunali.
Le masse popolari della cittadina del Tirreno cosentino vivono una condizione economica e sociale spaventosa, aggravata anche dalla giunta nera e filomafiosa del sindaco Ferrari.
La città vede perdere il proprio numero di abitanti, ridotti a poco più di 16 mila all'anagrafe (in realtà i residenti effettivi sono molti di meno) a causa di un'emigrazione da dopoguerra, non vi era lavoro prima della crisi, figurarsi oggi: 22,7% è il tasso di disoccupazione, ma al di là dei numeri ufficiali purtroppo i dati reali sono ben peggiori considerando gli inattivi, i precari e l'enorme numero dei giovani e meno giovani che non studiano né lavorano.
In Calabria il tasso di disoccupazione giovanile è del 60%, record europeo, Paola non fa eccezione.
Valanga di record negativi
Il reddito pro capite è fra i più bassi d'Italia, l'indice di natalità, bassissimo in tutta la Calabria, a Paola è il più basso del cosentino, inferiore solo al comune di Diamante.
La città è vuota, lo si vede chiaramente osservando le luci dei palazzi, il numero delle persone presenti in centro la sera e nel week-end, non si vende più una casa, decine i negozi e le attività chiuse a cominciare da quelle del corso principale, Corso Roma, a tutto vantaggio della grande distribuzione.
Il mare è sporco, basti pensare che tutto il Tirreno calabrese ha una sola “bandiera blu” assegnata a Praia a mare, le altre sei della Calabria sono sullo Ionio.
Eppure ci fu un tempo in cui il governatore PD Oliverio, allora presidente della provincia di Cosenza, sosteneva che il mar Tirreno calabrese era talmente pulito che lo si sarebbe potuto bere!
Gli consigliamo di andarcisi a buttare dentro insieme a tutta la sua giunta regionale borghese, neofascista e filomafiosa, farebbe cosa gradita a quell'80% di calabresi che non lo ha votato e imparerebbe a non scherzare con la salute del popolo, magari mentre va a sbattere contro i rifiuti tossici affondati dalla 'ndrangheta.
Le montagne sono abbandonate a sé stesse, le strade sono da deserto del Sahara, l'abusivismo edilizio è diffuso, in generale il territorio è dunque saccheggiato dalla legge del massimo profitto privato (e mafioso) capitalistico con relativi enormi rischi per la popolazione considerando anche che la Calabria è ad altissimo rischio sismico e idrogeologico, senza che vengano prese le minime misure di manutenzione, prevenzione, adeguamento, pulizia, decoro e questo vale anche per il patrimonio artistico locale.
L'importante stazione ferroviaria è stata pesantemente ridimensionata nell'ambito dello sviluppo dell'alta velocità, pensata per la clientela business in concorrenza con l'aereo a scapito dei collegamenti per i pendolari, a cominciare da quelli per il capoluogo Cosenza, che ha colpito anche gli studenti universitari del Tirreno diretti all'Università della Calabria di Rende.
Non esiste il trasporto pubblico, l'auto è l'unica forma di trasporto in città con conseguenti problemi di costi, inquinamento, incidenti, traffico.
L'ospedale di Paola è in forte ridimensionamento, in funzione della sanità privata, costosissima, non solo calabrese ma anche del nord, cosa che produce l'infame “turismo sanitario”.
I servizi pubblici, acqua, spazzatura, cimitero, pulizia delle strade, sono stati quasi tutti “esternalizzati” (privatizzati) e dati a cooperative in odor di 'ndrangheta, risultando così costosissimi e inefficienti.
Il turismo è in crisi, tanto che perfino in alta stagione estiva si vede poca gente e le case della zona della marina sono sfitte, peraltro i servizi turistici sono carenti e costosi.
Terribili le condizioni dei migranti giunti a Paola, che finiscono inevitabilmente nelle mani della 'ndrangheta, in particolare le donne, alcune giovanissime, sono costrette a prostituirsi.
Insopportabile l'enorme e odiosa tassazione, dovuta anche al dissesto del comune, la quale è quasi tutta sulle spalle dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, considerando la gigantesca evasione fiscale.
Insomma profondo Sud, la città vive sulle sue spalle la secolare Questione meridionale che per il PMLI è la vera Questione nazionale.
