Riuniti a Malta
I capi di Stato dell'Ue costretti ad ammettere il divario fra l'Ue e le masse
Mattarella propone impossibili soluzioni keynesiane
“Rivendicare un'Europa sociale all'ombra di un'economia globale predatoria” era il tema del meeting Arraiolos, svoltosi a La Valletta, Malta, dal 13 al 14 settembre, un incontro annuale dei capi di Stato dei Paesi membri dell'Unione europea. Che quest'anno hanno deciso di dedicare alla ricerca di un modo per colmare l'ormai abissale divario fra le istituzioni capitaliste e imperialiste dell'Ue e le masse popolari.
Ad affermarlo, aprendo l'incontro, è stata la presidente di Malta, Coleiro Preca, non a caso socialdemocratica, sostenendo la necessità di “discutere della dimensione sociale della nostra Unione” e di “giustizia sociale, inclusione socio-economica e partecipazione democratica”, tutti punti che l'Ue non è stata minimamente in grado di concretizzare, come la stessa Preca ha dovuto velatamente riconoscere, ammettendo che “molte delle nostre nazioni stanno attualmente attraversando tensioni e incertezze sociali e politiche”.
Sullo stesso tono ha parlato al vertice anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale ha aperto il suo intervento dispiacendosi che i giovani vedano l'Ue come una “realtà distante, fredda, attenta ai pure importantissimi numeri”. Per Mattarella, così come del resto per gli altri suoi omologhi europei, la soluzione sta nel far assumere all'Ue un “indirizzo di politica che attivi strumenti per contrastare disuguaglianze, disoccupazione e sacche di povertà”. Il libero mercato, aggiunge il capo dello Stato italiano, è “indispensabile” (figuriamoci) ma “non può essere il solo mercato a dettare le regole di un modello sociale”. Le solite vuote parole che si pronunciano a favore di un maggiore impegno per contrastare la disuguaglianza imperante senza poi essere seguite da nessuna azione concreta.
Attraverso Mattarella ha parlato quel settore della classe dominante borghese che vede il grave pericolo prodotto dalla macelleria sociale imposta dal grande capitale finanziario europeo e chiede esplicitamente un ritorno a politiche di tipo keynesiano per contrastare la crescente disaffezione delle masse verso l'Ue prima che sia troppo tardi, cioè mettere qualche pezza allo Stato sociale a brandelli e sbandierare di nuovo la pia illusione della “solidarietà europea”, morta e sepolta con la chiusura delle frontiere ai profughi e ancora prima con le misure vessatorie imposte alla Grecia e agli altri Paesi “inadempienti”, Italia compresa.
Gli unici fatti concreti che Mattarella ha citato, infatti, sono l'istituzione di un ministro delle finanze europeo e la difesa dell'operato del governo Gentiloni riguardo ai migranti, cioè facendo salvi i decreti Minniti, il codice di condotta che ammanetta le ONG e i respingimenti, per non parlare, poi, dell'interventismo imperialista italiano in Libia. Quest'ultimo punto la dice lunga su come l'Ue intenda veramente gestire la questione migranti, che in teoria doveva essere al centro del meeting di Malta, mentre un ministro delle finanze unico non si capisce come potrebbe garantire una politica sociale più equa, visto che non sarebbe altro che una figura per accentrare le attuali politiche economiche europee.
Infatti né Mattarella né qualcuno dei suoi omologhi hanno parlato di come contrastare e abolire il precariato che regna ormai in tutta Europa, su come cambiare le istituzioni europee costruite su misura per l'alta finanza, o abbiano detto una parola contro le politiche di rigore e austerity che continuano a lasciare il neoliberismo a regnare incontrastato: le vere cause, cioè, delle disuguaglianze e della disoccupazione in cronico aumento.
Che alla fine questi fautori di un aggiustamento “socialdemocratico” delle politiche europee riescano a spuntarla o no, poco cambia. La verità è che l'Ue, per sua stessa costituzione, sta lì a tutelare gli interessi del grande capitale finanziario e monopolistico e non può garantire giustizia sociale. Continuino pure i governanti imperialisti europei a raccontarsele nei loro salotti, ne renderanno conto all'indignazione e alla rabbia delle masse popolari.
27 settembre 2017