14 e 15 ottobre Pisa
Partecipata assemblea nazionale di Nonunadimeno
L'intervento del PMLI mette al centro la richiesta del lavoro stabile, a tempo indeterminato e a salario pieno per le donne
Le donne in plenaria promuovono la manifestazione nazionale a Roma per il 25 novembre contro razzismo e violenza sulle donne
Il 14 e 15 si è tenuta a Pisa la 5ª Assemblea nazionale di Nonunadimeno tesa nel progetto di scrivere il “Piano femminista contro la violenza”. Articolata in due tempi, il primo giorno le donne si sono trovate nel polo universitario di Pisa nord divise in nove tavoli tematici: Lavoro e welfare; Percorsi di fuoriuscita dalla violenza; Legislativo e giuridico; Diritto alla salute sessuale e riproduttiva; Educazione e formazione; Femminismi e migrazioni; Narrazione della violenza attraverso i media; Sessismo nei movimenti; Terra, corpi e territori. Tutti tavoli già in piedi dalla seconda Assemblea tenutasi a Bologna nel febbraio di quest'anno fuorché l'ultimo Terra, corpi e territori inaugurato a Pisa dove si è trattato la questione dei transgender, persone transessuali donne e uomini e le realtà del territorio. Il secondo giorno la plenaria si è svolta nel Centro universitario sportivo.
La due giorni pisana è stata partecipata, donne e uomini di quasi tutta Italia. Un po' meno rispetto alle precedenti ma le realtà più combattive del Nord e del Sud erano presenti come Torino, Trieste, Milano, Bologna, Firenze, Livorno, Roma, Taranto, Palermo.
All'interno dei locali del polo universitario era stato allestito uno spazio per i bambini, per permettere alle mamme di poter intervenire all'assemblea.
Il PMLI ha partecipato per il contributo personale di alcune compagne che già avevano fatto l'esperienza di Roma. Il tavolo scelto è stato quello del “Lavoro e welfare” con l'intento di intervenire. Dopo una breve introduzione fatta dalle ragazze del centro sociale della “Limonaia” di Pisa che fanno parte del movimento NUDM si è aperta la discussione. Alcune rappresentanti NUDM di Milano hanno lamentato il fatto che nel Report Lavoro e welfare uscito da Roma non era ben definito il punto “il lavoro come diritto”, sottolineato anche da un'esponente del Mugello e da un'altra medico del lavoro della Toscana, fra l'altro quest'ultima chiedendo l'abbassamento dell'età pensionabile. Insomma tutte proposte concrete. Le compagne del PMLI sono intervenute facendo leva su questi aspetti del diritto al lavoro chiedendo in maniera dialettica se fosse possibile inserirlo nel report che si stava scrivendo e che sarebbe stato poi riportato in assemblea plenaria il giorno successivo, motivando tale richiesta che la conquista di un lavoro stabile, indeterminato a salario pieno per le donne è importantissima se si vuole levarle davvero dalla subalternità della famiglia e dell'uomo. Evidenziando che l'indipendenza economica della donna è una leva importante anche nella lotta contro la violenza familiare visto fra l'altro che la percentuale maggiore della violenza sulle donne si consuma all'interno delle quattro mura domestiche. E mettere nero su bianco nel report che è la società capitalistica che porta in sé la concezione sessista e patriarcale di “angelo del focolare”. È stato chiesto di mettere l'obbligo di assunzione almeno del 50% della donne nelle aziende. E di spingere le realtà territoriali di NUDM a legarsi alle operaie e lavoratrici delle aziende delle loro città, aziende spesso investite dalla crisi occupazionale e economica e dove l'occupazione femminile è messa a serio rischio.
Le compagne del PMLI hanno invitato il tavolo a prendere una posizione di condanna verso le leggi e decreti di supersfruttamento legale come ad esempio quello renziano dell'alternanza scuola-lavoro, o il caporalato con i voucher.
Il dibattito si è acceso su queste tematiche e molti interventi hanno seguito l'intervento delle compagne del PMLI soprattutto sul lavoro come diritto e nel denunciare il capitalismo come responsabile della discriminazione delle donne nel lavoro. Forte il racconto delle lavoratrici precarie dei servizi come quelle della Sodexo che hanno portato la loro esperienza di lotta e invitato a non abbassare la testa ma a scendere in piazza e riappropriarsi della forma di lotta dello sciopero. Da loro un forte invito a dare gambe alle parole “Siamo stufe di belle parole, siamo brave tutte a parlare, ora noi vogliamo i fatti!”
