Incontro a Washington tra i due leader imperialisti degli Usa e dell'India
Accordi militari tra Trump e Modi contro la Cina
“Le relazioni tra India e Stati Uniti non sono mai state così forti, mai così buone” ha sottolineato il presidente americano Donald Trump durante la conferenza stampa del 26 giugno al termine del vertice col premier indiano Narendra Modi, che ha rilanciato una alleanza tra Washington e Delhi già resa solida da quella di Obama per la sua politica di contenimento dell'espansione della Cina in Asia. La stessa ragione per la quale Trump ha definito con Modi accordi economici ma anche militari allineando i due leader imperialisti contro il concorrente socialimperialismo cinese.
L'economia indiana cresce ancora a ritmi sostenuti tanto che ha superato quella cinese per velocità di crescita, il 7% contro il 6%, e agli occhi dell'amministrazione Trump ha un pregio non indifferente, ossia un attivo commerciale di soli 30 miliardi di dollari, un decimo di quello con la Cina. Le multinazionali americane lamentano la concorrenza nel settore dell'acciaio dei colossi indiani Mittal e Tata e una politica di Delhi protezionistica che non facilita gli investimenti stranieri. Nulla in confronto alla sfida economica delle multinazionali cinesi. Trump poteva quindi sorvolare sugli aspetti minori delle contraddizioni economiche e puntare al bersaglio grosso, l'alleanza contro la Cina.
Nella conferenza stampa finale Trump si è detto un “sincero amico” dell'India e ha riaffermato l'impegno dei due paesi “colpiti dal male del terrorismo” nel “distruggere le organizzazioni terroristiche e l'ideologia radicale che le guida”. Modi ricambiava aggiungendo che “combattere il terrorismo e rimuovere i rifugi, i santuari e le case sicure dei terroristi sarà una parte importante della nostra cooperazione” e incassava il sostegno di Washington nella guerra di Delhi contro il terrorismo islamico, identificato nelle vesti del rivale Pakistan, e degli autonomisti del Kashmir il cui capo era stato appena inserito dagli Usa nella lista dei terroristi a livello mondiale. Nel comunicato congiunto i due leader imperialisti invitavano “il Pakistan a garantire che il suo territorio non venga utilizzato per sferrare attacchi terroristici contro altri Paesi” come quelli del 2011 a Mumbai.
Il Pakistan è stato uno degli alleati di ferro di Washington nella regione ma al momento è considerato più lontano, conquistato dalla nuova Via della Seta cinese; ci sarà tempo per recuperarlo ma in ogni caso la precedenza va a Delhi.
L'amministrazione Usa decideva di “fornire all'India la migliore tecnologia di difesa” e il Dipartimento di Stato già ha approvato la vendita di un un aeroplano per il trasporto militare e di 22 droni non armati per la sorveglianza dell'Oceano indiano. La flotta indiana parteciperà alle esercitazioni navali trilaterali con Usa e Giappone in vista di una maggiore collaborazione per le attività militari marittime coi due alleati imperialisti per dare il suo contributo a bilanciare l'espansione di Pechino nel Mar cinese meridionale.
5 luglio 2017