Documento della Commissione per il lavoro di organizzazione del Comitato centrale del PMLI
Riflettiamo sugli ultimi tre interventi di Scuderi e agiamo di conseguenza

Recentemente il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, ci ha regalato tre preziosi e importanti interventi, con la presentazione delle citazioni autobiografiche di Marx in occasione del 134° Anniversario della scomparsa, l’Editoriale per il 40° Anniversario della fondazione del PMLI e il discorso alla storica ed entusiasmante Festa per la medesima ricorrenza.
Essi sono stati pensati e scritti per occasioni diverse ma sono interconnessi, legati con lo stesso filo rosso. Un utile e sintetico materiale ideologico, politico e storico a disposizione di chiunque voglia conoscere il progetto politico del PMLI, un materiale essenziale e aggiornato per i marxisti-leninisti per operare correttamente nella costruzione, nello sviluppo e nel radicamento del Partito.
L’Editoriale è rivolto chiaramente al proletariato, a chi vuol fare come in Russia nell’Ottobre del 1917, alle nuove generazioni, a quanti ricercano una via di uscita dal capitalismo. Gli altri due interventi parlano direttamente ai membri e ai simpatizzanti attivi del PMLI.
Dopo la loro pubblicazione su “Il Bolscevico” sono comparsi diversi articoli di simpatizzanti del PMLI che hanno espresso delle importanti e stimolanti riflessioni su di essi. Li condividiamo. Ora è necessaria una riflessione approfondita da parte di tutti i militanti e i simpatizzanti attivi del Partito per agire di conseguenza in base alle importanti indicazioni concrete del Segretario generale.
Con l’intervento dal titolo “Prendiamo esempio da Marx per portare fino in fondo i nostri compiti rivoluzionari”, pubblicato sul n. 10/17 de “Il Bolscevico”, Scuderi nel tratteggiare ed esaltare le qualità e caratteristiche politiche e personali di Marx, ci fornisce gli elementi essenziali per sapere come egli viveva e che cosa faceva, quali erano i suoi problemi personali e familiari, le sue preoccupazioni, il suo impegno politico e le sue lotte, i suoi studi e la sua produzione letteraria.
Emergono non solo le enormi qualità politiche e ideologiche di Marx, che ne hanno fatto un gigante della storia, non a caso egli è stato il cofondatore del socialismo scientifico assieme a Engels, col quale ha lavorato assieme per 40 anni in perfetta intesa ideologica e politica e aiutandosi reciprocamente, ma anche quale è stata la vita personale di Marx, fatta di privazioni, sacrifici e sofferenze dovuti ai problemi di salute ed economici, e di conseguenza anche familiari, senza contare la repressione giudiziaria e poliziesca che lo perseguitava, tutto ciò avrebbe debellato chiunque, anche non impegnato politicamente, mentre invece Marx le ha sopportate in maniera commovente e non si è mai risparmiato “nel compiere la missione che si era dato di fornire al proletariato le basi teoriche rivoluzionarie per liberarsi dal capitalismo e conquistare il potere politico e il socialismo”.
Nel farci ispirare in senso rivoluzionario, per rafforzare il nostro impegno politico, dalla ricorrenza il prossimo luglio del 150° Anniversario della stesura de “Il Capitale”, è ovvio che “Il nostro compito rivoluzionario - come ci indica Scuderi - è diverso, ma l’impegno per assolverlo non deve essere inferiore a quello di Marx, dando tutti noi stessi alla causa senza farsi condizionare né dalla durezza e dalle difficoltà della lotta di classe e dalle avversità politiche di ogni genere, né dalle poche forze umane, materiali ed economiche che disponiamo e dalle vicissitudini personali e familiari ”.
Con l’Editoriale “40 anni sulla via dell’Ottobre tenendo alta la bandiera del marxismo-leninismo-pensiero di Mao”, pubblicato su “Il Bolscevico” n 13/17, Scuderi si rivolge in particolare, oltreché ai militanti e simpatizzanti del Partito, soprattutto “all’attenzione del proletariato, delle masse popolari e lavoratrici, compresi i braccianti e i contadini italiani e immigrati, più coscienti e informati e alle ragazze e ai ragazzi rivoluzionari perché riflettano sulla via da seguire per soddisfare interamente i loro interessi immediati e futuri. Consapevoli che la scelta è una sola: socialismo o capitalismo”.
Un invito a riflettere alla luce di quanto è stato fatto, come ricorda Scuderi, dal PMLI fin dal 1977 in 40 anni di marcia ferma e determinata sulla via dell’Ottobre, tenendo alta la bandiera del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, senza scordare i primi quattro pionieri che l’avevano avviata già dieci anni prima.