Gli interventi delle rappresentanti NUDM nazionali nell'ambito del tavolo tematico hanno invece tirato indietro cercando di far accettare la proposta riduttiva e fuorviante del “reddito di autodeterminazione” infiorettandola come rivendicazione capace di andare incontro alle esigenze economiche delle donne e renderle libere.
Questo gioco di voler far ingoiare forzatamente una proposta che non convinceva una cospicua componente di sinistra del tavolo “Lavoro e welfare” ha fatto sì che alcune esponenti di Milano abbiano proposto alle nostre compagne di presentare una mozione congiunta che insistesse sulla questione del diritto al lavoro, come poi è avvenuto ciononostante il report letto all'assise plenaria del giorno successivo ignorava completamente tale mozione.
I tavoli si sono conclusi nel tardo pomeriggio e le donne hanno dato vita a una “passeggiata-corteo” che ha attraversato il centro di Pisa.
La plenaria del 15, iniziata con due ore di ritardo, il luogo concesso non era facilmente raggiungibile, ha visto una minore partecipazione di donne rispetto al giorno prima.
L'assemblea ha deciso di indire una grande manifestazione a Roma per il sabato 25 novembre. Da qui a quella data NUDM si è impegnata a redigere definitivamente il “Piano femminista contro la violenza sulle donne e le persone transessuali”.
Il “piano” di NUDM porterà in sé inesorabilmente varie contraddizioni, lo abbiamo potuto constatare nelle letture dei report: là dove a tirare le fila c'è la componente di sinistra, meno legata istituzionalmente la posizione è più avanzata, là dove invece prevale la destra la posizione è più arretrata e filo istituzionale. Lo testimoniano i lavoro al tavolo “Femminismi e migrazioni” che ha indicato giustamente il diritto al lavoro quale diritto fondamentale da garantire a tutte le donne immigrate e non e agli uomini immigrati e non; mentre il tavolo “Lavoro e welfare”, dov'era più naturale porre al centro tale diritto la proposta avanzata anche dalle compagne del PMLI non è stata approvata.
NUDM non è immune dalle influenze piccole-borghesi, cattoliche e della destra democratica borghese di alcune aree che la compongono, di fatto a Pisa si è avuta la sensazione, se non la certezza, che queste componenti si stiano organizzando per “pilotare” una scrittura al ribasso del “piano femminista”. Solo nei tavoli dove la componente delle ragazze dei Centri sociali e dei collettivi universitari era più forte è stata ribadita “la volontà di lottare per cambiare questa società capitalistica, misogena, omofoba e patriarcale” con le conseguenti rivendicazioni di lottare contro il governo Gentiloni e il ministro manganellatore Minniti, fiere di dichiararsi antifasciste. In altri tavoli come “Diritto alla salute sessuale e riproduttiva” la sinistra ha dovuto scontrarsi e non poco con la destra del movimento per non far arrivare in plenaria la “libertà di scelta” personale tra obiettori e non obiettori. Ma su tutti questi punti e altri ci riproponiamo di intervenire in maniera critica una volta che sarà steso definitivamente il “Piano femminista” da parte di NUDM.
NUDM rimane comunque uno dei pochi movimenti attivi nel territorio, e il suo potere di mobilitazione incontra il forte bisogno di essere in piazza delle masse femminili, specie delle ragazze, l'esigenza di essere protagoniste in prima fila nella lotta contro la discriminazione, la violenza di genere e le ingiustizie sociali. Una combattività e voglia di lottare contro il sessismo e il patriarcato delle giovani e meno giovani riaffacciatesi nella manifestazione delle 200 mila del 26 novembre 2016, alle migliaia e migliaia di donne scese in piazza per lo sciopero dell'8 Marzo scorso, fino alle manifestazioni che si sono svolte a settembre contro la violenza e i femminicidi e per l'aborto libero e sicuro. La stessa combattività e determinazione le ragazze le hanno espresse nelle manifestazioni di sabato 14 degli studenti contro l'alternanza scuola-lavoro, dove a essere in prima fila e con il megafono erano soprattutto loro.
Per il PMLI la componente femminile riveste un ruolo fondamentale e determinante sia al suo interno sia nei movimenti di lotta e operai: laddove si mobilitano le donne la lotta assume un respiro più ampio, coinvolge più strati sociali, attira più attenzioni e simpatie, ed è di stimolo per il risveglio dei lavoratori e gli oppressi favorendo una mobilitazione più ampia. Ed è per questo che il nostro Partito saluta con gioia rivoluzionaria la decisione unanime dell'Assemblea plenaria di Nonunadimeno di indire una manifestazione nazionale a Roma, il 25 novembre, nella giornata mondiale contro “razzismo e violenza sulle donne”, con l'augurio che susciti molte altre mobilitazioni delle masse.
18 ottobre 2017