Ecco come funziona la legge elettorale dell'inciucio tra Renzi e Berlusconi
È quanto di più antidemocratico possa offrire l'elettoralismo borghese
Il Rosatellum, frutto dell'inciucio tra Renzi e Berlusconi e da questi due banditi imposto al parlamento con metodi fascisti, è un sistema elettorale misto che formalmente prevede di assegnare circa un terzo dei seggi in parlamento col sistema maggioritario in collegi uninominali (ottiene il seggio il candidato che prende più voti di tutti), e i restanti due terzi col sistema proporzionale in collegi plurinominali. Sono 232 seggi uninominali alla Camera e 116 al Senato, e 398 alla Camera e 199 al Senato assegnati col proporzionale. I candidati nel proporzionale, in listini bloccati di 4 candidati, sono nominati direttamente dai partiti, e questo significa che pur essendo eletto formalmente in prevalenza col proporzionale continueremo ad avere un parlamento di nominati che risponderanno non agli elettori ma ai rispettivi capi politici.
Mentre per quanto riguarda la quota di parlamentari eletti con l'uninominale essa per definizione non rappresenta equamente tutto l'elettorato, ma solo una sua parte, quella maggioritaria, rendendo del tutto inutile il voto degli altri elettori. E questo anche senza contare il fatto che i candidati nell'uninominale si possono presentare anche in altri cinque collegi plurinominali. Quindi il principio di rappresentanza e quello di libera scelta degli elettori, che pure l'elettoralismo borghese dovrebbe formalmente garantire, con questa legge vengono vanificati in tutti i modi possibili e immaginabili.
C'è poi una soglia di sbarramento del 3% imposta alle singole liste, e del 10% alle coalizioni di liste, che limitano ulteriormente tali principi, dato che è fatta apposta per penalizzare i piccoli partiti escludendoli dal parlamento o costringendoli ad allearsi con quelli più forti. Le coalizioni poi non sono vere e proprie coalizioni politiche, con un unico programma, simbolo e leader, ma piuttosto raggruppamenti di partiti, che conservano il proprio simbolo, indicano il proprio “capo politico” e il proprio programma: sono cioè solo coalizioni elettorali, anche se devono essere identiche in tutte le circoscrizioni, messe in piedi solo per l'occasione per drenare quanti più voti possibile, e destinate a sciogliersi subito dopo le elezioni.
Coalizioni, liste civetta e “voto utile”
Ma proprio qui sta la furbizia. Non esiste il voto disgiunto come accadeva con il Mattarellum, ossia chi vota un candidato per l'uninominale vota automaticamente anche per la lista o la coalizione di liste ad esso collegata. L'elettore ha infatti a disposizione due voti, ma deve darli necessariamente al candidato uninominale e alla lista o coalizione collegata, pena l'annullamento del voto. E se esprime solo il voto al candidato vota comunque anche la lista o coalizione collegata, e viceversa. Anche questo meccanismo limita drasticamente la libertà di scelta dell'elettore. C'è addirittura la possibilità paradossale che col sistema dei resti il voto uninominale che va automaticamente anche alla lista collegata faccia eleggere un candidato nel plurinominale in un'altra circoscrizione.
Ma non basta. Cosa succede dei voti delle liste che non raggiungono il 3%? Ebbene, i voti dei partiti che non raggiungono il 3% ma superano almeno l'1% vengono ripartiti tra gli altri partiti della coalizione a cui sono collegati, in proporzione ai voti da essi ottenuti: un meccanismo sfacciatamente concepito per favorire il clientelismo delle liste civetta a beneficio dei partiti maggiori, liste che da sole non avrebbero nessuna possibilità di entrare in parlamento ma che possono portare pacchetti di voti ai grandi partiti in cambio di poltrone e altre prebende.
Di questo meccanismo si avvantaggerà senz'altro Berlusconi, che può contare sull'apporto di una caterva di liste civetta, come per esempio quella animalista della Brambilla, quelle di Verdini e di Fitto, della riesumata Udeur di Mastella, degli ex DC di Rotondi, degli ex montiani di Zanetti, dell'UDC di Cesa, e chi più ne ha più ne metta. Quanto a Renzi può contare sull'alleanza con AP di Alfano e quasi sicuramente sui voti del doppiogiochista Pisapia, mentre MDP e SI, in mancanza di garanzie da Renzi sulle poltrone, saranno costretti a correre da soli affrontando la gogna del “voto utile” su cui fa assegnamento il leader del PD.
Le coalizioni puramente elettorali così concepite e il meccanismo di ripartizione dei voti delle liste minori ai partiti maggiori, sono infatti studiati apposta per favorire il cosiddetto “voto utile”, cioè quello ai partiti più forti, scoraggiando gli elettori a “disperdere” il voto sui piccoli partiti indipendenti, e penalizzando drasticamente quei partiti, anche forti come il M5S, che però non hanno la possibilità di costruire coalizioni come PD e FI, e neanche dispongono di liste civetta. È stato calcolato che se il M5S risultasse il più votato, ad esempio con un 27%, con questo meccanismo non riuscirebbe ad ottenere più del 20% dei seggi in parlamento.
Un'altra legge truffa come l'Italicum
Il Rosatellum è un'altra legge truffa come l'Italicum bocciato dalla Corte costituzionale, solo riadattata alla situazione attuale. L'Italicum era stato concepito in un momento in cui Renzi era in piena ascesa, e i due banditi del patto del Nazareno si erano accordati su un sistema, chiaramente ispirato al modello della legge Acerbo di Mussolini, che avrebbe assicurato una maggioranza schiacciante al partito vincente: quello che Berlusconi aveva sempre sognato, anche se nell'immediato avrebbe dovuto passare lo scettro di nuovo duce al più giovane e favorito Renzi, che comunque gli assicurava la continuità del suo programma neofascista, presidenzialista e piduista.
Dopo la batosta del referendum istituzionale che ha segnato il declino delle fortune politiche di Renzi e dopo le ripetute sconfitte elettorali del “suo” PD, il quadro politico è diventato molto più incerto, diviso praticamente in parti uguali tra PD, M5S e FI-Lega-FdI, con la quasi matematica certezza che alle prossime elezioni nessuna delle tre forze sarebbe riuscita ad esprimere una maggioranza in grado di governare, tranne un'alleanza Renzi-Berlusconi per un governo di “larghe intese”. Ecco perché Renzi ha ideato il Rosatellum, una legge elettorale fatta apposta per favorire PD e Forza Italia e penalizzare il M5S, nella prospettiva di costruire una tale alleanza con Berlusconi di cui egli immagina di essere ancora l'azionista di maggioranza. Tutto ciò con la speranza di ritornare per questa via traversa all'agognato Palazzo Chigi, anche a costo di correre il rischio, che pure questa legge comporta, di un altro tracollo di voti del PD e di far vincere il “centro-destra”, specialmente al Nord dove la coalizione FI-Lega sarebbe nettamente favorita.
Il Rosatellum è dunque quanto di più antidemocratico l'elettoralismo borghese possa offrire, una ragione di più per rifiutarsi di stare a questo gioco truccato rispondendo con l'astensionismo alle sirene elettorali del regime neofascista.
6 dicembre 2017