Una riflessione da fare anche guardando agli avvenimenti politici che hanno caratterizzato questo lungo periodo e quelli storici che lo hanno preceduto, a cominciare dalla Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, di cui ricorre quest’anno il centenario, il famigerato XX Congresso del PCUS e la completa restaurazione del capitalismo in URSS, la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, elaborata e diretta da Mao per impedire la restaurazione del capitalismo in Cina “che ci ha aperto gli occhi sul revisionismo, sul riformismo e sul parlamentarismo, che ci ha fatto scoprire il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, che ci ha fatto capire che senza teoria rivoluzionaria e partito rivoluzionario è impossibile praticare una lotta di classe conseguente e che ci ha spinto sulla via della Rivoluzione d’Ottobre, che non abbiamo più abbandonato e non abbandoneremo mai, qualsiasi cosa ci dovesse accadere”.
Per quanto riguarda l’Italia, viene ricordata la fine dell’inganno durato 70 anni del PCI, il progetto di socialismo del PMLI, avanzato per la prima volta nel 1985 al III Congresso nazionale del Partito, e l’importanza di tutta la sua linea politica e organizzativa. “Nelle attuali condizioni del nostro Paese - evidenzia Scuderi - in cui vige un contrasto insanabile tra il proletariato e la borghesia, le lancette della storia si spostano in avanti solo se si sviluppa la lotta di classe, e l’emersione e esplosione del movimento Non una di meno l’8 Marzo è di buon auspicio, fino in fondo contro il capitalismo, la classe dominante borghese e i loro governi qualunque etichetta essi portano. Noi marxisti-leninisti italiani cercheremo di spingerla fino all’insurrezione del proletariato e delle masse lavoratrici e popolari” .
Il discorso di Scuderi “Avanti sulla via dell’Ottobre tenendo alta la bandiera del marxismo-leninismo pensiero di Mao”, pubblicato su “Il Bolscevico” n. 15/17, data la circostanza della Festa per il 40° Anniversario della fondazione del PMLI, si rivolge direttamente ai militanti di base e ai simpatizzanti attivi del Partito dei quali, senza scordare il contributo dei compagni deceduti, prima fra tutti l’indimenticata e indimenticabile pioniera del PMLI Nerina “Lucia” Paoletti che ci ha lasciato un esempio impareggiabile di cosa vuol dire essere autentici marxisti-leninisti, esalta il loro fondamentale apporto politico pratico per l’esistenza del PMLI e per affrontare gli innumerevoli ostacoli incontrati nella sua Lunga Marcia politica e organizzativa, tuttora in corso.
Dalla povertà alle persecuzioni poliziesche, ai processi politici, provocazioni, aggressioni fisiche, il silenzio stampa e l’ostracismo, emarginazione e isolamento subiti dal Partito, ma come sottolinea Scuderi “Nonostante tutte queste problematiche il miracolo è stato compiuto e il PMLI continua a marciare con fierezza e determinazione sulla via dell’Ottobre tenendo alta la bandiera del marxismo-leninismo-pensiero di Mao”.
E ciò grazie a quattro fattori determinanti, gli insegnamenti di Mao, i primi quattro pionieri e quelli successivi e i fondatori del Partito ancora fedeli alla causa, i cinque Congressi nazionali del PMLI e relativi Comitati centrali e Uffici politici guidati con saggezza e lungimiranza dal Segretario generale Giovanni Scuderi, caratterizzati dall’unità marxista-leninista al loro interno, da salvaguardare sempre e ad ogni costo, e che sono stati coerenti e fedeli alla linea politica e organizzativa del Partito di cui sono stati gli alfieri e i guardiani. Infine “Lo dobbiamo in quarto luogo alla coscienza e determinazione rivoluzionaria degli attuali militanti e simpatizzanti attivi del PMLI, tipiche dei pionieri che aprono nuove strade inesplorate e di chi osa rovesciare cielo e terra, senza temere quello che potrebbe accadergli”.

