Rapporto Boston Consulting
L'1,2% degli italiani ha il 20,9% della ricchezza nazionale
Quasi un quarto della ricchezza mondiale è nelle mani di appena l'1,6% delle famiglie
In Italia 307mila famiglie, pari all'1,2 per cento del totale, detengono il 20,9% della ricchezza finanziaria nazionale pari a circa 4.500 miliardi di dollari.
Fra titoli di Stato, pacchetti azionari, depositi, obbligazioni e altri strumenti finanziari, ognuna di queste famiglie detiene mediamente un patrimonio di oltre un milione di dollari (circa 880mila euro al cambio attuale).
A certificarlo sono i numeri contenuti nel report "Global Wealth 2017: Transforming the Client Experience" pubblicato agli inizi di luglio dal Boston Consulting Group (BCG), società di consulenza giunta alla 17esima edizione del documento.
Dal rapporto emerge inoltre che a livello globale il numero di famiglie milionarie è cresciuto in un anno del 7%, arrivando a circa 18 milioni. Il 12% di queste famiglie detiene patrimoni superiori al milione di dollari e nel 2021 la percentuale salirà al 16%. La maggiore crescita riguarderà le famiglie con una ricchezza tra 1 e 20 milioni di dollari (incremento del 6,1% medio l’anno) seguita dai super ricchi – patrimoni oltre i 100 milioni – con un tasso di aumento del 4,6% l’anno.
Non solo. Gli esperti del BCG prevedono che nel giro di appena tre anni, le disuguaglianze fra questa stretta cerchia di famiglie straricche e il resto della popolazione mondiale si acuirà ancora di più al punto che appena l'1,6% di esse concentrerà nelle sue mani ben il 23,9%, quasi un quarto, della ricchezza finanziaria mondiale.
Attualmente, spiegano al BCG, il valore totale di azioni, obbligazioni e depositi bancari ammonta a circa 166.500 miliardi di dollari: "Rispetto al 2015 si tratta di un incremento del 5,3%, superiore al +4,4% registrato l’anno precedente. Nel 2021 si dovrebbe toccare la quota di 223.100 miliardi di dollari, con una crescita media annua del 6%, derivante in parti uguali dalla creazione di nuova ricchezza e dalla valorizzazione degli asset esistenti".
Nel corso degli ultimi anni il maggior accumulo di ricchezza – evidenzia ancora il BCG – si è verificato nell'area dell'Asia-Pacifico dove l'incremento è stato del 9,5%, "inferiore a quello a due cifre degli anni passati (la media 2011-2015 era stata del 12%) ma tale da prospettare a breve uno storico sorpasso ai danni dell'Europa occidentale come secondo mercato più ricco".
Nel corso del 2016 l'area con Stati Uniti, Canada e Messico ha segnato un incremento del 4,5%, superiore a quello dell'Europa occidentale, che è stato pari al +3,2% rispetto al 2015.
Nello stesso periodo "la ricchezza finanziaria globale è cresciuta del 5,3% e del 3,2% in tutta Europa”. Ma a beneficiarne è solo una ristretta cerchia di famiglie che specula e succhia il sangue al resto della popolazione mondiale, europea e ovviamente anche in Italia dove, secondo le ultime rilevazioni Istat, si contano oltre 4,7 milioni di poveri assoluti e ben 8 milioni e 465mila persone, pari a 2 milioni 734mila famiglie, in “povertà relativa”.
Altro che “benessere e ricchezza per tutti”; la globalizzazione imperialista ha procurato e continua a procurare in tutto il mondo non solo ulteriore sfruttamento, oppressione, guerre, miseria, fame, disoccupazione, prostituzione, emigrazione di massa, devastazione dell'ambiente e inquinamento ma anche nuove e profonde disuguaglianze economiche e sociali a tutto vantaggio di un pugno di ricchi borghesi che diventano sempre più ricchi e milioni di poveri che diventano sempre più poveri sia a livello di Stato che individuale.
6 settembre 2017