Contro lo sfruttamento dell'alternanza scuola-lavoro e lo sfascio dell'istruzione pubblica
Di nuovo in piazza le masse studentesche
La mobilitazione, alla quale hanno preso parte anche gli universitari, come contraltare degli “Stati generali” promossi dalla Fedeli

Dopo le importanti mobilitazioni del 18 ottobre e del 17 novembre la masse studentesche sono tornate di nuovo in piazza. Il 24 novembre oltre 50 piazze piazze d'Italia hanno contestato aspramente la famigerata alternanza scuola-lavoro. In particolare la giornata di mobilitazione è stata promossa come contraltare alla data del 16 dicembre quando si terranno gli “stati generali” dell'alternanza scuola-lavoro, alla quale parteciperà anche il Ghota della grande borghesia italiana e internazionale, promossi da Valeria Fedeli, gerarca ministra dell'istruzione del governo Gentiloni.
Cortei, assembleee e presidi si sono tenuti in moltissime città della nostra Penisola, e in particolare in diversi capoluoghi di regione.
A Torino diverse centinaia di studentesse e studenti hanno manifestato fin davanti all'ufficio scolastico regionale (USR), difeso da un nutrito numero di celerini in assetto antisommossa. Lì davanti gli studenti hanno dato simbolicamente fuoco alle effigi della ministra dell'Istruzione, Valeria Fedeli, dell'ex ministra Giannini e di McDonald.
Scuole e atenei torinesi sono in agitazione. Oltre alla manifestazione degli studenti delle scuole superiori è in ballo anche il blocco delle lezioni sia all'Università che al Politecnico, dove sono state convocate “assemblee di ateneo” Una protesta che coinvolge tutti, dai precari della ricerca fino agli studenti.
In Lombardia, a Milano presidio di protesta davanti l'USR di studenti e lavoratori che esponevano bandiere del sindacato dei metalmeccanici della FIOM.
A Monza gli studenti si sono dati appuntamento in piazza Roma, e da qui, compatti, con striscioni e slogan al seguito hanno sfilato per le strade del capoluogo brianzolo, dando voce alla propria protesta su temi come quelli dei trasporti sempre più cari, con poche corse e super affollati, dell'edilizia scolastica fatiscente e lasciata al completo abbandono, i danni causati dalla “Buona scuola” e dall'alternanza scuola-lavoro.
A Bologna si è svolto un corteo studentesco che ha ricevuto anche il sostegno dei ricercatori precari in università, dei porta pizze e dei lavoratori Amazon di Piacenza, in sciopero nel giorno del “Black Friday”, contro i turni di lavoro massacranti, i salari da fame, la mancanza di diritti. Il corteo lungo il tragitto ha portato la sua protesta all'interno di un punto vendita Zara, azienda che si distingue nel supersfuttamento degli studenti in alternanza, chiedendo subito l'annullamento dell'accordo tra il MIUR e le multinazionali che l'hanno sottoscritto, appunto Zara, McDonald, ecc.
A Roma corteo di studentesse e studenti dalle scuole di tutta la città sono partiti da Piramide per arrivare al ministero dell'istruzione.
A Napoli sono stati migliaia gli studenti in piazza affluiti da tutta la regione. Il corteo partito da Piazza Garibaldi si è diretto verso il palazzo della Giunta regionale con gli studenti che hanno portato lungo il corteo striscioni contro lo sfruttamento in alternanza e la “Buona scuola”.
Cortei combattivi anche a Genova, Trieste, Como, Ferrara, Bari, Lecce, Cagliari, ecc.
Le rivendicazioni in ogni corteo erano le stesse: Basta sfruttamento! Basta sfascio della scuola e dell'università pubblica!; Basta oneri e privazioni per gli studenti!; Cancelliamo la “Buona scuola”!
L'Unione degli studenti (UDS) che è stato promotore principale delle mobilitazioni, pone come uno dei punti cardini della lotta, l'introduzione di uno statuto degli studenti in alternanza. Il PMLI rivendica anch'esso diritti e tutele per tutte le ragazze e ragazzi che per il momento sono ancora sottoposti all'alternanza, ma siamo, e ci teniamo a precisarlo totalmente e incondizionatamente, contrari a regalare gli studenti alle imprese come manodopera gratuita da sfruttare per il profitto dei padroni, com'è il caso dell'alternanza scuola-lavoro. Per questo bisogna, non solo rivendicare condizioni giuste per chi deve sottoporsi all'alternanza, ma rivendicare principalmente l'abolizione dell'alternanza scuola-lavoro! Sia ben chiaro, il PMLI non è contrario in linea di principio alla partecipazione degli studenti al lavoro produttivo, ma la sostiene quando ha come obiettivo quello di consentir loro di conoscere la realtà della società e di ridurre il divario fra lavoro intellettuale e lavoro manuale. A ben pensare, ciò potrà pienamente avvenire dopo esserci liberati del capitalismo e aver instaurato il socialismo.
Da sottolineare come al fianco degli studenti ci siano state mobilitazioni e iniziative anche in molte Università, sintomo che non solo la “Buona scuola” e l'alternanza sono al centro del mirino del mondo dell'istruzione ma anche i tagli di fondi agli atenei, la perdurante e generalizzata precarietà dei ricercatori e dei lavoratori del settore, stanno portando al limite dell'esasperazione la vita delle masse coinvolte.
Comunque, la strada è tracciata, ed è quella giusta, quella della mobilitazione dello sciopero e dell'occupazione. Il PMLI sostiene tutte le forme di protesta e di lotta di massa, legali e non che le masse studentesche ed i loro alleati decideranno di adottare per perseguire l'obbiettivo finale di spazzare via alternanza e “Buona scuola”. Si tratta, dunque, di formare un grande e forte movimento studentesco che superi le divisioni di organizzazione e che faccia di tutte le masse studentesche un sol pugno che abbia la forza di spazzare via il governo Gentiloni, la ministra Fedeli e le loro politiche antistudentesche e antipopolari!
 
 
 

29 novembre 2017