Migliorare la militanza
Per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso, che è il nostro obiettivo strategico a medio termine, la prima cosa che dobbiamo fare è migliorare la nostra militanza. Scuderi ha reso omaggio ai militanti di base del Partito rimarcandone il ruolo fondamentale per la sua esistenza, con queste parole “Voi, valorose, coraggiose e generose compagne e compagni, qui presenti o che siete a casa, costituite una parte fondamentale del nostro amato Partito. Senza di voi il PMLI non esisterebbe e non potrebbe svolgere tutti i suoi compiti rivoluzionari marxisti-leninisti. Soprattutto non potrebbe mai penetrare nelle masse proletarie, lavoratrici, inclusi i precari, contadine, disoccupate, pensionate, popolari, femminili e giovanili. Perché solo voi, che operate tra di esse, siete in grado di trasmetterle la linea, le proposte e i messaggi del PMLI, di raccogliere le loro rivendicazioni, aspirazioni e idee, i loro pareri e umori, e di aiutarle a risolvere i loro problemi immediati. E’ dal vostro legame con le masse che passa in grande misura il legame generale del Partito con esse. È dalla vostra pratica sociale ed esperienza, dai vostri contributi politici che si traggono elementi essenziali per la formazione della linea del Partito”.
Il compagno Scuderi evidenzia anche come lo spirito di sacrificio, l’abnegazione rivoluzionaria, l’impegno politico e il sostegno economico dei militanti di base, cui rivolge un riconoscente ringraziamento allargato anche ai simpatizzanti attivi, siano di esempio e di ispirazione per tutti i membri del Comitato centrale e dell’Ufficio politico, compreso il Segretario generale del Partito.
Questo giusto e meritato riconoscimento pone sulle spalle dei militanti di base una grande responsabilità per le sorti del Partito, alla quale occorre rispondere nel modo migliore possibile, che è poi quello di migliorare costantemente la propria militanza e così poter dare un contributo sempre più rilevante alla causa del PMLI, del proletariato e del socialismo.
Questo vale sempre per tutte le compagne e i compagni, pur nella differenziazione dei ruoli che sono chiamati a svolgere. Come rileva Scuderi “I più anziani tra di essi che possiedono l’intera memoria storica del PMLI sono essenziali per trasmettere alla nuove generazioni marxiste-leniniste la grande esperienza, lo stile e i metodi di lavoro del Partito. Gli attuali e i nuovi giovani militanti del PMLI devono essere consapevoli che spetta a loro proseguire l’opera dei fondatori del Partito, con tutto ciò che questo comporta dal punto di vista ideologico, politico, organizzativo e operativo”.
La militanza marxista-leninista, bisogna averlo sempre presente, non può essere paragonata e assimilata a nessun’altra militanza e impegno politico e sociale, ed è talmente dura che non tutti ce la fanno a mantenerla per tutta la vita. Ma se ogni tanto torniamo a rileggere, per imprimercele sempre più nella mente e nell’azione, come ci esorta Scuderi, le dieci indicazioni di Mao sui marxisti-leninisti, incarnandole al meglio “in modo da praticare il collettivismo e non l’individualismo, l’altruismo rivoluzionario e non l’egoismo, da mettere gli interessi generali del Partito, del proletariato e della causa al di sopra dei propri interessi personali e familiari”. Ci accorgeremo che potremo superare i più difficili tornanti della nostra militanza con slancio, forti della necessaria chiarezza ideologica e politica e essere dei buoni militanti. Ricordiamole così come sono titolate nella pubblicazione che ne ha fatto il Partito su “Il Bolscevico” n. 27/15.
“I marxisti-leninisti”, “Essere un marxista-leninista degno”, “Radicarci e fiorire in mezzo al popolo”, “Affrontare il mondo e sfidare la tempesta”, “Contare sulle masse e conquistare il loro appoggio”, “Subordinare gli interessi personali a quelli delle masse”, “Avere uno spirito di assoluta abnegazione verso i compagni e le masse”, “Carichiamoci sulle spalle i fardelli più pesanti”, “Dobbiamo essere maestri e allievi della masse”, “Dobbiamo aver fiducia nel Partito e nelle masse”. Ispiriamoci giorno dopo giorno a queste indicazioni e la nostra militanza migliorerà di sicuro.
“La nostra identità ideologica, politica e organizzativa – sottolinea Scuderi - è chiara e ben definita, può piacere o no, ma è chiara e inequivocabile. Non è così per altri che si definiscono comunisti. Solo che l’attuale numero troppo piccolo di militanti e simpatizzanti attivi del Partito non ci consente di esprimere per intero il suo grande potenziale rivoluzionario e di incidere concretamente nella lotta di classe. E’ quindi necessario decuplicare gli sforzi per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso, che è il nostro obiettivo strategico a medio termine”.
Già nel suo importante discorso “Da Marx a Mao”, tenuto in occasione del 40° anniversario della scomparsa di Mao, Scuderi ci esortava a preoccuparci attualmente di come fare per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso, radicandolo ed estendendolo nelle città e regioni dove siamo presenti, in modo da ricavarne le forze per espanderlo in tutta Italia, piuttosto che preoccuparci di quando arriverà il socialismo, di quando avverrà la svolta rivoluzionaria della lotta di classe, di quando il proletariato si schiererà con noi.