La fallimentare amministrazione uscente
Responsabile di tutto questo il capitalismo e i governi nazionali e locali della destra e della “sinistra” borghese a cominciare dall'amministrazione uscente del sindaco Ferrari e della sua giunta nera e filomafiosa.
Basilio Ferrari, oggi FI, eletto al ballottaggio nel 2012 con il voto di meno di un paolano su tre con l'allora PDL, UDC, PRI, Grande Sud, è espressione dell'allora governatore della regione Calabria, il fascista mal-ripulito e condannato Scopelliti (oggi nei “sovranisti” di Alemanno e Storace), dei medici corrotti e trasformisti Lucio Sbano e Sergio Stancato, dei fratelli Gentile e di Jole Santelli.
L'operato della giunta composta dagli assessori Francesco Sbano, Dario Gaetano, Stefano Mannarino, Paolo Siciliano e Marco Cupello, è da bocciare completamente.
Se da una parte è vero che ha ereditato il dissesto finanziario causato dal precedente sindaco (oggi ricandidato) il bandito Roberto Perrotta, PSI, dall'altra è vero che per risalire la china è stato fatto poco o nulla.
Lo dice lo stesso Ferrari in piazza annunciando la sua ricandidatura: ''ho fatto il sindaco solo dal 2015, i primi tre anni sono serviti a rimettere a posto i conti... ora merito di effettuare un altro mandato...''.
Come mai 5 anni fa prometteva un “miracolo” per Paola in sinergia con Scopelliti?
Nessuna autocritica sull'infame operato e sulla condanna giudiziaria di questo topo di fogna che prima ha distrutto Reggio e poi l'intera Calabria?
Cosa hanno fatto i suoi sodali ai vari livelli istituzionali per il bene delle masse popolari? Da Scopelliti, ai governi nazionali sostenuti da pezzi della destra che governano con Ferrari a Paola e con il “centro-sinistra” a Roma a cominciare dai fratelli Gentile? (Antonio Gentile detto “'U Cinghiale” è viceministro dello sviluppo economico e finto oppositore alla regione, insieme al fratello Pino, del governatore PD Mario Oliverio). Troppo comodo promettere mari e monti in campagna elettorale, per poi scaricare la crisi e i disastri contabili sulle masse popolari a tutto vantaggio della borghesia locale e quindi della 'ndrangheta.
Fra le tante porcherie fatte dalla giunta comunale vanno citate almeno quelle più eclatanti.
Il caso della “Lao Pool srl”, la società che ha gestito il servizio idrico di Paola dal 2012 al marzo scorso, la quale, secondo il prefetto di Cosenza che ha emesso una interdittiva antimafia, sarebbe legata alla temibile 'ndrina Muto di Cetraro, la stessa a cui sembra legato il segretario regionale del PD e deputato “don” Ernesto Magorno.
Vi è poi il problema del rifacimento del lungomare con l'opera chiamata Waterfront. Essa non è ancora completata ma risulterebbe senza copertura finanziaria, poiché avrebbe dovuto essere realizzata con i proventi della svendita all'asta di una scuola in località Casalinelle, ma l'asta finora è andata deserta.
La giunta sostiene (guarda caso a ridosso della campagna elettorale) di aver trovato i soldi per il rifacimento della collina adiacente all'ospedale, franata perché vi fu costruita una villa da Annarita Sganga (figlia del capitalista Giorgio Sganga) in una zona non edificabile e a rischio sismico, tanto da aver bloccato l'importante via che collega il centro alla zona dei “pennelli”.
Fino ad ora è rimasto tutto come prima e vendere il nulla come successo amministrativo (specie in Calabria) è particolarmente odioso.
C'è poi il caso di Fabio Pavone, ingegnere, sgherro di Ferrari, responsabile dell'ufficio tecnico comunale, sotto processo a Cosenza insieme ad altri imputati, perché secondo la Procura avrebbero “in concorso tra loro e con più azioni esecutive di un’unica risoluzione criminosa” che redigevano “attestando falsamente sia su certificati che su atti pubblici e falsificando stralci catastali e aerofotogrammetrie”.
Il problema delle (non “buone” evidentemente) scuole pubbliche della città, che spesso cascano a pezzi, causa mancanza di manutenzione, come la scuola di Fosse dove è crollato parte dell'intonaco, per fortuna di notte e senza ferire nessuno.
