Commento al discorso del Segretario generale alla 6ª Sessione plenaria del CC del PMLI
Scuderi ci sprona a concentrarsi sulla campagna elettorale astensionista
“Un capolavoro politico di cui solo un fulgido esempio di marxista-leninista poteva essere capace”
Risolvere i tre problemi principali per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso
Davvero rosso, lungimirante ed educativo il discorso del compagno Giovanni Scuderi, cofondatore e Segretario generale del PMLI, alla 6ª Sessione plenaria del 5° CC del Partio tenuta il 14 gennaio.
Il compagno, dopo i dovuti ringraziamenti e gli auguri di buona salute (ai quali mi associo) ai giovani e meno giovani compagni che tanto hanno fatto per rendere più forte il Partito in questi anni, traccia un bilancio della situazione attuale del Partito, ripercorrendo le Sessioni tenute dal CC dal 5° e ultimo Congresso nazionale ad oggi.
Nella Prima sessione sono stati nominati i membri dell'UP, i membri della Redazione centrale de "Il Bolscevico”, i componenti della futura Segreteria generale, l'organigramma del CC, i membri della Segreteria provinciale di Firenze, i membri della Segreteria tecnica del CC e dell'UP.
Nella Seconda e Terza sessione il CC si è occupato alla grande della linea operaia e sindacale e di quella studentesca, strategiche per la lotta di classe e quindi per l'avvenire del Partito.
Nella Quarta sessione è stata la volta della situazione del Partito e delle elezioni europee ed amministrative oltre che del bilancio critico e autocritico sull'Attività vitale, purtroppo chiusa per alcuni errori commessi, e la cui cessazione ha indebolito sul piano economico il PMLI.
Per quanto riguarda il Partito si parlò allora di alcune contraddizioni esplose all'interno, tanto in seno al popolo quanto antagonistiche.
Ho già avuto modo di esprimermi su quella Sessione in dettaglio, la sostanza è che le contraddizioni nel partito del proletariato non devono far paura, sono inevitabili, si tratta di imparare a risolverle in base al principio "unità-critica-unità" per quanto riguarda quelle in seno al popolo, mentre le contraddizioni fra il nemico e noi, ovvero antagonistiche si risolvono difendendo strenuamente la linea proletaria rivoluzionaria del PMLI, stroncando ogni tentativo della borghesia di portare il Partito al cambiamento di colore politico.
In quella Sessione furono fra le altre cose poi affrontati tre ordini di problemi, purtroppo non risolti e sui quali giustamente quindi Scuderi torna nella Sesta e ultima sessione: il problema economico, il problema dell'allargamento del gruppo di compagni che lavorano al Centro e la questione del radicamento, ancora insufficiente, del PMLI.
Nella Quinta sessione il CC si è occupato in particolare della linea antimperialista del Partito, grazie all'esemplare lavoro del compagno Erne, con particolare riferimento all'IS.
In estrema sintesi questo ha condotto il CC alla Sesta e ultima sessione che ha avuto per oggetto la situazione attuale del PMLI, i suoi problemi e la lotta contro il capitalismo e per il socialismo.
I tre problemi irrisolti
Il compagno Scuderi quindi torna nella Sesta Sessione sui tre problemi individuati nella Quarta Sessione, rimasti irrisolti.
Innanzi tutto la questione economica, da sempre, ma oggi più di ieri, la principale causa che rallenta lo sviluppo del PMLI: fare politica costa, evidentemente. Questo problema non si può risolvere alla radice per Scuderi, perché non ci sono le condizioni per intraprendere, al Centro o alla base, attività economiche in grado di sostenere il Partito, né il PMLI, per ragioni fiscali può effettuare sottoscrizioni pubbliche.
Non resta quindi che uno sforzo ulteriore da chiedere ai militanti e ai simpatizzanti, i quali devono avere ben chiaro che per il PMLI è persino problematico provvedere al pagamento dell'affitto della nuova e più funzionale Sede centrale di Firenze.
