Dichiarazioni antifemminili, razziste e xenofobe della renzianissima presidente del Friuli Venezia Giulia
Per la Serracchiani lo stupro è più grave se lo commette un profugo
Come e peggio di Salvini. Forza nuova si appropria della frase per la sua propaganda fascista antiimmigrati
“Un atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro paese”. Non si tratta di una frase di Salvini ma di Debora Serracchiani, presidente PD del Friuli Venezia Giulia, renziana di ferro, che è esordita in questo modo commentando un tentato stupro, del 9 maggio scorso alla stazione di Trieste, da parte di un siriano nei confronti di una minorenne.
A questa grave dichiarazione razzista e antifemminile è seguito un dibattito. A favore l'estrema destra con Meloni, CasaPound e Forza Nuova che hanno accolto le parole della renzianissima friulana con un applauso di ringraziamento per il “buon senso” di aver appoggiato quelle tesi, da sempre baluardo delle loro campagne razziste e xenofobe per far breccia nelle coscienze più arretrate. Forza Nuova ha usato addirittura la facciona della Serracchiani con la “citazione” stampata a caratteri grandi per la sua propaganda fascista antiimmigrati. Sulla stessa linea dei neofascisti, l'antiPMLI Michele Serra che nel prenderne le difese ha sostenuto che la Serracchiani “ha detto, con qualche goffaggine, una cosa che in molti sentiamo essere vera: chi è ospite e riceve assistenza ha degli obblighi di comportamento”. Fra l'altro la presidente PD del Friuli Venezia Giulia ha rincarato la dose aggiungendo su Twitter, a poche ore di distanza alla nefasta frase anche: “Non esistono stupri di serie a o serie b. Sono tutti ugualmente atroci. In questo caso all’atrocità si aggiunge rottura del patto di accoglienza”.
Le voci levatesi contro la Serracchiani sono quelle di Saviano: “Salvini saluta l’ingresso di Serracchiani nella Lega. Spero che la candidi lui”. Roberto Fico, M5S, “Debora si è espressa in maniera razzista”. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala si è limitato a un “Quella frase le è scappata”. Mentre per 9 consiglieri PD di Palazzo Marino le parole della Serracchiani sono “parole inaccettabili”. E un fievole “Si vergogni” da Sinistra Italiana.
Ma nessuna voce ha denunciato che le frasi della Serracchiani grondano oltre che di razzismo e xenofobia anche di quella concezione dio, patria, famiglia di mussoliniana memoria che tanto piace a Renzi, e non è un caso che le parole della piddina piacciano molto all'estrema destra e siano state prese ad esempio.
In tutta questa vicenda la donna, cioè il soggetto che subisce violenza, la parte lesa, viene trattata alla stregua di un oggetto di proprietà della nazione. Voler dare una graduatoria alla gravità dello stupro, maggiore o minore, secondo se questo viene commesso da un italiano o da un immigrato è una tesi antifemminile pericolosissima, che a parole condanna lo stupro, ma che nei fatti, considerando meno grave la violenza sessuale compiuta da un italiano, finisce per coprire, giustificare e farsi complice degli stupri consumati all'interno delle quattro mura domestiche, commessi dai partner, amici o parenti, i più frequenti e difficili da denunciare.
Dopo queste frasi offensive la Serracchiani avrebbe dovuto dovrebbe dimettersi o essere stata dimessa. Offensive verso i migranti, che secondo la piddina in nome del “patto di accoglienza” dovrebbero continuare a subire in silenzio tutte le angherie, il razzismo e il supersfruttamento imposto dal regime capitalista, lavorando come schiavi in condizioni bestiali alla mercé di caporali e padroni senza scrupoli e senza aspettarsi alcun pari diritto. E offensive verso le masse femminili che ogni giorno subiscono violenze di ogni genere, morali e fisiche scaturite da quella cultura e quella morale borghesi che le considera oggetti sessuali completamente subalterne al potere maritale e familiare.
La violenza sessuale è un atto brutale e odioso sempre, non ha confini geografici, non appartiene a etnie e ad altre no. È figlia di una concezione patriarcale, oscurantista bigotta e borghese della donna che appartiene alla società capitalista, un motivo in più per abbatterla.
24 maggio 2017