Informativa di Erne sulla missione compiuta in Russia, a nome del CC del PMLI, per rendere omaggio al principale dirigente della Rivoluzione d’Ottobre di cui ricorre il Centenario
Emozionante e istruttiva visita ai luoghi della nascita e morte di Lenin
Care compagne, cari compagni, amiche e amici,
in agosto, a nome del CC del PMLI, in occasione del Centenario della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, mi sono recato in Russia per rendere omaggio a Lenin, il suo principale artefice. In questa sede farò una breve informativa mentre l’intero reportage sarà successivamente pubblicato sul nostro giornale “Il Bolscevico”.
Oltre che una emozionante e istruttiva visita ai luoghi di nascita e morte di Lenin, Ulyanovsk, Gorki Leninskie e Mosca, la nostra missione è stata un successo politico, che insieme alla pubblicazione in corso di “Storia del Partito comunista (bolscevico) dell’U.R.S.S.” e della prossima uscita del Documento del CC sulla Rivoluzione d’Ottobre, rappresentano, come ha tenuto a dirmi al mio ritorno il Segretario generale, compagno Giovanni Scuderi, un ideale trinomio che “non passerà inosservato in Italia e all’estero”.
Il materiale di propaganda del Partito che avevamo a disposizione, tra cui due bellissime targhe del CC dedicate rispettivamente a Lenin e a Stalin, scritte in tre lingue, italiano, inglese e russo e gli sfavillanti manifesti, quello ufficiale del Centenario insieme a quelli stampati ad hoc con Lenin e Stalin, hanno colpito l’attenzione di russi e stranieri e sono stati il nostro lasciapassare per tutta la durata della missione, a cui ha dato un encomiabile e importante contributo politico, organizzativo, tecnico e logistico Vladimir, un giovane e fedele amico del Partito a cui va un profondo ringraziamento.
A Ulyanovsk, la città natale di Lenin, che prima si chiamava Simbirsk e dove il grande Maestro del proletariato internazionale visse la sua infanzia e parte della sua giovinezza, abbiamo visitato e reso omaggio al Memoriale a lui dedicato, un mastodontico complesso voluto da Stalin, inaugurato nel 1941 e ampliato nel 1970 per il 100° Anniversario della nascita, alla sua casa natale e alle altre due abitazioni in cui Lenin e la sua famiglia dimorarono. Attraverso documenti originali, giornali dell’epoca, filmati, statue, busti, dipinti, drappi, bandiere, oggetti personali, doni ricevuti, abbiamo ripercorso la vita di Lenin e la nascita e lo sviluppo del primo Stato socialista del mondo.
A Gorki, cittadina ribattezzata Gorki-Leninskie dopo che Lenin vi morì il 21 gennaio 1924, ci siamo recati alla casa-museo aperta nel 1949 e al più recente museo inaugurato nel 1987. Qui, anche grazie a delle guide molto cortesi e interessate dalla nostra presenza, con il beneplacito espresso dalle rispettive direzioni colpite e incuriosite dal nostro Partito e dal suo materiale di propaganda, abbiamo potuto apprendere direttamente una serie di notizie e aneddoti molto interessanti e istruttivi sulla vita e sulla morte di Lenin che troverete nel prossimo reportage. Abbiamo visionato tra l’altro le bozze in originale scritte da Lenin oggetto dei primi decreti subito dopo la Rivoluzione d’Ottobre, quello sulla pace, sulla terra, sulla separazione tra Stato e Chiesa, nonché i manoscritti delle due opere principali composte a Gorki, “L’estremismo malattia infantile del comunismo” e “La rivoluzione proletaria e il rinnegato Kautski”.
Nel 1994 al museo di Gorki è arrivato l’intero ufficio con una parte della immensa libreria, oltre 20.000 volumi, e dell’appartamento che Lenin aveva al Cremlino. Fu il fascista Eltsin in preda all’isteria anticomunista del momento a volersene sbarazzare e a firmare di suo pugno il decreto. Meno male che è finito in buone mani, come abbiamo tenuto a sottolineare alla direzione del museo. Tutto è stato riposizionato come lo lasciò l’ultimo giorno, il 15 maggio 1923, in cui Lenin vi si recò a lavorare, compresi i fogli con gli appunti e il giornale del giorno. Nessuno si può avvicinare più di tanto, è tutto recintato e custodito attentamente. Noi abbiamo avuto l’accesso esclusivo e il permesso di deporci un numero storico del nostro giornale, il n.3 del 2004 col quale iniziammo la pubblicazione di quello che poi uscirà in volume “Lenin, la vita e l’opera”. Abbiamo contraccambiato donando alla direzione del museo il nostro dvd edito in occasione del 90° Anniversario della Rivoluzione d’Ottobre.
