Lecce
Duramente contestato D'Alema. In prima fila i No Tap e il PMLI
La polizia carica diverse volte i manifestanti
Il rinnegato per imbrogliare le carte si è presentato per “inneggiare” alla Rivoluzione d'Ottobre
Dal corrispondente della Cellula “Nerina 'Lucia' Paoletti” di Lecce
Durissima è stata la contestazione nei confronti di Massimo D’Alema e della presidente dell’Arci di Lecce, Anna Caputo, lunedì 16 ottobre, da parte di attivisti No Tap, studenti e popolazione. Un centinaio di contestatori si sono ritrovate in via Pappacoda, a Lecce, presso il circolo “La Nuova Ferramenta”, dove il caporione della “sinistra” borghese si è recato dopo aver inaugurato la sede di Mdp-Articolo 1 a Trepuzzi, per il primo appuntamento della sedicente rassegna “L’onda lunga della Rivoluzione d’ottobre/1917-2017”.
L’iniziativa è stata pubblicizzata come evento aperto al pubblico (con tanto di immagine di Lenin sul manifesto promozionale), ma già nel primo pomeriggio, una massiccia presenza di polizia in tenuta antisommossa pattugliava le strade intorno al circolo e sorvegliava l’ingresso. Compito della polizia era quello, dietro le indicazioni dei responsbili Arci, di far accedere solo chi aveva una tessera Mdp-Articolo 1, giornalisti e personaggi che riconosciamo come rinnegati del comunismo e borghesi sinistroidi. Forte è stato il grido di protesta contro quest’ultimi che si nascondevano sorridenti dietro il cordone di polizia, dimostrando così che ormai non vi è più alcuna differenza tra gli eventi della “sinistra” borghese e quelli dei gruppi nazifascisti come Casapound o Noi con Salvini. “La Rivoluzione non è affare di affaristi” è la frase apparsa sullo striscione esposto di fronte al circolo.
Come le peggiori canaglie controrivoluzionarie, gli organizzatori hanno mandato alcuni dei loro esponenti a cercare di arginare la contestazione: uno di loro, Ernesto Abaterusso, capogruppo Mpd-Articolo 1 al Consiglio regionale pugliese, dapprima ha cercato di convincere un paio di attivisti No Tap a leggere il comunicato all’interno, ma è stato accolto da fischi e il comunicato, in cui si denunciava la connivenza di D’Alema col progetto Tap, è stato letto al megafono. Gli organizzatori, con la loro arroganza borghese, hanno allora accusato i manifestanti accusandoli di fare “il gioco di Emiliano”. La reazione delle masse non si è fatta attendere e i borghesi, spalleggiati dalla polizia, hanno strattonato alcuni dei manifestanti facendo salire la tensione. L’ingresso è stato impedito anche a quei manifestanti tesserati Arci che hanno agitato le proprie tessere di fronte al muro di scudi della polizia.
La polizia ha caricato i manifestanti diverse volte: lanci di uova e ortaggi hanno colpito gli agenti, alcuni dei quali intenti a riprendere i manifestanti con telecamere. L’auto blu sulla quale viaggiava D’Alema è stata bersaglio della rabbia delle masse. Nel momento in cui la manifestazione è terminata, la polizia per tenere lontano i contestatori, li ha respinti con cariche ritenute addirittura più pesanti di quelle effettuate ai danni dei No Tap quando alzarono le barricate per impedire l’espianto degli ulivi a San Foca.
I compagni del PMLI hanno partecipato attivamente alla contestazione, fianco a fianco con gli attivisti No Tap e dei Centri sociali, subendo le cariche della polizia fascista di Minniti e Gentiloni.
I compagni della Cellula “Nerina 'Lucia' Paoletti” di Lecce del PMLI sono stati fin da subito in prima linea, diffondendo il messaggio del Partito dal titolo “La Rivoluzione d'Ottobre rappresenta lo spartiacque tra gli autentici marxisti-leninisti e i revisionisti” inviato alla Conferenza Internazionale di Amsterdam per il Centenario della Rivoluzione d'Ottobre. Indignati dal fatto che un evento storico di centralissima importanza come la Rivoluzione russa sia stata strumentalizzata da un rinnegato come D’Alema e dai suoi lacché, abbiamo deciso di essere più determinati che mai nella lotta contro il revisionismo e il capitalismo. I compagni però non erano i soli: anche esponenti No Tap, alcuni dei quali si definivano apertamente comunisti, hanno fatto sentire il loro dissenso lanciando accuse di “fascismo” e “controrivoluzione” dal megafono.
A noi marxisti-leninisti non sorprende questa strumentalizzazione: già il governatore regionale Emiliano, rivale di D’Alema nel panorama della “sinistra” borghese, aveva utilizzato il termine “Rivoluzione Socialista” in occasione delle scorse primarie del PD. Gli stessi esponenti borghesi, pronti a infangare il nome di Lenin e di Stalin, pur di racimolare voti, usano parole come “rivoluzione” e l’immagine di Lenin per i loro sporchi affari: infatti il vero scopo dell’evento era quello di presentare il rinnegato D’Alema come candidato Mpd-Articolo 1 per la regione Puglia, contro Emiliano.
Di primaria importanza è stata la delegittimazione della presidente Arci Anna Caputo, che pure in precedenza aveva rivestito il ruolo di portavoce del comitato No Tap, ma che a partire da lunedì 16 ottobre è stata sconfessata da questo ruolo negli interventi al megafono che sono seguiti nel corso della serata. L’invito a non presentarsi al presidio adiacente al cantiere di Tap è stato esteso anche a coloro che erano in sala per assistere all’intervento di D’Alema.
18 ottobre 2017