Quattro morti sul lavoro in un solo giorno
L'8 ottobre, mentre a Cagliari l'Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del lavoro (ANMIL) celebrava la 67ᵃ Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro e il capo dello Stato Mattarella indirizzava un laconico messaggio di saluto al presidente nazionale ANMIL, Franco Bettoni, in cui fra l'altro l'inquilino del Quirinale si rammaricava “che tra le vittime di infortunio sul lavoro ci siano ragazzi giovanissimi” e invitava le aziende “a non imporre ai lavoratori condizioni molto al di sotto della sicurezza”; l'ecatombe di operai che quotidianamente perdono la vita sui luoghi di lavoro a causa del brutale sfruttamento capitalista non si è certo fermata: quattro operai sono morti nel giro di poche
ad Agrigento, Torino e Ascoli Piceno.
I primi due, di 61 e 56 anni, sono precipitati da un’altezza di 32 metri, finendo dentro il sovrappieno della vasca vuota a forma di imbuto, usata per lo stoccaggio delle acque presso la diga Furore a Naro, nell'agrigentino. A provocare la morte di Francesco Gallo e di Gaetano Cammilleri sarebbe stato il cedimento di un montacarichi.
La terza vittima è il manovratore Francesco Corica di Settimo Torinese che lavorava per la Villanova, una ditta dell’indotto Fca che gestisce i flussi dei treni nel raccordo ferroviario del Drosso. Secondo le prime informazioni, la vittima aveva appena finito di caricare delle bisarche quando sarebbe stato urtato da un treno in manovra. “Con la parziale ripresa dell’attività in molti stabilimenti metalmeccanici – ha commentato Federico Bellono, segretario della Fiom Cgil Torino – troppo spesso vittime di gravissimi episodi come quello di ieri sono lavoratori delle ditte esterne, degli appalti e dei subappalti”.
La quarta vittima è un operaio di 55 anni dipendente della ditta Acciarri caduto in un silos di un'azienda agricola a Comunanza (Ascoli Piceno). L'uomo secondo le prime ricostruzioni stava caricando del grano dal silos su un mezzo agricolo, quando per cause ancora da accertare è stato risucchiato dalla polvere del grano rimanendo soffocato.
Stando agli ultimi dati INAIL – ha affermato il presidente ANMIL Bettoni, la situazione si conferma allarmante con un aumento delle denunce sia degli infortuni che delle malattie professionali sia di quelli con esito mortale. Già nei mesi precedenti dell’anno in corso si erano registrati i primi segnali negativi sul fronte infortunistico, ma se la conferma dell'incremento delle denunce negli OPEN Data INAIL al 31 agosto 2017 non sorprende, non può neppure lasciare indifferenti se come precisa l'INAIL, nel periodo gennaio-agosto per quanto riguarda gli infortuni ci sono state in Italia 421.969 denunce, ovvero ben 5.229 in più rispetto allo stesso periodo del 2016... La preoccupazione per l'aumento infortunistico dell’1,3% - ha aggiunto Bettoni - è dettata soprattutto dal fatto che a tale incremento hanno contribuito soltanto le gestioni Industria e servizi (+2,0%) e quella Conto Stato dipendenti (+3,3%), quindi parliamo proprio di carenza di sicurezza nei luoghi di lavoro più rischiosi... Stesso discorso per le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale che sono state 682, 31 in più rispetto ai 651 decessi dell’analogo periodo del 2016 (+4,8%)... quindi è tempo di riflessioni e di confronti che devono dare seguito a provvedimenti stringenti".
13 dicembre 2017