I vaccini non devono essere obbligatori
No alle sanzioni
È stato emanato lo scorso 19 maggio dal Consiglio dei ministri un decreto legge che prevede, a partire dal prossimo anno scolastico, l’introduzione obbligatoria di otto vaccinazioni per l’iscrizione a scuola, portandole dalle 4 attuali a 12.
I vaccini saranno obbligatori per la fascia di età da 0 a 6 anni, mentre per la scuola dell’obbligo fino al secondo anno di superiori - ovvero dai 6 fino ai 16 anni - sono invece previste pesanti sanzioni per i genitori che non rispettano l’obbligo, con la previsione espressa della segnalazione, da parte dell’azienda sanitaria territoriale competente, al tribunale per i minorenni dei genitori o soggetti che esercitano la potestà genitoriale che violino l’obbligo di vaccinazione, affinché tale organo giurisdizionale possa procedere alla sospensione della potestà genitoriale.
Alle quattro vaccinazioni già obbligatorie per legge (difterite, tetano, poliomielite ed epatite B) si aggiungono quelle per morbillo, parotite, rosolia, pertosse, Heamophilus B,
varicella, meningococco B e meningococco. Il premier Gentiloni parla di “modalità transitorie.
Per i bambini fino a sei anni di età la mancata vaccinazione comporterà l’impossibilità di iscriversi ad asilo nido e scuola materna, mentre per i bambini e ragazzi della scuola dell’obbligo le famiglie dovranno presentare alla scuola il certificato di vaccinazione, in mancanza della quale il dirigente scolastico farà una segnalazione all’azienda sanitaria locale di competenza, la quale contatterà la famiglia e darà un arco di tempo nel quale effettuare la vaccinazione al proprio figlio.
In ogni caso, qualora gli esercenti la potestà genitoriale sui minori dovessero rifiutarsi di procedere alla vaccinazione dei propri figli, ci saranno una serie di sanzioni pecuniarie molto pesanti, dai 500 ai
7500 euro.
Si tratta quindi di una vera e propria inversione di rotta rispetto ai provvedimenti che nel 1999 avevano tolto l’obbligatorietà della vaccinazione (salvo che per i quattro caso sopra descritti) istituita a partire dal 1967, per l’iscrizione a scuola.
Si tratta di un provvedimento abnorme che è del tutto ingiustificato e spropositato, e dietro al quale è lecito sospettare che vi siano interessi economici delle multinazionali farmaceutiche, perché non bisogna dimenticare che l’ex ministro della Sanità De Lorenzo fu condannato in via definitiva insieme al funzionario ministeriale Poggiolini per avere ricevuto una tangente da 600 milioni di lire pagata dalla multinazionale GlaxoSmithKline al Ministro della Salute De Lorenzo per indurlo a introdurre il vaccino contro l’epatite B nel 1991 nonostante l'assenza di sufficienti sperimentazioni.
Il primo motivo di critica contro il provvedimento del ministro Lorenzin è l’abuso dello strumento del decreto legge che, come è noto, può essere emanato dal governo soltanto se vi sono le condizioni di necessità e urgenza.
Poiché non vi sono i presupposti né della necessità né dell’urgenza, che sussisterebbero soltanto qualora vi fosse quantomeno una conclamata minaccia di un’epidemia o addirittura un’epidemia in corso, non esistono i presupposti per cui il governo debba scavalcare la naturale sede legislativa parlamentare, e quindi una approfondita discussione in tal senso, su una materia che, per i motivi che si spiegheranno, è piuttosto controversa. Del resto è lo stesso presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ad avere detto, nella conferenza stampa in cui il governo ha annunciato il decreto legge, che non c’è nessuna emergenza sanitaria.
Èevidente che si tratta di una fretta del tutto sospetta.
Un ulteriore motivo di critica entra nel merito del provvedimento, ovvero bisogna chiedersi se ci sia un’evidenza medica che tutti questi vaccini debbano essere obbligatori da un punto di vista sanitario.
Sulla base dei dati desunti dal giornale scientifico Eurosurveillance - una pubblicazione settimanale dedicata esclusivamente al controllo e al monitoraggio delle malattie infettive nel territorio europeo, edita dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, un’agenzia indipendente dell’Unione Europea - attualmente Austria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Islanda, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito non prevedono l’obbligatorietà per alcun tipo di vaccino, il Belgio ne ha solo uno obbligatorio, la Francia e Malta ne hanno tre, la Grecia ne ha quattro. D’altra parte la Repubblica Ceca e la Slovenia ne hanno sette obbligatori, l’Ungheria, la Polonia e la Romania ne hanno otto, la Bulgaria e la Slovacchia nove e la Lettonia ne ha dodici, e in quest’ultimo gruppo di otto Paesi ci sono già da tempo discussioni per ridurne l’elevato numero che, se aveva un senso alcuni decenni fa quando vi erano ancora malattie endemiche che non erano state completamente debellate in quei territori e contro cui le autorità sanitarie dell’epoca combatterono con successo, ora non è più giustificabile con la scomparsa di gran parte delle patologie infettive (tubercolosi, tifo, vaiolo, pertosse, poliomielite, solo per citarne alcune presenti fino alla seconda metà del Novecento) dall’intero continente europeo, Russia compresa, alle quali le vaccinazioni si riferiscono.
Infine vi è una profonda contraddizione tra l’obbligatorietà delle ulteriori otto vaccinazioni previste dal decreto e lo strumento delle sanzioni pecuniarie e sospensive della potestà genitoriale: infatti se realmente la mancata vaccinazione dei bambini costituisse un rischio sanitario collettivo, lo strumento delle sanzioni sarebbe inadeguato, in quanto si rischierebbe comunque di introdurre nelle scuole bambini e ragazzi potenzialmente nocivi per la salute pubblica.
Il costringimento a una vaccinazione di massa obbligatoria, accompagnata da una campagna di stampa truffaldina, antiscientifica e ricattatoria e imposta con lo spauracchio di pesanti sanzioni economiche alle famiglie e di perdita dei diritti sui propri figli o minori tutelati, deve essere categoricamente rifiutato in quanto non vi è nessuna necessità da un punto di vista sanitario e costituirebbe soltanto un regalo alle multinazionali farmaceutiche, e sono molti i pediatri che hanno denunciato un uso del tutto inappropriato dello strumento della vaccinazione: infatti è appropriata nella scienza medica la somministrazione delle terapie che siano indispensabili o quantomeno utili, evitando di somministrare cure superflue, in quanto ogni cura (in questo caso i vaccini) ha necessariamente delle controindicazioni, un concetto che tutti gli altri Paesi europei hanno compreso riducendo, anziché aumentando, il numero delle vaccinazioni che si riferiscono a malattie anacronistiche che fortunatamente fanno parte del passato.
Tanto furore a imporre per legge le vaccinazioni tout court è quanto mai sospetto perché le autorità di governo italiane non sono altrettanto sensibili e decisioniste su emergenze sanitarie come l'inquinamento e le emissioni di polveri sottili, di cui sono accertate le mortali conseguenze sulla sopravvivenza umana? No, dunque, alle sanzioni; i vaccini non devono essere obbligatori.
13 giugno 2017