A Castagneto Carducci
Renzi contestato: “Ti sei venduto la classe operaia”
Fischiato alla stazione di San Rossore
Dal nostro corrispondente della Toscana
Il 17 ottobre è partito da Roma il treno elettorale del PD titolato “Destinazione Italia”. Con la sua solita spavalderia, Renzi ha affermato “È pronto il viaggio in treno di ascolto dell'Italia e degli italiani... nei mille giorni abbiamo fatto molto, dal PIL ai posti di lavoro... Destinazione Italia, destinazione futuro”.
Il 29 novembre è arrivato alla stazione di Castagneto Carducci in provincia di Livorno. Con un massiccio dispiego di “forze dell'ordine”, ad accoglierlo oltre ai papaveri istituzionali locali come la piddina sindaca di Castagneto Sandra Scarpellini, c'erano i coraggiosi e combattivi operai delle acciaierie di Piombino che hanno colto anche quest'occasione per protestare contro uno dei principali attori dell'attuale drammatica situazione di stallo occupazionale di una delle più grandi fabbriche toscane.
Ecco perché è esplosa la protesta degli operai proprio in occasione della passerella mediatica di Renzi con tanto di visita alla tenuta San Guido a Bolgheri dove si produce il famoso vino di Sassicaia. Renzi scende dal treno e comincia a stringere mani ai fans, parte quindi la giusta contestazione degli operai, presenti con uno striscione; gli gridano: “buffone”, “vai a casa”, “sono anni che sono a casa senza lavoro”, “hai svenduto la classe operaia”. Le “forze dell'ordine” tengono gli operai a distanza dall'auto griffata nella quale in fretta e furia si rifugia Renzi.
Successivamente l'ex premier ha incontrato sul treno una delegazione dei lavoratori che hanno chiesto una soluzione concreta rispetto agli impegni presi e il prolungamento degli “ammortizzatori sociali”. Renzi, che ovviamente vuole ricrearsi la sua “verginità” politica, non ha potuto fare altro che affermare nuovamente: “sto lavorando per trovare una soluzione”.
Come dimenticare quando nel 2014 Renzi annunciava pomposamente la firma dell'accordo su Piombino: “è un'acquisizione strategica. Piombino è un pezzo di futuro dell'Italia” e tutte le sue visite politiche in Algeria o le parole del governatore toscano Enrico Rossi (Articolo 1-MDP) “Oggi Piombino riparte davvero”, “la scommessa di una riconversione ecologica della siderurgia siamo in condizione di vincerla grazie ad un imprenditore algerino che ci ha permesso di salvare quattromila posti di lavoro mentre, se stavamo dietro agli imprenditori italiani, quei posti li avremmo perduti”.
Gli operai sono stati beffati dal governo rispetto alla decantata vendita della fabbrica alla Cevital del capitalista algerino Rebrab e anche sull'accordo sindacale del 26 giugno del 2015 che prevedeva al 30 giugno 2017 il rinnovo di altri 24 mesi dei contratti di solidarietà e che invece per mano dell'attuale governo Gentiloni ha visto il passaggio di tutti i lavoratori ad un ammortizzatore in deroga equiparabile alla cassa integrazione straordinaria con ulteriore -20% di stipendio.
Renzi ha utilizzato quest'occasione per scaricare tutta la responsabilità del fallito accordo con Cevital sulle spalle del suo ex compare di partito Enrico Rossi e sulla FIOM, chiamandosi fuori e affermando: “furono loro a volere Rebrab... che è stata una cazzata fidarsi di lui”.
Il fallimento dell'accordo è da attribuire solidamente a governo e istituzioni regionali e locali ed è interamente pagato dai lavoratori di Piombino che da anni vivono una drammatica situazione occupazionale ed economica, appesi al filo di speranze e promesse mai mantenute. Rossi ha subito annunciato di voler querelare Renzi a seguito delle sue affermazioni, mentre la sindaca Scarpellini ha difeso l'operato del governo e del suo partito.
Noi marxisti-leninisti appoggiamo la protesta degli operai, siamo con loro e affermiamo che dev'essere lo Stato a salvare i posti di lavoro delle acciaierie di Piombino garantendo occupazione e sviluppo nel rispetto dell'ambiente e del territorio. In ogni caso l'ultima parola su qualsiasi accordo spetta sempre ai lavoratori che hanno provato sulla loro pelle che non ci si può mai fidare dei capitalisti, dei borghesi poiché pensano esclusivamente ai loro interessi e profitti.
6 dicembre 2017