Se dunque alla radice non si può risolvere il problema della cronica povertà del Partito, certo si può ottenere un sostegno maggiore che (e non è poco di questi tempi e nella situazione attuale del PMLI) può consentire al Partito di andare comunque avanti, quindi anche se non risolvibile il problema economico è almeno in parte ridimensionabile.
Non risolto anche il problema dell'allargamento del numero dei compagni del Centro, anzi la situazione si è aggravata e comunque il Centro è sempre più "sotto pressione”, tanto più che, sempre in riferimento alla cessazione dell'Attività vitale, diventa difficile per il Partito sostenere il trasferimento di dirigenti da altre zone d'Italia a Firenze.
La soluzione per Scuderi è che qualche compagno si trasferisca comunque a Firenze contando però sul proprio autofinanziamento.
Il problema del radicamento è allo stesso tempo "croce e delizia" del PMLI: “croce" perché appunto non risolto, "delizia" poiché se lo fosse darebbe le ali al PMLI e quindi alla lotta di classe.
Per Scuderi anche questo problema è risolvibile, persino con relativa semplicità, ma per farlo è indispensabile che i militanti e i simpatizzanti del PMLI, in base alla parola d'ordine sempre attuale del Partito: “Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare”, si siedano intorno ad un tavolo e inizino sul serio ad analizzare la propria realtà locale alla luce della linea generale e di massa del Partito e del fronte unito, lavorando poi negli organismi di massa (e con un occhio particolare come detto alla leva operaia e sindacale e studentesca, ma anche femminile) per legarsi alle masse e aiutarle a risolvere i loro problemi.
Applicando le giusta tattica per fare accettare le parole d'ordine del PMLI sulle varie questioni sociali senza sbandare a destra e a "sinistra”, nel codismo e nel frazionismo, stando quindi bene attenti a non sopravanzare troppo la coscienza delle masse interessate, senza ovviamente concedere un bel nulla al riformismo e ai nemici del proletariato e del popolo italiano.
In sostanza Scuderi rilancia un'altra parola d'ordine del PMLI: “scuotersi e fare duri sforzi" tanto in teoria quanto in pratica, migliorando il proprio lavoro di massa in qualità, in modo da poterlo migliorare poi sia in qualità che in quantità.
La linea proletaria rivoluzionaria generale e di massa del PMLI è giusta, ma se non viene applicata nel fuoco della lotta di classe, ma solo "contemplata”, non serve a un bel nulla, diventa una pistola scarica, magari bellissima, ma del tutto inutile al proletariato.
Dunque per "forgiare l'anello mancante" è necessario crescere rapidamente sul piano dello studio individuale e collettivo, tenere in pugno l'iniziativa politica, stare in piazza e nell'ambito del fronte unito e del lavoro negli organismi di massa sforzarsi di unire la sinistra, annullare il centro e neutralizzare la destra, senza spaventarsi degli apparentemente sfavorevoli rapporti di forza numerici fra i marxisti-leninisti e i riformisti, ma contando sulle 5 fiducie e sui nostri 5 assi che nessuno ha né potrà mai avere cioè i cinque Grandi Maestri del proletariato internazionale, da prendere a modello con un occhio particolare alla trasformazione della propria concezione del mondo e stile di lavoro e di vita, ispirandosi alle splendide dieci citazioni di Mao riportate su "Il Bolscevico”, vera cartina di tornasole per diventare (purché lo si voglia ovviamente) dei veri comunisti in tutto e per tutto e acquisire così l'appoggio e la simpatia delle masse.
Il compagno Scuderi riconosce, com'è ovvio e giusto che sia, i problemi ancora sul tappeto, ma nello stesso tempo, con lungimiranza e alla luce del materialismo storico e dialettico ne indica concretamente la loro soluzione (che deve avvenire in concreto e non in astratto). Mai quindi ritenere che i problemi per i marxisti-leninisti siano irrisolvibili perché: “nulla vi è di impossibile al mondo per chi osa scalare le vette più alte" (Mao).
