L'Ue imperialista si riarma
Merkel e Macron si accordano sul caccia da combattimento franco-tedesco
Il presidente francese chiede alla cancelliera un maggiore contributo militare e finanziario per la creazione della forza regionale anti Stato islamico chiamata “Sahel G5”
Una delle basi del rilancio della Ue imperialista è senza dubbio lo sviluppo della cooperazione militare tra i paesi membri, o nell'Europa a più velocità quantomeno tra quelli che ci stanno, per costituire un braccio armato per conto proprio, aggiuntivo se non ancora svincolato a quello fornito dall'imperialismo americano; questa operazione passa indispensabilmente dall'intesa tra le due maggiori potenze imperialiste della Regione, Germania e Francia, che una volta svincolate dalla zeppa rappresentata dalla filoatlantica Gran Bretagna viaggiano veloci di conserva. L'ultimo passaggio è la decisione di Berlino e Parigi di costruire “una nuova generazione di aerei da combattimento comuni”, annunciata nel vertice del 13 luglio scorso tra la cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron.
Nella conferenza stampa congiunta al termine del 19esimo consiglio dei ministri franco-tedesco tenuto a Parigi, il tandem che guida la potenza imperialista europea ha annunciato che lo sviluppo temporale del progetto sarà definito entro la metà del 2018 e che l'aereo sostituirà l'intera flotta degli aerei da combattimento dei due Paesi, prenderà il posto in Francia del caccia Rafale, costruito dal francese Dassault, e in Germania dell'Eurofighter, prodotto da un consorzio composto da Germania, Regno Unito, Italia e Spagna. I due paesi avranno quindi in dotazione lo stesso aereo da combattimento, dividendosi i costi di sviluppo e facilitando logistica e operazioni comuni. Come spiegava Macron “lo scopo di un velivolo da combattimento comune di nuova generazione è innanzitutto quello di mettere in campo un lavoro di ricerca e sviluppo comune al fine di realizzarlo e usarlo in maniera congiunta nei nostri due eserciti”, per questa ragione “si tratta di una profonda rivoluzione”, sottolineava il presidente francese.
Da parte sua la cancelliera Merkel rilanciava sull'integrazione militare e annunciava di puntare nel prossimo futuro anche nello sviluppo di un “eurodrone”, un aereo senza pilota tutto europeo da impiegare sui vari scenari di guerra. Berlino spingeva alla velocizzazione dei progetti comuni europei in corso per anticipare dal 2025 al 2019 la produzione dei primi velivoli e dei sistemi di controllo in grado di competere con quelli statunitensi.
Macron e Merkel sottolineavano l'importanza della costituzione del Fondo europeo per la Difesa, definito un “importante pilastro dell'integrazione del settore della Difesa” dell'Europa, che ha al momento uno stanziamento annuale di 5,5 miliardi di euro per creare tra le altre le basi per una cooperazione militare comune permanente. Quella tra Germania e Francia è in corso in alcuni interventi in Africa, come in Mali, e Macron ha colto l'occasione per chiedere alla cancelliera un maggiore contributo militare e finanziario per la creazione della forza regionale anti Stato islamico chiamata “Sahel G5”, quella forza costituita da unità del Burkina Faso, del Chad, del Mali, della Mauritania e del Niger, sotto l'egida militare della ex potenza coloniale regionale francese. Parigi nella regione ha mantenuto un contingente di almeno 4 mila soldati che sarebbero impegnati con l'Operazione Barkhane nella lotta al “terrorismo”.
6 settembre 2017