Relazione di Denis Branzanti alla 13ª Riunione dei marxisti-leninisti dell'Emilia-Romagna
“Nulla ci deve impedire di essere dei marxisti-leninisti e ad agire come tali”: applichiamo le indicazioni concrete di Scuderi
Se continuiamo a seguire gli insegnamenti dei Maestri in base alle indicazioni del PMLI le nostre bandiere rosse non sbiadiranno mai e un giorno saranno la bandiera dell'Italia unita, rossa e socialista
Care compagne e cari compagni,
benvenuti alla 13ª Riunione dei militanti e dei simpatizzanti dell’Emilia-Romagna del PMLI, che si tiene presso la Casa del Popolo di Torre Pedrera, a Rimini, sede privilegiata questa, seppur non esclusiva, per i nostri incontri data la disponibilità dello spazio grazie alla partecipazione storica del compagno Battista Bruni, alias Tino alla vita di questa Casa del Popolo, una delle poche rimaste anche in questa zona dove i revisionisti e i falsi comunisti hanno disperso un enorme patrimonio culturale e politico frutto di decenni di battaglie e sacrifici da parte di tante compagne e compagni.
Il compagno Tino, che ha poc’anzi aperto questo incontro e che ringrazio, è un compagno esemplare per combattività, disponibilità e generosità, e va ulteriormente elogiato perché la sua determinazione nella lotta col PMLI per il socialismo non è mai venuta meno nonostante da diverso tempo stia combattendo anche per la propria salute, ma grazie al suo spirito battagliero la situazione sta migliorando e noi tutti gli siamo vicini affinché possa risolvere in modo positivo e definitivo questo problema.
C’è da augurarsi davvero che le nuove generazioni di combattenti per il socialismo abbiano la stessa tempra del compagno Tino e come il compagno Tino non si facciano spaventare da niente e da nessuno.
Oggi sono presenti compagni provenienti dalle province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna, Modena e Parma, qualcun altro non è potuto essere presente ma la Regione è ben rappresentata.
Vi sono compagni che stanno affrontando momenti personali difficili, in particolare per motivi di salute o di lavoro, sono questi ostacoli che incontriamo e dobbiamo superare nel corso della vita, e che di fatto condividiamo con il nostro popolo, in particolare per quel che riguarda le nefaste conseguenze prodotte dal capitalismo e che ovviamente si riversano anche su noi. Ciò che differenzia però i marxisti-leninisti è come essi affrontano tali e altri problemi, e cioè senza farsi demoralizzare, cadere nella depressione o nel qualunquismo, ma anzi trovando nel Partito e nel lavoro politico un modo per rimanere in carreggiata, nel socialismo una motivazione in più per risolvere i problemi e tornare il prima possibile a pieno regime nell’attività politica, oltre che a risollevarsi a livello personale.
Fare sempre qualcosa di rosso marxista-leninista
In ogni caso nulla ci deve impedire di continuare a essere dei marxisti-leninisti e ad agire come tali, facendo anche poco ma comunque qualcosa e soprattutto di rosso!
Questo incontro periodico, siamo al 13° e dalla prima riunione abbiamo saltato solo un anno, e al quale la Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI ha inviato i suoi auguri di buon lavoro a tutti i presenti, si è rivelato nel tempo assai utile per fare un bilancio critico e autocritico del lavoro politico svolto nel corso di ogni anno, fare il punto della situazione registrando i successi e gli insuccessi, le conquiste e le perdite, discutendo e confrontandoci sulle rispettive esperienze e sulla linea del Partito per trovare le soluzioni tattiche migliori per calarla in ogni specifica situazione.
Anche le riunioni sono migliorate nel corso del tempo sia a livello organizzativo che politico, inizialmente si tendeva ad allargarle il più possibile ma di fatto spesso ne venivano fuori una sorta di dibattiti, utili alla discussione ma non all’organizzazione, ora invece miriamo più alla sostanza che alla forma, cerchiamo di andare direttamente al cuore dei problemi che mettiamo sul piatto senza disperderci troppo in questioni che possono essere affrontate in altri modi, restringendo anche lo spettro dei partecipanti ai compagni più attivi.
Inoltre è anche un momento buono per ritrovarci e per stringere i rapporti tra di noi perché è molto importante che all’interno di una squadra rossa come quella del PMLI regnino l’armonia e la reciproca solidarietà tra compagni per sostenersi vicendevolmente nel corso della lunga e faticosa battaglia che portiamo avanti, per marciare uniti e compatti verso il sol dell’avvenire.
L’individualismo, il carrierismo, l’opportunismo non sono intrinsechi nell’essere umano bensì nel sistema capitalistico, lasciamoli quindi fuori dal Partito e dai noi stessi, così come ogni tendenza frazionista, anarcoide e piccolo borghese, e la causa che serviamo con tanta dedizione non potrà che trovarne giovamento.
Nella precedente Riunione regionale ci eravamo detti che la campagna per il referendum sulla controriforma del Senato avrebbe dovuto “vederci in prima linea e tra le masse”.