Certamente sarà ancora lunga e irta di difficoltà la strada che conduce a tale obiettivo, ma solo se siamo coscienti fino in fondo che è una prerogativa irrinunciabile per far avanzare la lotta di classe e per caratterizzarla in senso rivoluzionario, per il socialismo, possiamo maturare la forza e lo slancio per dare davvero dei contributi utili a tale scopo.
Che il PMLI abbia una testa da Gigante Rosso è un fatto acquisito, e questo lo si può evincere dalla linea ideologica, politica, organizzativa e di massa che il Partito ha elaborato e sviluppa, trasmettendola poi a tutte le istanze ad ogni livello. Certo ci mancano ancora conoscenze ed esperienze, specie nell’agricoltura e tra i contadini, che ci permettano di approfondirla e svilupparla sempre alla luce del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, ma questo è un limite derivato dalle attuali condizioni di sviluppo del Partito, che verrà superato mano a mano che avremo più forze e che tali conoscenze verranno acquisite ed elaborate.
Ora ciò che occorre fare è lavorare assiduamente per dare al Partito un corpo da Gigante Rosso, e questo obiettivo purtroppo è ancora abbastanza lontano. Non si tratta quindi di dare al Partito genericamente un corpo da gigante, che potremmo procurare con molte meno difficoltà se lasciassimo entrare chiunque nel PMLI abbandonando la teoria rivoluzionaria, lo Statuto e il Programma generale del Partito e la lotta per il socialismo, bensì un corpo da Gigante Rosso, quello cioè di un partito rivoluzionario basato sugli insegnamenti di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, non un partito che vuole semplicemente moderare e addolcire il capitalismo, ma un Partito che lo vuole abolire e far trionfare il socialismo.
Nonostante gli enormi sforzi che i dirigenti e i militanti hanno fatto in questi primi 40 anni di vita per diffondere e radicare il Partito, a partire dai primi 4 pionieri del PMLI all’opera fin dal 1967, il numero dei militanti del Partito è ancora estremamente ridotto a tal punto che possiamo affermare che al riguardo siamo ancora nella fase pionieristica, cioè quella dove dobbiamo ancora gettare semi in terreni politicamente incolti o quasi e dove le buone piante che ne sono nate, le istanze di base sono ancora piccole e “deboli” e vanno protette, riservando loro la massima cura affinché non vengano avvelenate o sradicate dalla borghesia, e questo può avvenire più facilmente nei primi tempi quando le radici ancora non affondano in profondità nel terreno e sono quindi poco solide.
Ciò non toglie che gli attuali militanti del Partito ce la stanno mettendo tutta per assolvere i loro compiti rivoluzionari, facendo fronte a ogni tipo di difficoltà economica, politica, organizzativa, ideologica, e a condizionamenti di carattere familiare e professionale o di salute. Si meriterebbero davvero di avere già un Partito sviluppato anche numericamente, ma così ancora non è per via dello sviluppo della lotta di classe che ha subìto un rallentamento e per la debolezza ideologica delle masse causata dall’opera nefasta dei revisionisti che hanno disperso il patrimonio ideologico acquisito in decenni di grande lotta di classe nel nostro Paese, a partire dalla gloriosa Resistenza al nazi-fascismo, tradendo e infangando il movimento operaio nazionale e internazionale, la sua storia, i suoi Maestri e la sua lotta secolare contro il capitalismo, per il socialismo.
I militanti del Partito dovranno fare fronte ancora per molto tempo a tanti problemi, vecchi e nuovi, della lotta di classe, prima che il PMLI possa contare su una base organizzativa davvero forte e diffusa. La testa del Partito questo lo sa bene, e per questo non fa mai mancare la direzione marxista-leninista, il supporto organizzativo che ogni istanza intermedia e di base necessita, le indicazioni pratiche utili per affrontare e superare tanti piccoli e grandi ostacoli.
Bisogna essere consapevoli che la fondazione del PMLI ha aperto la terza fase della storia del movimento operaio organizzato italiano ma che, come rimarca Scuderi, “La terza fase si realizzerà concretamente nella pratica quando il marxismo-leninismo-pensiero di Mao penetrerà profondamente nel proletariato e questo avrà acquisito la coscienza di classe per sé, che lo spronerà a dare una svolta rivoluzionaria alla lotta di classe e a mirare alla conquista del potere politico . Questo significa che davanti a noi abbiamo ancora un enorme e difficile lavoro da fare. In questi quaranta anni ne abbiamo fatto tanto ed estremamente qualificato sui piani ideologico, politico, programmatico, organizzativo e giornalistico, creando i presupposti e le migliori condizioni per fare il lavoro futuro”.
