Anche nel comune di Torino l'”onestà” del M5S non è di casa
Il braccio destro di Appendino fa cancellare una multa di un amico
Giordana, capo di gabinetto della sindaca, si è dimesso
Paolo Giordana era già salito agli “onori della cronaca giudiziaria” all'indomani della sera del 3 giugno scorso quando in piazza San Carlo durante la proiezione della finale di Champions League Juventus-Real Madrid, a causa dell'incompetenza degli organizzatori e della sciatteria con cui sono stati predisposti i controlli e le misure di sicurezza, si è rischiata una strage (un morto e 1562 feriti) tra i tifosi terrorizzati da un falso allarme bomba.
In quella occasione Giordana, difeso a spada tratta dalla Appendino che arrivò a minacciare: “se va via lui me ne vado anche io”, è riuscito a rimanere in sella anche perché in quella occasione era il delegato della stessa sindaca per la sicurezza e i grandi eventi e quindi coordinatore in capo di tutta l’organizzazione.
La sua ora però è scoccata nel pomeriggio del 28 ottobre quando Giordana è stato costretto a dimettersi in seguito alla pubblicazione di 2 intercettazioni telefoniche effettuate dagli inquirenti durante le indagini dell’inchiesta sul falso in bilancio di Gtt, l'azienda di trasporti pubblici torinesi in cui Giordana è indagato per falso ideologico in atto pubblico insieme alla Appendino e all'assessore al Bilancio Sergio Rolando. Nelle due telefonate, avvenute il 25 e 26 luglio scorsi, il braccio destro della Appendino chiede al presidente di Gtt (Gruppo torinese trasporti) Walter Ceresa di togliere una multa da 90 euro a un suo “caro amico” beccato senza biglietto a bordo di un bus da un controllore.
Dopo i primi convenevoli, e un breve scambio di opinioni sull’approvazione di una delibera relativa al piano di rientro dei debiti del Comune verso Gtt, Giordana chiede il favore: "Senti, io ti chiamavo per una cosa molto più prosaica. C’è stato un increscioso, come dire, evento... Un mio amico. Per carità, i controllori sono tanto bravi però un po’ troppo, come dire, quadrati. Praticamente un mio amico era sul pullman che stava per timbrare il biglietto e il controllore lo ha fermato dicendogli 'lo deve timbrare cinque minuti fa, un minuto fa, 30 secondi fa. Adesso le devo fare la multa'. Non è tanto carina come cosa, cosa possiamo fare?" ammicca Giordana al suo interlocutore, il quale si mette subito a disposizione. I due, quindi, si mettono d’accordo su come procedere e alla fine Giordana dice che invierà gli estremi della multa tramite WhatsApp.
Il giorno dopo Giordana richiama Ceresa per accertarsi dell'annullamento della multa e Ceresa conferma la lieta novella: “Paolo, tutto a posto, quella cosa che mi hai detto... Risolto, non c’è nessun problema”. Giordana si assicura di aver capito e replica: “Quindi gli dico di stare tranquillo. Perfetto”. Ceresa conferma: “Sì, sì, non arriverà la multa” quindi Giordana ringrazia: “Grazie, grazie, Walter, un abbraccio”.
In mattinata, poche ore prima della pubblicazione delle telefonate che hanno portato alle dimissioni, Giordana era stato interrogato per oltre tre ore dai magistrati della Procura di Torino proprio per lo scandalo del “debito fantasma” omesso dal bilancio comunale in cui è coinvolto insieme alla Appendino e all'assessore Rolando.
Soprannominato il “Richelieu” di Palazzo Civico, Giordana ricopre da diversi anni il ruolo di mediatore politico fra i piani alti di Palazzo Civico e i cosiddetti “poteri forti” della città grazie ai suoi forti legami col mondo imprenditoriale coltivati nel periodo in cui ha lavorato come analista finanziario di Intesa San Paolo prima di entrare in Comune.
Giordana è tra l'altro sacerdote della “Chiesa autonoma del Patriarcato Autocefalo di Parigi” che riconosce la sua massima autorità nel Patriarca Nicolas I residente nella capitale francese.
Coautore con la Appendino di un libro-manifesto: “La città solidale, per una comunità urbana”, dal 2013 Giordana è stato cooptato nel “cerchio magico” della Appendino insieme a Domenico, papà della sindaca, e a Marco Lavatelli, il marito. Insieme hanno formato un trio molto affiatato costantemente al fianco della sindaca pentastellata specie quando c'è da prendere le decisioni importanti o piazzare uomini fidati nelle poltrone chiave di Palazzo Civico e/o presso le sue partecipate. Non a caso in più di un'occasione Giordana è stato sorpreso a “girare per gli uffici di Palazzo Civico con in mano l’elenco dei dirigenti da promuovere e quelli da estromettere”.
Eminenza grigia della giunta pentastellata nonché profondo conoscitore della macchina comunale, prima di approdare alla corte di Grillo e Appendino, Giordana ha offerto i suoi servigi a tutte le amministrazioni che si sono succedute a Palazzo Civico nel corso degli ultimi anni. È stato nello staff dirigenziale di Ferdinando Ventriglia (An) e soprattutto in quello di Paolo Peveraro: liberale, nuovo presidente Iren dopo Profumo, nonché assessore al Bilancio e alle Partecipate nelle giunte di “centro-sinistra” di Castellani e Chiamparino; poi con Alessandro Altamura, ex assessore al Commercio del PD, e infine con Mercedes Bresso in Regione.
22 novembre 2017