I primi 40 anni di vita del PMLI, vero e proprio "miracolo politico”, nello stesso tempo grandiosi e terribili per le difficoltà affrontate, lo dimostrano ampiamente. I problemi vanno progressivamente risolti, concentrandosi sull'obiettivo strategico a medio termine sul quale è concentrato il Partito: l'acquisizione di un corpo da Gigante Rosso.
Da questo punto di vista, importante è la decisione dell'UP di ammettere dentro il PMLI coloro i quali non accettano questo o quel punto della sua linea generale e di massa anche importante (come il caso dell'appoggio all'IS in chiave antimperialista), a condizione che si accettino Programma, Statuto, astensionismo tattico e strategico per le europee, e purché al punto 33 della domanda di ammissione il candidato scriva esplicitamente che si impegna a rispettare il centralismo democratico e la posizione ufficiale del PMLI sulla questione sulla quale non è d'accordo, in base al principio che la minoranza è subordinata alla maggioranza, l'istanza inferiore a quella superiore, tutto il Partito al CC, il quale rappresenta il congresso (massima assise del PMLI) fra un congresso e l'altro.
Dunque il Partito si potrà allargare anche a chi ha delle riserve su questo o quel punto (a parte quelli già citati, che sono dirimenti) ma sempre e solo nel quadro della sua struttura organizzativa bolscevica e del centralismo democratico, il quale (da sempre bestia nera dei trotzkisti e dei falsi comunisti) non può mai essere violato (salvo nel caso di irreversibile cambiamento di colore politico del Partito) perché costituisce l'equilibrio dialettico tra la democrazia interna e la disciplina, entrambe indispensabili e imprescindibili per un partito proletario rivoluzionario e marxista-leninista.
Particolarmente importante per me, che chiesi appunto maggiori dettagli sulla posizione del Partito sulla questione, la riaffermazione della contrarietà netta del PMLI all'accorpamento dei comuni, motivata da un lato dalla totale avversione del Partito al restringimento degli spazi di democrazia borghese e quindi la sua totale contrarietà e conseguente lotta totale contro il regime neofascista (che del resto costituisce, insieme alla lotta contro i revisionisti nostrani, la battaglia storica per eccellenza dei marxisti-leninisti italiani fin dai tempi in cui Craxi lanciò la "Grande riforma" su “L'Avanti”) e dall'altro perché l'accorpamento rende più difficile il controllo degli eletti e degli amministratori da parte delle masse. Naturalmente non si sta parlando delle cosiddette "ghost town" (città fantasma) cioè dei comuni completamente spopolati o altri casi particolari da valutare volta per volta.
I successi del PMLI
Il compagno Segretario generale si sofferma poi sugli importanti successi ottenuti dal PMLI in questi anni, dalla lotta contro le "riforme" neofasciste di Renzi e la campagna per il No al referendum del 4 dicembre 2016, campale battaglia antifascista, alle celebrazioni del centesimo Anniversario dell'Ottobre, che ha visto il Partito impegnato con uno sforzo particolare tanto sul piano giornalistico, con la pubblicazione su "Il Bolscevico" del documento del CC sull'Ottobre, la Storia del PC(b)dell'Urss e molto altro ancora, quanto a livello di partecipazione a dibattiti pubblici in diverse parti d'Italia, i volantinaggi fra le masse e così via.
Importante il viaggio del delegato del Centro in Russia nei luoghi in cui vissero ed operarono Lenin e Stalin.
E ancora ottimi risultati in termini di fronte unito su varie questioni da parte di istanze di base del Partito, il documento sulle elezioni siciliane, quello contro il referendum per l'autonomia di Lombardia e Veneto, sul movimento Lgbtqi e così via.
Ottima la salute del glorioso organo del Partito, grazie all'indefesso lavoro della Redattrice responsabile e delle altre Penne Rosse, ringrazio di cuore il compagno Scuderi per avermi citato in quanto collaboratore calabrese, per me è un onore poter scrivere sul giornale del proletariato e delle masse popolari e il riconoscimento del buon lavoro da me svolto da parte di Scuderi mi impegna a migliorare sempre di più il mio lavoro sia in qualità che in quantità.