In generale è stato così perché a livello politico il Partito ha fatto tutto quanto era nelle proprie possibilità per sostenere le ragioni del “NO”. Denunciando la controriforma piduista e fascista della Costituzione a livello locale è stato fatto un buon lavoro in base alle forze disponibili, in particolare le diffusioni e i banchini, sicuramente poteva essere fatto qualcosa in più soprattutto per quanto riguarda i rapporti con i Comitati per il “NO”, rapporti che sono stati saltuari o quasi nulli nonostante fosse stata data l’indicazione di prendere “contatto con i Comitati locali e collaborare nelle iniziative da loro organizzate”.
Il lavoro del Partito è stato comunque ripagato dalla grande e travolgente vittoria del NO, tale è stato il colpo devastante inferto al nuovo duce Renzi e al suo governo che è stato costretto a presentare le proprie dimissioni, ma anche un pugno nello stomaco al rinnegato Giorgio Napolitano, alla classe dominante borghese, alle lobby economiche e finanziarie italiane e internazionali, alla Confindustria, alla stragrande maggioranza dei media borghesi e di regime che lo hanno sponsorizzato e sostenuto in ogni modo.
Al referendum del 4 dicembre vi è stata un’alta affluenza alle urne, oltre il 65%, e la vittoria del NO è stata netta col 59,1%, dimostrando ancora una volta che l’astensionismo elettorale non è frutto del disinteresse, del qualunquismo e meno che mai di fattori stagionali e umorali, ma è una scelta voluta e consapevole delle masse, che lo usano o meno a seconda delle situazioni e per esercitare ben determinate opzioni politiche.
Per quanto riguarda la nostra Regione ha prevalso il SÌ ma per appena 20 mila voti. Il NO ha vinto a Piacenza, Parma, Ferrara e Rimini, mentre il SÌ a Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ravenna e Forlì-Cesena.
Dobbiamo comunque essere soddisfati della vittoria del NO e di quanto ha fatto il Partito in questo battaglia, facendo tesoro di questa esperienza per fare ancora meglio alla prossima occasione.
Punti forti e punti deboli dell'attività politica locale
Ed è proprio all’inizio di questa campagna referendaria che l’Organizzazione di Modena stava facendo un ottimo lavoro con numerosi banchini e volantinaggi e i contatti con il locale Comitato per il “NO”, poi però nel corso dei mesi l’attività è andata calando fino a quasi sparire, e questo più in generale, non solo in riferimento al referendum del 4 dicembre. Principalmente questo è da addebitarsi al progressivo abbandono di alcuni simpatizzanti attivi ma in seconda battuta anche per il progressivo disimpegno dell’Organizzazione stessa. Per quanto riguarda gli ex simpatizzanti abbiamo poco da rimproverarci in quanto essi sono stati seguiti con pazienza e disponibilità, è stato dato loro il giusto spazio e attenzione, questi però hanno purtroppo ricambiato allontanandosi dal Partito lanciando accuse ingiuste e pretestuose e financo veri e propri attacchi politici, sia al Partito che all’Organizzazione locale e all’Istanza regionale, insomma ne avevano per tutti, e questo nonostante sia intervenuto addirittura il Segretario generale del PMLI che nonostante sia oberato dal lavoro politico ha tenuto una lunga telefonata con uno di questi, purtroppo senza risultati in quanto evidentemente il distacco era già troppo profondo.
La situazione però non era ulteriormente prolungabile, da rami abbastanza forti e promettenti si erano velocemente tramutati in rami “malati” che non facevano che appesantire la pianta del Partito.
Come detto però vi è un altro fattore, che è quello dell’attività dell’Organizzazione di Modena che è stata nulla o quasi per diverso tempo, poi sembrava essere ripresa ma continua andare a corrente alternata producendo al momento molto poco rispetto a quello che in realtà potrebbe fare. Il Partito è perfettamente consapevole dei problemi personali a cui l’Organizzazione deve fare fronte, ed è sempre stato solidale e comprensivo a riguardo. Ciò non toglie però che, in generale, nulla può giustificare l’immobilismo politico o comunque un lavoro al di sotto delle proprie possibilità, soprattutto se si considera che anche se a malincuore si ha però molto tempo a disposizione, del quale si potrebbe e dovrebbe invece approfittare per portare avanti il lavoro politico.
Nonostante le forze siano attualmente ridotte sarebbe un errore politico disperdere l’importante lavoro di semina fatto in precedenza, anche tenuto conto delle possibilità e delle capacità che vi sono nell’Organizzazione e che andrebbero valorizzate meglio nel lavoro locale, tenendo conto anche del terreno fertile presente tra le masse modenesi, come si è dimostrato più volte.
Anche nei momenti più difficili non bisogna mai scoraggiarsi, nemmeno dalle difficoltà che incontriamo nel proselitismo, che è dettato anche dalla situazione politica del momento, oltre che dai disastri ideologici e politici operati dai revisionisti e dai falsi comunisti e che determinano il livello di coscienza e di combattività delle masse. Ciò non deve costituire però un freno alla nostra attività bensì uno stimolo per cercare di fare di più e soprattutto di meglio, consapevoli che la linea del Partito è conforme al marxismo-leninismo-pensiero di Mao, e quindi abbiamo tutte le carte in regola per poter conquistare, col tempo e col sudore, la fiducia delle masse.