In questo lavoro eccelle senza alcun dubbio il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, che dalla fase di fondazione in poi – senza parlare dei suoi importanti contributi come Segretario generale dell’OCBI m-l che ha dato vita al Partito – gli ha donato una grande quantità di elaborati politici, discorsi e documenti, compresi questi suoi ultimi tre interventi, che costituiscono i mattoni rossi fondamentali che sostengono l’edificio del nostro Partito. Il compagno Scuderi, con la sua acutezza, lungimiranza, profonda conoscenza del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e della realtà del nostro Paese, ha costituito e costituisce una guida sicura per il Partito e lo ha messo nelle condizioni di poter proseguire, con tranquillità e determinazione, anche nel prossimo futuro sulla strada per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso.
Si tratta però di un’opera collettiva, che non può dipendere solo dal Segretario generale e dal Centro del Partito, occorre tutto l’impegno, la sagacia, l’attaccamento al PMLI e alla causa dei militanti di base, oltreché dei simpatizzanti attivi che lavorano al loro fianco. Non a caso Scuderi ha rimarcato che “Senza di voi il Partito avrebbe solo la testa e non il corpo, solo la linea e non il mezzo per trasmetterla alle masse. La linea politica è determinante, ma se non ci foste voi a farla vivere e applicarla nella realtà in cui siete presenti sarebbe assolutamente inefficace, non potrebbe dare tutti i suoi frutti. Per tutti questi motivi la vostra funzione è vitale e insostituibile per la vita, l’azione, la costruzione, lo sviluppo e il successo del Partito. Voi siete decisivi per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso” .
Se è giustamente messa in grande rilievo l’importanza determinante per lo sviluppo del Partito del ruolo politico pratico svolto dai militanti di base, occorre domandarsi allora cosa si può fare ancora di più per migliorare la militanza e il nostro lavoro politico, alla luce dei tre interventi di Scuderi.
Una questione fondamentale è continuare senza sosta a trasformare la nostra concezione del mondo in senso proletario rivoluzionario, senza considerarsi mai arrivati e impermeabili alle insidie della borghesia, vivendo coerentemente da marxisti-leninisti ogni momento della nostra vita a livello personale e politico.
Nell’introdurre la pubblicazione delle citazioni autobiografiche di Marx, il Segretario generale evidenzia come la vita personale di Marx fosse estremamente dura e quanto per lunghi anni abbia vissuto nella miseria più nera che, tra l’altro, provocò la morte di tre dei suoi bambini. Ma anche come ciò nonostante egli continuò a dedicare tutto se stesso alla causa dell’emancipazione del proletariato. Per questo Scuderi ci indica che “L’esempio dell’eccezionale vita rivoluzionaria di Marx non può non ispirare la nostra modesta vita marxista-leninista, non può non ispirare il nostro impegno a dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso, a risvegliare il proletariato alla lotta rivoluzionaria, ad aprire la strada per l’avvento dell’Italia unita, rossa e socialista”.
Tutti i militanti del PMLI infatti, facendo parte del popolo, ne condividono i problemi, dalla disoccupazione al precariato e allo sfruttamento padronale, dai problemi economici a quelli di studio, e così via, taluni compagni subiscono forti pressioni familiari, altri devono far fronte anche a problemi di salute e alla non più giovane età, insomma sono tante le difficoltà della vita nelle quali ci si imbatte, ma i militanti marxisti-leninisti, come dice Stalin sono “fatti di materia speciale” , essi non devono mai soccombere alle difficoltà, anzi devono gettarsi nella lotta di classe con ancora più forza perché è nel fuoco della battaglia che i marxisti-leninisti si forgiano, è in mezzo al fiume attraversato dalle forti correnti che scolpiscono la propria determinazione nella roccia e imparano a mantenere ferma la propria volontà.
 
Certo i vari problemi a volte possono momentaneamente indebolirci ma dobbiamo essere pronti a riprendere con ancora più lena la nostra battaglia perché siamo consapevoli che dipende soprattutto da noi se il PMLI potrà un giorno prendere le redini della lotta per il socialismo in Italia. Il contributo di ognuno di noi, compreso il militante entrato “ieri” nel Partito svolge un ruolo importantissimo, ogni militante costituisce una bandiera del PMLI, quando un militante cede è una bandiera che si ammaina, dobbiamo perciò fare in modo che le bandiere del Partito sventolino invece sempre più numerose e sempre più alte nelle piazze, nei luoghi di lavoro e di studio.