Si potrebbe continuare a lungo, citando alcuni atti probabilmente illegittimi firmati da Pavone, le costose parcelle pagate dal comune agli “amici degli amici” e così via, insomma l'operato della giunta Ferrari è fallimentare.
Corsa alla poltrona di riciclati e voltagabbana
Nonostante la terribile situazione di Paola, i politicanti borghesi di destra e di “sinistra”, di maggioranza e di “opposizione”, invece di andare a nascondersi, tentano di carpire il voto alle masse popolari paolane (anche con squallide promesse di lavoro) per conquistare le poltrone comunali con un vero e proprio “assalto”': 5 candidati a sindaco, sostenuti da 17 liste composte da un esercito di quasi 300 candidati al consiglio comunale.
Nessuno di loro ha nulla a che spartire con il proletariato e le masse popolari.
La destra ricandida a sindaco l'uscente Basilio Ferrari, FI, sostenuto dalle liste Grande Paola, PRI, Moderati per Paola, Comunità Paolana.
Oggi come ieri i sostenitori di Ferrari sono il medico corrotto Lucio Sbano, padre del vicesindaco Francesco Sbano, non candidato, e marito di Maria Pia Serranò consigliere comunale uscente.
Lucio Sbano, ex DC, ha cambiato decine di partiti a destra e a “sinistra”, dal CCD a I Democratici di Prodi, l'Udeur di Mastella, Forza Italia, Grande Sud di Miccichè e è oggi dirigente nazionale del partito di Alfano, dunque esponente della maggioranza che sostiene Gentiloni a Roma.
Oggi la moglie e i suoi uomini insieme ai gentiliani corrono nella lista Grande Paola che contiene anche pezzi dell'UDC locale.
Altro sponsor di Ferrari è Sergio Stancato, medico, oggi PRI, un passato nella DC, quindi CCD, UdR, Nuovo PSI eccetera.
Fu coinvolto in una terribile vicenda di smaltimento di rifiuti quando era consigliere regionale e assessore regionale all'ambiente (sic!) con Nisticò negli anni '90, arrestato fu prescritto ma non assolto.
Nella lista del PRI corre la sua compagna e presidente del consiglio comunale Emira Ciodaro.
Gli esponenti di Forza fascisti sono nella lista Moderati per Paola, a cominciare dallo “storico” sgherro paolano di Gasparri e Scopelliti Mimmo De Rosa, Silvio Buono, fratello di Antonio Buono detto “'U strippune” condannato in primo grado (poi prescritto) a 12 anni di reclusione nell'ambito dell'inchiesta “Tela del Ragno” riguardante la pluridecennale guerra fra le 'ndrine locali per il controllo del territorio paolano.
Sostiene Ferrari con i suoi sgherri paolani anche il consigliere regionale cosentino Fausto Orsomarso, storico sodale di Scopelliti, oggi accasato in FdI-AN della Meloni, coinvolto nello scandalo di “Calabria Etica”.
La “coalizione di salute pubblica” ricandida a sindaco Roberto Perrotta, oggi PSI, ex vicesindaco della giunta Ganeri nel 1997, poi assessore provinciale a Cosenza con il defunto Tonino Acri, nel 2001, non essendo stato candidato a sindaco con il “centro-sinistra” fece campagna (non ufficialmente) per la destra di Giovanni Gravina (che oggi infatti è con lui) manovrando poi per farlo cadere insieme agli scissionisti della destra capitanati da Beniamino Abruzzo e Pino Perrotta.
Sindaco dal 2003 al 2012, sempre rappresentando una minoranza dell'elettorato e nel 2003 eletto con l'appoggio degli “scissionisti” di destra, ha progressivamente distrutto Paola causando fra l'altro un dissesto di ben 27 milioni e rotti di euro certificati dal ministero dell'interno e dal Tar, che hanno imposto una tassazione altissima al martoriato popolo paolano.
Oggi, a cavallo fra l'eversione, la menzogna e il ridicolo, pur avendo perso ben due ricorsi al Tar, sostiene di non aver fatto il dissesto e che questo è stato dichiarato “contro di lui solo per ragioni politiche”.