Dobbiamo sempre avere le cinque fiducie: nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao, nel socialismo, nel Partito, nelle masse e in noi stessi.
Le situazioni e i rapporti di forza mutano continuamente, ad esempio a proposito della posizione presa dall’Anpi in favore del NO al referendum sulla controriforma costituzionale, nel corso della precedente Riunione regionale avevamo sottolineato come gli organismi di massa, siano “attraversati da contraddizioni, e che al loro interno vi siano correnti e posizioni che variano, anche di molto, da territorio a territorio, in base al contesto e ai rapporti di forze nei quali nascono e si sviluppano”. L’Anpi si è così finalmente smarcata dal controllo asfissiante del PD, dal quale è stata soffocata per molto tempo, e nonostante rimanga nella sua “orbita” seppur quella delle sue “costole” di sinistra, vi è attualmente sicuramente più spazio per le nostre rivendicazioni anche in tema di antifascismo e di denuncia del regime neofascista e dei governi che lo sostengono, come appunto si sono dimostrati quello Renzi ieri e Gentiloni oggi.
E più in generale, considerando le attuali forze del Partito, dobbiamo dare maggiore importanza al lavoro negli organismi di massa come i Comitati, tali ad esempio ne possono nascere e svilupparsi contro il CETA, che non è altro che una sorta di TTIP stipulato però con il solo Canada, ma ne sono presenti e attivi già molti nelle nostre città e impegnati su temi che ci possono trovare in parte o completamente d’accordo, in ogni caso vale la pena lavorare con essi per cercare di orientarli il più possibile sulle posizioni del PMLI, ma anche per stringere rapporti e per fare esperienza politica.
Ciò che invece ci riesce meglio è il lavoro condotto apertamente come Partito, infatti non mancano di tenersi diffusioni e anche banchini, seppur in numero più ridotto. Se a volte non abbiamo forze sufficienti per fare periodicamente delle diffusioni dobbiamo sfruttare certi appuntamenti, concentrandoci nelle occasioni più importanti come nel caso della diffusione all’assemblea “Non una di meno” svoltasi a Bologna il 4 febbraio, e anche al Gay Pride svoltosi lo scorso 1° luglio a Bologna e per la quale ringraziamo chi vi ha partecipato da fuori Regione.
La presenza militante alle manifestazioni è buona, oltre alle ricorrenze del 25 Aprile e del 1° Maggio dove il Partito è sempre ben accolto vi è stata anche la partecipazione a altre manifestazioni, in particolare di carattere antifascista o generale, ma sarebbe bene riuscire a fare qualcosa di più perché la partecipazione di piazza è fondamentale, a maggior ragione avendo a disposizione pochissimi altri strumenti di propaganda.
Come ci ha indicato il compagno Scuderi: “La piazza è il nostro ambiente ideale e naturale di lotta, assieme a quello delle fabbriche, dei campi, delle scuole e delle università. Frequentiamola il più possibile per diffondere i messaggi del Partito, per raccogliere le rivendicazioni, le idee, le proposte e le informazioni delle masse e per stringerci sempre più ad esse”.
Estendere e migliorare il lavoro giornalistico
A livello giornalistico il lavoro si può e si deve migliorare, le corrispondenze per “Il Bolscevico” sono troppo saltuarie e legate a iniziative alle quali si partecipa, manca invece una costante informazione e denuncia di ciò che ci accade intorno: dalle condizioni di vita e di lavoro delle masse, alle malefatte delle giunte comunali, i problemi e le lotte nelle fabbriche e nelle scuole, insomma ci sarebbe davvero tanto di cui scrivere, e di cui far scrivere direttamente agli interessati utilizzando le apposite rubriche su “Il Bolscevico”, ma evidentemente non se ne comprende a fondo l’importanza.
“Il Bolscevico” è il nostro organo di stampa, è il mezzo principale per far conoscere il PMLI, la sua linea e le sue rivendicazioni, è uno dei pochi strumenti che abbiamo a disposizione e non vi è ragione alcuna di snobbarlo, il fatto che lo si possa trovare liberamente e gratuitamente su Internet vuol dire che è a disposizione immediata di chiunque connesso alla rete lo voglia leggere o anche solo sfogliare per la prima volta, inoltre abbiamo la possibilità di stamparne le copie che di volta in volta ci necessitano e quindi è ancora possibile diffonderlo tra le masse, seppur non esattamente come prima.
Nel corso di quest’anno vi sono stati anche diversi avvenimenti positivi, uno di questi è l’intervista che una giornalista della tv statale “Russia 1” ha effettuato il 23 novembre scorso presso la sede della Cellula “Stalin” di Rimini, anche se poi poche di queste immagini erano contenute nel servizio mandato in onda il 14 febbraio sulla presenza del busto di Lenin a Cavriago, dove evidentemente risuonano nel tempo gli “echi” delle commemorazioni di Lenin organizzate dal Partito. Nonostante il poco spazio questo è comunque un fatto inedito e ci dimostra anche che al Partito guardano più occhi di quanti ne possiamo vedere noi.