Abbiamo dei grandi esempi, a partire dai cinque grandi Maestri del proletariato Marx in testa, cui ispirarsi per trasformare giorno dopo giorno la nostra concezione del mondo mentre lo trasformiamo, seguiamoli e le nostre bandiere rosse non sbiadiranno mai, e la falce e martello con l’effige di Mao sarà un giorno la bandiera del nostro popolo, la bandiera dell’Italia unita rossa e socialista!
Ogni militante del Partito dovrebbe avere ben presente che un marxista-leninista per potersi definire tale deve anzitutto tendere ad acquisire e arricchire senza limiti di continuità, la propria conoscenza dell’ideologia e della cultura del proletariato che, come spiega Mao, “è la teoria che Marx, Engels, Lenin e Stalin hanno creato sulla base della pratica, è la conclusione generale che hanno tratto dalla realtà storica e dalla pratica rivoluzionaria (…). Il marxismo-leninismo è la verità più giusta, più scientifica e più rivoluzionaria, generata dalla realtà oggettiva e confermata da questa stessa realtà” .
È necessario che tutti i compagni dedichino il tempo necessario allo studio marxista-leninista, cioè dei testi dei Maestri, dei documenti del PMLI e de “Il Bolscevico”. Senza questo studio non si può fare proprio il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, senza questo studio non si può diventare veramente rossi e non si può rimanere veramente rossi. Tutti i militanti hanno il dovere di non sottovalutare l’importanza dello studio, non devono cadere nell’errore di ritenersi inattaccabili dall’ideologia e dalla cultura della borghesia, di sapere già tutto quanto sia necessario, e di ritenere quanto ancora non conoscono come “secondario”.
 
Studiare è certamente faticoso, soprattutto dopo una giornata di lavoro, di incombenze familiari ed altri impegni, ma dobbiamo essere coscienti che se non studiamo non siamo dei marxisti-leninisti, e quindi dobbiamo fare un ulteriore sforzo e dedicare il giusto tempo allo studio, in certi casi programmandolo in altri realizzandolo a tambur battente, come nel caso de “Il Bolscevico”, in base alle esigenze della lotta di classe e della nostra corrente attività politica.
 
Solo così si può diventare dei combattenti rossi di prima linea, preparati ideologicamente e politicamente, coerenti con la concezione marxista-leninista del Partito, ben centralizzati e disciplinati, fortemente legati alle masse, capaci di conquistare la fiducia delle masse del proprio ambiente di lavoro, di studio e di vita, di aiutare le masse a risolvere i loro problemi materiali e immediati, di elevare la loro coscienza politica e di organizzarle, mobilitarle e guidarle nella lotta di classe, capaci di praticare la linea di massa e del fronte unito.
Nell’immediato seguiamo l’invito che ci ha fatto Scuderi “Che le ricorrenze del 40° Anniversario della fondazione del PMLI, del 150° Anniversario della pubblicazione del primo volume del 'Capitale' e del centenario della Grande Rivoluzione Socialista di Ottobre siano l’occasione per rituffarsi nel pensiero di Marx studiando, individualmente e collettivamente, le sue citazioni autobiografiche che pubblichiamo su 'Il Bolscevico' e il 'Manifesto del Partito comunista' che ha scritto assieme a Engels. Un’opera tanto temuta da Mussolini che nel 1923 la fece ritirare da tutte le biblioteche pubbliche e universitarie. Dobbiamo fare questo studio pensando all’attuale situazione internazionale e nazionale e ai problemi che abbiamo di fronte per trasformare il mondo e noi stessi” .
Oltre allo studio individuale, molto importante è lo studio collettivo fatto regolarmente, alcune istanze encomiabili lo fanno già, prendiamone esempio e facciamoci promotori di riunioni periodiche di studio della nostra istanza, sia su tematiche di maggiore attualità o sulle quali c’è l’esigenza di un approfondimento, sia del nostro fedele compagno di lotta e formazione ideologica, politica e organizzativa che è “Il Bolscevico”.
Sappiamo però, come ha messo in evidenza tante volte il Segretario generale, che non è sufficiente studiare e che occorre anche capire ciò che si studia. Capire significa riflettere, come stiamo facendo riguardo ai tre interventi di Scuderi, allo scopo di trarre dallo studio effettuato i dovuti insegnamenti.
