D’accordo anche il socialimperialismo cinese
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu infligge sanzioni vessatorie alla Rpd di Corea
Trump: “La Corea del Nord conoscerà il fuoco e la furia come il mondo non l’ha vista mai”
La RPDC ha diritto di sviluppare il piano nucleare per tutelarsi da una eventuale aggressione dell'imperialismo USA
Il 5 agosto il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una gravissima risoluzione contro la Repubblica popolare democratica di Corea (RPDC) che, recependo gli strali dell’imperialismo, non solo condanna “con la massima fermezza i lanci di missili balistici condotti dalla RPDC il 3 luglio e il 28 luglio del 2017” , intimando a Pyongyang l’immediata interruzione dell’”uso di tecnologie missilistiche balistiche, test nucleari o qualsiasi altra provocazione” in “maniera completa verificabile e irreversibile”, ma infligge sanzioni vessatorie che riguardano l’assoluto divieto a tutti gli Stati di commerciare con la RPDC, in entrata e uscita, carbone, ferro e minerali di ferro, piombo e frutti di mare (inclusi pesci, crostacei, molluschi e altri invertebrati acquatici). La risoluzione 2371 impone altresì uno stop alle assunzioni di lavoratori nordcoreani all’estero in quanto le loro rimesse verrebbero “utilizzate per sostenere il suo programma nucleare e la produzione di missili balistici” e alla stipula di nuovi accordi produttivi e finanziari con entità economiche, produttive e finanziarie della RPDC.
È evidente che con questa risoluzione votata all’unanimità, d’accordo anche il socialimperialismo cinese che finora aveva tenuto una posizione intermedia e opportunista e defilata, l’imperialismo mondiale vuole strangolare la RPDC per farla capitolare ai suoi voleri di domino assoluto su tutto e tutti. La RPDC ha invece diritto di sviluppare il piano nucleare al pari di quello che fanno tutti gli altri paesi imperialisti, a partire dagli USA, Francia e Israele, per non parlare di Cina e Russia. Tanto più ora per tutelarsi da una eventuale aggressione dell’imperialismo USA. Un’eventualità per niente remota stando alle dichiarazioni spaventosamente belliciste del presidente Trump che l’8 agosto ha minacciato pubblicamente di voler colpire la Corea del Nord con “il fuoco e la furia, e sinceramente anche la forza, a un livello che questo mondo non ha mai visto prima” se la RPDC continuerà a fare minacce dirette contro gli Stati Uniti. Sì, abbiamo capito bene, Trump è pronto ad usare l’arma nucleare per rispondere anche a sole minacce verbali, non a un attacco militare della RPDC, nonostante che diverse ore dopo il segretario alla Difesa americano James Mattis sia stato costretto a intervenire per precisare che il presidente si riferiva non alle sole minacce verbali ma a un qualche tipo di attacco militare nord coreano. Tant’è che il 9 agosto tornando sulla questione Trump ha rincarato la dose: “Il mio primo ordine come presidente è stato rinnovare e modernizzare il nostro arsenale nucleare. Ora è forte e potente come mai prima. Speriamo di non dover mai usare questo potere, ma non ci sarà un tempo dove non saremo la nazione più potente del mondo!”.
E per far capire che non scherza il 22 agosto in un comizio a Phoenix, in Arizona, ha spiegato perché gli USA hanno ripreso l’arma delle sanzioni economiche e commerciali contro Pechino e Mosca accusate di sostenere la Corea del Nord. I provvedimenti riguardano 10 compagnie e 6 loro responsabili che avrebbero fornito ai nordcoreani materiali che contribuiscano allo sviluppo del suo programma nucleare. “C’è chi ha detto che io sono stato troppo duro – ha tuonato Trump -. Non sono stato abbastanza duro”.
Dal canto suo la Cina, il 13 agosto, in attuazione della risoluzione Onu, ha stoppato le importazioni di ferro e altri minerali dalla Corea del Nord, nonché dei frutti di mare e prodotti della pesca, che da soli nel mese di giugno hanno significato incassi per oltre 46 milioni di dollari per Pyongyang. Le sanzioni dell’Onu mirano a sottrarre alla Corea del Nord risorse vitali per circa 1 miliardo di dollari di entrate. Detto questo la risoluzione dell’Onu risulta ancor più ipocrita al suo punto 17 dove “si rammarica dell’incanalamento delle scarse risorse della RPDC verso lo sviluppo di armi nucleari e una serie di costosi programmi dei missili balistici” quando “ben oltre la metà della sua popolazione soffre di scarsità di cibo e cure mediche, tra cui un gran numero di donne in gravidanza e bambini sotto cinque anni”. Da che pulpito vien la predica! Come se nei paesi imperialisti armati di nucleare dalla testa ai piedi non ci fosse fame e povertà!
Il 7 agosto il governo della RPDC aveva prontamente risposto all’adozione della gravissima risoluzione Onu con una dichiarazione, pubblicata integralmente in questa stessa pagina de “Il Bolscevico” in cui si legge: “Gli Stati Uniti hanno introdotto la ‘risoluzione delle sanzioni’ 2371 presso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che si prefigge di bloccare completamente lo sviluppo economico della Corea del Nord e il miglioramento della vita dei cittadini, definendo il lancio di test ICBM come ‘una minaccia alla pace internazionale e la sicurezza’. A tutti gli scopi e fini è un risultato di tentativi diabolici degli Stati Uniti per isolare e soffocare la RPDC e costituisce una violenta violazione della sua sovranità e una sfida aperta ad essa. L’accesso della RPDC alla forza nucleare è una misura giusta e legittima per l’autodifesa, per proteggere la sovranità del paese e il diritto della nazione all’esistenza dagli atti arbitrari degli Stati Uniti che perseguono una politica di estrema ostilità e minaccia nucleare contro la RPDC da ben oltre mezzo secolo. Il successivo lancio missilistico da parte della RPDC è stato un severo avvertimento agli Stati Uniti che, essendo radicati in tutto il Pacifico, attuano una sconvolgente e pericolosa provocazione militare e stanno cercando di portare la situazione della penisola coreana sull’orlo della guerra nucleare. Ora – prosegue la dichiarazione del governo nordcoreano – mettendo in atto un divieto totale anche sulle normali attività commerciali e sullo scambio economico, mostrano al mondo la loro intenzione di cancellare la RPDC e sterminare la sua gente. Fintanto che la politica ostile e la minaccia nucleare degli Stai Uniti continuano, la RPDC non metterà mai la sua deterrenza nucleare autodifensiva sul tavolo delle trattative”.
E nei giorni seguenti alle sparate belliciste di Trump il governo della RPDC ha fatto sapere tramite l’agenzia KCNA, che le forze armate sono pronte a lanciare i missili in qualsiasi momento ma anche che “Per disinnescare le tensioni e prevenire il pericoloso conflitto militare nella penisola coreana è necessario che gli Stati Uniti facciano scelte adeguate e le traducano in azioni concrete, in quanto hanno compiuto una provocazione con l’introduzione di enormi attrezzature strategiche nucleari in prossimità della penisola”.
30 agosto 2017