La sindaca 5 stelle di Torino è accusata di falso in bilancio
Appendino indagata per aver “omesso un debito del Comune”
Sotto accusa anche l'assessore Rolando e il dimissionario capo di gabinetto Giodana
Deve dimettersi
Dopo Parma, Quarto, Livorno, Roma, Gela, Civitavecchia e Bagheria, tanto per citare i casi più eclatanti, il falso mito dell' “onestà” sbandierato dalle amministrazioni governate dai Cinquestelle crolla anche a Torino.
Dal 17 ottobre la sindaca Chiara Appendino e l’assessore al Bilancio Sergio Rolando sono ufficialmente indagati dalla procura di Torino per falso ideologico in atto pubblico in relazione al bilancio del 2016. L’inchiesta riguarda la torbida vicenda inerente la riqualificazione dell'area ex Westinghouse e in particolare sul cosiddetto “debito fantasma” da 5 milioni verso Ream, immobiliare legata alle fondazioni bancarie, scomparso dal bilancio 2016 del Comune di Torino.
Per la stessa vicenda un avviso di garanzia è stato notificato anche all'allora capo di gabinetto di Palazzo civico, Paolo Giordana.
L’indagine è partita in seguito alla denuncia del collegio dei revisori dei conti di Palazzo Civico.
Nel 2012 la Ream (una partecipata di Fondazione Crt) versò al Comune una caparra di 5 milioni per acquisire il diritto di prelazione sull'area ex Westinghouse tra via Borsellino, corso Vittorio e corso Ferrucci, dove, su una superficie di 40 mila metri quadrati, dovrebbero sorgere un centro congressi, un auditorium, un albergo, residenze universitarie e un mega centro commerciale da 4 mila mq dell'Esselunga.
A fine 2013 l'allora giunta Fassino aggiudicò l'appalto da 19,7 milioni all'unico concorrente in lizza: la “Amteco-Maiora srl”, una newco creata ad hoc per l’operazione torinese e formata dalla vercellese Amteco, che lavora nel campo delle telecomunicazioni ed è fornitore appunto di Esselunga, e Maiora Group, della famiglia barese Fusillo, potente gruppo di costruttori presente anche nel campo alberghiero.
L'operazione è stata perfezionata nell’autunno del 2016 dalla nuova maggioranza cinque stelle che vota la delibera proposta dal vicesindaco, Guido Montanari, che dà il via libera definitivo alla vendita delle aree già bandite e assegnate. La Appendino incassa una parte dei 19,7 milioni ma “si dimentica” di decurtare i 5 milioni di caparra da restituire a Ream.
Nei mesi scorsi la Guardia di Finanza ha acquisito numerosa documentazione negli uffici di Palazzo Civico: carte che testimonierebbero i rapporti con la società immobiliare partecipata dalla Fondazione Crt e mail compromettenti tra sindaca, assessori e funzionari. Non solo, decine di funzionari e dirigenti di Palazzo Civico sono stati sentiti in procura dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio. Tra questi, l’ex direttrice del settore Finanze del Comune, Anna Tornoni, che avrebbe raccontato di pressioni da parte del capo di gabinetto, Paolo Giordana, perché non iscrivesse il debito di 5 milioni a bilancio. Tornoni, che nel frattempo è stata destinata ad altro incarico, aveva confermato agli inquirenti di aver avuto rapporti prevalentemente con Paolo Giordana nella predisposizione dei conti che poi si sarebbero riversati nel bilancio di assestamento. L’impianto accusatorio trova conferma anche in alcune mail. “Ti pregherei di rifare la nota evidenziando solo le poste per le quali possono essere usati i 19,6 milioni di Westinghouse – si legge in un messaggio di posta elettronica inviato da Giordana a Tornoni, il 22 novembre 2016 - Per quanto riguarda il debito con Ream lo escluderei al momento dal ragionamento, in quanto con quel soggetto sono aperti altri tavoli di confronto”.
Nello stesso periodo la Appendino concorda con il presidente di Ream Giovanni Qualgia la dilazione del debito, così da riuscire a chiudere con meno sofferenze i conti del 2016.
Non a caso il 30 novembre è la stessa sindaca che scrive all’assessore Rolando, alla Tornoni, al il vice sindaco Guido Montanari e all’allora direttore dell’Urbanistica Paola Virano per informarli del fatto che, viste le trattative con Ream, il Comune non restituirà i 5 milioni nel 2016.
La cifra, quindi, non viene iscritta a bilancio, a differenza dei 19,7 milioni in entrata per Westinghouse.
Dunque Appendino e Rolando, secondo la procura, non solo hanno falsificato il bilancio 2016 conteggiando un credito ma non il rispettivo debito; ma “hanno ingannato tutto il Consiglio comunale... Hanno indotto in errore la giunta e l'intero Consiglio comunale" facendo approvare un bilancio falso.
E pensare che fino al giorno prima della loro salita a Palazzo Civico Appendino e tutti gli attuali consiglieri e boss del M5S di Torino si opponevano “duramente” all'allora maggioranza PD di Fassino accusata di “svendere ai privati un bene comune” e fondarono perfino il Comitato Ex Westinghouse per impedirne l'alienazione.
Torino come Roma, insieme a tutte le altre amministrazioni Cinquestelle finite nel pantano della corruzione, del malcostume e della mala politica borghese, confermano, da un lato, che ormai il M5S si è omologato a tutte le altre cosche parlamentari per la conquista del potere e delle poltrone; e, dall'altro lato, che il sistema capitalista è irriformabile e va abbattuto non con il “voto democratico” ma con la rivoluzione socialista se davvero la si vuole farla finita con la corruzione e con tutti i mali che affliggono le masse operaie e popolari sfruttate e oppresse.
Altro che “non abbiamo nulla da nascondere” come dice la Appendino e “ribatteremo colpo su colpo” come minaccia il neo candidato premier Luigi Di Maio.
La Appendino, che peraltro risulta già indagata in un'altra inchiesta della Procura di Torino sui fatti di Piazza San Carlo dove più di mille persone rimasero ferite durante la proiezione della finale di Champions League e una donna è morta schiacciata dalla folla, invece di fare il pesce in barile, farebbe bene a prendere atto del completo fallimento del suo progetto politico e rassegnare immediatamente le dimissioni se non altro per rispetto verso i suoi elettori, traditi e turlupinati con falsi e fuorvianti proclami contro la casta di cui ora si può ben dire cha anche il M5S ne fa parte a pieno titolo.
22 novembre 2017