Far decollare il lavoro sindacale e studentesco
Non riescono invece a decollare il lavoro sindacale e quello studentesco, che sono i due ambiti principali nei quali il Partito deve dare il massimo per diffondere la propria linea e rivendicazioni per stringere i rapporti con i lavoratori e gli studenti.
La recente manifestazione nazionale a Roma contro la reintroduzione dei voucher, alla quale era presente anche per la prima volta l’Organizzazione di Modena, ha dimostrato di nuovo come la parte più avanzata delle lavoratrici e dei lavoratori del nostro Paese sia disponibile a dialogare e lottare assieme a noi, non possiamo e non dobbiamo quindi fare finta di nulla ma continuare a lavorare in questo senso, far crescere la coscienza di classe e dimostrare che solo col PMLI e nel socialismo potranno risolvere i loro problemi che derivano dalla natura stessa, affamatrice e sfruttatrice, del capitalismo.
In particolare dobbiamo spingere sulla necessità di inasprire la lotta fino alla proclamazione dello sciopero generale nazionale con manifestazione a Roma sotto Palazzo Chigi, uno sciopero politico che chieda le dimissioni del governo Gentiloni e l’abrogazione delle politiche antioperaie, antipopolari, di penalizzazione dei giovani, e in particolare l’abolizione dei nuovi voucher, abolizione del Jobs Act e di tutte le forme di precariato. Questa inversione di tendenza nella lotta, all’interno della CGIL può venire solo dalla classe operaia e dalle masse lavoratrici iscritte o non iscritte al sindacato ma che sono la base dell’organizzazione.
Il PMLI con i suoi militanti, simpatizzanti e amici già porta avanti questo lavoro all’interno della CGIL per spingere il sindacato su posizioni più conflittuali e di lotta, pur nell’ottica, quando ve ne saranno le condizioni oggettive e soggettive, di superare il modello del sindacato degli iscritti, il sindacato associativo promosso da correnti sindacali partitiche, fino allo scioglimento delle attuali confederazioni Cisl e Uil e Cgil e dei non confederali, per costruire dal basso un grande sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, fondato sulla democrazia diretta e sul potere sindacale e contrattuale delle Assemblee generali dei lavoratori. Solo in questo modo sarà possibile realizzare l'unità sindacale di tutti i lavoratori e pensionati privati e pubblici, sarà possibile dare vita a un'organizzazione sindacale di tutti i lavoratori libera dalla soffocante e mastodontica burocrazia sindacale e dai vincoli e dalle compatibilità dettate dai capitalisti e dal governo, con al centro la difesa degli interessi dei lavoratori e delle masse popolari.
A livello regionale questo tipo di lavoro, come anche quello studentesco, ci è attualmente quasi del tutto precluso, e dipende in gran parte dal fatto che abbiamo pochissimi compagni nelle industrie e nessuno nelle scuole; queste sono grosse carenze e che si fanno sentire, abbiamo bisogno di conquistare al Partito più lavoratori, più operai, più studenti, per questo dobbiamo partecipare maggiormente alle iniziative di lotta dei lavoratori e degli studenti, ed essere presenti il più possibile davanti a fabbriche, scuole e università, prendendo esempio dai compagni delle altre regioni che in questo senso fanno invece davvero molto.
Non è facile, per vari motivi, ma lo dobbiamo fare, se vogliamo che il Partito si sviluppi.
Non possiamo pensare che le masse un giorno, di punto in bianco, ci vengano a cercare, se poi nemmeno sanno che esistiamo o se ci conoscono appena, dobbiamo mettercela tutta per far conoscere il Partito e per radicarlo nelle nostre realtà locali e specifiche.
Far conoscere il Partito per radicarlo
E proprio il radicamento è il punto debole principale, l’anello mancante del Partito a livello regionale, dal quale derivano poi anche le altre deficienze nella nostra attività, l’insufficiente conoscenza delle realtà locali, della denuncia e critica delle giunte comunali e provinciali ci impedisce di fare progressi significativi.
Solo se ne prendiamo realmente coscienza allora possiamo cercare di colmare questa grossa lacuna, stringendo un legame forte e solido con le masse delle nostre città, quartiere, provincia, regione e luogo di lavoro e di studio.
Come possiamo farlo? Conoscendo e occupandoci dei loro problemi immediati, dal lavoro all’istruzione, dalla sanità all’ambiente, alla riqualificazione delle periferie e così via, appoggiando le loro rivendicazioni, proponendo parole d’ordine e metodi di lotta atti a risolverli, bombardando senza soluzione di continuità le giunte comunali e regionali mettendo a nudo le loro malefatte con comunicati stampa, articoli per “Il Bolscevico” e quando possibile anche volantinaggi, banchini e ogni altra iniziativa utile, entrando nei movimenti di lotta, facendo tesoro del Programma d’azione del Partito, legando sempre il generale al particolare, concentrandosi soprattutto nel movimento operaio e sindacale e in quello studentesco, in base alla situazione concreta in cui ci troviamo a lavorare e alle forze di cui disponiamo, tenendo alta la qualità del nostro lavoro, nel rispetto sempre della centralità e priorità della vita interna di Partito.
