Nel mondo
120 milioni di ragazze vittime di violenze sessuali
In Italia due bambini al giorno subiscono violenze sessuali. Mille ogni anno
La pubblicazione lo scorso 11 ottobre, a cura dell’associazione Terres des Hommes e in occasione della Giornata Mondiale delle Bambine indetta dall’ONU, del Dossier InDifesa 2016
, dedicato alla condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo, rappresenta un drammatico momento di riflessione per le coscienze di tutte le donne e gli uomini sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza nel mondo, con particolare riguardo alle condizioni di bambine e ragazze.
Dal rapporto risulta che nel mondo ci sono circa 120 milioni di ragazze con meno di venti anni vittime di rapporti forzati o atti sessuali forzati, le quali spesso non trovano protezione neanche tra le mura di casa, a scuola o nel luogo di lavoro, anzi si tratta di violenze incoraggiate dalle stesse famiglie come nel caso del fenomeno delle spose bambine, tutti fenomeni che riguardano in modo particolare i Paesi poveri, ma che non sono assenti, come si vedrà, in quelli economicamente sviluppati, tra cui l’Italia.
I fenomeni che interessano soprattutto i paesi dell’Asia e dell’Africa sono le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni precoci di ragazzine minorenni o addirittura di bambine impuberi costrette quasi sempre a sposare un uomo adulto, le gravidanze delle minorenni che, conseguenza dei matrimoni precoci, mettono spesso a serio rischio la salute e la vita delle ragazzine, e anche le violenze inflitte su bambine e ragazze migranti che diventano vittime di tratte sessuali, fino a giungere all’utilizzazione delle bambine e delle adolescenti nella realizzazione di materiale pornografico.
Per ciò che risulta dal rapporto riguardo all’Italia, nel nostro Paese ogni giorno si stima che non meno di due bambini siano vittime di abusi sessuali, mille ogni anno, una cifra che nel 2016 è salita a 5.383 casi se si considerano anche altri tipi di violenze oltre a quelle sessuali, violenze generiche che in sei casi su dieci hanno riguardato bambine, facendo segnare un aumento del 6% rispetto all’anno precedente.
Anche in Italia infatti, per ciò che riguarda le violenze perpetrate contro l’infanzia e l’adolescenza, le vittime delle violenze sono in maggioranza femmine, soprattutto delle violenze a sfondo sessuale: tra tutti i minori, le bambine sono l’83% delle vittime di violenze sessuali aggravate, l’82% delle vittime dell’infame giro della produzione e commercializzazione di materiale pornografico, il 78% delle vittime di corruzione di minorenne, ossia minorenni obbligate ad assistere ad atti sessuali altrui, e anche tra gli omicidi volontari ai danni di minori il 62% era una bambina o una adolescente.
Il dato più preoccupante, per il gigantesco incremento nell’arco di un quinquennio, è quello della crescita, esponenziale, del 543% della pornografia minorile, dove il numero delle vittime, almeno di quelle accertate, è passato dalle 23 del 2011 alle 148 del 2015, e nell’81% dei casi si trattava di bambine e ragazze.
Anche per ciò che riguarda la violenza non sessuale contro i minori, i dati sono allarmanti, con le violenze domestiche che guidano la classifica: infatti nel 2016 sono state 1.618 le vittime di maltrattamenti in famiglia, il 51% delle quali femmine con un incremento del 12% rispetto all’anno precedente, ed è cresciuto anche il numero dei minori vittime di abuso di mezzi di correzione o disciplina, in alcuni casi percossi, per lo più da chi esercita la potestà genitoriale, fino a rendere necessari l’intervento di un’ambulanza o del pronto soccorso.
Raffaele Salinari, presidente di Terres des Hommes, ha detto, a margine della presentazione del rapporto: “Serve un impegno sempre maggiore del governo per trovare fondi per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere che orienti gli interventi sia in Italia che nei Paesi in via di sviluppo ma diventa sempre più importante anche costituire alleanze ampie, che includano attori fra loro differenti, capaci di intervenire a tutti i livelli coinvolgendo non solo i governi, le organizzazioni già impegnate in prima linea su questi temi, i professionisti, ma anche i ragazzi e le ragazze stesse
”.
13 dicembre 2017