Il rapporto di Scuderi si sofferma poi sull'analisi di altri partiti comunisti presenti nei cinque continenti, almeno trecento.
Non possono essere definiti tali ovviamente quelli che sono al potere in alcuni paesi che si definiscono socialisti, poiché per il PMLI dal cambiamento di colore della RPC avvenuta dopo la morte di Mao, non esiste alcun paese socialista nel mondo, ma solo paesi revisionisti nei quali sono al potere oligarchie nazionali borghesi che si rifanno strumentalmente al socialismo (la qual cosa non impedisce comunque al Partito di appoggiare questi paesi quando sono vittime dell'imperialismo, come nel caso della RPDC).
Per quanto riguarda i partiti non al potere c'è da dire per il compagno che molti fra questi non sono certamente autenticamente marxisti-leninisti, a parte il PC(ML) di Panama, che ha fraterni rapporti con il PMLI e che quindi rimane un interrogativo capire quali lo siano per davvero.
Quello che conta è che il Partito è disponibile al confronto con qualunque partito straniero
che si rifà al socialismo.
Il confronto è possibile anche per quanto riguarda forze politiche che in Italia si rifanno al socialismo, con le quali il PMLI è disposto ad allearsi sugli obiettivi di comune interesse nell'ambito delle tre tipologie di fronte unito praticate dal Partito: per il miglioramento delle condizioni di vita, lavoro, salute e studio delle masse, quello a carattere antimperialista e, quando verranno a crearsi le condizioni per la sua creazione, il fronte unito per l'Italia unita, rossa e socialista (vedi il discorso di Scuderi "Applichiamo gli insegnamenti di Mao sulle classi e il fronte unito" del 2006).
Indipendentemente dalle alleanze comunque nessuno distoglierà mai i marxisti-leninisti italiani dalla lotta per il socialismo in Italia, cosa che d'altra parte costituisce anche il più grande contributo ed esempio che il PMLI può dare ai veri partiti comunisti esistenti oggi negli altri paesi.
La lotta di classe del proletariato per il socialismo, contro la borghesia e il capitalismo, è un prodotto della stessa società capitalista, fondata sul conflitto fra il capitale e il lavoro, che si è poi inasprito con l'avvento del capitalismo monopolistico basato sulla legge del massimo profitto.
La lotta contro il capitalismo per il socialismo
Il capitalismo è dunque fondato su di una contraddizione fra gruppi sociali antagonisti determinata da ciò che gli uomini producono, come lo fanno e come lo scambiano. Questa contraddizione non si può risolvere dentro la società capitalista, pensando semplicemente di riformarla, la storia lo dimostra ampiamente.
Nel caso dell'Italia è lampante, dall'Unità ad oggi il capitalismo nostrano ha solo aggravato i due principali problemi economici e sociali del Paese: le disuguaglianze sociali e il divario Nord-Sud, generando terrificanti contraddizioni, i dati riportati da Scuderi sono terribili e inconfutabili, basti solo pensare che i 17 italiani più ricchi guadagnano quanto i 18 milioni più poveri!
Da ogni punto di vista la società capitalista mostra il suo fallimento: il lavoro che non c'è e quando c'è è precario, sottopagato e iperflessibile, la sanità ormai in gran parte privatizzata e comunque costosissima, la scuola pubblica del regime neofascista è classista, meritocratica, aziendalista e discriminatoria, divisa fra quella per i ricchi e quella per i poveri, l'ambiente è devastato, un italiano su tre è povero, la questione femminile è drammatica poiché il ruolo della donna nella società capitalista è quello di essere subalterna all'uomo, meno pagata e sfruttata anche fra le mura domestiche.
La cultura maschilista borghese e cattolica imperante genera il mostro del femminicidio.