Fra le “delizie” delle sue amministrazioni una serie infinita di varianti al piano regolatore in odor di 'ndrangheta, con la trasformazione della gran parte dei terreni agricoli della città in edificabili, con relativa stangata fiscale per i proprietari, che fu fra l'altro una delle concause della sconfitta sua e del suo burattino Carlo Gravina, candidato a sindaco col “centro-sinistra” nel 2012 pur essendo stato fino al giorno prima consigliere comunale di FI e di “opposizione”.
La “sopraelevata”, l'orribile strada che ha deturpato il centro storico di Paola e ha fatto il giro del mondo, un ecomostro incompiuto sul lungomare costato 1 milione e mezzo di euro e sul quale interverrà l'Anac di Cantone, i lavori sbagliati per la casa di riposo per anziani di Piano Torre, costati centinaia di migliaia di euro e molto altro.
Ambizioso, vendicativo, bugiardo, traditore di tutto e di tutti (non si contano i partiti che ha cambiato), vive di politica e non lo nasconde (aldilà del titolo di avvocato) vedi anche gli incarichi alla Sorical, lautamente pagati, ottenuti tramite il “solito” Nicola Adamo.
È sostenuto da una coalizione che potremmo definire di destra, aldilà dei richiami alla “sinistra” borghese visto che sarà composta da PSI, PD, e altre 4 liste di appoggio (Un'idea per la città, Centro Democratico, Liberamente per Paola, Italia del Meridione) che conterranno all'interno (e all'esterno) i vertici della giunta di destra di Paola del 2001-2003 di Giovanni Gravina (allora in FI) oggi passato con lui, dopo essere arrivato ultimo nel 2003, alle elezioni tenute dopo le sue dimissioni, con il PRI, passando per la candidatura al senato nel 2013 con La Destra del fascista Storace.
Il vicesindaco di Gravina, Graziano Di Natale, allora nel CDU di Buttiglione, poi passato al PD attraverso La Margherita e Mario Pirillo (ex DC, ex “centro-destra”) del quale ha sposato la figlia, che è oggi consigliere provinciale eletto “in secondo grado” come prevede la sciagurata “riforma” Delrio che ha ristretto gli spazi di democrazia borghese, fu trombato alle ultime provinciali elettive.
Di Natale è stato presidente facente funzioni fino a gennaio dell'ente provinciale dopo la sfiducia anticipata al comune di Cosenza nel 2016 di Mario Occhiuto (FI) che decadde anche da presidente.
In pochi mesi al vertice della provincia Di Natale ha distribuito incarichi con i soldi pubblici ai consiglieri comunali dei paesi della provincia (e ai suoi sgherri) per garantirsi la rielezione, poi avvenuta, tant'è vero che il suo successore Iacucci (servo di Oliverio e eletto a man bassa grazie al trasversalismo e alla mancata presentazione della destra) ha annullato tutti i suoi atti, anche per ridimensionarlo nell'ambito della guerra per bande nel PD del camerata Renzi (anche a Paola diviso in almeno due tronconi) in vista delle prossime elezioni politiche.
Quanto sia trasformista e opportunista lo dimostra infine la presenza sua e dei suoi compari nell'ultimo consiglio comunale di Paola che ha garantito il numero legale per l'approvazione del bilancio (pur votando contro) al sindaco Ferrari, il quale, non avendo più la maggioranza nel consiglio, sarebbe decaduto, insieme al consiglio stesso e quindi alla poltrona di consigliere provinciale di Di Natale medesimo.
Meno male che questo pagliaccio dice di essere all'''opposizione'' e “alternativo a Ferrari”!
Passa a “sinistra” anche il presidente del consiglio comunale nel 2001-2003 il fascista doc Franco Aloise, ex Msi, poi AN, PDL, fra gli sponsor principali di Scopelliti e di Ferrari nel 2012 che ora va con Perrotta, che pure sconfisse il fratello Marco Aloise, AN, alle comunali del 2003.
Addirittura il vecchio rottame DC Antonio “don Tonino” Pizzini, ex sindaco ai tempi della balena bianca, responsabile del primo dissesto finanziario del comune nel 1993, poi passato al Cdu, quindi a FI con la quale divenne presidente dell'Arssa (un carrozzone burocratico in odor di 'ndrangheta della regione) e poi consigliere regionale e boss della destra paolana.
