Incontro a Roma tra i due governanti imperialisti
Trump e Gentiloni d'accordo per combattere assieme lo Stato islamico
Impedito a tre pacifisti, uno dei quali ha ricevuto il foglio di via, di mostrare uno striscione contro il guerrafondaio della Casa Bianca
Nel loro primo incontro alla Casa Bianca lo scorso 20 aprile il presidente americano Donald Trump e il primo ministro italiano Paolo Gentiloni avevano sottolineato l'identità di vedute, in particolare contro il terrorismo, leggi lo Stato islamico, e si erano dati appuntamento al G7 di Taormina.
I due governanti imperialisti si sono visti in anticipo, il 24 maggio, nel corso della sosta romana di Trump per la visita al Papa, tappa intermedia nel viaggio dall'Arabia Saudita al vertice Nato di Bruxelles. Nel breve incontro che si è svolto a Villa Taverna, alla presenza del presidente italiano Sergio Mattarella, Gentiloni ha tentato di trovare una via di compromesso sulle diverse posizioni che di lì a poco si sarebbero scontrate al vertice di Taormina riguardo ai temi del clima e del protezionismo nei commerci; senza successo. Senza problemi invece l'intesa per la lotta comune allo Stato islamico, che per Trump rappresentava l'aspetto principale dell'incontro.
Lo confermava il comunicato stampa emesso dalla Casa Bianca che sottolineava anzitutto che “i leader hanno discusso l'alleanza tra gli Stati Uniti e l'Italia, nonché le priorità nei settori della cooperazione in materia di difesa, del terrorismo e degli sforzi per negare ai terroristi paradisi sicuri dal Mali alla Libia, all'Iraq e Afghanistan. Il Presidente Trump ha ringraziato l'Italia per i suoi contributi agli sforzi globali contro il terrorismo, in particolare la sua partecipazione alla Coalizione Globale per contrastare l'ISIS e il suo ruolo attivo in Iraq e Afghanistan. Ha inoltre complimentato l'Italia con i suoi importanti sforzi diplomatici per porre fine alla violenza in Libia”. Tanto per ribadire quali sono le attuali “aree di competenza” dell'intervento dell'imperialismo italiano, avallate da Washington.
A margine del vertice tra i due governanti imperialisti registriamo e denunciamo la grave repressione operata dalla polizia che in una città blindata ha persino impedito a tre pacifisti della Rete No War di mostrare uno striscione contro il guerrafondaio della Casa Bianca; uno dei tre, una pacifista non residente a Roma e già fermata in simili azioni di protesta, ha addirittura ricevuto il foglio di via.
I tre manifestanti si trovavano su via Nazionale, dove era previsto il transito del corteo presidenziale diretto al Quirinale, e tentavano di mostrare uno striscione con la scritta “Trump/Nato/G7, Wars on people, war against the planet”, (Trump/Nato/G7, Guerra alle persone, guerra al pianeta, ndr). Non appena scendevano dal marciapiede, peraltro non transennato, erano aggrediti e bloccati dalla polizia, portati in commissariato e denunciati “per manifestazione non autorizzata, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale”; un ispettore riportava “una sospetta frattura della falange”.
31 maggio 2017