Per conoscere a fondo la situazione locale e specifica dobbiamo dialogare e confrontarci con le masse, interpellandole anche tramite delle inchieste, ascoltandole, vivendo tra di esse, ma occorre informarsi anche tramite i giornali, le radio, le televisioni locali e Internet.
La nostra presenza tra le masse non deve essere passiva e dobbiamo evitare, anche inconsapevolmente, di autoisolarci, dobbiamo sempre cercare i punti di unione, di condivisione, anche parziale e momentanea, e solo in un secondo momento affrontare le tematiche che ci dividono e discuterne in maniera dialettica, dobbiamo essere attivi, combattivi e propositivi, fungendo da esempio e conquistando il rispetto, la fiducia e l’adesione delle masse a partire dagli elementi più avanzati.
Un ambito invece nel quale manteniamo alto il livello del nostro lavoro è quello delle celebrazioni dei Maestri, tanto che alla Festa per il 40° Anniversario del PMLI, tenutasi lo scorso 9 Aprile a Firenze il Comitato centrale ha conferito al PMLI.Emilia-Romagna il “Titolo di grande ed esemplare diffusore del pensiero e dell’opera di Lenin attraverso la Commemorazione annuale davanti al suo monumento in Piazza Lenin a Cavriago”.
Un riconoscimento che ci fa molto piacere in quanto conferma la bontà e l’utilità di questa iniziativa che si sta sviluppando di anno in anno. Infatti dopo quella del 2016, che è stata la prima ad essere organizzata congiuntamente dal PMLI e dal PCdI, la commemorazione del 22 gennaio di quest’anno ha visto per la prima volta tra gli oratori, oltre al PMLI e al PCI per il quale ha parlato il compagno Alessandro Fontanesi, anche il PRC attraverso il suo Segretario provinciale Vito Albanese, e Liusca Boni per la lista “Cavriago città aperta”. Al PMLI è toccata l’apertura e la chiusura dell’iniziativa per il merito, riconosciuto anche dagli altri, di aver dato il via 12 anni fa, e poi sostenuto negli anni, a questo tipo di manifestazione. L’intervento principale è stato pronunciato dal Responsabile del PMLI per l’Emilia-Romagna e aveva il titolo “Prendiamo esempio da Lenin per trasformare l’Italia e noi stessi”.
Gli interventi si sono svolti di fronte a circa 70 manifestanti, folta è stata la presenza di bandiere del PMLI, con compagni giunti oltre che dall’Emilia-Romagna anche da Lombardia, Piemonte e Toscana, ma anche quelle di PCI, FGCI e PRC, tra gli altri erano presenti anche Rodolfo Curti, che nel 1970 portò il busto di Lenin dall'ambasciata sovietica di Roma a Cavriago, e l’attuale “custode del busto” Silvano Morini.
Anche l’esposizione mediatica ha fatto un ulteriore passo in avanti forzando quell’odioso e quasi asfissiante black-out stampa e video che circonda il Partito. Non erano infatti presenti solo giornalisti della carta stampata ma diversi cineoperatori, in particolare è poi stato trasmesso un buon servizio televisivo sul Tg3 regionale, uno breve sul settimanale “Tabloid” del Tg2 oltre a molti altri in Internet.
L’annuale Commemorazione di Lenin a Cavriago non è quindi importante solo in sé, come ricordo e analisi della vita e dell’opera di questo grande Maestro del proletariato internazionale, proponendone gli aspetti più attuali e dando indicazioni sul come calarli nelle nostre situazioni specifiche, ma anche per dare visibilità al Partito e per stabilire e tessere rapporti con altri partiti partendo in questo caso dalla comune adesione agli ideali espressi da Lenin.
Lo scorso 17 dicembre poi si è svolta a Forlì una riunione per celebrare il 137° Anniversario della nascita di Stalin, durante la quale è stata letta e discussa la “Conclusione” della “Storia del Partito comunista (b) dell’Urss” redatta da una Commissione del Comitato centrale del PC(b) dell’Urss diretta da Stalin e approvata dal Comitato centrale del Partito nel 1938. Infine, come ogni anno, il PMLI ha onorato anche Marx, lo scorso 12 marzo, in occasione del 134° Anniversario della sua scomparsa, davanti al suo busto nel giardino della biblioteca comunale di Riccione con un discorso dal titolo “Imparando da Marx seguiamo la via rivoluzionaria dell’Ottobre”.
Una delegazione regionale ha anche partecipato alla Commemorazione di Mao nel 40° Anniversario della scomparsa, l’11 settembre scorso a Firenze, dove il compagno Giovanni Scuderi ha tenuto lo storico discorso “Da Marx a Mao”. I cinque grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao costituiscono dei grandi esempi a cui ispirarsi, delle fonti preziose e insostituibili a cui attingere per seguire la corretta linea marxista-leninista, migliorare il nostro lavoro politico, la nostra militanza, costruire un grande e forte radicato Partito marxista-leninista e marciare risoluti nella lotta di classe contro il capitalismo e l’imperialismo per il socialismo, se continueremo a seguirli in base alle indicazioni del PMLI sicuramente le nostre bandiere rosse non sbiadiranno mai, e la falce e martello con l’effige di Mao sarà un giorno la bandiera del nostro popolo, la bandiera dell’Italia unita, rossa e socialista!