Anche Pizzini sostenne Ferrari 5 anni fa.
Nel 2007 lo stesso Perrotta attaccava Ferrari (che in quelle elezioni non arrivò neppure al ballottaggio) dandogli del “Pizzini”.
Oggi è Ferrari che dà del “Pizzini” a Perrotta (pensate un po'...).
Il gioco di certi falsi comunisti
Potremmo fermarci qui ma lo schifo continua, udite udite, persino esponenti del PRC locale, oggi commissariato proprio per l'appoggio dato a Perrotta, entrano nel “centro-sinistra di destra” (diventa perfino difficile definirlo) perrottiano, attraverso lui, lo storico trotzkista corrotto ex dirigente nazionale del PRC Lucio Cortese (eterno candidato a tutto e eterno eletto da nessuna parte) il quale dopo aver imposto alla segreteria del circolo locale il suo giovane delfino Emanuele Carnevale, impone con un colpo di mano l'appoggio a “Robertino”, tanto da far trasalire perfino i dirigenti provinciali del PRC che gli hanno negato il simbolo e li hanno espulsi dal partito.
I suoi uomini, Carnevale ed Antonella Provenzano, corrono nella lista “Un'idea per la città”, espressione di alcuni commercianti, in rappresentanza del nuovo circolo fondato ad hoc da Cortese il “Circolo 25 Aprile e 1° Maggio comunisti e democratici paolani autoconvocati”, dopo il rifiuto dell'IDM di candidarli nella loro lista.
Questo schifoso falso comunista, legato alla famiglia borghese Sganga-Perrotta-Pizzini, dopo avere fra le altre cose candidato a sindaco nel 1997 appunto Giorgio Sganga, un borghese in odor di alta finanza, trasversalismo, massoneria e 'ndrangheta, diventato ricco e potente facendosi chiamare compagno, nel 2007 e nel 2012 l'anticomunista ex PCI ed ex PSI Alessandro Pagliaro, facendo ridere i polli e arrivando con i suoi candidati sempre ultimo o penultimo tanto che il PRC locale non è presente in consiglio dal secolo scorso, dopo aver fatto finta (evidentemente) di combattere Perrotta, che non volle apparentamenti con il PRC nel 2003 perché votato al ballottaggio dagli scissionisti del “centro-destra” guidati da Pino Perrotta (fratello della moglie di Giorgio Sganga) e cianciando di “alternative” al PD, al governatore PD Oliverio, a Renzi, contro “il liberismo” e così via, oggi si accasa con PD, socialisti, ex berlusconiani, democristiani e... fascisti storici non pentiti.
Senza ritegno e senza vergogna! Falsi comunisti? Veri fascisti!
Con Perrotta anche 2 consiglieri comunali eletti con Ferrari, passati con lui pur avendo approvato la dichiarazione di dissesto finanziario causato da Perrotta stesso (grande coerenza la loro, mafiosa ovviamente): Francesco Aloia oggi nell'IDM di Orlandino Greco, consigliere regionale eletto con la lista Oliverio Presidente, rinviato a giudizio per voto di scambio aggravato dal metodo mafioso per vicende riguardanti il comune di Castrolibero (Cosenza) del quale fu sindaco per un decennio e Maria Antonietta Maiorano, uscita dalla maggioranza perché non accontentata in termini di poltrone.
La lista CD di Tabacci è espressione di José Grupillo, vecchio arnese ex AN ed ex IDV che aspira a prendere più voti del PD e contare di più in consiglio.
Si accasa con Perrotta anche il massone e trasformista Franco Fedele, il cui figlio Vincenzo, avvocato, compagno di università alla LUISS di Roberto Speranza, è nel direttivo provinciale di art 1-MDP.
Altri pezzi di “sinistra” borghese con 4 liste (Progetto Democratico, I Riformatori, Paola che Vorrei, Prospettiva Comune) composte anche da dissidenti del PD locale, tuttora tesserati, candidano Pino Falbo, commercialista, massone, espressione di Piero Lamberti (ex PCI-PDS-DS-PSDI) determinato a far perdere il suo ex alleato Perrotta del quale fu vicesindaco e pronto a far votare Ferrari al ballottaggio.