Gli Lgbtqi sono discriminati, i migranti considerati uomini e donne di serie B e privati dei diritti, le pensioni sono da fame e addirittura diventa utopia per un giovane d'oggi pensare di averne una a suo tempo.
Insomma la società capitalista è costruita ad uso e consumo di un pugno di sfruttatori e genera miseria per il popolo italiano.
La classe dominante borghese per mantenersi al potere non esita in ogni modo a ricorrere al fascismo e alla restrizioni degli spazi della già falsa, ipocrita e insostenibile democrazia borghese, quando i suoi interessi vengono minacciati o si sente in pericolo nel suo dominio economico, politico, culturale e militare all'interno del Paese e non esita a ricorrere alla guerra imperialista per placare i suoi appetiti e difendere i suoi interessi all'estero.
La guerra è inevitabile nell'epoca del capitalismo, l'esportazione del capitale richiede la sottomissione dei popoli anche "manu militari" e la legge dello sviluppo ineguale dei paesi imperialisti in un mondo già dominato dal capitale porta all'esplosione delle contraddizioni fra paesi imperialisti.
Ecco spiegata la storia d'Italia, dal punto di vista del materialismo storico e dialettico, la sua situazione attuale interna e il suo interventismo all'estero, perseguito anche dal governo Gentiloni, che vede l'Italia, parte integrante dell'Ue imperialista, partecipare a ben 35 missioni (cosiddette "di pace') in ben 24 paesi sovrani sparsi in tre continenti, che vedono impiegati 6.500 militari per un costo di 1,5 miliardi di euro l'anno.
Da leggere in questo quadro quindi gli atti dei governi in ogni materia e settore sociale, dalle controriforme del lavoro alle pensioni, da quelle costituzionali al mancato scioglimento dei gruppi fascisti e così via, che dimostrano che siamo in piena seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista e interventista anche per effetto dell'affossamento della Costituzione democratico-borghese e anticomunista del 1948, la quale non può costituire in nessun modo l'orizzonte strategico del proletariato e delle masse popolari, data la sua natura di classe borghese che presuppone la dittatura della borghesia.
Insomma il capitalismo, anche italiano, non può mutare sé stesso: è pura utopia.
Va spazzato via dal socialismo e dalla rivoluzione proletaria facendone quindi maturare le condizioni oggettive e soggettive, facendo acquisire alla classe operaia (dopo decenni di predicazioni dei falsi comunisti, in primis PSI e PCI e dei riformisti) di essere classe per sé e non solo in sé, lottando per migliorare, per quanto possibile nel capitalismo, le condizioni di vita, lavoro, salute e studio delle masse e per la realizzazione di ogni bisogno popolare e progressista, lottando incessantemente contro i governi nazionali e locali borghesi della destra e della "sinistra" del regime neofascista fuori dalle marce, irriformabili e filomafiose istituzioni in camicia nera.
La piattaforma rivendicativa del PMLI
Al primo posto delle rivendicazioni dei marxisti-leninisti vi è naturalmente la questione del lavoro che per il PMLI deve essere stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i lavoratori e i disoccupati compresi gli immigrati.
Vanno abolite tutte le controriforme del lavoro di questi anni ed il precariato.
Quindi la lotta per il diritto alla casa per tutti, la sanità pubblica, universale, gratuita, gestita con la partecipazione dei lavoratori del settore e con la partecipazione delle masse interessate, finanziata dalla fiscalità generale, libera da ogni influenza retrograda, reazionaria, antiscientifica, antigay e antifemminile.
Il PMLI lotta per un sistema pensionistico pubblico, universale, unificato, a ripartizione che preveda la pensione a 55 anni per le donne e 60 per gli uomini, eliminando tutti i privilegi pensionistici previsti nel sistema vigente.
Scuole e università pubbliche, gratuite e governate in maggioranza dalle studentesse e dagli studenti, vanno abolite le controriforme neofasciste di questi anni.