Onori e oneri dei militanti del PMLI
In occasione del 40° della Fondazione del PMLI, il compagno Scuderi ha reso omaggio ai militanti di base del Partito rimarcandone il ruolo fondamentale per la sua esistenza, con queste parole: “Voi, valorose, coraggiose e generose compagne e compagni, qui presenti o che siete a casa, costituite una parte fondamentale del nostro amato Partito. Senza di voi il PMLI non esisterebbe e non potrebbe svolgere tutti i suoi compiti rivoluzionari marxisti-leninisti. Soprattutto non potrebbe mai penetrare nelle masse proletarie, lavoratrici, inclusi i precari, contadine, disoccupate, pensionate, popolari, femminili e giovanili. Perché solo voi, che operate tra di esse, siete in grado di trasmetterle la linea, le proposte e i messaggi del PMLI, di raccogliere le loro rivendicazioni, aspirazioni e idee, i loro pareri e umori, e di aiutarle a risolvere i loro problemi immediati. È dal vostro legame con le masse che passa in grande misura il legame generale del Partito con esse. È dalla vostra pratica sociale ed esperienza, dai vostri contributi politici che si traggono elementi essenziali per la formazione della linea del Partito”
.
Questo riconoscimento è giusto e meritato perché grandi sono lo spirito di sacrificio, l’abnegazione rivoluzionaria, l’impegno politico e il sostegno economico dei militanti di base e dei simpatizzanti attivi che ce la stanno mettendo tutta per assolvere i loro compiti rivoluzionari, facendo fronte a ogni tipo di difficoltà economica, politica, organizzativa, ideologica, e a condizionamenti di carattere familiare e professionale o di salute.
Ma pone anche sulle loro spalle una grande responsabilità per le sorti del Partito, alla quale occorre rispondere nel modo migliore possibile, che è poi quello di migliorare costantemente la propria militanza così da poter dare un contributo sempre più rilevante alla causa del PMLI, del proletariato e del socialismo.
È importante, tra le altre cose, andarsi a rileggere di tanto in tanto le 10 indicazioni di Mao sui marxisti-leninisti pubblicate nel numero 27/2015 de “Il Bolscevico“, per imprimercele sempre più nella mente e nell’azione, “in modo da praticare il collettivismo e non l’individualismo, l’altruismo rivoluzionario e non l’egoismo, da mettere gli interessi generali del Partito, del proletariato e della causa al di sopra dei propri interessi personali e familiari”; “Tutti quanti, nessuno escluso, compreso i più forti e determinati tra di noi, dobbiamo rafforzare lo spirito rivoluzionario e la militanza di Partito, facendo continui bagni di marxismo-leninismo-pensiero di Mao e bagni di massa, cercando di incarnare quanto più ci è possibile le dieci indicazioni di Mao sui militanti marxisti-leninisti”
(Scuderi).
Perché solo se si è dei buoni militanti, solo se si studia il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, se si lavora attivamente tra le masse locali applicando la linea del Partito, se si sostiene il PMLI in ogni modo e si rispetta il centralismo democratico, solo quindi se faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità, procedendo con calma ma anche con determinazione, potremo raggiungere l’obiettivo strategico a medio termine di dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso, che a sua volta è elemento indispensabile affinché la lotta di classe progredisca nel nostro Paese in direzione della lotta per il socialismo.
Tanta strada ha percorso il Partito sinora, e tutta in salita, e ancora tanta ne dovrà percorrere prima di aver messo radici in tutte le regioni del nostro Paese, in tutte le città, nei quartieri, soprattutto nelle fabbriche, nelle scuole. Un obiettivo che, per quanto possa sembrare difficile da raggiungere, deve rimanere al centro della nostra azione politica, ogni attività che svolgiamo dev'essere infatti condotta nell’ottica di dare al Partito un corpo da Gigante Rosso.
Come ci ha spronato a fare il compagno Scuderi col suo storico discorso “Da Marx a Mao”: “Oggi più che preoccuparci di quando arriverà il socialismo, di quando avverrà la svolta rivoluzionaria della lotta di classe, di quando il proletariato si schiererà con noi, dobbiamo preoccuparci di dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso radicandolo ed estendendolo nelle città e regioni dove siamo presenti, in modo da ricavarne le forze per espanderlo in tutta Italia. Questo deve essere il nostro obiettivo strategico a medio termine. Questo è quello che ci è richiesto dall’attuale lotta di classe e dall’attuale situazione del nostro Paese. Se non ce la facciamo a raggiungere tale obiettivo a medio termine, non ci resta che rilanciarlo una o più volte fino a conquistarlo. Non tutto dipende da noi, cioè dalle nostre capacità e dal nostro impegno. Noi abbiamo in mano solo metà della chiave del problema, l’altra metà l’hanno la lotta di classe, il proletariato e le nuove generazioni”.
