Tre donne morte, 47 feriti
Deraglia il treno dei pendolari
Le responsabilità di Trenord gestito da uomini della Lega
Mancata manutenzione
Tre donne morte e 47 feriti: è questo il tragico bilancio dell'ennesima strage ferroviaria avvenuta il 25 gennaio alle porte di Milano nel tratto tra Segrate e Pioltello.
Alle 6 e 57 lungo la direttrice Milano-Venezia un convoglio strapieno di pendolari, partito da Cremona e diretto alla stazione di Milano Porta Garibaldi, è deragliato nella stazione di Pioltello Limito e le due carrozze centrali si sono "intraversate", finendo a un angolo di 90 gradi l'una dall'altra.
“Dai primi accertamenti, scrive l'Organizzazione sindacati autonomi di base, OR.S.A. Ferrovie, sembra che la causa dell'incidente sia dovuto un giunto di rotaia rotto nella parte superiore, ovvero il punto della rotaia dove scorre l’asse (la ruota) del treno. Tale ipotesi di guasto all’infrastruttura ferroviaria – continua l'OR.S.A. - rappresenterebbe un fatto gravissimo poiché il tipo di rottura in questione non si verifica nell’immediato. Si tratta di un componente del binario normalmente soggetto ad usura”.
In sostanza a causare il deragliamento sarebbe stata una "toppa" di legno posata sotto il tratto di binario senza copertura. Una copertura mancante lunga 23 centimetri che è costata la vita a tre persone.
La vita e l'incolumità dei pendolari nella tecnologica Milano valgono meno di una frettolosa “toppa” di binario, conseguente alla colpevole mancanza di manutenzione. Quasi un fatto “fisiologico” liquidato come un semplice “inconveniente tecnico”, così è stato presentato dal vergognoso annuncio emesso da Trenord attraverso i propri canali online subito dopo il deragliamento per avvisare i viaggiatori che “in prossimità della stazione di Pioltello la circolazione è al momento interrotta tra le stazioni di Treviglio e Milano a causa di un inconveniente tecnico".
È una tragica conferma del fatiscente stato di manutenzione e sicurezza in cui versa Trenord, la società “fiore all'occhiello” dell'amministrazione regionale leghista, che è il primo operatore ferroviario italiano specializzato nel trasporto pubblico locale e gestisce l’intero servizio ferroviario della Lombardia: 10 linee suburbane e 48 linee regionali, il collegamento aeroportuale Malpensa Express (da Milano Cadorna, Milano Centrale, Milano P.ta Garibaldi) e quelli transfrontalieri Como-Chiasso e Malpensa-Bellinzona, per un totale di 2.300 corse e più di 670mila viaggiatori al giorno. La società è nata il 3 maggio 2011 dall’unione di Trenitalia (Divisione Regionale Lombardia) e Gruppo FNM (LeNORD) partecipanti al 50% ciascuna, e al cui vertice nel novembre del 2014 il governatore fascio-leghista Maroni ha piazzato la sua fedelissima Cinzia Farisè.
“Il drammatico deragliamento di un treno avvenuto questa mattina tra Pioltello e Segrate, alle porte di Milano – ha denunciato il presidente di Federconsumatori Emilio Viafora - riporta l'attenzione sulla qualità del trasporto ferroviario nel nostro Paese. Si tratta di una questione troppo spesso ignorata e sottovalutata: anni di incuria, di gestioni a dir poco trascurate, di tagli alle risorse e di scarsi investimenti hanno portato a una situazione in cui arretratezze, disagi, malfunzionamenti e ritardi sono all’ordine del giorno, con una intollerabile disparità sia dal punto di vista della sicurezza che sotto il profilo dell'efficienza tra le tratte dell’Alta Velocità e quelle utilizzate dai pendolari... vogliamo sottolineare con forza la necessità di invertire la logica dei tagli alle risorse destinate al trasporto pubblico locale. La rete ferroviaria si trova ormai in una condizione di vera e propria emergenza: per garantire un servizio adeguato e soprattutto sicuro ai viaggiatori sono necessarie radicali operazioni di ammodernamento che non possono più essere rinviate”.
Una mancata manutenzione della rete che ora Trenord e Rfi cercano di dissimulare con ogni mezzo e che potrebbe essere anche legata all'inquietante fermo di alcuni dipendeti di Rfi sorpresi 24 ore dopo la tragedia dalla polizia ferroviaria nei pressi dell'area posta sotto sequestro con alcuni strumenti di rilevazione. I quattro operai rischiano l'accusa di violazione dei sigilli mentre la società ha cercato di “giustificare” la grave violazione affermando fra l'altro che: "gli operai, non avendo la percezione dei confini dell'area sequestrata, non visibilmente segnalati, li hanno superati inavvertitamente. In ogni caso, i tecnici - aggiunge l'azienda - non hanno mai invaso luoghi o aree recintate e non avevano alcuna volontà o intenzione di superare i limiti imposti dalla magistratura".
Non si tratta di “fatalità” come i caporioni di Rfi e Trenord vorrebbero fare credere!
Ci sono responsabilità precise ai vertici del governo, del ministero dei Trasporti, della Regione e nei consigli di amministrazione delle due società che vanno perseguiti e puniti in modo esemplare. Perché non è più tollerabile che nel 2018 un lavoratore che esce di casa la mattina per andare a guadagnarsi il pane non faccia più ritorno dai suoi cari!
Basti pensare che nel corso degli ultimi 6 mesi questo è già il quinto incidente ferroviario che si verifica sulla Rfi dopo i deragliamenti del 23 Luglio 2017 sempre a Pioltello; 9 Novembre 2017 Frecciargento a Firenze Castello; 6 Dicembre 2017sulla Linea Cosenza‐Paola e 9 Gennaio 2018 sulla linea Pescara‐Foggia. Tutti dovuti per lo più a guasti dell’infrastruttura ferroviaria.
La procura di Milano per il momento ha iscritto quattro persone nel registro degli indagati. Si tratta dei vertici di Trenord e Rfi: Maurizio Gentile, ad di Rete Ferroviaria Italiana, Umberto Lebruto, direttore di produzione di Rfi, Cinzia Farisè, ad di Trenord, e Alberto Minoia, direttore operativo di Trenord.
L 'ipotesi di reato è disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo.
Nei prossimi giorni è molto probabile che in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti anche Rete Ferroviaria Italiana e Trenord saranno iscritte nel registro degli indagati.
E pensare che il 3 luglio 2017 il Coordinamento dei pendolari lombardi in una lettera indirizzata al presidente della Regione, Roberto Maroni, all'assessore alla Mobilità Alessandro Sorte, e all'ad di Trenord, Cinzia Farisè esprimeva "sconcerto per i pesanti disservizi subiti e lo stato di manutenzione della rete”.
31 gennaio 2018