Salento
La lotta No TAP diventa una tempesta popolare
Tremila manifestanti in corteo. Partecipazione del PMLI alla manifestazione di Lecce. Città blindata e occupata militarmente. Fermati 60 manifestanti dalla polizia a Melendugno
La mobilitazione delle masse popolari contro il gasdotto TAP (che porterà il gas dal Mar Caspio alla Puglia) da “vento” è diventato “tempesta” “e tutta la popolazione unita sta combattendo in una “lotta epocale”. Così gli organizzatori commentavano in un comunicato la straordinaria partecipazione al corteo del 6 dicembre scorso a Melendugno (Lecce) che aveva visto scendere in piazza circa 3 mila manifestanti, a cui si erano uniti la quasi totalità dei commercianti della cittadina salentina che avevano abbassato le saracinesche affiggendovi il cartello “Chiudo per dignità. Noi non vendiamo la nostra dignità, noi non vendiamo la nostra terra. NO TAP”, per dire no a un'opera dannosa, inutile e pericolosa.
L'8 dicembre il popolo NO TAP è sceso nuovamente in piazza, stavolta a Lecce, con un combattivo corteo di un migliaio e più manifestanti, blindato da un cordone intimidatorio messo in piedi da questura e prefettura che hanno militarizzato la città e fatto seguire passo passo il corteo da un elicottero che lo ha sorvolato ininterrottamente.
È un colorato e vivace serpentone eterogeneo quello che riempie viale Calasso. Ci sono giovani e anziani, famiglie con bambini e universitari, lavoratori e impiegati perché il fronte del No al gasdotto unisce tutti. Tante le bandiere dell'associazionismo e dei comitati a parte da quelli dei No Tap e dei No Tav. Presente in maniera militante la Cellula “Nerina 'Lucia' Paoletti” di Lecce del PMLI.
Tanti slogan e frasi scritte su improvvisati cartelloni, rilanciati a ripetizione dagli altoparlanti del furgone in testa al corteo. Il volantino, letto al termine della manifestazione, denuncia: “Nelle ultime settimane, in nome del mantenimento dell'ordine pubblico e della sicurezza pubblica, stiamo assistendo ad una eclatante occupazione militare che interessa la zona dei lavori per la realizzazione del mostro TAP, in zona San Basilio, nel comune di Melendugno. Il progetto messo in atto da prefettura e questura svela la vera natura di questa 'opera strategica': garantire e proteggere gli interessi delle multinazionali e dei grandi capitali nella guerra per l'approvvigionamento energetico, che già vede morte e distruzione in tutto il mondo”.
Tra gli obiettivi c'è quello di portare la protesta fin sotto la TAP. Il corteo vive qualche momento di tensione quando i manifestanti percorrono viale Cavallotti e arrivano all'imbocco di via Imperatore Adriano e, più avanti, di via Trinchese, il cui accesso è bloccato da uno schieramento di poliziotti. Qualche decina di attivisti arriva a fronteggiare gli agenti ma, come denuncia il Movimento No TAP, è la polizia che ha creato tensione e violenza e non i manifestanti.
Una violenza che si è ripetuta il giorno successivo a Melendugno quando ben 60 manifestanti sono stati fermati dalla polizia mentre cercavano di avvicinarsi al cantiere della TAP, a San Basilio. I No TAP fermati, tra cui donne e ragazzi minorenni, stavano partecipando al corteo organizzato nel primo pomeriggio in località San Foca.
13 dicembre 2017