Una verità questa che non ci deve scoraggiare, ma anzi ci deve spronare a comprendere meglio quali sono le attuali esigenze della lotta di classe nel nostro Paese per migliorare la nostra militanza marxista-leninista, a partire dalla continua trasformazione della nostra concezione del mondo in senso proletario rivoluzionario, senza considerarci mai arrivati e impermeabili alle insidie della borghesia, vivendo coerentemente da marxisti-leninisti ogni momento della nostra vita a livello personale e politico.
Come ci ricorda il compagno Scuderi “Non si può dire 'io sono comunista' e fine. Si dice 'io sono comunista perché vivo, penso, lotto e agisco da comunista'”
. E per farlo occorre impadronirsi del marxismo-leninismo-pensiero di Mao e della linea del PMLI. Quindi dobbiamo studiare, ma anche capire, e poi applicare, programmando il lavoro politico nei tempi e nei modi, in base alla situazione concreta.
Non basta infatti propagandare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, la linea generale del Partito e le denunce e le malefatte del governo centrale; per far breccia nel proletariato e nelle masse e ottenere il loro consenso occorre occuparsi dei loro problemi concreti e immediati e aiutarle a risolverli, problemi che, a parte quelli a carattere generale e nazionale, possono essere diversi da città a città, da fabbrica a fabbrica, da scuola e università a scuola e università, tenendo sotto attacco i governi locali e regionali, che sono i responsabili più diretti di quello che non va nelle varie città e regioni.
Ad esempio il Partito ha indicato che “bisogna imbastire a tutti i livelli una campagna per la piena occupazione, altro che reddito di cittadinanza”, il che vuol dire che occorre documentarsi sulla specifica situazione locale, battere e ribattere su questo tasto, schierandosi al fianco di precari e disoccupati e dei movimenti di lotta esistenti sul territorio, portando avanti un’abile politica di fronte unito.
Più in generale “Il PMLI, al di là di ogni differenza ideologica e strategica, è disponibile ad allearsi con tutte le forze che si richiamano al socialismo, in un modo o in un altro, in particolare con quelle che hanno la bandiera rossa con la falce e martello, sulle questioni politiche, sindacali, sociali di comune interesse, in primo luogo la lotta contro il governo Gentiloni e il PD del nuovo duce Renzi”
(Scuderi) e finanche con i partiti e i movimenti democratici borghesi che si richiamano alla Costituzione del 1948, pur sapendo che tale Costituzione non esiste più essendo stata più volte riformata da destra.
Perseverare negli sforzi per convincere il proletariato
Il nostro obiettivo deve essere quello di diventare dei combattenti rossi di prima linea, preparati ideologicamente e politicamente, coerenti con la concezione marxista-leninista del Partito, ben centralizzati e disciplinati, fortemente legati alle masse, capaci di conquistare la fiducia delle masse del proprio ambiente di lavoro, di studio e di vita, di aiutare le masse a risolvere i loro problemi materiali e immediati, di elevare la loro coscienza politica e di organizzarle, mobilitarle e guidarle nella lotta di classe, capaci di praticare la linea di massa e del fronte unito.
Occorre quindi perseverare negli sforzi e migliorandoli, per convincere il proletariato ad acquisire la coscienza di essere una classe per sé e ad armarsi del marxismo-leninismo-pensiero di Mao per combattere il capitalismo, i padroni, la classe dominante borghese, le loro istituzioni e il loro governo.
Sin dalla sua fondazione il PMLI lavora per ridare al proletariato la sua coscienza di classe, cioè la consapevolezza che il suo compito è quello di conquistare il potere politico e che solo il socialismo è l'unica alternativa al capitalismo. Tanto è stato fatto ma tanto è ancora da fare data la profonda deideologizzazione e decomunistizzazione delle masse, il forte indebolimento dello spirito, della combattività e della coscienza del proletariato, e l’educazione e la formazione delle nuove generazioni secondo i canoni della cultura e della morale borghesi. Ma come ci insegna Lenin: “La devozione assoluta alla rivoluzione e la propaganda rivoluzionaria fatta tra il popolo non vanno perdute, anche quando interi decenni dividono il periodo della semina da quello del raccolto”
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Solo tenendo fermo il nostro atteggiamento di classe anticapitalista, antigovernativo, antistituzionale e astensionista elettorale, la cui giustezza è stata confermata anche alle recenti elezioni amministrative e che dovremo sostenere con forza anche in occasione delle prossime elezioni politiche, è possibile far maturare la coscienza e la mobilitazione rivoluzionarie delle masse proletarie e popolari e delle nuove generazioni e accumulare le forze rivoluzionarie sociali, politiche e culturali necessarie per abbattere il capitalismo e il potere della borghesia e conquistare il socialismo e il potere politico del proletariato, facendo comprendere ad un numero sempre più grande di elementi avanzati, combattivi e coscienti, specialmente le operaie e gli operai, le studentesse e gli studenti, le intellettuali e gli intellettuali l'importanza e la necessità storica della militanza marxista-leninista affinché si uniscano a noi senza più indugio sotto le rosse bandiere dei Maestri, del socialismo e del PMLI.