Insomma, un'altra “sinistra”... di destra!
Fra i candidati Marco Focetola, eletto consigliere comunale con Ferrari e passato a “sinistra” (evidentemente con biglietto di andata e ritorno se voteranno all'eventuale ballottaggio per Ferrari), Ferruccio Fedele, fratello del massone Franco, campione di trasformismo come il fratello, Mimmo Scagliola ex segretario cittadino PDS-DS, alcuni ex grillini nella lista Paola che Vorrei e vari altri rottami di “centro-sinistra”.
Ferrari, Perrotta e Falbo non attaccano i governi nazionali da Monti in poi e le loro infami politiche del lavoro, scolastiche, sanitarie, sui migranti e interventiste, così come nessuno di loro “tocca” il filomafioso governatore PD Mario “palla-palla” Oliverio.
E come potrebbero se in ultima analisi sono tutti dentro le coalizioni che li hanno espressi? Siamo di fronte ad una triplice ripartizione locale del partito unico della nazione fascista e mafiosa!
Quello che resta della “sinistra radicale” paolana (fra cui Pagliaro, i fratelli Melchionda sostenitori del Sì al referendum del 4 dicembre e Raffaele Condino, cugino ed ex assessore di Perrotta) composta da vari rottami trotzkisti, ex PRC, ecologisti, nostalgici del PCI revisionista ed alcuni giovani ex PD, dopo la rottura con Cortese e compari con 2 liste (Rete dei beni comuni, Cambia Paola) candida il comico e attore paolano, che vive a Milano, Enzo Limardi, molto popolare in città, allievo di Enzo Jannacci, con l'evidente scopo di riportare nel porcile delle istituzioni borghesi gli astensionisti di sinistra vendendo illusioni elettorali ricalcando in salsa paolana la fallimentare esperienza dei sindaci “arancioni”.
Sarebbe un peccato se ci riuscissero, visto il livore delle masse popolari anche paolane contro il governo nazionale (il 4 dicembre in Calabria ha stravinto il NO al referendum costituzionale) e regionale (il 57% dei calabresi ha disertato le urne alle regionali del 2014) e visto il trionfo dell'astensionismo con il 48% al ballottaggio delle ultime comunali.
La risposta di massa da dare
Com'è possibile far credere di migliorare le condizioni di vita delle masse di Paola, parte della regione più povera d'Italia, passando attraverso il governo del comune vigente il sistema capitalista e il regime neofascista?
Peraltro in un momento in cui i comuni non hanno soldi, strozzati dai tagli agli enti locali, imposti anche dalla Ue imperialista e dal pareggio di bilancio in Costituzione?
Senza concedergli nulla sul piano elettorale, tenendo ben alta la bandiera dell'astensionismo tattico marxista-leninista, il PMLI è disposto a fare fronte unito con queste forze nell'ambito della difesa e realizzazione della costituzione borghese del 1948 da loro auspicata, senza però appiattirsi su di essa, intanto perché essa è frutto di un compromesso fra il proletariato e la borghesia, sfavorevole al primo e favorevole alla seconda, poi perché essa è stata ridotta a carta straccia, visto che siamo in piena seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e interventista, parte integrante dell'Ue imperialista.
In nessun modo può essere considerata quindi l'orizzonte strategico del proletariato e delle masse popolari.
Il M5S candida Carmelo Meo esperto di pubblicità e espressione dell'oscuro senatore cosentino Nicola Morra che alle comunali di Cosenza dello scorso anno impose la candidatura del massone Coscarelli, arrivato ultimo.
I pentastellati anche a Paola puntano tutto sul reddito minimo di cittadinanza, obiettivo questo del tutto fuorviante nell'ambito della lotta per la piena e sana occupazione e sull'onestà (dimenticandosi fra l'altro il caso delle firme false in diverse parti d'Italia e altre magagne) e la “buona amministrazione” che non si è mai vista in nessun comune da loro governato. Tutt'altro!
Insomma a Paola non si capisce più dove inizia la destra e finisce la “sinistra” (e viceversa) dove finisce la maggioranza e inizia l'opposizione (e viceversa) dove inizia lo Stato borghese e finisce la 'ndrangheta (e viceversa).