Fin dal 1992 il PMLI sostiene la costruzione dal basso di un nuovo unico Sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati basato sulla democrazia diretta (Sllpp), cercando di fare maturare le condizioni per la sua nascita lavorando nell'ambito della Corrente Sindacale di Classe (CSC) dentro e fuori la CGIL.
Non è un obiettivo realizzabile in tempi brevi, ovviamente, ma noto con piacere che Scuderi parla del fatto che si sta creando un clima più favorevole alla proposta sindacale dei marxisti-leninisti.
La madre di tutte le questioni rimane la conquista del potere politico da parte del proletariato e il socialismo.
Del resto non esiste altra alternativa al capitalismo arrivato al suo stadio ultimo, cioè l'imperialismo, inoltre il potere politico al proletariato spetta di diritto producendo esso stesso l'intera ricchezza del Paese.
Non c'è futuro per il popolo italiano senza il socialismo, ma senza un grande, forte e radicato PMLI non ci sarà mai il socialismo.
Ecco perché Scuderi rivendica e rilancia l'obiettivo strategico e a medio termine sul quale è concentrato tutto il PMLI: l'acquisizione di un corpo da Gigante Rosso (la testa è già rossa e forte).
Per ottenerlo è indispensabile far conoscere alla masse il disegno del socialismo del PMLI elaborato al 3° Congresso nazionale del 1985, battendo sul "chiodo rosso" del socialismo, per sottrarle all'influenza dei volponi politici vecchi e nuovi della "sinistra" borghese, i quali in ultima analisi vengono generati dalla borghesia per coprire a "sinistra" il suo dominio e dirottare la lotta di classe dentro gli angusti confini del capitalismo.
Di conseguenza anche dal punto di vista elettorale quindi la borghesia cerca sempre di coprirsi a sinistra per illudere i sinceri fautori del socialismo che il capitalismo sia riformabile.
È del tutto evidente che questa non può essere la posizione elettorale di un autentico partito comunista, ecco perché Scuderi, in vista del voto del 4 marzo prossimo, rilancia l'astensionismo tattico marxista-leninista.
Se l'astensionismo generico è già il nemico dei partiti borghesi e dei vertici dello Stato borghese, compito del PMLI sarà quello di indicare alle elettrici e agli elettori non solo di astenersi, ma di concepire l'astensione come un voto a tutti gli effetti dato al PMLI e al socialismo.
Questo voto da un punto di vista di classe è l'unico voto rosso e di sinistra e utile al proletariato, per delegittimare e quindi con la lotta di classe disgregare e distruggere le istituzioni rappresentative borghesi.
Naturalmente non basta la tattica astensionista (cioè chiedere di disertare le urne, oppure annullare la scheda o lasciarla in bianco), così come eventualmente non basterebbe votare un domani le liste del PMLI se e quando il Partito sceglierà la tattica della presentazione di proprie liste per il parlamento, cosa che il Partito non esclude in linea di principio, anche se non è mai accaduto e difficilmente accadrà a breve.
Occorre realizzare quindi l'obiettivo strategico indicato dal Partito della creazione delle Istituzioni rappresentative della masse fautrici del socialismo basate sulla democrazia diretta, la parità di genere e a carattere permanente: le Assemblee Popolari e i Comitati Popolari.
Il compagno ci sprona dunque a concentrarci sulla campagna elettorale astensionista, con un occhio anche all'importante prossima storica data del 5 maggio in cui cadrà il bicentenario della nascita di Marx, cofondatore con Engels del socialismo scientifico, che sarà degnamente celebrato dal PMLI.
Evviva, Evviva, Evviva il discorso del compagno Giovanni Scuderi alla 6ª Sessione plenaria del rosso 5° Comitato centrale del PMLI!
Un capolavoro politico di cui solo un fulgido esempio di marxista-leninista come Giovanni Scuderi poteva essere capace!
Concentriamoci sulla campagna elettorale astensionista!
Avanti con forza e fiducia sulla via dell'Ottobre verso l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
Giordano – provincia di Cosenza
7 febbraio 2018