La parte finale della nostra missione non poteva che svolgersi a Mosca dove il nuovo zar del Cremlino Putin ha inscenato la sola “celebrazione” del Centenario della Rivoluzione d’Ottobre aperta al pubblico. Una mostra, “1917-2017, Codice di una Rivoluzione”, da noi vista in meno di mezz’ora, in quattro stanzette del Museo di storia contemporanea schifosamente ripulito di tutto quello che fino a pochi anni fa era il Museo della Rivoluzione, apertasi il 22 marzo fino al 12 novembre, di bassissimo profilo che sta attirando pochissimi e distratti visitatori. Dell’evento che cambiò il mondo c’è ben poco, qualche drappo, dei manifesti, un piccolo busto di Lenin, confusi addirittura con le sommosse del 1905 e del febbraio del 1917. Del resto il pannello centrale recita chiaramente: “A Mosca la presa del potere da parte dei bolscevichi portò a violente battaglie e a centinaia di vittime”, in linea con la posizione ufficiale dettata da Putin, per cui le rivoluzioni causano violenza e instabilità, vanno evitate a ogni costo, tanto meno celebrate. “Le lezioni della storia sono necessarie innanzitutto per riconciliare, – aveva affermato Putin presentando il Centenario all’inizio di quest’anno – rafforzare l’armonia politica, sociale e civile” arrivando ad invocare “un’analisi profonda, onesta e oggettiva del 1917”. E questa analisi l’abbiamo vista anche nelle maestose pubblicazioni uscite per l’occasione, con la formula adottata che ingloba in un unico blocco sia la rivoluzione di febbraio, sia quella d’Ottobre, come la seguente guerra civile. In questo schema bianchi e rossi avrebbero lottato tutti per una Russia più forte, imperiale i bianchi, sovietica i rossi.
Anche dal Partito revisionista di Ziuganov nessun segnale. In tutta la capitale russa non c’è un manifesto celebrativo, niente di niente. Del resto cosa c’era da aspettarsi da un vertice di rinnegati e ingannatori che fanno da stampella alla politica estera da superpotenza imperialista della Russia?
Dal canto nostro abbiamo risposto portando tutto il materiale rimasto in nostro possesso sulla piazza Rossa, omaggiando Stalin con un mazzo di fiori e la targa celebrativa sulla sua tomba e altrettanto abbiamo fatto con Lenin all’ingresso del mausoleo. Un omaggio che ha attirato l’attenzione generale, sia al controllo della polizia all’ingresso che ha spulciato tutto il nostro materiale e riconosciuti subito dalle magliette indossate come “Ecco i comunisti italiani”, sia dei visitatori di tutto il mondo che hanno letto con attenzione le targhe celebrative e i manifesti.
La stessa cosa l’abbiamo ripetuta alla maestosa statua di Lenin presente nel “Leninsky prospect” di fronte alla stazione della metropolitana “Oktyabrskaya” e all’Art Park a lato della famosa Galleria Tetriakov, dove sono presenti altre statue e busti, suscitando grande interesse.
Il 17 agosto, mentre omaggiavamo una enorme statua di Lenin, con dietro le anse del maestoso fiume Volga, eretta in suo onore a Ulyanovsk nel 1940, abbiamo letto un’Ansa in cui il governo fascista dell’Ucraina si rallegrava di aver “distrutto 1.320 statue erette nel paese in epoca comunista in onore del leader della Rivoluzione d’Ottobre”. Una significativa combinazione. Da una parte la reazione borghese e fascista che, dopo averlo fatto nella pratica, intende cancellare anche la memoria del socialismo e del comunismo, dall’altra i marxisti-leninisti italiani, che seppur oggi in minoranza difendono strenuamente quell’esperienza, a cui si ispirano per aprire la strada del socialismo in Italia sulla via dell’Ottobre russo.
La missione, che sin dall’inizio ha avuto il fraterno, convinto e partecipe sostegno proletario-rivoluzionario del compagno Giovanni Scuderi, a cui va un profondo ringraziamento, che voglio estendere alla Commissione di stampa e propaganda per i materiali prodotti ad hoc, compiuta con indosso le magliette del Partito è stata un’esperienza bellissima, emozionante e istruttiva, da cui torniamo più forti e fiduciosi e da cui riportiamo una importante testimonianza sull’amore che ancora adesso il glorioso popolo russo nutre verso Lenin e Stalin.
Viva il Centenario della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre!
Viva il PMLI!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
20 settembre 2017