50mila LGBTQI in corteo per il Pride di Milano
Diffusi centinaia di volantini con l'adesione del Comitato lombardo del PMLI alla manifestazione. Interessanti discussioni
Redazione di Milano
Nel pomeriggio di sabato 24 giugno il fiume coloratissimo di bandiere e striscioni arcobaleno del Gay Pride, che ha visto la partecipazione di oltre 50mila LGBTQI e eterosessuali con loro solidali, ha attraversato Milano, da piazza Duca d’Aosta fino a Porta Venezia. Fra loro le insegne dei movimenti LGBTQI, del Coordinamento Arcobaleno Milano, dell'Arcigay e della Rete famiglie Rainbow. Alla manifestazione c'era anche una delegazione di Women's March, l'associazione di donne nordamericane che organizzò la marcia di Washington dopo l'elezione di Donald Trump. “Diritti senza confine”, recitava lo slogan dello striscione di apertura.
Pesante il tentativo di strumentalizzazione del PD (che nonostante la sua opposizione a dare pieni diritti civili a LGBTQI ha avuto la faccia tosta di presentarsi con un camion con su appeso lo striscione della federazione milanese) e del sindaco Giuseppe Sala che era presente facendo fruttare il patrocinio del Comune di Milano da lui concesso affinché possa distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica progressista dalla nuova indagine a suo carico per turbativa d'asta nell'inchiesta sulla Piastra dei servizi di Expo. Il governatore fascioleghista Roberto Maroni ha invece negato il patrocinio della Regione Lombardia a sottolineare la linea xenofoba e omofoba della sua giunta nero-verde.
Al concentramento militanti della Cellula “Mao” di Milano del PMLI hanno diffuso centinaia di volantini riportanti il testo dell’adesione del Comitato lombardo del Partito dal titolo: “Lottare senza sosta per i diritti LGBTQI - Deve essere riconosciuto il matrimonio tra persone dello stesso sesso, lottiamo anche per tutti i diritti che ancora vengono negati”. In esso si legge tra l'altro: “I marxisti-leninisti italiani sono sempre stati dalla parte dei diritti delle persone LGBTQI, hanno sempre appoggiato le loro battaglie e le rivendicazioni dei loro movimenti e continueranno a farlo fino a quando non verranno eliminate tutte le discriminazioni nei loro confronti. Siamo assolutamente contro ogni ingiustizia sociale, ogni disparità di sesso, ogni atteggiamento omofobo da parte del governo, delle istituzioni, dei gruppi e dei singoli individui. Per noi LGBTQI devono avere gli stessi diritti politici, sociali e civili di qualsiasi altro italiano”. “La battaglia delle persone LGBTQI si inserisce nel più vasto campo dell'affermazione di fondamentali diritti come l'interruzione di gravidanza e il fine vita. Le forze confessionali e conservatrici, periodicamente, fanno partire crociate contro l'aborto e la Legge 194 e si oppongono all'approvazione di una legge che disciplini l'eutanasia. Tutti i governi su questi temi, proprio come nel caso delle unioni civili, si sono sempre preoccupati più di tutelare le perplessità di chi è contrario anziché i destinatari dei provvedimenti i cui diritti, invece, da sempre esistono. La sacrosanta rivendicazione del loro riconoscimento può essere ottenuta solo con la lotta e nessuno dovrà mai pensare che si tratti di una 'concessione'”.
I nostri compagni si sono inoltre intrattenuti con più manifestanti per approfondire con loro le rivendicazioni di lotta che i marxisti-leninisti propongono al movimento per i diritti LGBTQI.
28 giugno 2017