I primi 40 anni di vita del PMLI, come i dieci anni precedenti, sono stati molto duri, dalla povertà alle persecuzioni poliziesche, ai processi politici, provocazioni, aggressioni fisiche, il silenzio stampa e l’ostracismo, emarginazione e isolamento subìti dal Partito, per questo l’esistenza stessa del PMLI costituisce un vero e proprio miracolo politico, una vittoria del proletariato sulla borghesia, del marxismo-leninismo-pensiero di Mao sul revisionismo e il riformismo, uno smacco per la classe dominante borghese, il suo governo, le sue istituzioni e i suoi partiti che si illudono che non esiste più il “pericolo comunista”. È prevedibile che anche i prossimi anni e quelli successivi saranno altrettanto e forse più duri. Sarà sempre così per chi combatte in prima linea il capitalismo e la classe dominante borghese. Lo è stato per chi ci ha preceduto, lo è per noi, e lo sarà per chi verrà dopo di noi. Come dice Mao “il risveglio politico del popolo non è una cosa facile. Per eliminare le idee errate diffuse fra il popolo, dobbiamo fare seri e considerevoli sforzi”.
Ne siamo coscienti, ma ciò non ci spaventa. Anzi per noi non esiste causa migliore che servire con tutto il cuore il Partito, il proletariato, le masse e la causa del socialismo, l’unica capace di emancipare il proletariato e tutta l’umanità.
La conquista del socialismo e del potere politico da parte del proletariato è la missione storica dei marxisti-leninisti italiani. Non possiamo tollerare la situazione di miseria, disoccupazione, precariato, sfruttamento, oppressione e subalternità delle masse alla classe dominante borghese, di divisione in classi, di disuguaglianze sociali, di sesso e territoriali, di ingiustizie sociali, di mafie e corruzione, di razzismo, di nuovo fascismo e di interventismo imperialistico.
Siamo pienamente coscienti che la classe operaia nel capitalismo avrà sempre un ruolo subalterno alla borghesia, essa deve abbandonare il riformismo, il parlamentarismo, il collaborazionismo e il pacifismo, per dare tutta la propria forza al PMLI nella lotta per abbattere il capitalismo e conquistare il socialismo e il potere politico.
Oggi il nemico principale è il governo Gentiloni, che con l’avallo di Mattarella ha preso il posto di Renzi dopo la disfatta al referendum sulla controriforma costituzionale, e che sta portando avanti la stessa politica neofascista, liberista, stangatrice e interventista, per questo tutte le forze democratiche, antifasciste e progressiste dovrebbero unirsi per cacciarlo via con moti di piazza.
Care compagne e cari compagni,
come ha detto il compagno Scuderi alla Festa per il 40° del PMLI: “Senza di voi il Partito avrebbe solo la testa e non il corpo, solo la linea e non il mezzo per trasmetterla alle masse. La linea politica è determinante, ma se non ci foste voi a farla vivere e applicarla nella realtà in cui siete presenti sarebbe assolutamente inefficace, non potrebbe dare tutti i suoi frutti. Per tutti questi motivi la vostra funzione è vitale e insostituibile per la vita, l’azione, la costruzione, lo sviluppo e il successo del Partito. Voi siete decisivi per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso”.
Coscienti di questo dobbiamo sforzarci per fare di più ma soprattutto di meglio, ispirandoci ai comunisti russi che diedero vita alla Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, di cui ricorre quest’anno il 100° Anniversario e che ha dimostrato per sempre come l’abbattimento del capitalismo e la conquista del socialismo siano obiettivi concreti e raggiungibili, seppur a costo di mille sacrifici, essa rappresenta un potente faro rosso che ci indica la giusta via rivoluzionaria, e che ci dimostra come il capitalismo non sia l’unico e “l’ultimo” sistema possibile, vi è un altro mondo, quello socialista, per il quale vale la pena continuare a battersi e spendere la propria vita.
Se agiremo in base alla parola d’ordine “Studiare, capire, agire, concentrandosi sulle priorità sulla base delle forze che disponiamo” in base al principio “Studio e azione, azione e studio”; allora potremo dare dei contributi importanti allo sviluppo del Partito, e la “vetta della montagna” sarà sempre più vicina, l’importante è stare in cordata, stretti l’uno all’altro sostenendoci reciprocamente, procedendo con determinazione, tranquillità e ottimismo rivoluzionario nella nostra Lunga Marcia politica e organizzativa, perché la storia e i fatti dimostrano che solo il socialismo può cambiare l’Italia e dare il potere al proletariato, e che solo il PMLI lo persegue con determinazione e coerenza sin dalla sua fondazione!
Avanti sulla via dell’Ottobre tenendo alta la bandiera del marxismo-leninismo-pensiero di Mao!
Avanti con forza e fiducia verso l’Italia unita, rossa e socialista!
Avanti! Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
19 luglio 2017