Di sicuro si capisce che l'unico voto rosso e di sinistra contro tutto questo schifo è il voto dato al PMLI e al socialismo attraverso l'astensionismo (disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco), innescando la lotta di classe fuori dalle marce e irriformabili istituzioni rappresentative borghesi in camicia nera, creando un ampio fronte unito per il miglioramento delle condizioni di vita, lavoro, studio e salute delle masse e contro l'imperialismo.
Lottiamo per il lavoro stabile, a tempo pieno a salario intero e sindacalmente tutelato per tutti i lavoratori e i disoccupati.
Per la sanità pubblica, gratuita, universale, controllata e cogestita dai lavoratori del settore, dalla popolazione e dai pazienti, che si avvalga di strutture capillari di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione su tutto il territorio nazionale e sia finanziata tramite la fiscalità generale.
Per scuole e università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti.
Per liquidare l'Ue imperialista (che non si può riformare e va distrutta cominciando a tirarne fuori l'Italia) e per la realizzazione di ogni bisogno popolare e progressista.
Lottiamo per il lavoro, lo sviluppo, l'industrializzazione di Paola e dell'intero Meridione, facendo fronte unito contro le mafie.
Creiamo le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo basate sulla democrazia diretta e a carattere permanente:le Assemblee popolari e i Comitati popolari.
Le Assemblee popolari devono essere costituite in ogni quartiere da tutti gli abitanti ivi residenti – compresi le ragazze e i ragazzi di 14 anni – che si dichiarano anticapitalisti, antifascisti, antirazzisti e fautori del socialismo e disposti a combattere politicamente ed elettoralmente le istituzioni borghesi, i governi centrale e locali borghesi e il sistema capitalista e il suo regime.
Ogni Assemblea popolare di quartiere elegge il suo Comitato popolare e l'Assemblea dei Comitati elegge, sempre attraverso la democrazia diretta, il Comitato popolare cittadino. E così via fino all'elezione dei Comitati popolari provinciali, regionali e del Comitato popolare nazionale.
I Comitati popolari devono essere composti dagli elementi più combattivi, coraggiosi e preparati delle masse anticapitaliste, antifasciste, fautrici del socialismo eletti con voto palese su mandato revocabile in qualsiasi momento dalle Assemblee popolari territoriali. Le donne e gli uomini – eleggibili fin dall'età di 16 anni – devono essere rappresentati in maniera paritaria.
I Comitati popolari di quartiere, cittadino, provinciale e regionale e il Comitato popolare nazionale devono rappresentare il contraltare, la centrale alternativa e antagonista rispettivamente delle amministrazioni ufficiali locali e dei governi regionali e centrale.
La madre di tutte le questioni è la conquista del potere politico da parte del proletariato, seguendo la via della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre di cui quest'anno ricorre il centenario.
Il socialismo autentico, quello teorizzato e realizzato da Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, tappa intermedia per la realizzazione del comunismo, è infatti l'unica alternativa al capitalismo arrivato al suo stadio ultimo, l'imperialismo.
Per raggiungerlo è necessario realizzare l'obiettivo strategico a medio termine sul quale è concentrato tutto il PMLI: l'acquisizione di un corpo da Gigante Rosso (la testa è già rossa e forte), condizione indispensabile perché il Partito possa svolgere in pieno il suo ruolo d'avanguardia della classe operaia e farle acquisire coscienza di essere una classe per sé (e non solo in sé) e consentire la completa vittoria del socialismo sul capitalismo, impedendo poi la restaurazione del capitalismo, come avvenuto nell'URSS nel 1956 e nella RPC dopo la morte di Mao, prendendo a modello la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria cinese ideata e diretta da Mao che fu determinante per la nascita del PMLI 40 anni fa, il 9 Aprile del 1977, data in cui si è aperta la terza fase della lotta di classe in Italia dopo la prima dominata dal PSI e la seconda dal PCI.
Alle elezioni comunali dell'11 giugno a Paola vota il PMLI astenendoti!
Creiamo le Assemblee popolari e i Comitati popolari!
Contro il capitalismo e i suoi governi locali e nazionali della destra e della 'sinistra' borghese!
Per Paola e la Calabria governata dal popolo e al servizio del popolo!
Per l'Italia unita, rossa e socialista!
24 maggio 2017