D’altra parte se non abbiamo noi le idee chiare sulla linea politica, le indicazioni e il significato delle parole d’ordine del Partito, come potremmo mai propagandarle e darne una spiegazione valida al proletariato e alle masse popolari, quelle giovanili in particolare, così da elevare la loro coscienza politica e fare opera di proselitismo tra gli elementi più avanzati.
C’è poi la questione di superare la distanza che intercorre tra il capire e il fare, evitando che diventi “un mare”. Lo studio e anche il capire, fini a se stessi non hanno senso, dobbiamo invece in modo conseguente stabilire come mettere in pratica quello che abbiamo appreso e ciò comporta di fare dei programmi di lavoro e di intervento, organizzandone bene la concreta attuazione, tempistica inclusa.
Dobbiamo farlo in coerenza con l’indicazione del Partito, che è sempre all’ordine del giorno, di radicarsi e far comprendere al proletariato che non gli può bastare essere una classe in sé, ma che occorre acquisisca la coscienza di essere anche una classe per sé che lotta per il socialismo, conquista il potere politico e costruisce una società senza più sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Migliorare il lavoro di radicamento
La seconda cosa che dobbiamo fare bene per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso è migliorare il nostro lavoro di radicamento. All’atto pratico Scuderi ci dice che dobbiamo impegnarci maggiormente per radicarci negli ambienti di lavoro, di studio e di vita in cui siamo presenti sulla base della parola d’ordine “Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare ”, una parola d’ordine che è tutto un programma, ma c’è da riflettere su quanto l’abbiamo effettivamente compresa e tramutata in azione, dobbiamo afferrare che “Bisogna portare più a fondo, a livello individuale e collettivo, su questa importante parola d’ordine strategica, che è la chiave del nostro radicamento tra le masse. E’ quindi necessario a livello di base sedersi attorno a un tavolo e discutere i tre elementi che compongono tale parola d’ordine e per ciascuno di essi stabilire cosa fare tenendo presente la situazione concreta in cui si opera, le forze che disponiamo e il principio più qualità e meno quantità”.
Per poter fare un buon lavoro di massa, è per noi essenziale conoscere profondamente la situazione locale e specifica in cui operiamo, stare tra le masse, dialogare con loro, informarsi sui problemi che stanno loro più a cuore, studiarli alla luce della linea del Partito, elaborare delle rivendicazioni che ne colgano le contraddizioni principali e riportarle alle masse affinché le facciano proprie, seguendo il principio “dalle masse alle masse”.
Dobbiamo intervenire il più possibile, con comunicati stampa, volantini, articoli, banchini e ogni altra iniziativa utile, in base alla situazione concreta in cui ci troviamo a lavorare e alle forze di cui disponiamo, tenendo alta la qualità del nostro lavoro piuttosto che rincorrere solo la quantità, nel rispetto sempre della centralità e priorità della vita interna di Partito. Per farlo dobbiamo frequentare il più possibile la piazza che è il nostro ambiente ideale e naturale di lotta, assieme a quello delle fabbriche, dei campi, delle scuole e delle università, per diffondere i messaggi del Partito, per raccogliere le rivendicazioni, le idee, le proposte e le informazioni delle masse e per stringerci sempre più ad esse.
Come ribadisce Scuderi “Dobbiamo essere coscienti che non basta propagandare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, la linea generale del Partito e le denunce e le malefatte del governo centrale; per far breccia nel proletariato e nelle masse e ottenere il loro consenso occorre occuparsi dei loro problemi concreti e immediati e aiutarle a risolverli, problemi che, a parte quelli a carattere generale e nazionale, possono essere diversi da città a città, da fabbrica a fabbrica, da scuola e università a scuola e università. In questo fondamentale e imprescindibile lavoro non possono non essere tenuti sotto attacco i governi locali e regionali, che sono i responsabili più diretti di quello che non va nelle varie città e regioni. Di sicuro la disoccupazione e la precarietà sono presenti dovunque, quindi bisogna imbastire a tutti i livelli una campagna per la piena occupazione, altro che ‘reddito di cittadinanza’”. Quest’ultima indicazione è di importanza fondamentale per programmare i nostri interventi, la sua messa in pratica comporta che ci si documenti sulla specifica situazione locale e si batta e si ribatta su questo tasto, schierandosi al fianco di precari e disoccupati e dei movimenti di lotta esistenti sul territorio.
Peraltro sul problema della disoccupazione come per qualsiasi altra battaglia da intraprendere, dobbiamo cercare di portare avanti un’abile politica di fronte unito, facendo propria la lungimirante visione tattica indicata da Scuderi per cui “Il PMLI, al di là di ogni differenza ideologica e strategica, è disponibile ad allearsi con tutte le forze che si richiamano al socialismo, in un modo o in un altro, in particolare con quelle che hanno la bandiera rossa con la falce e martello, sulle questioni politiche, sindacali, sociali di comune interesse, in primo luogo la lotta contro il governo Gentiloni e il PD del nuovo duce Renzi” e finanche con i partiti e i movimenti democratici borghesi che si richiamano alla Costituzione del 1948, pur sapendo che tale Costituzione non esiste più essendo stata più volte riformata da destra.
Noi marxisti-leninisti siamo convinti che solo tenendo fermo il nostro atteggiamento di classe anticapitalista, antigovernativo, antistituzionale e astensionista elettorale, anche alle prossime elezioni amministrative di giugno, è possibile far maturare la coscienza e la mobilitazione rivoluzionarie delle masse proletarie e popolari e delle nuove generazioni e accumulare le forze rivoluzionarie sociali, politiche e culturali necessarie per abbattere il capitalismo e il potere della borghesia e conquistare il socialismo e il potere politico del proletariato, facendo comprendere ad un numero sempre più grande di elementi avanzati, combattivi e coscienti, specialmente le operaie e gli operai, le studentesse e gli studenti, le intellettuali e gli intellettuali l'importanza e la necessità storica della militanza marxista-leninista affinché si uniscano a noi senza più indugio sotto le rosse bandiere dei Maestri, del socialismo e del PMLI.
Il video realizzato per il 40° Anniversario del PMLI, dalla Commissione di stampa e propaganda del Comitato centrale, può essere uno strumento molto valido da utilizzare a tale fine, facciamone perciò un buon uso perché si tratta di “un prezioso documento della storia del PMLI, un ausilio per la memoria storica del Partito, uno strumento efficace per la propaganda, una fonte di esempio e di ispirazione per le future generazioni del PMLI”.
Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao ci hanno lasciato in eredità un grande patrimonio ideologico, politico e organizzativo, sta a noi studiarlo, elaborarlo e applicarlo alla nostra situazione specifica e alla linea del Partito. Da parte sua Scuderi ancora una volta ci ha dato gli strumenti per farlo, questi suoi tre interventi vanno studiati, individualmente e collettivamente, discussi e approfonditi, da essi bisogna trarre gli insegnamenti da mettere in pratica nel nostro lavoro politico quotidiano.
Dunque, riflettere e agire di conseguenza. Vale anche per i dirigenti nazionali del Partito che devono prestare particolare attenzione al punto nevralgico toccato dal Segretario generale riguardante l’unità marxista-leninista del Comitato centrale e dell’Ufficio politico. Perché “Incrinandola e spezzandola per individualismo, impuntature, un uso distorto e scorretto della tattica sarebbe il più grave danno che il Partito potrebbe subire, col rischio di vanificare tutto quello che abbiamo fin qui costruito… Dobbiamo in particolare stare attenti al primo periodo della successione tra il vecchio e il nuovo Segretario generale, che inevitabilmente avverrà con la scomparsa di chi attualmente ricopre tale carica”.
È vero come dice Scuderi che “Questi 40 anni di vita del PMLI, come i dieci anni precedenti, sono stati molto duri, ed è prevedibile che anche i prossimi anni e quelli successivi saranno altrettanto e forse più duri. Sarà sempre così per chi combatte in prima linea il capitalismo e la classe dominante borghese. Ne siamo coscienti, ma ciò non ci spaventa. Anzi per noi non esiste al mondo una felicità più grande di quella di servire con tutto il cuore il Partito, il proletariato, le masse e la causa del socialismo, l’unica capace di emancipare il proletariato e tutta l’umanità” . D’altra parte “Come abbiamo imparato da Mao, e come abbiamo fatto in questi lunghi ed educativi anni, ‘Dobbiamo lasciarci infiammare dalle grandi e sublimi aspirazioni proletarie, osare aprire sentieri mai esplorati e scalare vette mai raggiunte’. Militanti e simpatizzanti attivi del PMLI rimaniamo uniti e in cordata, aiutandoci l’un l’altro a scalare le montagne che ci attendono nella nostra Lunga Marcia politica e organizzativa”.
Riflettiamo sugli ultimi tre interventi di Scuderi e agiamo di conseguenza!
Tutto per il PMLI, il proletariato e il socialismo!
Avanti, avanti, avanti con forza e fiducia sulla via dell’Ottobre verso l’Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
 
La Commissione per il lavoro di organizzazione del Comitato centrale del PMLI
 
Firenze, 24 maggio 2017